venerdì 30 dicembre 2016

MERAVIGLIOSO CAUCASO.






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MERAVIGLIOSO CAUCASO 

Non posso evitare di riportare alcune frasi del mio libro “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”, lanciato nel 1965 dal grande editore svizzero De Vecchi con sede a Milano. Molte furono le   riedizioni.
Mi riferisco al barone Tomas Ibrahim Kapitovic della Gendarmeria caucasica il quale, assieme ad altri, era spesso a casa mia..”...Parlava, il vecchio gendarme (pagine 94-95), molto spesso della Crimea  (Crim) dei suoi grappoli d’uva e dei suoi vini, di Kerc e delle bellissime donne  cosacche e caucasiche ed allorché descriveva quelle figure femminili, dai capelli corvini e dagli occhi chiari, il suo volto assumeva un’espressione furbesca ed ammiccante.Le donne ricorrevano con una certa frequenza nei suoi ricordi e il significato dei suoi racconti si riassumeva pressappoco così : < Le donne  del Caucaso sono le più belle del mondo. Tra le montagne caucasiche, dove l’ estate diffonde milioni di fiori, vivono delle meravigliose fanciulle. Esse assomigliano a Liuba e Navieska, che tu conosci. E le più belle costano, per poterle sposare, un branco di cavalli cosacchi. Con un branco dei migliori cavalli cosacchi da donare ai genitori della ragazza, puoi farti  sposa la più bella fanciulla del Caucaso>.
<A guerra cessata tu verrai nella Caucasia : Istambul-Adies-Kislawuoskj (Costantinopoli-Odessa-Kislawuoskj), sono le tappe del tuo lungo viaggio ed io sarò ad aspettari. Ti porterò nelle stanitse e nelle misteriose città del Mar Nero>.E  ciò dicendo, Kapitovic si alzava in piedi. Sotto la labile luce della lampada la sua figura si faceva maestosa, e io pensavo che quel mondo pieno di fascino doveva essere effettivamente così…>
Altro vi sarebbe da aggiungere, ma mi fermo qui.
Non nascondo che questi ricordi vissuti in  quella Carnia lontana,  con mia generosa sensibilità, mi commuovono. Sulla mia lunga attività culturale vi è comunque, da tempo,  vivo interesse da parte dei dirigenti degli archivi e musei di Mosca e nondimeno da parte di Vashinton. Non posso evitare di riferire con mia ovvia soddisfazione che, il dott. Piga Petrenko Serghei assieme ad altri, delegato del Centro Russo di Scienza e Cultura di Roma e rappresentante dell’organizzazione di riconoscimento dello spazio culturale dei Cosacchi come patrimonio immateriale dell’umanità presso l’ UNESCO, facendomi di recente un nuova visita  presso la mia residenza nel pordenone- se, mi riferì che, in occasione all’ uscita su piano nazionale del mio ultimo libro della Mursia-Milano “Cosacchi contro Partigiani”,era salito di di proposito in  Carnia al mio paese a fotografare la mia casa natale ed i luoghi dei dintorni, essendo interessati in tal senso, per la mia lunga attività culturale nella veste di storico e giornalista gli archivi e Musei di Mosca,  stante il proposito di traduzione in russo dell’intera mia opera culturale.

30 dicembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER


lunedì 19 dicembre 2016

RICORDI LONTANI DELLE PIEVI DELLA VECCHIA CARNIA


Alida Carlevaris
Pieve di San Pietro in Carnia.
 La famosa PIEVE di SAN PIETRO che sorse in subordine all' ABBAZIA di MOGGIO, dopo di che viene 
la PIEVE di GORTO, tre chiese che per importanza segnano, nella cristianità, lo storia della Carnia. 
Della Pieve di Gorto ho dei lontani  ricordi, essendo nato in Carnia nella stessa valle in un paese più a nord che abbandonai definitivamente alla fine anni cinquanta. Rammento che, non sempre, ma soprattutto nelle giornate di scirocco, si sentiva il suono delle campane della Pieve dai rintocchi cupi, possenti, quasi intimidatori e a me pareva che quei rintocchi provenissero da un mondo impresente, lontano il che suggestionava la mia forte romantica fantasia giovanile.. Da ragazzo prendevo annualmente parte a una rituale processione di valligiani che, guidata dal portatore di una croce massiccia laccata in argento, raggiungeva la vecchia Pieve. Solitamente trovavamo la chiesa sovraffollata invasa di fumo e dall' odore d'incenso. Ricordo la notevole presenza di donne della vecchia Carnia, silenti, composte, pervase di mestizia dettata dalla circostanza e vestite di scuro, direi piuttosto di nero e dalle lunghe gonne. Si celebravano molte messe in relazione alle varie processioni per cui la cerimonia si protraeva nel pomeriggio. Nel vecchio cimitero, accanto alla chiesa, stavano delle lapidi di tombe con le epigrafi in tedesco che mi piaceva andare a vedere, lasciando la chiesa prima della fine della messa. Si trattava di lapidi relative a morti portati li dal Cadore precisamente da Sappada, villaggio abitato da gente di origine austriaca e che, ai vecchi tempi, faceva parte della Carnia per cui, sotto il profilo delle competenze ecclesiali, dipendeva dalla Pieve di Gorto. Interrogai a proposito vecchi abitanti del vicini paese di Cella, villaggio attiguo alla chiesa e chiesi anche informazioni a gente “sappadina” ed alla Parrocchia di Sappada. La sepoltura dei morti nel cimitero della Pieve di Gorto, per la gente di Sappada, era facoltativa e veniva esercitata da famiglie piuttosto benestanti. Seppi che il viaggio funerario, per portare il morto da Sappada alla Pieve, era un vero calvario lungo una vecchia strada che, dopo il paese di Forni, percorreva le falde del monte Talm per poi costeggiare il fiume Degano e quindi raggiungere la Pieve.

18 dicembre 2016
                                                                 PIER ARRIGO CARNIER

giovedì 15 dicembre 2016

DIARIO OLOGRAFO DEL GENERALE AUSTROUNGARICO URBANSKI VON OSTRIMIECS




COMUNICATO



Tanto per informare che i miei interessi vanno oltre alle argomentazioni della seconda guerra, vicende dei Balcani e dell’Est rendo noto che ritengo di portare a conclusione, anche se occorrerà ancora un  certo tempo, la versione in italiano dell’imponente diario olografo inedito del generale austroungarico AUGUST URBANSKY von OSRIMIECS, che contiene le memorie del medesimo quale capo dell’Evidenz Bürau austroungarico (Servizi Segreti) con  riferimento al periodo che portò all’inizio della prima guerra mondiale e quale comandante di unità, nel corso della guerra, evidenziando vicende inerenti al fronte russo, sfondamento di Caporetto, avanzata sul Friuli e Veneto, fronte del Piave con descrizioni particolareggiate inerenti alla Strafexspedition. Hurbanski era cognato del generale Conrad von Hoetzendorff, e fu colui che trattò il caso del colonnello Redl, reo di tradimento ed altro. Diario di eccezionale alto interesse storico con delucidazioni sull’ attentato di Serajevo (assassinio del principe Ferdinando), reso con scrupolosità nella stesura e del quale, circa trent’anni fa ed anche più recentemente pubblicai giornalisticamente degli stralci e tenni anche una conferenza nell’importante Centro culturale Aldo Moro di Cordenons, motivata dal fatto che Urbanski, dopo lo sfondamento di Caporetto ebbe a stazionare con la sua divisione nella cittadina, passando poi ad insediare il suo comando a Villa Varda , dopo di che fu sul Piave, argomento sul quale il  generale riferisce dettagli di eccezionale delicato rilievo.



NOTA
Tornando al diario URBANSKY, di cui conobbi la stupenda figlia Haidi Heiny che venne anche a trovarmi a Pordenone, donna di alta classe e di famiglia vicina agli Asburgo, indubbiamente rilevanti gli accadimenti, dovuti alle forze austriache sciamate nel Friuli e nel Veneto, scese col travolgimento del fronte Carnico e quelle austroungariche-tedesche affluite con lo sfondamento di Caporetto. Fatti e vicende che mai si finirà di raccontare. Infine preziosa l’analisi strategica di Urbanski sul fallimento della Strafexspedizion diretta da Conrad von Hoezendorff con l’appoggio di Boroevic ( quest’ ultimo avrebbe però desiderato gestirla e vi furono difficoltà da parte del nuovo imperatore Carlo nel prendere un decisione sull’ affidamento...). Di eccezionale interesse la controffensiva austroungarica del Piave, con particolare riferimento all’ azione degli Honved ungheresi appartenenti alla divisione di Budapest, splendide truppe che assieme a forze austriache riuscirono a piazzarsi sul Montello in condizioni proibitive e che poi si ritirarono con metodo magistrale degno da manuale, in seguito all’ ordine dell’ imperatore Carlo diramato il 29 giugno da Spilimbergo. Li ricordo sempre con affetto gli ungheresi in quanto mia madre era figlia di padre ungherese (ungarisce Vater...). Spesso sono tornato sul Montello a controllare in silenzio i luoghi...
Desidero aggiungere che, da superstiti civili rimasti rischiosamente in quei luoghi (villaggi del Montello, Nervesa, Collalto) durante l’infernale periodo di battaglie del 1918, ebbi delle testimonianze, mi riferisco al 1970 e quindi a 46 anni fa, che ungheresi ( gli Honved) ed austriaci, cioè le unità austroungariche impegnate in guerra soffrivano ormai la fame per forte carenza di viveri, essendo venuta anche quasi a mancare la razione del pane. L’ardita azione del Montello, orchestrata dal generale Goiginger che, per la stessa, ricevette poi dall’ imperatore le più alte onoreficenze militari, venne quindi realizzata in condizioni di vettovagliamento tragiche. Sulla vicenda Montello scrissi, negli anni settanta, un caro articolo diffuso allora dai quotidiani “L’Arena di Verona” e “Giornale di Vicenza” a cui corrisponevo. Non posso dimenticare che, sull’argomento del fronte austroungarico del Piave, mi intrattenni alcune volte, a Mauthen-Koetschach, parlare con il dott. Georg Weinländer medico nell’ Obergail che, in qualità di combattente aveva vissuto le vicende di quel fronte e gli era nota l’azione del Montello. Rammento che, nel rievocare talune circostanze, gli scendevano le lacrime dagli occhi.

17 dicembre 2016                                    
                                                                              PIER ARRIGO CARNIER 


















15 dicembre 2016
                                                        PIER ARRIGO CARNIER

domenica 27 novembre 2016

SVELATO IL SEGRETO DELL' ATAMANO KRASSNOFF.


COMUNICATO

E’ uscita oggi, 27 novembre 2016, sul GAZZETTINO, Edizione di Pordenone e Venezia col titolo “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI, svelato il segreto dell’Atamano”, una pagina documentata in cui tratteggio la linea storica sostanziale del mio nuovo libro, presente nelle librerie italiane su piano nazionale 
Giustamente il volume, sulla base di documenti spiega quale fu la posizione dell’Atamano generale Krassnoff, destituito dai poteri militari non appena, proveniente da Berlino, mise piede in Italia, per cui assunse una posizione rigorosamente riservata .
L’immagine di Krassnoff, riguardo il suo soggiorno in Carnia, con sede all’ albergo Savoia di Villa di Verzegnis, viene così definita e consegnata alla storia.
Al dilà di questo il libro contiene precisazioni che dissolvono fantasiose agiografie di comodo tant’ è che da più fonti mi sono giunte telefonate di appoggio e di condivisione con la frase : ".... il libro apre gli occhi...!!"

 PIER ARRIGO CARNIER

domenica 6 novembre 2016

MOMENTI INDIMENTICABILI DELLA SECONDA GUERRA.







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Pier Arrigo Carnier Si tratta di una splendida foto scattata da Aleksandr Belji durante la poderosa avanzata sovietica verso occidente, dove una graziosa donna ignota sorride dopo avere offerto dei fiori ad un soldato sovietico che a sua volta s' illumina di gioia. La meravigliosa foto, da accurate verifiche. è stata scattata a Kiev nell' Ucraina su cui avrei veramente molte vicende interessanti da riferire anche e perchè della medesima ho conosciuto importanti personaggi, ma rimando a un prossimo possibile intervento.

martedì 18 ottobre 2016

RICORDI DELLA CARNIA : LE STUPENDE DONNE DI PREONE...

Alida Carlevaris
20 ore fa
Preone vistio da Fresis

Commenti
 Preone, uno dei villaggi e capoluogo della  val Tagliamento in Carnia. Era noto negli anni 1945-1955 perchè vantava di avere le donne tra le più belle della Carnia. Le conobbi anch'io, donne veramente stupende. Ma ne parlava spesso il caro amico Lino Conte quando eravamo studenti. Lino decedette purtroppo in età giovane dopo essere stato sindaco di Preone. Le trovavi quelle donne, nelle balere della valle ed erano capaci di intessere amori travolgenti . Le ho ricordate in un mio libro sulla vecchia Carnia che giace, già con contratto firmato , presso l'editore in attesa di diffusione. Quando ho visto questa foto ho provato un' emozione, rivivendo sensazioni riguardo le quali non vi sono parole: quelle confidenze intime nel vortice dei balli, fra i singhiozzi della fisarmonica in quelle sale  di paese dai vecchi pavimenti in legno scricchiolanti, mentre fuori già era notte, quella notte soffusa della Carnia  calata come una morbida coltre sulla valle...17 ottobre 2016.

           PIER ARRIGO CARNIER



 I miei ricordi delle donne di Preone hanno sollevato interesse per cui trovo motivo per aggiungere qualche ulteriore particolare. I balli si tenevano normalmente in autunno ed io con altri due paesani , partendo dal medio alto Gorto, non avendo in quegli anni la macchina, raggiungevamo Preone servendoci, a pagamento, dell’unico tassista del nostro paese che però, sebbene non sempre, non era disposto ad attendere le ore tarde, quasi fino al mattino, per il rientro, quindi il ritorno, di non pochi chilometri, lo affrontavamo talvolta a piedi. Muti, in quanto stanchi, nel ritorno camminavamo in silenzio ciascuno chiuso nei propri pensieri, in certo senso avvertendo l’amarezza che si prova dopo una festa finita, ma l’incontro con le donne di Preone in quelle sale di paese, che non sempre erano le stesse, era per me intimamente prezioso. Camminando rammento che mi si rimuoveva addosso il profumo, di cui quelle donne si aspergevano, frammisto, per sensazione alle narici, alla gradevole sudorazione di donna che le stesse emanavano, motivato dalla fatica nell’ accanimento del ballo e dall’ afa della sala, e quell’ odore di donna fortemente piacevole era, vorrei dire, consolante, ed anzi non trovo i termini giusti per definirlo. Riavvertivo, inoltre, gli attimi delicati, direi sublimi in cui, durante il ballo dopo i momenti di sosta, mi riproponevo a taluna di quelle donne, giovani o sposate, queste ultime pur sempre molto fascinose ed anzi, a dire il vero, erano quelle a cui prediligevo propormi per un nuovo giro che loro acconsentivano e mi auguravo che la notte non finisse mai.

. 19 ottobre 2016.

             PIER ARRIGO CARNIER

Questi miei ricordi sulle stupende donne di Preone hanno aperto uno squarcio sul vecchio mondo della Carnia di anni lontani da me vissuti, soprattutto nel primo dopo seconda guerra mondiale e su cui varrebbe la pena di ricostruire l'effettiva realtà ormai inesistente. Si trattava di una Carnia autosufficiente sotto il profilo economico, della quale alcuni aspetti essenziali sono trattati in un mio volume giacente presso l'editore, a cui altre volte ho accennato, con contratto regolarmente sottoscritto solo in attesa di diffusione. In detto volume è contenuta la tragica vicenda dell' "Ors di Pani", il grande patriarca pastore carnico, il quale mi volle suo amico e riservato confidente , assassinato assieme alla figlia. Si tratta di duplice delitto, di cui fui testimone, consumato nell' alta valle di Pani in una cupa notte di neve nell' inverno 1955, ma nel libro vi sono altre vicende che, nell'assieme, ritengo possano lasciare il segno nella storia.

            PIER ARRIGO CARNIER


venerdì 23 settembre 2016

I DOCUMENTI DELL’ATAMANO KRASSNOFF



COMUNICATO


Agli interessati alle vicende storiche dell’ Adriatisches Küstenland 1943-1945. Al museo-archivio di Mosca, RUSSY MOSKOVSKAJ Ob1–Poldolskij raion, al museo-archivio di Oremburg, capitale dell’oblast omonima. Alle associazioni cosacche delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper, di  ROSTOV (Rostovna-Donu) e KRASNODAR  (Kuban), nonché alle associazioni delle comunità cosacche presenti in Germania, Francia, Serbia,  Slovacchia, Stati Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e  Monaco di Baviera.

                                                   *         *         *

E’ passato a salutarmi Piga Petrenko dott. Sergei, cosacco che si interessa della presenza di russi superstiti in Italia risalenti alle vicende della seconda guerra , soprattutto cosacchi ed eventuali frammentarie notizie connesse agli stessi che furono nel Friuli, Carnia ed altrove. Relazionandomi su questa sua ricognizione mi ha quindi accennato a taluni dialoghi emersi da testimonianze del tempo ormai certamente ridotte. Mi ha un po’sorpreso una notizia, raccolta su per la Carnia, che mi permetto di contestare in senso assoluto frutto delle solite chiacchiere di paese. Gli avrebbero detto, riguardo Piotr Krassnoff, l’atamano generale insediato a Villa di Verzegnis che,  essendo stato bruciato il Municipio di Verzegnis andarono  distrutti i documenti di Krassnoff.   Sulla presenza di Krassnoff  nell’albergo Savoia, ora Stella d’Oro ho scritto e pubblicato molto e, nel mio ultimo mio libro “ COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”, diffuso proprio in questi giorni dal Gruppo Editoriale Mursia-Milano su piano nazionale, la figura dell’atamano generale esce delineata, su ineccepibile base documentale e testimoniale che incastra e annienta labili ingenue fantasie e, per quanto riguarda l’incendio del Municipio di Verzegnis assicuro che non ha proprio alcunchè da vedere con la documentazione di Krassnoff. Sulla  stessa, contenuta in casse, oltre ad alcune testimonianze,  mi informò dettagliatamente la  baronessa tedesca Irina von Schweder,  come riferito a pagine 158 e 159 del mio volume “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”. Destituito dai poteri di comando dell’Armata, ma comunque presidente della “Hauptverwaltung  der Kosaken Heeres” Krassnoff col suo seguito lasciò la valle di Verzegnis, scortato da forze Waffen SS., nel pomeriggio del 1° maggio 1945. L’itinerario seguito è descritto nel citato mio volume ed in vari  miei articoli via via pubblicati sulla stampa nello scorrere del tempo. Krassnoff transitò per Ovaro nella notte tra il 2 e 3 maggio  mentre alcune case erano in fiamme, dopo la cessata battaglia provocata dal noto attacco partigiano attuato all’Osoppo su pressioni di alcuni notabili ambientali. Un ufficiale cosacco donna, mentre l’atamano era in sosta, si presentò al suo cospetto per  rendere onore alla sua figura morale, e scattando sull’attenti si dichiarò con la frase “ Kommandeur des  Kosaken Bataillon Nina Boiko”. Due furono  battaglioni femminili che transitarono in ritirata per Ovaro. Per farla breve i documenti dell’atamano giunsero a Lienz dov’egli, nei giorni burrascosi della ritirata,  fissò la sua nuova sede nella zona periferica sud, nella borgata di  Amlach. Quale fine fecero detti documenti dopo la forzata consegna degli ufficiali e dell’intera massa dei cosacchi ai sovietici ?? Si tratta senza dubbio di argomento di grande rilevanza  che mi vide molto impegnato, in anni lontani, con l’appoggio dell’ex Bürgermeister di regime di Lienz, E.W, su cui tralascio degli accenni in questa sede con riserva di una meritata pubblicazione in altro mio lavoro.
23 settembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER


Atamano generale KRASSNOFF






        
       
                   Da sin. a destra : dott. Piga Petrenko Sergei, atamano 
cosacco, Carnier Pier Arrigo, atamano cosacco del Don. Giugno 2015.




      

mercoledì 21 settembre 2016

ASSUNTO CONCLUSIVO SULL’ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN “CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA”.



  
        
Prima di affrontare nuovi argomenti buona parte dei quali senz’ altro legati al mio nuovo libro, “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI” diffuso in questi giorni su piano nazionale dall’ Editore MURSIA-Milano  che, superando ogni previsione, sta riscuotendo ampi consensi, ritorno ancora una volta sull’argo- mento di cui al titolo onde ricondurre i fatti, gravemente alterati nello scorrere del tempo da detestabili manipolazioni politiche, alla loro effettiva realtà.


                                                 *         *         *

Alle puntualizzazioni da me esposte sull’ inesistente realtà dello slogan menzionato , credetemi, nessuno può rispondere perché nel 1944 la Carnia, nel senso letterale del significato libertà, non ebbe spazio  alcuno  e ritengo che l’argomento  non    pretenda altre precisazioni al di là di quelle esaurientemente da me  dichiarate e fondate su prove. Allorchè il 26 settembre fu dichiarata, in sordina, la nomina di una Giunta di Governo ad Ampezzo, di fatto risulta che non abbia avuto alcun riconoscimento dal Governo del Sud (Bonomi), e  tantomeno che avesse gli  strumenti  di  sostegno reale per parlare di libertà (sufficienti forze dotate di armi per l’ordine interno e la difesa dei confini, denaro, fonti alimentari) con la presenza minacciosa di tedeschi  sul territorio che esercitarono nel luglio una crudele rappresaglia nella zona malghe al confine orientale (47 morti civili innocenti) e con  migliaia di carnici  riversati a piedi, andata e ritorno attraverso il passo di monte Rest,  sulla pianura friulana e veneta alla ricerca di granaglie ed altre risorse alimentari per sopravvivere, mentre decine di  migliaia di cosacchi e caucasici, ammassati fin dall’ agosto su Osoppo e Stazione La Carnia, dall’ 8 ottobre avanzavano sotto guida tedesca in tutte le valli, per assumere veste di presidio permanente, ed occupavano il  14 ottobre Ampezzo,  abbandonata dai   membri della Giunta in fuga, rifugiatisi a Tramonti.  Questa la situazione di fatto di quella Carnia gravida di incubi.
Va infine osservato che  il  video “ Carnia libera. Un’estate di libertà” si fonda sulla notizia diffusa in sordina della deliberata Giunta di Governo, avvenuta all’ insaputa della stragrande maggioranza della popolazione il 26 settembre 1944 e quindi nell’ autunno, che inizia il 23 settembre, mentre quei taluni che progettarono e gestirono il filmato, scelsero la definizione “…….Un’estate di libertà”, ma l'estate era già passata ! Si evidenzia quindi, in maniera eclatante, la  stridente incongruenza di questo video, il che dà prova incontestabile di  radicale incompetenza o di evidente speciosità, e conferma che il video, suppongo purtroppo pagato con denaro pubblico, è assolutamente privo di ogni attendibilità storica.

21 settembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER





COMMENTO.

Mi sono giunte diverse telefonate, in parte inattese dal Canal del Ferro, Val Canale (Chiusaforte), dall'alta Carnia e dalla val Meduna (Pedemontana) di piena approvazione riguardo le precisazioni critiche ineccepibili di questo mio post, con condanna di talune fonti da cui venne tratta ispirazione per realizzare il video " Carnia 1944. Un'estate di libertà", ignorando i veri principi della Resistenza ed alterando realtà fattuali per finalità di comodo sul terreno politico nel qual caso parrebbe si possa avvertire lesione di principi etici e morali perseguibile, come accennato in altra circostanza.

PIER ARRIGO CARNIER



Mi è gradito pubblicare, a conferma delle mie constatazioni su basi probatorie, la seguente affermazione di Gianni Oberto, cittadino carnico.


In riferimento alla nota "ASSUNTO CONCLUSIVO SULL’ L’ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN “CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA”." di Pier Arrigo CarnierGianni Oberto, il 26 settembre 2016 alle ore 20,56, ha dichiarato: - Anche io mi associo, signor Carnier, a quello da lei esposto su quel tragico periodo in Carnia. Non si vuole ancora raccontare la "vera verità". Io posso dire che, da un paio di decenni, ho potuto raccogliere in decine e decine di registrazioni la voce di tanta gente della Carnia che racconta quella che era la vita in quel periodo con le angherie ed i soprusi subiti da quelli che si definivano "i liberatori". 
                                                                                          *          *          *


 Non posso mancare di un pensiero di gratitudine per i lettori Emiliano Di Gion, Franco Prezza, Vincenzo Valentini, Giacomo Oberto, Marisa Turco, Luca Leita, che mi hanno espresso, tramite E. mail, il proprio assenso ai contenuti del mio post dal titolo…ASSOLUTA DESTITUZIONE DA OGNI FONDAMENTO DELLO SLOGAN“CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA” diffuso in data di ieri, 11 novembre 2016, motivato dalla constatazione, provata dai grafici del miei siti Facebook e Blogger che, la condanna senza appello dello slogan “Carnia libera o Repubblica della Carnia”. sta dilagando. E’ tempo pertanto che, gli organi preposti al controllo della gestione del denaro pubblico, verifichino l’irrealtà storica di una “Carnia libera 1944”, nei cui riguardi esistono prove schiaccianti. Nessuno nega che nell’ animo degli aderenti all’ iniziativa partigiana vi fossero delle aspirazioni, in base ad accertamenti, “ di giustizia ed equità sociale”, ma il fatto “Carnia libera”, come si dice in termine giuridico, non sussiste. 

PIER  ARRIGO    CARNIER




venerdì 9 settembre 2016

"CARNIA LIBERA O REPUBBLICA DELLA CARNIA" SLOGAN DA ELIMINARE NELLA MEMORIA STORIOGRAFICA E CELEBRATIVA..



COMUNICATO

Agli interessati alle vicende storiche della seconda guerra mondiale nell’Adriatisches  Küstenland. 
Al museo-archivio di Mosca, RUSSY MOSKOVSKAJ Ob1–Poldolskij raion, al museo-archivio di Oremburg, capitale dell’oblast omonima. Alle associazioni cosac- che delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper,di ROSTOV(Rostovna-Donu) e KRASNO-
DAR  (Kuban), nonché alle associazioni delle comunità cosacche presenti in Germania, Francia, Serbia,  Slovacchia, Stati Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e  Monaco di Baviera.



                                                 *        *        *


E' inammissibile che si tolleri l'invenzione di "Carnia libera o Repubblica della Carnia" fatta circolare da taluno o taluni rannicchiati presumibilmente sotto la protezione politica, definizione palesemente basata su insipienza storica o per azzardati fini agiografici, nel qual caso ove fosse accertata la consapevolezza, potrebbe assumere la vesta di reato...Come testimone degli accadimenti verificatisi in Carnia nel 1944-1945,considero lo slogan "Carnia libera o Repubblica della Carnia" una grave lesione della verità storica che io conosco incontestabilmente e documentalmente, atto che deploro riguardo il quale mi adopererò per la sua estromissione dalla conoscenza storica sul piano cele- brativo e storiografico. !!!

Ritengo che l’opinione pubblica meriti sull’argomento alcune informazioni.
Il Consiglio regionale, in base alla legge regionale 11/2011 (articolo 7, commi 71-73)  ha previsto il “Finanziamento all’Università degli Studi di Udine per la realizzazione di iniziative nell’ambito del progetto Repubblica della Carnia 1944: le radici della libertà e della democrazia. Il finanziamento ammonta a 50.000 euro per l’anno 2011 e 50.000 per il 2012.
Beneficiando di parte di tale finanziamento ritengo  sia stato posto in essere il video “ Carnia 1944.Un’estate di libertà”,  realizzato su scritti  di pubblicazione  ambien- tale, che ritengo non avallati  da un placet storiografico di editore autorevole e quindi  presuntivamente non assumiibili come veste storica
Con mio  scritto pubblicato via Internet, in data 27.07.2013, inviato per conoscenza alla competente Sezione dell’Università di Udine, ho ripetuto un mio intervento di bocciatura del menzionato video, consistente in 13 ampi paragrafi di radicale contestazione (32.226 caratteri)  basati su certezze probatorie, trovando motivato e legittimo persistere nel far capire ai giovani, che l’immagine storica del filmato è impropria e gravemente lesiva della verità, in quanto opportunisticamente  travisata per propensione a un adattamento politico  reso favoleggiante per probabile insipienza, intesa come non conoscenza dei fattiLa Resistenza, radicata in senso predominante su principi di giustizia ed equità sociale, con risvolti tipici dovuti al carattere insurrezionale, era ed è  altra cosa la cui trattazione rientra ovviamente nell' interesse della sua oggettiva assunzione nella storia..
Ho esposto col mio post “LA DIFFICILE STRADA DELLA VERITAdiffuso via Internet il 7 settembre corr., l’inesistenza assoluta, nel 1944, di una Carnia libera o di parte di essa, situazione da me vissuta in carne ed ossa,  che sono in grado di provare  in  qualsiasi sede.

Mi sono rivolto a dei  legali stranieri, specialisti in diritto internazionale, per capire il da farsi, onde avere  consigli per delegittimare  ed anzi stroncare il tentativo di promuovere la conoscenza storica dell’esperienza della “Repubblica della Carnia” 1944”, una realtà mai esistita ed attendo utili indicazioni.

08 settembre 2016

PIER ARRIGO CARNIER

giovedì 1 settembre 2016

“ COSACCHI CONTRO PARTIGIANI – FRIULI OCCIDENTALE 1944-1945”

IL VOLUME “ COSACCHI CONTRO PARTIGIANI – FRIULI OCCIDENTALE 1944-1945 E’ PRESENTE NELLE LIBRERIE ITALIANE.

COMUNICATO

Agli interessati alle vicende storiche della seconda guerra mondiale. 
Al museo-archivio di Mosca, RUSSY MOSKOVSKAJ Ob1–Poldolskij raion, al museo-archivio di Oremburg, capitale dell’oblast omonima. Alle associazioni cosacche delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper, di ROSTOV(Rostovna-Donu) e KRASNODAR  (Kuban), nonché alle associazioni delle comunità cosacche presenti in Germania, Francia, Serbia Slovacchia, Stati Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e  Monaco di Baviera.

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E’ uscito in questi giorni, su piano nazionale, il libro di cui sono autore dal titolo  COSACCHI CONTRO PARTIGIANI – FRIULI OCCIDENTALE 1944-1945, edito dal  GRUPPO EDITORIALE UGO MURSIA-MILANO che ha pubblicato altri miei libri. Trattasi di   pubblicazione  che intendo non ultima,  avendo fermi  altri studi  già avviati a conclusione ed un volume sulla Carnia, fermo presso l’editore medesimo, che attende solo la diffusione,  protrattasi a causa della generale crisi editoriale. Il lavoro. COSACCHI CONTRO PARTIGIANI,  tratta di accadimenti reali verificatisi nel Friuli occidentale nel periodo 1943-1945, con particolare attenzione  alla zona pedemontana  che,  dalla Carnia meridionale si allunga verso sud, confinando  con le province di Belluno e Treviso.  Si tratta di territorio su cui, in riferimento al periodo menzionato, mancava totalmente un assunto storico sull’ insediamento, nel 1944-1945, a scopo di presidio  di forze cosacco-caucasiche. Il libro viene quindi a colmare tale lacuna con una ricognizione evidenziante l’esistenza di 40 presidi,   in aggiunta a quanto già riferito nel mio precedente volume “L’Armata Cosacca in Italia 1044-1945”riguardo il territorio COSSACKJA, che comprendeva il Friuli, la Carnia e parte del Goriziano. Il lavoro delinea il profilo dei fatti e, pur partendo da  una realtà settoriale,  non perde d’occhio gli avvenimenti generali.
Sono stati conclusi accordi   per  la presentazione ufficiale di rito in importanti centri di cultura nazionali, quali Milano, Padova,Verona, Cortina d’ Ampezzo, Pieve di Cadore, Treviso, Udine, Trento, Bolzano, Rimini. Orgosolo (Sardegna). In taluni centri sarò io a presentare il volume.

1° settembre 2016


PIER ARRIGO CARNIER


sabato 13 agosto 2016

COSACCHI CONTRO PARTIGIANI- FRIULI OCCIDENTALE 1944-1945.






MESSAGGIO  IN FASE DIFFUSIONE SU DIVERSI QUOTIDIANI E INVIATO A MOLTI SINDACI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA


L’ultima fatica di Pier Arrigo Carnier uscirà in edizione già stampata nei tipi del Gruppo Mursia-Milano, nella collana storica, a fine agosto, 1° settembre col titolo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI- FRIULI OCCIDENTALE 1944-1945. Già in detta collana, del Carnier sono usciti in precedenza con varie riedizioni, i volumi “Lo Sterminio Mancato” e “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”.
IL nuovo lavoro  di cui le librerie hanno già ricevuto la scheda, corredato da inserto fotografico, riporta in scena l’epopea cosacca partendo da fatti rilevanti dell’ insurrezione partigiana verificatisi  nel corso del 1944 nel Friuli occidentale, con sistematico  intervento repressivo tedesco con vittime civili, incendi e distruzioni. Viene quindi   ricostruito l’ insediamento nella lunga fascia pedemontana, intersecata da valli, che va da  Cavazzo Carnico  al confine con la provincia di  Treviso, di consistenti forze cosacco-caucasiche ed altre a garanzia della sicurezza, dando luogo a quaranta presidi. Il lavoro riporta significative testimonianze probatorie su fatti e circostanze  e, nella sua organicità, riapre un capitolo importante sull’atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff presidente dell’Amministrazione principale degli eserciti cosacchi (Hauptverwaltung der Kosaken Heeres) trasferitasi, nel febbraio 1945, da Berlino a Gemona e pospostata nel villaggio di Villa di Verzegnis, in Carnia.  Seguono varie considerazioni con l’esposizione di fatti ignorati verificatisi durante la ritirata ed altro.  Prezzo del libro 16 euro.
La diffusione del volume è fissata a fine agosto. Le librerie hanno già ricevuto la scheda.

mercoledì 10 agosto 2016

LA DIFFICILE STRADA DELLA VERITA’


            
LA DIFFICILE STRADA DELLA VERITA’

COMUNICATO Agli interessati italiani alle vicende storiche ell'Adriatisches Küstenland (1943-1945) , ai centri culturali archivistici della Slovenia, Federazione Russa di Mosca ed a quelli degli Stati Uniti.                                                                  

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Mi permetto di rispondere qui ad alcune domande rivoltemi, sullo stesso tema anche via telefono, da alcuni carnici con la richiesta se io abbia in programma una presentazione del mio nuovo volume sui Cosacchi in qualche sede dei comuni della Carnia, essendo stato io, in anni lontani a dar vita alla storia dell’Armata cosacca, diffusa nel 1965 dall’ editore svizzero De Vecchi-Milano e poi ripresa, dal Gruppo editoriale Mursia-Milano, nella veste di cessionario, con edizione integrata ed ulteriormente documentata del volume, cui seguirono varie successive riedizioni. Va anche aggiunto che, sul filone storico del testo, la Direzione RAI-TV di Roma con la mia testimonianza e qualche altra e miei documenti d’archivio, realizzò il film documentario “COSSACKJA” della durata di due ore. Nel mio comunicato del 30 luglio u.s. via Internet , annunciando l’imminente diffusione del mio nuovo testo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI, informavo di avere in corso trattative, in buona parte concluse, con undici centri di cultura nazionali, coi quali nel tempo erano già intercorsi rapporti. Coi comuni della Carnia, non vi sono stati rapporti salvo la presentazione in passato, a Tolmezzo, del mio volume “Lo Sterminio Mancato”. Riguardo un’ iniziativa promossa diversi anni or sono dal comune di Verzegnis, quella del Congresso sui Cosacchi, tenuta in due distinte sezioni, è noto su vasta scala che io presi energica posizione sulla stampa e via Internet bocciando motivatamente i risultati di tale iniziativa, e non per spirito di avversione o di parte, ma poiché da un’analisi degli atti raccolti in una pubblicazione, emerse una situazione che meritava un drastico intervento correttivo e chiarificatore, che io redassi con principi costruttivi di fondamento storico ( 64.000 battute). Riferendomi alla Carnia l’eventuale trattazione di vicende, in senso storico, quali ad esempio l’occupazione tedesca con conseguente dislocazione cosacca (1943-1945) ed insorte iniziative resistenziali, sussiste la motivata presunzione che l’ambiente sia permeato da concezioni vagheggianti, quale risultato del vessante diffondersi di notizie non veritiere, come quella, tanto per citarne una, di “Carnia libera o Repubblica della Carnia”. Si tratta di concetto che, addirittura, al vertice di taluna istituzione, che ritengo in buona fede, ma su basi informativa di presunte fonti specificatamente speciose e tendenziose, si vorrebbe addirittura proporre, se non già proposto, come insegnamento nelle scuole quale esemplare argomento storico !! Riandando al menzionato periodo, da me personalmente vissuto, come più volte ricordato, con costanti informazioni sull’ andamento della situazione partigiana, posso assicurare che mai vi è stata una Carnia libera e nemmeno parte di essa. Di fatto, come più volte o scritto e pubblicato sulla stampa, su base documentale, oltre al capoluogo di Tolmezzo presidiato da forze tedesche e della Repubblica Sociale Italiana, i tedeschi che tenevano collegamenti col Cadore , percorrendo l’arteria stradale val Gorto-Sappada, e con l’Austria attraverso il Ploeckenpass, mantennero fino a fine luglio 1944 un presidio stabile di turchestani a Sauris e, su richiesta delle popolazioni della Val d’Aupa, stanche di sopportare prepotenze partigiane, nel corso del 1944 crearono un presidio in quella valle insedìando un’unità della Waffen SS. Gebirgs Brigade Karstjäger, che si mantenne sul luogo fino all’inizio di aprile 1945.. Le popolazioni della Carnia vivevano sotto l’incubo dei rastrellamenti tedeschi che si accentuò dopo la pesante azione punitiva del luglio 1944 sulle malghe carniche al confine della valle del Gail e nella valle del But. Non c’era quindi spazio alcuno di libertà sul terreno per cui la definizione “Carnia Libera o Repubblica della Carnia” , intesa come espressione storica, messa in scena da taluno o taluni ipotetici membri di qualche consorteria, è qualcosa di inaccettabile, un’ invenzione di comodo a fine agiografico. Dal punto di vista realistico e rigorosamente storico per libero s’intende un territorio dove all’interno esista un’organizzazione autosufficiente garante dei bisogni minimi della popolazione e dell’ordine e sussistano forze di difesa in grado di mantenere l’autonomia e respingere sui confini l’aggressione di forze nemiche e poiché questo mai si è verificato è chiaro che la definizione ” Carnia libera o Repubblica della Carnia” appartiene alla fantasia.


10 agosto 2016

PIER ARRIGO CARNIER