sabato 25 aprile 2015

VASTA DIFFUSIONE DEI RISULTATI DELLE MIE INDAGINI STORICHE, COMMEMORAZIONE DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, TOMBE IGNOTE DI COSACCHI IN QUEL DI RAGOGNA NEL FRIULI.

COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI ED ALTRI EVENTUALI INTERESSATI A VICENDE STORICHE


VASTA DIFFUSIONE DEI  RISULTATI  DELLE MIE INDAGINI STORICHE , COMMEMORAZIONE DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, TOMBE IGNOTE DI COSACCHI IN QUEL DI RAGOGNA NEL FRIULI


Faccio un breve rapporto informativo sullo stato della mia divulgazione di argomenti ed altro, Ad oggi , 23 aprile 2015, il grafico sui miei siti Internet  segnala raggiunta la visualizzazione di oltre 20.000 pagine di  miei scritti, dei quali 10.261 su Blogger e circa altrettante su Facebook.Tengono banco i seguenti argomenti :
-RAPPRESAGLIA TEDESCA SU AVASINIS – 01 settembre 2013.
-COSACCHI: LO STRANO CONGRESSO DI VERZEGNIS – 16 settembre 2013
-I SEGRETI TESORI DEL LAGO DI TOPLITZ – 25 agosto 2013
-MIRKO e KATIA – MONOPOLI (Bari) – 29 ottobre 2014
-BOCCHE CUCITE SULCASO DEL CAPO PARTIGIANO “OLMO”- 04 febbraio 2015.
-Altri.
Notevole il risveglio di molti interessati nel prendere atto di varie vicende da me ricondotte alla loro effettiva realtà storica, in parte riferite a vicende del periodo resistenziale 1944-1945, per cui lo smantellamento di molte menzogne ed autentiche invenzioni diffuse da false fonti o da incompetenti, registra un positivo salutare risultato. Oltre all’Italia l’interesse, su taluni argomenti, risulta esteso in  modo  consistente alla Federazione Russa, Ucraina, Francia, Stati Uniti, Germania.
Prendo occasione per esprimere, su tutt’altro argomento,  il mio più alto apprezzamento per le consistenti dichiarazioni rievocative e di condanna, richiamando l‘attenzione del mondo, espresse di recente da papa Francesco riportate  dalla stampa, soprattutto dal Corriere della Sera in data 13 aprile corrente a pagine 2 e 3, sul criminale genocidio di 1.500.000 armeni  da parte dei turchi nel 1915, nel corso della grande guerra, allora voluto dal Governo dei giovani turchi ed inteso a sradicare ed annientare la cristianità del  popolo armeno. Si tratta di argomento spesso volutamente ignorato nel tempo sul piano culturale per ragioni che, in questa sede, tralascio di esporre. Per tale immenso crimine non vi fu un processo internazionale, così come pure ciò non ebbe a verificarsi per i crimini del comunismo stalinista, mentre invece si registrò,  com’è noto,  un autentico accanimento per processare l’operato del nazionalsocialismo e, in  maniera meno rigida, quello fascista.
Sull’argomento del genocidio degli armeni, nei lunghi anni da me vissuti, per ragioni professionali a Punta Sabbioni vicino a Venezia, ebbi modo d’ intrattenermi presso la comunità degli armeni nell’isola di San Lazzaro, col padre Mesrob Gianascian,, per cui potei trarre a tal riguardo delle concrete deduzioni di ordine  storico su basi documentali. La biblioteca degli armeni in San Lazzaro vanta un patrimonio documentale noto a livello internazionale soprattutto per dei preziosi rari incunaboli. Mi permetto di ricordare che fu a padre Mesrob Gianascian che ritenni di  affidare alla lettura, prima dell’edizione, il dattiloscritto del mio libro “L’Armata cosacca in Italia 1944-1945” come infatti volli ricordare  nella prefazione.
Da ultimo non posso tralasciare una notizia sui Cosacchi,, argomento inesauribile, riferita agli eventi 1944-1945. Informazioni scritte, via E. mail, mi sono giunte recentemente da un cittadino di Ragogna,  comune del Friuli occidentale, di cui tralascio di precisare il nome, sull’esistenza di tombe di cosacchi nel cimitero in disuso del territorio, ma ben conservato detto di San Remigio, uccisi dai partigiani a fine aprile 1945, vale a dire alla fine seconda guerra evidentemente mentre gli stessi  posti a presidio antipartigiano nella Carnia, Friuli e parte del Goriziano, si stavano ritirando.
In ulteriori notizie pervenutemi si  accenna  approssimativamente  ad otto vittime, cinque delle quali, dopo essere state uccise dai partigiani, anzi assassinate,  furono fatte sparire ed inumate di notte nel menzionato cimitero. Sta di fatto che i resti di dette vittime, non essendo stati segnalati, per  ragioni di omertà, alla Commissione tedesca addetta alle onoranze e quindi al  ricupero, resasi operante circa dieci anni dopo la fine della guerra, non vennero trasferiti  nel grande cimitero militare tedesco di Costernano sul  Garda.
Uccisioni di cosacchi in ritirata verso l’Austria, provenienti dall’area di Venezia accaddero comunque nel portogruarese per mano di  formazioni partigiane frammiste
a bande di grassatori, elementi questi ultimi senza scrupoli, mascherati sotto l’egida di servire un’ ideale ma animati da intenti di rapina. Un gruppo di sette cosacchi due dei quali erano donne, che viaggiava su due carrette trainate da rispettive pariglie di cavalli, dopo aver fatto sosta e passato la notte ospitati presso una casa contadina, al nr. 84, lungo il viale San Giovanni di San Vito al Tagliamento ripresero la marcia sulla strada che, dopo San Vito, passava per Casarsa e proseguiva sulla destra del Tagliamento per Arzene,Valvasone ed altri villaggi, dopo di che, superato un ponte sul fiume, continuava a sinistra attraversando Domanins e, via via, altri centri abitati, La meta prefissata da raggiungere era Tolmezzo per poi proseguire verso il valico di Monte Croce. Secondo voci ed indizi consistenti quei cosacchi vennero  tutti uccisi lungo il tragitto Arzene, Valvasone, San Giorgio della Richinvelda, Provesano per mano partigiana. Una donna molto anziana di Arzene, a cui ero stato indirizzato nel corso di mie indagini, dopo avere ascoltato l’esposizione di quanto sapevo al riguardo, facendosi in segno della croce disse che ricordava di aver sentito dell’uccisione per cui ciò che dicevo era vero, ma non volle andare oltre.

25 aprile 2015


PIER ARRIGO CARNIER