sabato 28 dicembre 2019

   
JOSIP  BROZ   TITO
       

    Ho pubblicato nel diario alcuni link riproducenti l’ immagine di Josip Broz Tito uno dei quali contiene la piacevole canzone Zivela Jugoslavija, espressione della giovialità iugoslava che la mia sensibilità avverte. In altro link appare la foto di Tito assieme a Winston Churchill, col quale nel corso della resistenza iugoslava, egli ebbe un incontro e un lungo colloquio a Bari . Vi si recò assieme a una splendida amante che servì come lusinga e di giovamento agli obbiettivi da raggiungere col premier britannico, dall' eterno sorriso diplomatico. Scrissi a suo tempo dei vasti articoli su questo argomento e potrei citare nomi e circostanze. Tito con la resistenza iugoslava effettivamente motivata, diversa da quella italiana, dette un appoggio consistente alla vittoria alleata. Conosco le vicende, i contrasti, i massacri avvenuti in Iugoslavia, i momenti e le ragioni che orientavano valutazioni, condanne ed apprezzamenti in un senso e nell'altro, argomento "Foibe" compreso quello ben maggiore, dell' immane massacro e infoibamento a fine guerra, ad opera dei partigiani di Tito, di decine e decine di migliaia di prigionieri croati, sloveni ed anche serbi nella foresta di "Kocevje" e nei dintorni di Maribor, argomento allucinante su cui ho scritto e pubblicato per primo in Italia. Sono stato stretto amico, ricambiato da stima e fiducia di Branco Jelic, tribuno croato guida degli "Ustascia" in esilio nel dopo seconda guerra ed ho allora condiviso teoricamente ed appoggiato la sue tesi di secessione anche in senso pratico , negli anni 60-70 (1960-1970). Jelic, medico che conosceva sette lingue, fu in precedenza stretto aiutante di Ante Pavelic, Poglavnik della Croazia, col quale, a suo tempo nel 1934, preparò nei dettagli l' attentato di Marsiglia motivato da irrinunciabili finalità politiche, al re Alessandro Karagiorgevic, che costò la vita anche del ministro francese Barthu. Aggiungo che, per mie indagini su vicende partigiane iugoslave, ho corso dei seri rischi. Fui anche informato e sono uno dei pochi a saperlo, che a Friedrich dott. Rainer, Supremo commissario dell' Adriatisches Kustenland, condannato alla pena di morte dal Tribunale iugoslavo di Lubiana nel 1947, fu risparmiata l' esecuzione convertita con destinazione in un lager della Serbia !!!
Per concludere conosco, come storico, le vicende iugoslave per cui non c'è bisogno che taluno, servendosi di particolarità personali, voglia un po' ricordarmele e, quasi delicatamente, ammonirmi ad usare prudenza nel citare Josip Broz Tito ritenendolo gravido di colpe, così come talun’ altro usa il metodo di giudizio di comodo nel dire che, avendo io portato a pubblica conoscenza le nascoste malefatte e certe criminali inutili stragi compiute dalla resistenza friulana e carnica, lo abbia fatto su stimoli di parte, cioè per coscienza fascista.
Non è così !!! Si tratta delle solite chiacchiere, sempre esistite dovute a una forma di sfogo da parte di chi, carente di cultura , non ha argomenti per formulare un' osservazione appropriata, metodo di cui fa sfoggio anche una farfalla dalle ali tarpate (donna effettivamente di parte impegolatasi in vicende più grandi di lei) che lancia grida nel deserto, in qualche luogo, su per la Carnia.

28 dicembre 2019                                                    CARNIER PIER ARRIGO


Pier Arrigo Carnier
17 h ·
MESSAGGIO SIGNIFICATIVO PERVENUTOMI DA ANTONIETTA TEON EREDE, DISCENDENTE DAL CAV. ANTONIO ZANELLA " ORS DI PANI"

Antonietta Teon Che dire...ancora grazie tantissime signor Arrigo Carnier anche a nome di chi non c'è più, a cominciare dalla mia amatissima nonna Margherita Zanella... che tanto amava la sua vita pastorale, i suoi animali, le sue erbe... i suoi prati e pascoli... la Terra che ci nutre(e in che modo ci può nutrire, se noi l'avveleniamo la rendiamo sterile.. la pieghiamo secondo le nostre esigenze economiche, di sfruttamento) e poi, alla fine ci riaccoglie... una volta dicevano " a le' lât a fâ cjere"( è andato ad alimentare la terra, diventato terra..).
Applicava, la nonna, metteva in pratica fin da sempre, il concetto di "catena alimentare" "elaborata" in tempi moderni come una grande intuizione...lei se ci fosse ancora la riterrebbe la scoperta ...dell' acqua calda...

MIA RISPOSTA
Gentile Antonietta Teon,
ho letto con attenzione quanto lei mi scrive in cui si evidenzia, con mio apprezzamento, l' intento di cogliere le verità alle radici...Complimenti !!!
Margherita, nelle lunghe conversazioni, ebbe con me un' apertura di estrema fiducia nel rivelarmi riservate particolarità fondamentali sulle vicende Zanella, rafforzando in tal senso la visione di ciò che io definisco la saga degli Zanella : un grande affresco e grande racconto, quadro altamente significativo di un' epoca per certi versi inno alla montagna. Lei stessa, Margherita, è un. cardine.
L' ORS di PANI è libro, elaborato con fedeltà ai principi del realismo storico, per concezione di stile e struttura organica intese a disincagliare i contenuti da limiti ambientali. Ha già raccolto vasti consensi e continua a raccoglierli ad alto livello letterario nazionale con parallelo successo nelle vendite, il che è una conferma.
Questo posizionamento nazionale è di estrema incisiva importanza, nel distacco dallo stagnante clima anchilosato e retrivo ambientale cioè regionale il che, in aggiunta a quanto detto sopra, si fonda su elementi vitalizzanti la narrazione e sul concetto dei contenuti sfrondati da convenzionalismi. Vi è quindi un' importante apertura di orizzonte.
Il risultato ottenuto da L'ORS di PANI a rafforzamento di quanto già raggiunto con altre mie pubblicazioni in lunghi decenni, è posizione consolidata, un punto fermo che, mi creda, mi ha dato consolazione. Da qui non si torna indietro, si va avanti !!!
Ho parlato apertamente con lei, in quanto erede cioè discendente da Antonio Zanella.
Avremo modo di risentirci e, frattanto, accetti un caro forte abbraccio.

27 dicembre 2019 CARNIER PIER ARRIGO

mercoledì 18 dicembre 2019


CARNIER PIER ARRIGO

ORS di PANI IL GRANDE PATRIARCA DELLA MONTAGNA

Lo Zanella Ors di Pani, la cui figura ieratica evocava istantaneamente qualcosa di mitico e leggendario, più che capo carismatico, termine che per principio si riferisce a chi, quale responsabile, intende capire ed intuire che cosa vuole la gente, era in prevalenza una figura patriarcale. Essendo grande proprietario lo Zanella era uomo di potere con possibilità finanziarie da concedere prestiti e, in questo senso, fu di aiuto a molti giovani montanari che, animati dall' intento di emigrare per cercare fortuna oltreoceano, ma privi di disponibilità finanziarie, prestava loro la liquidità necessaria per le spese di espatrio. Egli aveva quindi veste rispettabile e credibile nelle sue considerazioni ( a tal riguardo mi piace ricordare che al mio paese c' era un ricco signore che aveva difficoltà ad esprimersi, ma allorchè parlava era ascoltato e creduto e, se quanto lui diceva lo avesse detto un altro non era la stessa cosa). Lo Zanella "Ors di Pani" stava quindi al vertice per cui non scendeva fra la gente come fa il politico, ma era la gente che andava da lui ad esporre necessità, ottenere assistenza anche morale ed aiuti concreti essendo nota , oltre la sua consistenza finanziaria, la sua sensibilità e disponibilità verso i deboli e gli indifesi. Era questo il profilo etico dell' Ors, ma c'era dell' altro, un qualcosa intercorrente tra noi due ch' io valutavo ipoteticamente di natura paranormale, tant' è che la mia presenza nell' alta valle, nel giorno del suo assassinio assieme alla figlia, non fu casuale ma regolata, dal mio punto di vista, da un' inspiegabile forza trainante. Aveva lo Zanella, Ors di Pani, nel suo aspetto selvaggio, pervaso da un tocco magico e di regalità, un qualcosa che ricordava Rasputin. Era dotato di una forte influenzante personalità.
L' Ors godeva di grande considerazione quale esperto di malghe e pascoli e, come tale, era depositario di antichi segreti non lì per lì rivelabili, avvolti da mistero. In qualità di suo stretto amico e suo confidente, so su di lui molte cose che, al dilà di quanto già ho pubblicato, andrebbero raccontate, ed altre, pure molte, le conosco sul padre, Tommaso detto "Ors de l' Amariana" che, prima di assumere proprietà nella valle di Pani, era vissuto su un monte dal nome emblematico, l’ Amariana, che si staglia nel cielo a piramide ai limiti sud-est della Carnia. Secondo voci rammentate in vecchi scritti nell’ area montuosa che comprende l’ Amariana, sarebbe vissuta in epoca remota una popolazione antichissima da cui lo Zanella supponibilmente discendeva. Il suo cognome, che deriva da Zane in ogni caso si richiama “ ab origine “ ai casati della Repubblica Veneta, un vero regno che s’ impose e portò disciplina nelle vicende civili e nel riordino dei beni patrimoniali ad uso civico della Carnia.
L’ Amariana è un monte battuto dal vento, dai pascoli ripidi ed aspri per pecore e capre, inframezzati da brevi boschi e zone strapiombanti. Tommaso Zanella veniva da quei luoghi. Faceva il malgaro ed era uomo indomito e provato, dall' occhio vigile come i falchi. Girava sulle strade in sella ad un mulo. Gestiva sul confine con l’ Austria una malga, la Cercevesa , nome topograficamente ormai scomparso ed infatti negli anni ottanta (1980), allorchè mi recai sul luogo per altre motivazioni, riscontrai solo l’ esistenza di qualche segno della struttura di base della casera. Nel silenzio del luogo, a fronte del quale all’ orizzonte, sia a levante che a ponente, si alzano catene di montagne, nel ricordare quanto sapevo sull’ Ors de l’ Amariana, ebbi la sensazione di esserne il segreto custode... Fare il malgaro era per l’ Ors motivo di copertura. Secondo voci allusive sussurrate e in certo senso anche confermate e da me approfondite, egli avrebbe svolto e in realtà svolse del contrabbando e dei traffici a rischio oltre confine, da cui veniva il denaro. Tommaso, vissuto sul monte Amariana, battuto dai venti sia da est che da ovest e dalle roventi pietraie al solleone, ambiva a disporre di potere ed operava in tal senso. Vecchi montanari austriaci di quell’ Austria dagli intramontabili ricordi imperiali, delle valli prative profumate di garofano selvatico in estate e dai pubblici ritrovi d’ intonazione rustica odoranti di tabacco dove i dialoghi si tengono sottovoce, in anni lontani mi parlarono con toni allusivi di tali vicende per cui seppi chi era l’ Ors de l'Amariana...
Tornando ad Antonio Ors di Pani, figlio di Tommaso, quando parlava dei pascoli , usava un linguaggio particolare, come se parlasse di vino prelibato e non da quattro soldi, in riferimento alle zone dei campigli ( chiampeis) sottostanti le malghe che, irrorate a fine stagione dal sistema di scolo dei letami, con la nuova stagione apparivano vergini nel manto , cresciuto con lo scioglimento delle nevi. Nel camminare l' Ors aveva il tipico passo da pastore, dalla cadenza e campata un po' più ampia della norma, reso abituale dal costante faticoso andare su sentieri, scorciatoie, mulattiere di montagna.
Il grande regno delle malghe carniche, circa trecento, parlo degli anni quaranta, cinquanta(1940-50) era il suo universo. In quegli anni lontani, salendo alle malghe su mulattiere spesso diroccate, a un certo punto avvertivi improvvisamente che, il fondovalle, si era fatto distante e, nella raggiunta altitudine, respiravi con profondo sollievo . Come tutti i montanari, pastori, malghesi , boscaioli, gente comune delle alte valli, anche lo Zanella era legato al concetto del fatalismo secondo cui gli eventi , quali disgrazie, morti, incidenti ed anche fortune, andavano considerati come predesignati, che cioè sarebbero dovuti accadere. Vigeva a tal riguardo il detto "a l'è desctin " ( è destino), frase dall' effetto liberatorio ed assolutorio di scrupoli che dava spazio alla rassegnazione.
Conoscevo molto bene anche la sorella dell' Ors di Pani, Margherita, che sempre era felice quando salivo nella valle a trovarla, dopo l'assassinio del fratello. Rammento che, sulla zona prativa declinante verso il suo casolare, colpiva l' esteso scintillio dei colchici , sbucati, con lo scioglimento della neve, sulla slavata scura superficie dei prati.


19 dicembre 2019                                        CARNIER PIER ARRIGO





























lunedì 16 dicembre 2019



CARNIER PIER ARRIGO

PIOTR NIKOLAEVIC KRASSNOFF

Non posso evitare ancora una volta di esprimere alcune precisazioni sull' argomento Piotr Nikolaevic Krassnoff, stante il fatto che,  al riguardo secondo una recente telefonata di un amico,  continuerebbero a circolare, seppur vagamente, voci  paesane, frutto di chiacchiere ed anche  scritti, opera di avventuristi,  non rispondenti alla verità storica.
In sostanza si andrebbe raccontando che, l' atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff, avrebbe intrattenuto dialoghi a più riprese, nella sua sede  dell' Hotel Savoia di Verzegnis,  con un civile carnico incontrato incidentalmente a  Socchieve.
La posizione di Krassnoff, su base documentale e testimoniale fu da me trattata nel  volume "L'Armata Cosacca in Italia 1944--1945" di prossima riedizione da parte del mio editore, la Mursia.
Fu poi ribadita inequivocabilmente, con l' aggiunta di ulteriori particolarità probatorie, nella mia pubblicazione dal titolo "Cosacchi contro partigiani".  a pagg. nr.30, 103, 104, 105, 106, 107, 108,109, 111, 112,146, 147.
Intervengo quindi per precisare  quanto segue :
- L' atamano generale Krassnoff non fu mai nè mai mise piede a  Socchieve, capoluogo a nord di Villa Santina in Carnia, il che fa cadere in blocco la  versione messa in piedi sulle accennate conversazioni. Giunto a Gemona da Berlino nel febbraio  1945, Krassnoff  su disposizione del SS- Gruppenfuehrer Globocnik , fu convocato rapidamente ad Artegna e , su pressioni, accettò la sua  destituzione dal comando sull'  Armata, già  assunto di fatto dal generale cosacco Timofei Ivanovic Domanow.
2) Di conseguenza  Krassnoff fu comandato, dall' alto comando SS. di Trieste,  ad insediarsi  all’ Hotel Savoia a Villa di Verzegnis e qui fu posto ""...sotto la sorveglianza particolare di 48 cavalieri cosacchi scelti con l' ordine di non ammettere nessuno a vederlo e a corrispondere con lui "". Testimonianza scritta del Polkovnik (colonnello) cosacco Nikolaj Nazarenko.
3)-Krassnoff , nel suo soggiorno a Villa di Verzegnis destituito, dai poteri militari non poteva interessarsi di questioni partigiane come infatti non si interessò e, in ogni caso,  l'argomento era  di competenza  di un ufficiale e sottufficiale di ordinanza e non di un generale.
49- Le testimonianze da me ascoltate, prodotte e in mio possesso, citate nelle mie pubblicazioni fra le quali quella del carnico Pio Cella di Verzegnis,  travolgono decisamente ogni   altra versione. La versione messa in giro,   nella sua struttura,  rivela ingenuità ed insipienza  e,  per chi come me conosce i fatti fa sorridere.
Nella riedizione dell' Armata Cosacca....,in diffusione fin dal 1965,  che  aprì la strada alla conoscenza di tale vicenda,  uscirà rafforzata da particolarità  riferite in parte alla ritirata ed al transito di Krassnoff lungo la val Gorto, con sosta ad Ovaro nella notte dal 2 al 3 maggio 1945, dopo l' azione di attacco partigiana   a quel  presidio cosacco, per ottenerne la resa, che si concluse  nel totale fallimento.
17 dicembre 2019





 Ataman general Don kosaken, Piotr Nikolaevic Krassnoff.




16 dicenbre 2019                                      CARNIER PIER ARRIGO


In breve tempo, di recente, i miei scritti sono stati citati in sede dell' ACADEMIA di San Francisco - California - ben 211 volte. il che è rilevante. Vivo ed opero culturalmente nella Regione Friuli Venezia Giulia dove la Suprema Corte di Giustizia di Israele ha inviato una missione ad incontrarmi, in funzione della mia riconosciuta preparazione sul piano di delicate vicende storiche e dove il regista internazionale Fred Zinnemann, a suo tempo, volle conoscermi e nominarmi suo consulente nella stesura di un' importante regia per un film sulla vicenda cosacca che veniva prodotto dalla 20 Venturi Fox Francese e che poi, quando il tutto era stato completato, non venne realizzato o comunque fu sospeso per pressioni ad alto livello, sulla citata Venturi Fox da personalità degli ex alleati anglo-americani che temevano l' effetto vergogna che il film avrebbe determinato con le scene della famigerata forzata consegna dei cosacchi ai sovietici. Ritengo di osservare di diritto che nella Regione, dal pulpito di chi pretende di sovraintendere a vicende culturali, mai è stata ufficialmente pronunciata una sola parola di riconoscimento nei miei riguardi, in contraddizione al fatto innegabile che i miei libri, in svariate edizioni e riedizioni diffusi da editori di notorietà nazionale ( su uno dei quali la direzione nazionale RAI-TV ha girato il film "Cossackja") sono ampiamente conosciuti in Italia. Di recente, la diffusione del mio ultimo lavoro "L'ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia" ha raccolto e sta raccogliendo positivi consensi sul piano delle vendite e di critica sulla stampa, piazzandosi per suffragio di consensi a livello di interesse nazionale e, in questo senso, rafforzando la base storico-letteraria delle precedenti già note mie pubblicazioni. E' pertanto evidente che le pretese posizioni, retribuite con denaro pubblico, implicitamente delegate ad osservare e prendere atto della produzione culturale che raccoglie pubblici consensi, danno invece prova, come nel mio caso, di esercitare una funzione puramente di parte. Si tratta di mutismo e di un lavarsi le mani, atteggiamento che ho ritenuto di porre in evidenza, quale aspetto del cinismo e squallore sociale in cui viviamo, anche se , sul piano pratico del mio operare, mi lascia del tutto indifferente.

CARNIER PIER ARRIGO

PIOTR NIKOLAEVIC KRASSNOFF

Non posso evitare ancora una volta di esprimere alcune precisazioni sull' argomento Piotr Nikolaevic Krassnoff, stante il fatto che,  al riguardo secondo  la recente telefonata di un amico,  continuerebbero a circolare, seppur vagamente,voci  paesane, frutto di chiacchiere ed anche  scritti,   opera questa di avventuristi e quindi di invenzione  associata ad insipienza.
In sostanza si andrebbe raccontando che l' atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff avrebbe intrattenuto dialoghi a più riprese, nella sua sede  dell' Hotel Savia di Verzegnis,  con un civile carnico incontrato incidentalmente a  Socchieve.
La posizione di Krassnoff, su base documentale e testimoniale fu da me trattata nel  volume "L'Armata Cosacca in Italia 1944--1945" di prossima riedizione da parte del mio editore, la Mursia.
Fu poi ribadita inequivocabilmente, con l' aggiunta di ulteriori particolarità probatorie, nella mia pubblicazione dal titolo "Cosacchi contro partigiani".  a pagg. nr.30,103,104,105,106,107,108.109,111,112,146,147 .  Ritengo quindi di intervenire per  precisare, con incontrovertibile certezza storica,  quanto segue :
1) - l' atamano generale Krassnoff non fu mai nè passo mai  per Socchieve, capoluogo a nord di Villa Santina in Carnia. Giunto a Gemona da Berlino nel febbraio  1945, fu convocato su disposizione del SS- Gruppenfuehrer Globocnik ad Artegna e qui accettò su pressioni la destituzione dal comando sull'  Armata, già  assunta di fatto dal generale cosacco Timofei Ivanovic Domanow.
2) Di conseguenza fu comandato, dall' alto comando SS. di Trieste,  ad insediarsi a Villa di Verzegnis all' albergo Savoia   ""...sotto la sorveglianza particolare di 48 cavalieri cosacchi scelti con l' ordine di non ammettere nessuno a vederlo e a corrispondere con lui ""
3)-Krassnoff , nel suo soggiorno a Villa di Verzegnis destituito, dai poteri militari non poteva interessarsi di questioni partigiane come infatti non si interessò e, in ogni caso,  l'argomento era  di competenza  di un ufficiale e sottufficiale di ordinanza e non di un generale.
49- Le testimonianze da me ascoltate e prodotte e in mio possesso, citate nelle mie pubblicazioni fra le quali quella del carnico Pio Cella di Veregnis,  travolgono decisamente ogni invenzione o  altra versione.
Nella riedizione dell' Armata Cosacca....,in diffusione fin dal 1965 che,  con  miei sacrifici aprì la strada alla conoscenza di tale vicenda. uscirà rafforzata da particolarità interessanti riferite in parte alla ritirata ed al transito di Krassnoff lungo la val Gorto, con sosta ad Ovaro nella notte dal 2 al 3 maggio 1945, dopo l' azione partigiana dell' Osoppo per ottenere la resa di quel presidio, conclusasi nel totale fallimento.

16 dicenbre 2o19                                      CARNIER PIER ARRIGO

domenica 15 dicembre 2019



CARNIER PIER ARRIGO 


COMUNICATO


RILEVANTE CITAZIONE DEI MIEI SCRITTI ALL’ “ACADEMIA DI SAN FRANCISCO-California...
PIER ARRIGO CARNIER·DOMENICA 15 DICEMBRE 2019·
14  dicembre  2019     
                                         CARNIER PIER ARRIGO

venerdì 13 dicembre 2019



Stojka Radulovic, die schoene gnaedige serbische Frau, Mutter meine liebe Gehilfe  Danijelle. Fur die serbische Leute ich habe von  der alt zeit gute Freundschft. Waerend des letze Krieg ich
habe bekannt  serbische voivoda Momcilo Dijuic bedeuten "cetnik" Komandant. Er war mit hire Truppen in Aidussina und nach, fertig  Krieg  ist Ausgewanderte in Canada. Ich habe auch bekannnt, fur die wichtigen Fuhlungen, der Obmann des "Comunità serbo ortodossa - Trieste" doctor Dragoliub Vurdelia.

CARNIER PIER ARRIGO


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giovedì 12 dicembre 2019


CARNIER PIER ARRIGO



LODEVOLE IMPEGNO INTESO ALLA CONOSCENZA DEI LUOGHI DOVE AVVENNERO IMMOTIVATI MASSACRI PER MANO PARTIGIANA.



Egregio Valentinuzzi,
ho letto la sua segnalazione informativa della  ricognizione sui luoghi dei  massacri partigiani , dimenticati e infine ignorati dagli indigeni, sempre distanti dal dare una minima prova  intesa a mantenere viva la memoria  a conferma di sovrani principi umani. Mi fa piacere, da quanto lei scrive,  che   abbia individuato   i luoghi  rispondenti a quanto di mia conoscenza sulle  famigerate esecuzioni ( Avasinis... e falde del monte Piz di Mede ) e  trovo  ammirevole questo suo impegno al disopra di ogni credo politico  !!
Riguardo il massacro dei cosacchi gli esecutori erano quattro, due dell'  OSOPPO  e gli altri due della GARIBALDI. di cui conosco i nomi. A loro carico non mi è risultato vi sia stata una procedura il che prova che non vi è stata  una denuncia. Fra le vittime  cosacche  c'  erano molte donne e  bambini di cui uno o due in  fasce.....Ebbe a confermarmelo il capo partigiano Fontana e dei testi di  Avasinis dei quali una donna la quale ebbe pure a confermare che,  fra i tedeschi della rappresaglia di Avasinis, avvenuta il 2 maggio dopo il massacro dei cosacchi e  motivata da un attacco partigiano ai tedeschi in ritirata sulla nazionale Udine-Tarvisio  dopo Ospedaletto, c' erano gli spagnoli come infatti io so con certezza dell' Einheit  Blauen Division.
Quando alla fine degli anni ottanta, su consenso dell' allora parroco di Avasinis, io presentai "Lo Sterminio Mancato", il mio libro tenuto in alta considerazione dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele come prova storica  documentale,  ricordo che,  nella chiesa affollata del paese dove tenni la presentazione, la gente era attonita nell' ascoltare le mie dichiarazioni che aprivano alla conoscenza della verità,   tenuta in ombra dall' imposizione dominante di tacere su ciò che era sconveniente e criminale, tant' è che la Procura giurisdizionalmente pertinente lasciò passare quattro anni, e cioè nel 1949, prima di disporre d' autorità il ricupero dei resti del centinaio di cosacchi  abbandonati  senza sepoltura, in pasto ai corvi ed alle volpi, nei luoghi di esecuzione sulle montagne ad  ovest di Avasins.
A proposito di quella mia presentazione-conferenza di Avasinis ricordo che, mentre parlavo e i convenuti ascoltavano in silenzio quanto io esponevo su vicende partigiane e sul massacro dei cosacchi , riguardo i quali il parroco Don Zossi lasciò scritto, nel diario parrocchiale,  che nulla avevano fatto di male e il fatto che fossero occupatori comandati non costituiva reato, trattandosi di un’ imposizione  conseguente alle complesse vicende della guerra, una donna in abbigliamento scuro si alzò, dal banco dove stava seduta, ed uscì dalla chiesa. Come poi seppi era la moglie di uno dei quattro massacratori dei cosacchi, allora emigrato all’  estero.
L' omertà  tacitamente assunta, ossequiente per viltà  e servilità ideale è tutt' ora esistente e regnerà ancora fintanto che non s’ imporrà un radicale cambiamento di interessi politici e culturali. Tale situazione persiste infatti tenacemente articolata su vasta  rete. .Circa un anno fa una TV- UDINESE in occasione a ricorrenza di vicende  partigiane su cui mi erano state richieste e avevo rilasciato delle dichiarazioni puramente di ordine storico, vale a dire fatti e circostanze e concedendo copia di un documento ufficiale importante,  quello cioè che disponeva d'  autorità il ricupero dei resti dei cosacchi nel 1949, quattro anni dopo il fatto, l' incaricato della TV.  ne parlò solo un minuto dopo avere annunciato la chiusura della trasmissione, per cui l' importante notizia fu sentita da solo due tre persone, presenti in  sala di trasmissione....!!!
Cari lettori avete capito bene in che mani ci troviamo  !?


9 dicembre  2019                                                CARNIER PIER ARRIGO

mercoledì 11 dicembre 2019




PRESENTAZIONE DEL LIBRO "L'ORS DI PANI" E MIA INTERVISTA SU TELEFRIULI alle ore 20,45 del 10.12.19

PIER ARRIGO CARNIER·MERCOLEDÌ 11 DICEMBRE 2019·
Ha avuto luogo ieri sera, con inizio alle 18, la presentazione in Udine, alla libreria TARANTOLA del mio ultimo libro, recentissimamente diffuso dalla MURSIA- Milano, dal titolo L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia, relatore il professor Gilberto Ganzer, che ha delineato la figura leggendaria dello Zanella "Ors di Pani" con un' impareggiabile splendida esposizione
Il conseguente dibattimento, se così si può chiamare, nell' articolato sviluppo dell' argomento mi ha dato modo di trattare alcune vicende connesse relative alla resistenza, quali il caso MIRKO-KATIA riparati nell' autunno 1944 nell' alta valle, in seguito a profonde divergenze col comando della Garibaldi ed assassinati alla vigilia della liberazione, citando dei particolari che aprono alla conoscenza della verità. Vi è anche stato modo di parlare di Porzus, cioè della vicenda Osoppo, gestita dalla storiografia di comodo come eccidio, laddove dall' esame delle causali eccidio non è. A su tempo, pubblicai sui quotidiani L' Arena di Verona., Il Giornale di Vicenza e IL Gazzettino vasti articoli esponendo le ragioni che motivarono la radicale eliminazione del gruppo da parte del Kommando GAP agli ordini di "Giacca" (Toffanin Mario).. 
Ricordo che il direttore de Il Gazzettino di Pordenone, che si aspettava una valanga di proteste, rimase di stucco nel constatare la mancanza di ogni reazione il che, dal mio punto di vista, non esistendo elementi su cui fondare una risposta od accampare motivazioni devianti a copertura, era stata scelta l’ arma del silenzio....
Sempre in riferimento al libro, ieri sera alle 20,45, TELEFRIULI ha mandato in onda una mia intervista, raccolta nel pomeriggio, focalizzando la figura dell' "Ors" ed entrando nel merito dei miei rapporti col grande regista Fred Zinnermann, che mi volle suo collaboratore come consulente nella regia di un film sulla vicenda cosacca.
11 dicembre 2019
CARNIER PIER ARRIGO




Al giornalista  R. MANZOCCO
a corredo del  pezzo  recensivo del libro  "L' ORS di PANI" le invio  le due due delle  tre foto annunciate con relativa didascalia. Farà seguito la terza.

Cordiali saluti

 11 dicembre 2019                                   CARNIER  PIER ARRIGO


Foto archivio CARNIER  PIER ARRIGO..

1)- L' alta valle di Pani con sullo sfondo il monte Veltri.
2)- Casolare "Stali Grant" nella valle di Pani, di cui si parla nel libro. 
Risultati immagini per L'ORS di PANI , libro di CARNIER PIER ARRIGO, notizie stampa ed altro ??? 
L'immagine può contenere: montagna, cielo, spazio all'aperto e natura




                                      __________________  *      *     * ___________________




















lunedì 9 dicembre 2019







CARNIER PIER ARRIGO

STRAGE DI PRIGINIERI CALMUCCHI PER MANO PARTIGIANA IN CARNIA ALLE FALDE DEL MONTE " PIZ DI MEDE", MAGGIO 1945 SUL QUOTIDIANO ON LINE TRENTINO LIBERO.

Si tratta del massacro di una quindicina di cavalleggeri calmucchi guerra finita, nel maggio 1945, in violazione dei più elementari principi della disciplina di guerra, crimine accuratamente taciuto dagli estensori delle memorie partigiane.... Sono stato io a rivelare questo crimine
( pubblicazione sul quotidiano TRENTINO LIBERO ) perchè quei calmucchi li vidi coi miei occhi e rammento che lessi nei loro sguardi il presentimento di morte annunciata. Erano caduti prigionieri durante la ritirata, nei giorni 2,3,4 maggio 1945 lungo la valle di Gorto, la mia valle, e provenivano dal fronte del Po. I loro cadaveri furono abbandonati sul luogo di esecuzione, senza sepoltura, in un bosco alle falde del monte "Piz di Mede" sotto malga Riumal. I resti furono rinvenuti dopo anni da un imprenditore carnico di utilizzazioni boschive che avvertì il parroco di Ravascletto, il quale disse di raccoglierli
per il seppellimento, ma non ricordo dove siano stati inumati.
I tedeschi, in attuazione al loro programma di disciplina delle situazioni etniche in funzione del nuovo ordine legato all' auspicabile vittoria tedesca, avevano organizzato un' unità di 5.000 calmucchi con relativi cavalli parte della quale, verso fine guerra, fu destinata in Italia.


L'immagine può contenere: Pier Arrigo Carnier



Pier Arrigo Carnier Grazie per l' attenzione alla memoria rivificante delle giovani vittime calmucche uccise immotivatamente dai partigiani, solo per sporcarsi le mani di sangue, alle falde del monte "Piz di Mede" in Carnia grazie a Ornella Furlaetto, Eugenie Cihalovà brillante famosa europarlamentare ceca che mi segue, Eva Balikovà pure ceca membro di un alto Istituto di cultura, cultrice e profonda conoscitrice delle vicende storiche imperiali di Franz Josef, Jovan Adamovic, Giacomo Oberto, Elettra Paresi, Ivan Odnogor, Russlan Gabrilov, Bruno De Anna, Franco Pozzo, Miurin Francesca, Juana Ramona Cardozo, Valeria Romanin, Tamara Falkenstej, Danjella Radulovic, Eugen Issak Massisniuk , Luka Leita, Gabbrielle von Robielskj, Marisa Turko, Alena Sejksal, e a molti altri di cui sarebbe lungo fare i nomi. Domani alle ore 18 io sarò ad Udine, nella sala della libreria Tarantola per presentare e trattare la figura leggendaria dell' Ors di Pani (cav. Antonio Zanella), il grande montanaro descritto nel mio ultimo libro presente nelle librerie, l' uomo che i cosacchi dopo aver deciso di fucilarlo quale collaboratore dei nemici partigiani, colpiti dalla sua dignità, rinunciarono all' esecuzione...









sabato 7 dicembre 2019



RISPOSTA APERTA SULLA VICENDA ORS DI PANI

PIER ARRIGO CARNIER·SABATO 7 DICEMBRE 2019·

Egregio ROBERTO VALENTINUZZI,

in riferimento a quanto lei accenna, avendo assistito a Raveo  alla presentazione della pubblicazione illustrata  dal titolo  Antonio (Toni) Zanella " Ors di  Pani" , annunciata in  preparazione con locandine circa  un mese fa  e, guarda caso,  preceduta dal mio annuncio sul  lancio del mio volume "L' ORS di PANI" edito dalla MURSIA  lavoro di concezione storico letteraria che non è un' improvvisazione paesana.
Il lancio della mia edizione ha risvegliato certamente gente in letargo pronta a trarre beneficio  dall' iniziativa promozionale da me svolta ad edificazione dell' immagine storica dello Zanella e, di primo acchito, sorge l' interrogativo se, puntando sul medesimo soggetto, sia corretto che qualcuno entri sulla scia da  me promossa  magari a scopo di disturbo. Mi riservo di valutare, anche se trattasi di cosa  locale paesana...
.Prescindendo da ciò la definizione primaria con cui ho da lungo tempo ho  trattato lo Zanella  fa parte della mia creazione. Il medesimo fu infatti da me definito  nei termini patriarca-pastore, figura carismatica, etico-mitica e leggendaria , maestro di malghe, noto nel suo lato prevalente per la sensibilità umana e per  atti di generosità sul piano sociale in momenti difficili. Si tratta di definizioni nate  dalla mia  salda personale profonda amicizia con lo Zanella "Ors di Pani", costruita nei passati decenni con vasti miei articoli sulla stampa e  valide citazioni in opere editoriali. Da ultimo  il  volume  "L' ORS di PANI"  in cui l' estrinsecazione del profilo  umano dello Zanella  si evidenzia sul piano etico, con tormenti interiori frutto di una personalità dalla tempra  arcaica irruente con segnali di parossismo, e contrapposti  aspetti umani implorativi e direi, io che lo conobbi, di preveggenza. C' era tra noi un rapporto paranormale.
In  quanto alla tomba dello Zanella,  sepolto assieme alla figlia nella stessa fossa  che più non esiste, essendo stata rimossa con indifferenza locale per esigenze tecnico-urbanistiche, decisione contro la  quale il 4 maggio 2008 pubblicai un vasto  articolo, un' intera pagina de Il Gazzettino,  dal titolo NON TOCCATE LA TOMBA DEL PATRIARCA, esponendo le motivazioni per le quali la tomba , nell' interesse etico e per quanto di contorno,  doveva essere rispettata. Concludevo l' articolo corredato da foto, una delle quali dell' audace  partigiana Katia ( Gisella Bonanni), sepolta nel medesimo cimitero, adducendo che, detta tomba, come quella dello Zanella e figlia, imponeva  la  conservazione per valide ragioni.. Ma non fu così !!
Nel mio libro  parlo della connessone rilevante dello Zanella "Ors" con la vicenda "Mirko-Katia" ardenti rivoluzionari che travalicavano l' ambiente frasaico  e carente della Resistenza, piuttosto stretto per l' apertura ideale dei due, allora motivata, pure stroncati da un bieco assassinio su cui il mio lavoro apre alla conoscenza della verità.... . Trattasi di vicenda con  cui  la vita  dello Zanella s' intreccia e, tenendo conto che io sono procuratore irrevocabile sul caso  Mirko ( Arko Mirko, iugoslavo) nominato a suo tempo nella Federativa Iugoslava e sono stato stretto  vero amico dello Zanella e figlia e diretto testimone del loro assassinio nella notte di neve del 5  marzo 1955 e come tale teste al processo di condanna dell' omicida, appare evidente che ho un legame inscindibile con questo evento di  vite stroncate ( quattro vite : Zanella e Maria la figlia, Mirko e Katia) e sono colui che in quella tragica notte incontrò l' omicida,  Lorenzini Romano, venutomi incontro  col fucile spianato , dopo che già  aveva ucciso lo Zanella e Maria, e gli bastava premere il grilletto per uccidermi in quanto testimone,  abbassò invece miracolosamente l' arma.,...
Martedì 10 dicembre, alle 18, io sarò ad Udine per parlare in termini storico- realistici della figura dello Zanella e vicende di contorno, in un dialogo con il  relatore professor Gilberto Ganzer.

06  dicembre 2019                                          CARNIER PIER ARRIGO


PIER ARRIGO CARNIER·SABATO 7 DICEMBRE 2019·


RISPOSTA APERTA SULLA VICENDA ORS DI PANI


Egregio ROBERTO VALENTINUZZI,

In riferimento a quanto lei accenna, avendo assistito a Raveo  alla presentazione della pubblicazione illustrata  dal titolo  Antonio (Toni) Zanella " Ors di  Pani" , annunciata in  preparazione con locandine circa  un mese fa  e, guarda caso,  preceduta dal mio annuncio sul  lancio del mio volume "L' ORS di PANI" edito dalla MURSIA  lavoro di concezione storico letteraria che non è un' improvvisazione paesana.
Il lancio della mia edizione ha risvegliato certamente gente in letargo pronta a trarre beneficio  dall' iniziativa promozionale da me svolta ad edificazione dell' immagine storica dello Zanella e, di primo acchito, sorge l' interrogativo se, puntando sul medesimo soggetto, sia corretto che qualcuno entri sulla scia da  me promossa  magari a scopo di disturbo. Mi riservo di valutare, anche se trattasi di cosa  locale paesana...
.Prescindendo da ciò la definizione primaria con cui ho da lungo tempo trattato lo Zanella  fa parte della mia creazione. Il medesimo fu infatti da me definito  nei termini  patriarca-pastore, figura carismatica, etico-mitica e leggendaria , maestro di malghe, noto nel suo lato prevalente per la sensibilità umana e per  atti di generosità sul piano sociale in momenti difficili. Si tratta di definizioni nate  dalla mia  salda personale profonda amicizia con lo Zanella "Ors di Pani", costruita nei passati decenni con vasti miei articoli sulla stampa e  valide citazioni in opere editoriali. Da ultimo  il  volume  "L' ORS di PANI"-  in cui l' estrinsecazione del profilo  umano dello Zanella  si evidenzia sul piano etico, con tormenti interiori frutto di una personalità dalla tempra  arcaica irruente con segnali di parossismo, e contrapposti  aspetti umani implorativi e direi, io che lo conobbi, di preveggenza. C' era tra noi un rapporto paranormale.
In  quanto alla tomba dello Zanella,  sepolto assieme alla figlia nella stessa fossa  che più non esiste, essendo stata rimossa con indifferenza locale per esigenze tecnico-urbanistiche, decisione contro la  quale il 4 maggio 2008 pubblicai un vasto  articolo, un' intera pagina de il Gazzettino,  dal titolo NON TOCCATE LA TOMBA DEL PATRIARCA, esponendo le motivazioni per le quali la tomba , nell' interesse etico e per quanto di contorno,  doveva essere rispettata. Concludevo l' articolo corredato da foto, una delle quali dell' audace  partigiana Katia ( Gisella Bonanni), sepolta nel medesimo cimitero, adducendo che, detta tomba, come quella dello Zanella e figlia, imponeva  la  conservazione per valide ragioni.. Ma non fu così !!
Nel mio libro  parlo della connessone rilevante dello Zanella "Ors" con la vicenda "Mirko-Katia" ardenti rivoluzionari che travalicavano l' ambiente frasaico  e carente della Resistenza, piuttosto stretto per l' apertura ideale dei due, allora motivata, pure stroncati da un bieco assassinio su cui il mio lavoro apre alla conoscenza della verità.... . Trattasi di vicenda con  cui  la vita  dello Zanella s' intreccia e, tenendo conto che io sono procuratore irrevocabile sul caso  Mirko ( Arko Mirko, iugoslavo) nominato a suo tempo nella Federativa Iugoslava e sono stato stretto  vero amico dello Zanella e figlia e diretto testimone del loro assassinio nella notte di neve del 5  marzo 1955 e come tale teste al processo di condanna dell' omicida, appare evidente che ho un legame inscindibile con questo evento di  vite stroncate ( quattro vite : Zanella e Maria la figlia, Mirko e Katia) e sono colui che in quella tragica notte incontrò l' omicida,  Lorenzini Romano, venutomi incontro  col fucile spianato , dopo che già  aveva ucciso lo Zanella e Maria, e gli bastava premere il grilletto per uccidermi in quanto testimone,  abbassò invece miracolosamente l' arma., ,.
Martedì 10 dicembre, alle 18, io sarò ad Udine per parlar in termini storico- realistici della figura dello Zanella e vicende di contorno, in un dialogo con il  relatore professor Gilberto Ganzer.

06  dicembre 2019                                          CARNIER PIER ARRIGO

martedì 3 dicembre 2019


VALERIA


Grazie Valeria  per la solidarietà che apprezzo molto..:.Come ho già scritto si è ripetuto quanto verificatosi dopo la mia pubblicazione de "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945 e cioè che Magris e Sgorlon hanno fatto propria l' iniziativa anche se poi Sgorlon ha riconosciuto spesse volte, anche per iscritto,  di aver preso, come base informativa storica  il mio  volume. L' altro, nella stesura,  si è limitato a una breve citazione facendo il mio nome. Trattasi comunque di un lavoro, quello di Magris letteralmente privo di sostegno storico, una svolazzata . A tal riguardo potrei riferire un episodio molto significativo ma non mancherà futura occasione per parlarne e forse per renderlo pubblico.
L'  operato dei   carnici, nel caso "Ors di Pani" nella frenetica corsa ad utilizzare la mia iniziativa,  da me tenuta a lungo nel cassetto dopo essere stata scritta  e ponderata  è,  indiscutibilmente  atto di plagio, non vi sono attenuanti. Hanno copiato l' idea uscita dal mio cervello  !!!
Subito dopo che, via internet,  io avevo rivelato l' esistenza del libro su contratto firmato con l' editrice Mursia,  sono stato informato  di  movimenti  intesi  a mettere in atto la mia idea addirittura con l' appoggio di compiacenze. Una consorteria disgustosa di carnici animati dal sinistro tentativo di distrarre in qualche modo la pubblica l'attenzione sul mio lavoro, cioè  del testimone del duplice assassinio e di altro.... Parallelamente si sono fatti avanti degli esordienti che accampavano l'idea di realizzare un filmato  sulla vicenda "Ors di Pani  - Mirko e Katia", ovviamente con la proposta di coinvolgermi ma,  fatte delle valutazioni e subodorando chi  stava dietro, ho deciso di lasciar  perdere.
Tutto questo  non incide sulla mia linea ed affermazione culturale ma serve a mettermi pur sempre in guardia  e diffidare.
Ciò che mi preoccupa invece è  di completare varie altre mie pubblicazioni già abbozzate portandole alla condizione di " editing" e portare in  salvo il mio patrimonio documentale  all' estero..
Scusi se ho sentito il bisogno di aprirmi . Chiudo e la prego  di accettare un abbraccio.

3 dicembre  2019                                CARNIER PIER ARRIGO





Non potevo evitare di dire ciò che ho detto mettendo in luce che, non appena è uscito il mio libro," L' Ors di Pani", i carnici zonali si sono accorti tardivamente chi era lo Zanella e non prima, ed hanno subito voluto seguire la mia iniziativa e farsi freneticamente avanti pubblicando un qualcosa. Si tratta di atteggiamento di chi, stante la mia spinta creativa tenta di mettersi parallelamente sulla stessa onda




lunedì 2 dicembre 2019






LA LENTA FORZA DELLA VERITA’
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IL MIO LIBRO, "L' ORS DI PANI", HA MOTIVATO UN ECCEZIONALE INTERESSE DI FONTI INQUISITORIE ESTERE FINALIZZATO A CONOSCERE A FONDO IL RETROSCENA DEGLI ASSASSINI DI MEMBRI DELLE MISSIONI ALLEATE, IN CARNIA E NEL CANSIGLIO, PER MANO PARTIGIANA, SEPOLTI NEL SILENZIO DA CERTA STORIOGRAFIA UFFICIALE E’ DA ME RIVELATI.......
                                                  CARNIER PIER ARRIGO