sabato 27 luglio 2019


             
E' USCITO RECENTISSIMAMENTE IL MIO ULTIMO LIBRO DIFFUSO, CON LANCIO SU PIANO NAZIONALE, DALL' EDITRICE MILANESE MURSIA, DAL TITOLO :


               L' ORS DI PANI
              Storie e racconti della Carnia.

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Risultati immagini per Recente libro di Carnier, L'ORS DI PANI", editrice MURSIA


Riporto qui di seguito l' assunto del profilo editoriale.

«Sottostante stava l’ultimo lembo della valle, regno dell’Ors. Vi si notavano casolari e stalli, circondati da piante goffe, scure e rannicchiate. Il silenzio era alto, opprimente e desolante. La coltre di neve che copriva la valle affondava nella parte bassa del canalone. Dandomi una forte spinta con le racchette scesi, sugli sci, verso il fondale. Udii un minaccioso ululare e, a quel segnale, di certo l’Ors sarebbe uscito per scrutare intorno.»

 Ors di Pani, pseudonimo di Antonio Zanella, uomo-leggenda della Carnia, ha vissuto da patriarca e padrone di prati, boschi, stavoli e animali. Divenne famoso in tutto il Friuli per la sua vita allo stato selvatico e per i suoi atteggiamenti fuori dalla norma. Ed è proprio la Val di Pani il regno dell’Ors. Zanella veniva chiamato Orso (Ors in friulano) per il suo aspetto: la lunga barba incolta e i capelli rossicci arruffati. Nonostante questo ritratto, l’Ors di Pani è soprattutto ricordato per la sua grande umanità e per gli atti di solidarietà che hanno contraddistinto la sua esistenza. Pier Arrigo Carnier si immerge nella vita agreste della gente carnica delle montagne, nelle malghe, e rievoca le sensazioni di un’epoca passata, tra contrabbandieri e valligiani, l’occupazione tedesca e gli insediamenti delle forze collaborazioniste cosacche.

Pier Arrigo Carnier, classe 1926, è originario della Carnia e oggi vive a Porcia (Pordenone). Storico e giornalista, ha collaborato, tra l’altro, ai quotidiani «Il Gazzettino», «L’Arena» e il «Messaggero Veneto». Nelle sue ricerche si è occupato in particolare di cosacchi di cui è uno dei massimi studiosi in Italia. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo L’armata cosacca in Italia (1944-1945) e Lo sterminio mancato. La dominazione nazista nel Veneto orientale (1943-1945), entrambe edite da Mursia.

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Dal mio punto di vista questo libro è una ricognizione di ricordi intesi a cogliere, soprattutto, aspetti di vita e sensazioni di un' epoca passata, riferiti alle gente carnica dell ambiente agreste delle montagne;  contrabbandieri, tipiche figure del mondo pastorale delle malghe, care vecchie malghe e connesse  particolarità della consuetudine, singolari figure di valligiani,  espressione di un realismo ambientale del citato mondo agreste delle  montagne per certi aspetti velato, analizzato con metodo esplorativo che va oltre il lato estetico, onde affrontare constatazioni da cui trarre valutazioni dal profilo filosofico, quale risultato immateriale al di sopra di semplici  espressioni agiografiche. Credo lo si possa ritenere argomento di notevole interesse.
 Per contemporaneità il libro contiene dei riferimenti a vicende di guerra 1944-1945 . In particolare, nella parte "L' ORS di PANI",  che,  stante la figura mitologica dello Zanella, patriarca-pastore,  assume veste rilevante, è  trattata la  vicenda dell' assassinio di Mirko (Arko Mirko), capo partigiano, e Katia (Bonanni Gisella) compagna di lotta, evidenziando la loro posizione ideale filo stalinista motivata  da un ben più ampio orizzonte di lotta e le  autentiche ragioni del loro assassinio. L' argomento offre motivazione, inoltre, per spiegare quale   fu  l' autentica ragione, coperta da  un falso processo, che dette luogo  all' ingiusta esecuzione,  a fine novembre 1944, del capo partigiano "Olmo" (Casali Enore).
                                    
27   luglio  2019             CARNIER PIER ARRIGO

venerdì 12 luglio 2019

RIGUARDO TALUNE VOCENDE STORICHE SI APPROSSIMA IL TEMPO DELLA VERITA'



CARNIER PIER ARRIGO

RIGUARDO TALUNE VICENDE STORICHE SI APPROSSIMA IL TEMPO DELLA VERITA'


Giorni fa ricevetti una telefonata.da uno sconosciuto di cui non mi riuscì di capire il nome. Mi disse di essere un ricercatore credo dell' alto Friuli. ed accennò, se ho capito bene, al nome di Zovello, dicendo di desiderare un incontro con me onde conoscere la verità. Immaginai che si riferisse al fatto, da me diffuso via Internet, dei circa 15   giovani  cavalleggeri calmucchi, fatti prigionieri dai partigiani durante la ritirata cosacca lungo la val Gorto, il 2-3 maggio 1945, uccisi poi in un bosco alle falde del monte "Piz di Mede", abbandonando i loro corpi sul luogo senza sepoltura. Mi trovavo in ospedale, a causa di un' infezione dove passai nove giorni durissimi. Lì per lì mi balenò in mente lo sgradevole ambiente, per me di prevalenti discutibili inattendibili notizie frutto di taluni pennaioli avventuristi, di quando in quando comparso, mediante interviste,  in trasmittenti TV ambientali e di cui non voglio nemmeno sentire parlare. Credo pertanto di avere detto istantaneamente, come consiglio, di tenersi fuori da una tale consorteria..,,,, Saputo che mi trovavo in ospedale l' interlocutore disse che mi avrebbe richiamato dopo alcuni giorni, ma in realtà non si fece più sentire.. Forse era uno agganciato all’ accennata  consorteria. Di quando in quando ricevo anche messaggi con mittenti di comodo, pensando che io ci caschi, taluni fatti partire addirittura dall' estero, in cui mi si chiede delle precisazioni su particolarità storiche. consapevoli che io le conosca. E' tutta gente rannicchiata sotto le ali del patrocinio politico della resistenza che ha anche messo a disposizione del denaro pubblico, buttato lì per incoraggiare ricerche..... Si tratta di sedicenti storici resi pubblici da un' editoria tenuta in piedi ugualmente con  sussidi di pubblico  denaro.  Questo l' effettivo andazzo, una specie di " dran, dran " di cultura paesana che si barcamena entro  limiti ambientali.  Forse sanno o forse no che io conosco e posseggo prove schiaccianti su quale fu la vera resistenza e  quale  fu l’ effettiva spinta politica su cui, in parte, ho scritto e pubblicato su elementi probatori staccato da ogni propensione personale  e  di parte. Lo riconobbe senza indugi un noto valido commissario partigiano e personalità politica di rilievo, “ Andrea” (Mario  Lizzero).  In risposta a richieste di delucidazioni sul piano storico del laureando Gregorio Venir il quale ,  come elemento base  della sua tesi di laurea  in storia  contemporanea,  discussa presso l’ Università di Bologna nel 1994, aveva scelto il mio volume “L’ Armata Cosacca in Italia 1944-1945” , il parlamentare comunista  Mario Lizzero, come risulta a pag. 88 della tesi menzionata, pubblicata  verso  fine anni novanta, col titolo “I COSACCHI IN CARNIA 1944-1945”, rispose : “”  Carnier ha preso una posizione precisa e va rispettato””.    02 luglio 2019
   
CARNIER PIER ARRIGO


POST SCRIPTUM

Porzus, alle malghe di Topli UorK

Difenderò senz’ altro, su basi concrete, tracciando il profilo politico dei tempi e momenti da me vissuti e non su chiacchiere, difenderò  “Giacca”( Toffanin Mario), motivando,  sulla base dei fondamentali principi storici “ Causali ed effetti” le effettive cause dell’ eliminazione senza attenuanti del nucleo osovano  di Porzus. Sedicenti storici sono pronti a dire che “Giacca” era un delinquente comunista, da lasciar perdere e, in questo modo si sgravano dell’ impegno di valutare cause e fatti.  Io invece no. Per me  il giudizio su responsabilità personali di “Giacca” va scisso da quella che fu la causa dell’ eliminazione globale, senza sconti,  del residuo nucleo osovano di Porzus. Perchè ??  Perchè qui  va data la risposta, quella vera.


Con assoluta onestà d’ animo intendo inoltre ottenere chiarezza sull’ osovano  don Lino (Aldo Moretti) medaglia d’ oro che non mi spiego, autore della blanda tesi di comportamenti attendisti dell’ Osoppo,  incomprensibile sotto il profilo delle circostanze e tensioni della guerriglia,  ma soprattutto perchè, avendo avuto il medesimo parte direttiva e responsabile, posseggo prova incontestabile della duplice richiesta osovana all’ aviazione alleata,  del bombardamento terroristico della città di Udine !! Ma vi è ben altro . Ho infatti ascoltato  voci insistenti  in Carnia, dove io stesso ho vissuto il periodo della resistenza, secondo le quali  si dice che don Moretti, nell’ immediato dopoguerra, investendosi di potestà di giudizio, presso varie Parrocchie, ad esempio Paularo, avrebbe ottenuto con impegno
di restituzione  poi non mantenuto, il diario segreto  tenuto su vicende partigiane contenenti note di soppressione di cittadini etc.-  Con chiaro scopo di parte,  sarebbe quindi stata  sottratta la prova testimoniale su delitti anche gravi, come quello dell’ uccisione di  due pastori a malga Lanza e quattro a malga Cordin, su cui permane il dubbio se, ad uccidere, siano stati i tedeschi o i partigiani. Per quanto mi riguarda, come storico   dispongo, in ogni caso,  di una dichiarazione testimoniale sicuramente importante, ma le annotazioni lasciate dai  parroci erano senza dubbio documento rilevante.       

CARNIER PIER ARRIGO

lunedì 8 luglio 2019

CARNIER PIER ARRIGO



COLONNELLO COSACCO PAVLOW, ASSASSINATO A NOVOGHRUDOK-BARANOVICHI SU CUI HO RIFERITO SU L' ARMATA COSACCA, IN BASE A DICHIARAZIONI, a pagg. 30-31

Risulta che l' argomento dell' assassinio del colonnello cosacco SERGEY VASILIEVIC PAWLOW a Novogrudow-Baranovichi in Bielorussia, il 17 giugno 1944, una tra varie vicende, di cui sono documentalmente depositario, da me ripubblicato via Internet lo scorso 22 giugno, habbia ancora sollevato interesse per cui, con l' aggiunta di preziose precisazioni, ritengo di ripubblicarlo.
Денис Романов ha condiviso un post.
19 giugno alle ore 21:54

VERSIONE DI DENIS ROMANOW

75 anni fa, il 17 giugno 1944, un simile ataman dell'esercito del don, il colonnello Sergei Vasil'Pavlov venne ucciso in circostanze eccezionali.

La tragedia si è verificata nella zona del villaggio bielorusso di omneviči, e i dettagli della morte dell'eroico leader cosacco sono ancora sconosciuti. La sua lealtà verso il popolo cosacco e l'onestà diretta non erano adatte a troppi. La morte di sergei vasil' divenne un colpo pesante per i cosacchi che amavano il loro ataman.
L' intera vita del don eroe era dedicata alla lotta contro il bolscevismo. Dopo aver superato la prima guerra mondiale, non ha nemmeno avuto dubbi quando era il momento di combattere il nemico interiore. Paolo stava combattendo eroico, ha passato il cammino dal confine cosacco al comandante del "Cosacco" e all'aviazione dell'esercito don. Allo stesso tempo, c'è stato un successo dell'occupazione di bolʹševickih.
Dopo l'esodo russo, l'ufficiale dell'esercito Paolo rimase su don, dove si nascondeva dai chasteners fino all'arrivo dell'esercito tedesco, dopo di che ha continuato la sua lotta. Per eroismo e grado di comando, fu eletto come atamanov ambulante delle truppe del don. Fino alla fine gloriosa, è rimasto al suo posto, mantenendo la sua fedeltà a kazan.

Nel suo ritiro, ha continuato a svolgere un ruolo cruciale nella vita e nella lotta del popolo cosacco. Ha organizzato il évvakuaciû non solo degli scaffali regolari, ma anche decine di migliaia di rifugiati, che li hanno salvati dall'inevitabile massacro, ha creato il cosacco stan e l'insediamento in Bielorussia.
Tutto questo ha spaventato non solo i bolscevico, ma anche gli alleati che avevano paura dell'indipendenza dei cosacchi, che, contrariamente alla propaganda bolscevico, hanno combattuto non per Hitler, ma per la Russia senza il bolscevico ed erano pericolosi per i leader nazionali, i I politici bielorussi non ne sono stati entusiasti.
Il 17 giugno 1944, il proiettile di sconosciuto a noi uccise la vita dell'eroe nazionale cosacco. Secondo la versione ufficiale, fu ucciso dalle forze politiche bielorussi, che presumibilmente lo avrebbero preso come partigiano, cosa che era quasi impossibile e già in quei giorni diceva che era un'operazione speciale dei servizi di sicurezza bielorussi, che avevano paura di ataman a Trema tra le sue ginocchia. In un modo o nell'altro, il ricordo dell'ataman pavlova è vivo nei nostri cuori e vivrà per sempre.
Dopo questa tragedia, il capo supremo del popolo cosacco, Peter Nikolaevic Red, per suo ordine personale, rese l'ataman pavlova postumo in generale.
Regno dei cieli, gloria nemerknuŝaâ e memoria eterna all'eroe del popolo cosacco, l'ataman ambulante delle truppe di Don Sergej Vasil'.

Denis Romanov.

MIA VERSIONE

Cari lettori mi permetto di aggiungere, nella veste di storico, quanto di mia conoscenza sull' assassinio del colonnello cosacco SERGEY VASILIEVIC PAVLOW, avvenuto a Novodrudow-Baranovichi nella Bielorussia.

Egregio Denis Romanow, riguardo il colonnello PAWLOW negli anni lontani del dopoguerra parlai a lungo in Austria coi cosacchi superstiti sfuggiti alla consegna, che mi rilasciarono dichiarazioni scritte. Ebbi importanti affermazioni dal caro amico Iwan Tschongow, cosacco della Bessarabia che aveva sposato una slovena e risiedeva a Lienz. Precisazioni importanti a conferma mi furono date dal generale cosacco Gregori Glaskow, ex membro del quartier generale di Krassnoff a Berlino, riparato nel dopoguerra negli USA e divenuto stretto confidente della CIA. Eravamo amici e ci vedevamo di frequente in quanto Glaskow aveva una figlia (Lidia) quale operatrice importante presso Radio liberty di Monaco, organismo creato dagli USA su suggerimento di Glaskow sotto il profilo a copertura di rapporti umani tra cittadini est-ovest , ma che ovviamente nascondeva fini informativi.
Dal generale Grigori Glaskow che venne anche a Porcia, ospite in casa mia, ebbi precise conferme riguardo l' assassinio del colonnello Pavlow a Novogrudok-Baranovichi. Pertanto a me risulta che, a sparare un colpo di pistola alla testa di Pavlow, durante un finto contrattacco a partigiani bielorussi, fu l' attendente del colonnello Domanow per cui gravi sospetti gravano su Domanow quale mandante. Con meraviglia di tutti Domanow non arrestò il suo attendente. Provvide, invece, all' arresto immediato di un attendente di Pawlow e della di lui mogliie. Quindi ordinò la loro fucilazione, che fu eseguita rapidamente all' alba successiva, col chiaro scopo di eliminare testimonianze a lui sfavorevoli. Domanow assunse poi il comando delle forze cosacche e, nel 1944, giunse con le stesse in Italia. Domanow, per quanto di mia conoscenza, fu il mandante dell' assassinio di Pawlow. Tutto questo sta scritto nel mio libro "L' Armata Cosacca In Italia 194-1945" a pagg. nr. 20- 23-29-30-31-

22 giugno 2019 - CARNIER PIER ARRIGO
Delegato ufficiale, per la storia, del 15°
Corpo di cavalleria cosacca che. nel 1943-.
1945, combattè nei Balcani.

domenica 7 luglio 2019



CARNIER PIER ARRIGO

STORIA DELLE MALGHE  CARNICHE


Intorno al al 20-25 giugno, cinquanta sessant’ anni fa, la monticazione delle malghe, anche le più tardive ( “Chianaleta”, “Ombladet” ....) era al completo. Ci sarebbe molto da dire sul vecchio mondo delle malghe carniche, dalla pregevole architettura spontanea,  cosa diversa dalle malghe del Cadore, Piemonte etc. Le carniche godevano di una certa raffinatezza. Intorno agli anni trenta (1930) esistevano, nell' arco alpino della Carnia, oltre 350 malghe, parte delle quali è andata dispersa per varie cause ed i nomi delle stesse ( ad esempio “Gergia” e “Cercevesa”  non figurano ormai nelle mappe topografiche. Secondo un vecchio studio del dott, Marchettano, a  quel tempo  alpeggiavano in Carnia non meno di quarantamila capi di bestiame, parte dei quali  provenienti, per effetto della transumanza, dalle valli pedemontane. Possedere una malga, a quel tempo, era un patrimonio . Malghe e pastori, nei miei ricordi, erano  un mondo di  fatiche. Generalmente si arrivava in malga stanchi, a piedi, essendo poche le strade percorribili con automezzo. Nella casera,  dopo l’ arrivo, seduto su una panca,  ti sentivi immerso in una specie di solitudine idilliaca nella quale i pensieri quotidiani si allontanavano, quasi  inesistenti. Avvertivi il senso di una pace antica, meglio dire arcaica odorante di malga e di aria di monte che contribuiva  psicologicamente a restaurare il  senso positivo della dimensione umana. Andando per malghe, solo o in compagnia, prescindendo dal fatto che io stesso,  per alcune stagioni, da studente  fui pastore effettivo in un grande malga,  della gente di malga, sulla spinta   del  mio ardente stimolo pittorico, in un’ astratta visione intellettuale che superava  il materialismo estetico, ero portato a cogliere l’ essenza  delle pose ed il modo di essere, delineante lontane  sensazioni primigenie. Orazio Toschi, noto pittore toscano stretto amico del Papini, riconosciuto maestro nel campo della pittura lirica, dal quale ebbi preziosi insegnamenti pittorici ed  a cui  confessai questo mio stato sensitivo penetrante, inteso a  cogliere  l’ anima  vitalizzante degli eventi,  riconosceva che avevo una forza intuitiva di  dominio e sdoppiamento mentale, gestibile dalle sensazioni sul materialismo estetico.
 Sulle malghe ovviamente ho dei ricordi, uno dei quali ritengo valga la pena di esporre. Nell' agosto 1944, com' ebbi a precisare  a pag. 42 del mio volume "L'Armata  Cosacca...1944-1945", gruppi tedeschi della Wehrmacht e Waffen  SS. provenienti dall' Austria, comparvero in perlustrazione con atteggiamento intimidatorio sulla montagne di confine della Carnia e contattarono i pastori delle malghe "Plumbs", "Moraret", "Floriits", "Mont di Tierc!, "Chiaula Granda", "Val di Collina" onde indagare sulla consistenza  partigiana anti tedesca , nei cui riguardi però non ricavarono notizie. Fecero comunque intendere l' imminenza di vasti  rastrellamenti anti partigiani per cui i malgari decisero di  lasciare le malghe. Ebbe pertanto luogo una precipitosa smonticazione. Del fatto rammento che ne parlai a Fred  Zinnemann, allorchè insieme  preparammo la regia del film sui cosacchi, che già ebbi a  ricordare  in altri miei post. Proposi  come scena introduttiva l' immagine delle pattuglie tedesche  nei contatti coi malgari e l' improvvisata discesa delle mandrie in ore antelucane lungo cupe vallate dell' alta Carnia, fra grida di pastori nell' idioma carnico  e “ sdrondenaa di sampogns “ ( frastuono di zampogne). La scena piacque a Zinnemann, ma poi decise di lasciar perdere vicende partigiane ed altro.  La sequenza delle scene avrebbe quindi avuto inizio con l' immagine delle colonne cosacche, carriaggi, forze a cavallo, appiedate e profughi   nell’ intraprendere, a Timau, la salita verso il  Ploekkenpass, passo che immette nell’ Austria.
Sarei anche  tentato ad accennare, fra vari altri argomenti  legati all’ ambiente silvo-pastorale,   all' importante vicenda dei beni di uso civico ed allodiale della Carnia, su cui ritengo di avere preziosa  cognizione ed esperienza, argomento storico giuridico di  fascinosa  notevole rilevanza  che apre alla conoscenza di  lontane vicende utili a comprendere in profondità, in  senso strutturale, l’argomento Carnia.
   CARNIER PIER ARRIGO

martedì 2 luglio 2019

RIGUARDO TALUNE VICENDE STORICHE SI APPROSSIMA IL TEMPO DELLA VERITA'.



RIGUARDO TALUNE VICENDE STORICHE SI APPROSSIMA IL TEMPO DELLA VERITA'.

Giorni fa ricevetti una telefonata.da uno sconosciuto di cui non mi riuscì di capire il nome. Mi disse di essere un ricercatore credo dell' alto Friuli. ed accennò, se ho capito bene, al nome di Zovello, dicendo di desiderare un incontro con me onde conoscere la verità. Immaginai che si riferisse al fatto, da me diffuso via Internet, dei circa 15 giovani cavalleggeri calmucchi, fatti prigionieri dai partigiani durante la ritirata cosacca lungo la val Gorto, il 2-3 maggio 1945, uccisi poi in un bosco alle falde del monte "Piz di Mede", abbandonando i loro corpi sul luogo senza sepoltura. Mi trovavo in ospedale, a causa di un' infezione dove passai nove giorni durissimi. Lì per lì mi balenò in mente lo sgradevole ambiente, per me di prevalenti discutibili inattendibili notizie frutto di taluni pennaioli avventuristi, di quando in quando comparso, mediante interviste. in trasmittenti TV ambientali e di cui non voglio nemmeno sentire parlare. Credo pertanto di avere detto istantaneamente, come consiglio, di tenersi fuori da una tale consorteria..,,,, Saputo che mi trovavo in ospedale l' interlocutore disse che mi avrebbe richiamato dopo alcuni giorni, ma in realtà non si fece più sentire.. Forse era uno agganciato a tale consorteria. Di quando in quando ricevo anche messaggi con mittenti di comodo, pensando che io ci caschi, taluni fatti partire addirittura dall' estero, in cui mi si chiede delle precisazioni su particolarità storiche. consapevoli che io le conosca. E' tutta gente rannicchiata sotto le ali del patrocinio politico della resistenza che ha anche messo a disposizione del denaro pubblico, buttato lì per incoraggiare ricerche..... Si tratta di sedicenti storici resi pubblici da un' editoria tenuta in piedi ugualmente con sussidi di pubblico. denaro. Questo l' effettivo andazzo, una specie di " dran, dran " di cultura paesana che si barcamena entro limiti ambientali. Forse sanno o forse no che io conosco e posseggo prove schiaccianti su quale fu la vera resistenza e quale fu l’ effettiva spinta politica su cui, in parte, ho scritto e pubblicato su elementi probatori staccato da ogni propensione personale e di parte. Lo riconobbe senza indugi un noto valido commissario partigiano e personalità politica di rilievo, “ Andrea” (Mario Lizzero). In risposta a richieste di delucidazioni sul piano storico del laureando Gregorio Venire che , come elemento base della sua tesi di laurea in storia contemporanea, discussa presso l’ Università di Bologna nel 1994, aveva scelto il mio volume “L’ Armata Cosacca in Italia 1944-1945” , il parlamentare comunista Mario Lizzero, come risulta a pag. 88 della tesi menzionata, pubblicata con successo verso fine anni novanta, col titolo “I COSACCHI IN CARNIA 1944-1945”, rispose : “” Carnier ha preso una posizione precisa e va rispettato””.

02 luglio 2019
CARNIER PIER ARRIGO



POST SCRIPTUM
Difenderò senz’ altro, su basi concrete, tracciando il profilo politico dei tempi e momenti da me vissuti e non su chiacchiere, difenderò “Giacca”( Toffanin Mario), motivando, sulla base dei fondamentali principi storici “ Causali ed effetti” le effettive cause dell’ eliminazione senza attenuanti del nucleo osovano di Porzus. Con assoluta onestà d’ animo intendo inoltre ottenere chiarezza sull’ osovano don Lino (Aldo Moretti) medaglia d’ oro che non mi spiego, autore della blanda tesi di comportamenti attendisti dell’ Osoppo, incomprensibile sotto il profilo delle circostanze e tensioni della guerriglia, ma soprattutto perchè, avendo avuto il medesimo parte direttiva e responsabile, posseggo prova incontestabile della duplice richiesta osovana all’ aviazione alleata, del bombardamento terroristico della città di Udine- Ma vi è ben altro !!!

CARNIER PIER ARRIGO