sabato 18 gennaio 2014

IN MEMORIA DI LIDIA FEDEOROVNA E DEL GENERALE KRASSNOFF



IN MEMORIA DI LIDIA FEDEOROVNA E DEL GENERALE KRASSNOFF

A pagina nr. 239 del mio volume “L’Armata Cosacca in Italia…”, già nella prima edizione del 1965, a cui molte altre  seguirono, a proposito di Lidia Fedeorovna consorte di Krassnoff, scrivevo : “ La consorte dell’atamano generale decedette in Germania il 23 giugno 1949, alle ore 4 nella clinica di Munik nel villaggio di Walchensee posto tra la città di Kochel e Mittenwald, a circa 75 km. da Monaco. Le furono tributate onoranze di rito ortodosso, officiate dal presule di Monaco con la presenza del coro. Alle esequie convennero rappresentanti superstiti del mondo cosacco e dell’armata bianca. Nel cimitero di Walchensee sulla lapide dalla croce russa ortodossa, figura una semplice epigrafe: Lydia von Krassnoff ".
La consorte, vedova a seguito della nota esecuzione del coniuge  da parte sovietica nel 1947, come io seppi era rimasta priva di ogni mezzo finanziario e fu ospitata presso il barone tedesco M.M Medem di Amburgo la cui moglie era stata amica d’infanzia di Krassnoff e, a tal riguardo, ebbi preziose informazioni dalla baronessa tedesca Irina von Schweder. Particolari interessanti meriterebbero di essere fatti conoscere su Lidia Fedeorovna riferitimi dalla von Schweder oltre a quelli inerenti al periodo trascorso dalla stessa a Villa di Verzegnis, in Carnia, dal 27 febbraio al 1° maggio 1945, che, assieme a mia moglie Wanda,  apprendemmo da Tamara Cambiagio in Sifer, rintracciata a Rjeka (Fiume) nella Iugoslavia di Tito. La Cambiagio, di origine italiana, era infatti testimone di vicende russe, iugoslave e cosacche, queste  ultime in quanto presente come profuga russa fra i cosacchi nella cittadina di  Tolmezzo  in Carnia ( Italia nord orientale ) ed ammessa a far visita al quartier generale dell'atamano nella vicina valle di Verzegnis, assieme a  nobildonne cosacche e russe fra cui la Kolesnikoff, acquartierate nella citata cittadina ed altrove nella Kossackja, territorio così chiamato in quanto presidiato dai cosacchi ivi insediati.
Nello scorrere degli anni  la tomba di Lydia Fedeorovna finì purtroppo  in abbandono poichè nessuno ne seguiva la cura pagando l’onere cimiteriale  per cui la stessa per  effetto delle regole di rotazione, come infatti mi scrisse, nel 2010,  il protodiacono russo ortodosso dott Georg Kobro, già da tempo non esisteva. La lapide comunque, fu salvata  e collocata  in posizione visibile  lungo la facciata interna del muro perimetrale del cimitero.
A riattivare il meritato ricordo di Lidia Fedeorovna assieme a quello del consorte  generale Piotr Nikolaevic, sulla cui  notorietà mi sembra superfluo tracciare un profilo, ci pensò il  protodiacono Georg Kobro nel  predisporre una degna epigrafe, accollandosi le spese assieme a un austriaco di Lienz che aveva conosciuto anni di prigionia nella Russia sovietica.
Fin dall’inizio degli anni settanta conoscevo comunque il protodiacono Georg Kobro, allora giovane universitario membro del coro russo-ucraino presente alle annuali commemorazioni della tragedia cosacca sulla Drava alla periferia di Lienz. Nel 1974  kobro fu pure presente, nella veste di Dolmetscher (interprete) a un lungo colloquio che io ebbi al Boznerhof di Lienz con l’ex colonnello cosacco Nikolai Nazarenko, giunto dagli U.S.A., presidente della World Federation Kossack National Liberation Movement (WFCNL) alla quale appartenni nominato con l'incarico di rappresentante ufficiale.                                                      
L’inaugurazione della lapide,  nel menzionato cimitero di Walchensee,  avvenne il 24 aprile 2010 con la presenza di rappresentanze e dell’eminente arcivescovo russo ortodosso di Ginevra, dott. Michael Donskoff. Ed eccone il testo in italiano che, nell'epigrafe, risulta rispettivamente in lingua tedesca e russa :
“ Giacciono in questo cimitero i  resti della cantante di camera e pianista signora Lydia Fyodorovna in Krassnoff, nata a Grüneisen (1878-1949) e sottratta alla tragedia cosacca e russa di Lienz (Austria), vedova dello scrittore russo ed atamano dei cosacchi generale Pyotr Nikolaevic Krassnoff (1869-1947). Assieme a  migliaia di cosacchi e russi il generale Krassnoff fu consegnato dagli inglesi ai sovietici a Lienz (Osttirol), nel 1945  fu esecutato a Mosca il 16.01.1947 assieme ai generali Shkuro, von Pannwitz, Domanov ed altri, così come avvenne per il generale A. Wlassow c impiccato a Mosca dagli scherani di Stalin. Essi morirono per una Russia libera. Ad eterna memoria! 



 Testo,in  tedesco e russo, della lapide collocata nel 2010 per nobile iniziativa el protodiacono Georg Kobro all'interno del muro perimerakle del cimitero di Walchensee nelle alpi bavaresi.




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Momento della cerimonia nel cimitero di Walchensee: in primo piano il protodiacono Georg Kobro dietro a cui a sinistra l'arcivescovo di Ginevra Michael Donskoff.



18  Gennaio 2014
                                                                                                 PIER ARRIGO CARNIER



giovedì 9 gennaio 2014

SEMPRE A PROPOSITO DEI DUE FILMATI SULL'ATTIVITA' PARTIGIANA INERENTI A CARNIA LIBERA.

9 gennaio 2014 alle ore 19.02
COMUNICATO AD AMICI E SIMPATIZZANTI



SEMPRE A PROPOSITO DEI DUE FILMATI, DI CUI GIA' MI SONO OCCUPATO, SULL'ATTIVITA' PARTIGIANA  INERENTI A CARNIA LIBERA


Diversi carnici che vivono nella   destra Tagliamento, praticamente in provincia di Pordenone, sono venuti ad incontrarmi desiderosi di esprimere la loro condivisione sulla mia radicale disapprovazione dichiarata mediante esposizione critica   con vari interventi via Internet, sul sito Facebook e soprattutto su  Blogger  che ha diffusione planetaria, sui filmati “Carnia libera. Un’estate di libertà” e “ Carnia libera. Il sangue degli innocenti”.
Si tratta di cittadini, taluni   diretti testimoni delle vicende partigiane  carniche (1944-1945) ed altri  comunque informati per  acquisita conoscenza da fonti testimoniali. Tutti concordemente hanno respinto le pietose informazioni propinate soprattutto nel primo dei due filmati e le incisive discordanze storiche del secondo, confermando che, nel 1944, la Carnia non visse affatto un’estate di libertà e non vi fu  una Repubblica della Carnia. Si trattò, invece, di un’estate di tensioni e paure,  bagnata del sangue delle vittime delle rappresaglie tedesche, soprattutto nel luglio 1944, quale atto deterrente intimidatorio contro la prospettata e dichiarata unione operativa di intenti tra partigiani comunisti carnici e partigiani iugoslavi di Josip Broz Tito. Alla fine di quell’estate, da me personalmente vissuta per cui ne sono testimone,  avendo i tedeschi bloccato  ogni rifornimento alimentare alla Carnia quale punizione per l’attività partigiana,  migliaia di carnici si videro costretti  a spingersi, nella maggior parte attraverso il passo di monte Rest, sulla pianura veneta e friulana alla ricerca di risorse alimentari per sopravvivere.  Vorrei veramente che qualcuno mi spiegasse dove stava quella fantasiosa estate di libertà, presentata nel menzionato filmato privo di ogni sostanziale contenuto storico equindi indegno di una diffusione sotto il profilo  didattico e di una seria informazione.
Varie voci circolanti lasciano  comunque  intendere che,  nell’opinione pubblica,  da qualche tempo sono stati avvertiti forti  segnali di biasimo e disapprovazione sui contenuti di entrambi i  filmati per cui sulla stagione delle favole partigiane sta calando il tramonto !!
Vorrei consigliare, per quello che sono le mie esperienze in quest’ Italia ormai devastata oltreché dalla crisi economica da un torpore morale, di smettere di   strumentalizzare  la vicenda partigiana a fine politico anche e perché la vera storia della stessa è oggettivamente  in buona  parte da rivedere e quindi da riscrivere nel rispetto dei suoi concreti e reali significati.

9 gennaio 2014
                                                                            PIER ARRIGO  CARNIER