sabato 13 giugno 2015

COMMEMORAZIONE 1.06.2015 DELLA TRAGEDIA COSACCA DELLA DRAVA ED INAUGURAZIONE ,A MEMORIA, DI UNA CAPPELLA CAPPELLA RUSSO ORTODOSSA

COMUNICATO AD AMICI  E CENTRI DIREZIONALI DI RICERCA STORICA, IN PARTICOLARE RUSSI, STATUNITENSI, FRANCESI, TEDESCHI.

COMMEMORAZIONE 1.06.2015 DELLA TRAGEDIA COSACCA DELLA DRAVA ED INAUGURAZIONE ,A MEMORIA, DI UNA CAPPELLA  RUSSO ORTODOSSA


Splendida celebrazione, al dilà di ogni aspettativa, vissuta con viva partecipazione dagli austriaci. Numerose le rappresentanze di organizzazioni in uniforme cosacca giunte dalla Russia, formate in prevalenza da giovani delle nuove generazioni che si dichiarano eredi delle memorie del passato per cui, personalmente,  ho avuto il felice incontro con elementi cosacchi  da tempo in rapporto con me via internet, quali Mitry Kopikov. Alex Kelin, Eugen Martynjuk , Svetlana Egorova, Tatiana Tabolina, docente quest'ultima dell’ Accademia di Mosca, che già comunque conoscevo da oltre dieci anni  Presente alla cerimonia anche il cosacco dott, Piga Petrenko Sergej, in realtà  da tempo cittadino italiano  residente in Sardegna, delegato dal Centro Russo di Scienza e Cultura a Roma quale rappresentante presso L’UNESCO del Movimento per il riconoscimento dello spazio culturale dei cosacchi come patrimonio immateriale dell’umanità   Trattasi di argomento, pure oggetto di miei studi,  di grande interesse scientifico antropologico preso in alta considerazione dai tedeschi nel corso della seconda guerra. Con l’invasione della Russia, nel 1941, essi avevano infatti  un preciso programma riguardo la futura organizzazione dei cosacchi che consideravano un popolo di origine nordica, affine ai tedeschi, disceso per vie fluviali dal nord della Scandinavia ed insediatosi nella Russia meridionale
Convenuti all’appuntamento da tutto il mondo anche cosacchi figli o congiunti di vecchi emigranti rifugiatisi all’estero in seguito alle conseguenze della prima e seconda guerra mondiale. Fra questi ho rivisto l’amico Protopopow venuto dall’Australia, stretto congiunto di Alexjei Protopopow ex comandante di brigata cosacca a Tolmezzo, deportato nel 1945 nell’Urss e poi rilasciato assieme a un numero non rilevante di superstiti, a seguito dell’amnistia di Krusciov, dopo dieci anni di prigionia. Stabilitosi in Germania Alexjei Protopopow, del quale fui amico, fu a lungo presente alle commemorazioni della Drava e, a onor del vero, già trent’anni fa, fu proponente  della costruzione della cappella oggi felicemente realizzata su delibera dell’autorità austriaca e grazie a generose offerte finanziarie. La funzione religiosa è stata solennemente officiata dall’arcivescovo russo ortodosso di Ginevra, Michael Donskoff,figura emblematica sacerdotale di grande riverenza che interviene da tempo nella commemorazione annuale della tragedia cosacca.
Importanti i dialoghi svoltisi durante il pranzo cui ho preso parte, presenti il Bürgermeister (Sindaco) ed il vice di Lienz, la dott.ssa Andrea Anastasija Sandhackerin quale rappresentante del Suworow Institut austro-russo, nonché  degli esponenti di massimo livello della “Schwarze Kreuze” (Croce nera) austriaca addetta alle onoranze dei caduti in guerra, alle cui cure è sottoposto anche il cimitero cosacco di Peggetz a fianco del quale, detta organizzazione ha portato a compimento l’edificazione della cappella in perfetto stile russo ortodosso, a memoria delle vittime della forzata consegna ai sovietici, da parte britannica, del 1.06.1945. Ovviamente tale memoria s’intende estesa  implicitamente all’olocausto di vite umane perite, in seguito a deportazione nei lager siberiani come ho ritenuto di accennare nel mio comunicato del 31 maggio u.s. annunciando la commemorazione.
Rievocando le vicende della ritirata cosacca lungo la Carnia verso l’Austria ho provato soddisfazione nell’apprendere, da fonti diverse,  l’acquisita assunzione sul piano storico della donazione in denaro fatta dal Gruppenfuehrer SS. Otto Gustav Wächter, il 2 maggio 1945, durante la ritirata, al parroco don Ludovico  Morassi di Timau, grazie alla quale il medesimo dette avvio alla costruzione della chiesa dedicata a“ Cristo Re”. Trattasi di accertamento da me raggiunto su base documentale e testimoniale  e giornalisticamente da me diffuso, negli anni decorsi, nonchè via Internet, ed ampiamente recepito  da centri storici ed archivistici all’estero, oltre alle  associazioni cosacche. Detengo quindi la paternità di tale assunto storico. Sulla figura di Otto Gustav Wächter, ex governatore della Galizia e poi amministratore militare a Trieste, uomo cattolicissimo strettamente legato al Vaticano, sono in possesso di altre preziosi documenti che mi riservo di pubblicare integrando  il già esistente rapporto  pubblicato a suo tempo sulla stampa e diffuso  nei miei siti Blogger e Facebook .

12 GIUGNO 2015

PIER ARRIGO CARNIER