sabato 30 maggio 2020





INFORMAZIONE A CALDO AI LETTORI

Dopo aver letto il mio post " RICORDI INDIMENTICABILI" dove ho riferito fatti particolari incisivi  di fine seconda  guerra, il dott. Sergej Piga Petrenko, russo, personalità collegata a importanti fonti culturali russe, particolarmente stimato dal vescovo russo-ortodosso di Ginevra, don Donskoff, mi ha inviato la foto che pubblico con la frase " Posto bellissimo !!!"
Indovinate un po' di che si tratta ? Trattasi della mia casa natale in Comeglians (Carnia) - via Roma nr. 1 che,  il dott. Petrenko,  anni addietro, nel redigere dei dati biografici sulla mia lunga attività culturale storiografica in relazione alle varie opere di cui sono autore, diffuse su piano nazionale e note ad importanti centri di cultura esteri, ritenne di andare a fotografare come documento. Il dott. Petrenko mi aveva informato in occasione a una sua ultima visita nella mia residenza di Porcia di Pordenone. Ricordo che rimasi un po' commosso, ma anche confortato da questa prova di interesse straniero, di cui altre vi sono, al mio operato culturale Mi disse che aveva parlato con alcuni abitanti del luogo, evidentemente ponendo qualche domanda, ma ritenne di non riferirmi nulla. Forse, dato che la mia andata via da luogo risale a circa a sessant'anni  fa, pur essendo note le mie opere, fecero scena muta, tipico dei carnici in certi contatti con estranei come infatti li descrisse il noto scrittore trevigiano Comisso. Un' ultima volta che io passai per la Carnia, un carnico veramente arguto che io stimavo, Pietro Cecconi, mi disse testualmente :"" MI sembri una moneta fuori corso !":.
CARNIER PIER ARRIGO

COMUNICATO  -   PIEVE DI SAN GIORGIO

Cari amici lettori vengo a pubblicare alcune note evocative di ricordi ancora vivi, anzi vivissimi nella mia memoria,  traedo poi delle considerazioni....!!!

CARI  INDIMENTICABILI RICORDI




Pier Arrigo Carnier Pieve di San Giorgio di Comeglians, mio luogo natale su cui scriverò qualcosa. Fu in questa chiesa che, il 26 agosto 1950, ebbe luogo il mio matrimonio di rito cattolico con Wanda Solari. La nota cantante italiana Elda Toniutti, con accompagnamento di organo, cantò per noi nel corso della cerimonia, l' Ave Maria di Schubert che commosse tutti i presenti. Nel pomeriggio iniziò il nostro viaggio nuziale con mete Venezia, Trento, Merano..... A Venezia passammo la prima notte al Grand Hotel Rojal in Riva degli Sciavoni. Passammo diversi splendidi giorni a Merano all' Hotel Flora. Rammento la diligenza ed i comportamenti silenziosi dei camerieri. Merano mi ricordava il periodo trascorso da militare, nel battaglione alpini Trento della divisione Tridentina quale caporal maggiore a Maja Bassa, luogo splendido.... Prima avevo passato un anno ad Aosta nel battaglione Aosta - divisione Cuneense.Mi meraviglia il fatto che oggi guardo questo luogo, la Pieve di San Giorgio, quasi come un estraneo. Prevale in me un ricordo gelido di tristezza, senza esaltazioni. Ricordo che con mia madre da ragazzo, quando salivamo lassù, dopo la messa lei con me sostava fuori nell' area cimiteriale e guardava giù la vecchia zona cimiteriale dove erano stati sepolti i suoi genitori, e piangeva. Proprio di fonte all' ingresso della Chiesa esisteva, su una tomba, la statua marmorea di un angelo dal volto bellissimo con espressione addolorata, opera meravigliosa e commovente dello scultore carnico Pochero di Rigolaro. Credo che detta statua non sia andata perduta e si trovi in deposito, privatamente conservata, presso villa Da Pozzo di Maranzanis. Dall' esterno della chiesa, a levante, la vista del paesaggio era stupenda. Si notava di fronte a sinistra il monte Podzof, splendido nella sua prateria dove, verso l' alto spiccava il grande stallo detto Bedoet di proprietà degli accennati Da Pozzo, casato cui appartenne il noto pittore omonimo. Del medesimo , nella chiesa di Povolaro, esisteva e ritengo esista ancora un  suo  quadro raffigurante la Vergine su cui, si diceva che, il volto della sessa fosse stato dipinto a somiglianza di una donna del luogo, madre di una mia cara compaesana di nome Irma ( Irma Di Vora) che perdette un fratello, Ite, nella guerra di Grecia, anni quaranta. Molto altro vi sarebbe da dire per cui vengo a riferire alcuni particolari connessi alle vicende di fine seconda guerra uno dei quali richiama ricordi della Pieve di San Giorgio.

* * *

Il grosso della Freiwilligen Brigade Nord Kaukasus si era ritirato verso l' Austria nei giorni di fine aprile 1945 per cui, il Secondo battaglione del primo reggimento aveva lasciato il mio paese. La ritirata cosacca era, invece, ancora in corso. Personalmente non posso dimenticare un fatto verificatosi il 28 aprile . Rientrando in paese vidi sulla piazza il comandante caucasico , tornato indietro a cavallo mentre le forze di presidio in ritirata stavano oltre il villaggio sulla strada verso Povolaro. Con la pistola in mano redarguiva gridando il tenente medico Ivan, che si era nascosto presso una famiglia per disertare. Dopo averlo stanato, sotto minaccia dell' arma puntata, lo costrinse a mettersi davanti al cavallo e camminare per cui lo ricondusse tra le forze in marcia. Come poi seppi il tenente voleva disertare poichè , in paese, si era fatto un amante che si trovava incinta. Si trattava della convivente di un notabile che, al termine della gravidanza , dette la luce una bambina con piena consapevolezza dei paesani che era figlia del tenente medico caucasico.

Altro fatto rimasto nei miei ricordi. Mi riferisco al 1° maggio 1945. Avevamo chiuso la casa a Comeglians ed eravamo andati a Mieli, paesino a nord distante dall' arteria di transito delle forze in ritirata che avrebbero attraversato il mio paese e, alla periferia nord. imboccato la strada della val Calda con obbiettivo l' Austria. Passammo la notte a Mieli, direi senza dormire assieme a diversi altri paesani. Nel pieno della notte con mio fratello Alcide, mi portai nella parte alta del paese. a località Palota. Di là si vedeva la ritirata cosacca : nera colonna frammista a carriaggi che, dopo Povolaro, saliva in silenzio  lungo i tornanti della strada. Nevicava. Conservo nella memoria i particolari di quella visione fantasmica, descritti in parte nelle mie pubblicazioni. Nell' indomani 2 maggio, dopo aver udito una forte deflagrazione, la ritirata procedeva ancora. Ci parve giusto però renderci conto di ciò che succedeva per cui, verso mezzogiorno assieme a mio fratello lasciammo Mieli e ci portammo sul sagrato posto sull' altura dominante della Pieve di San Giorgio. Aveva cessato di nevicare e, il fondovalle verso sud, ci apparve luminoso. Si sentiva l' eco di scoppi e mitragliamenti 

Giunsero di li a poco alcuni ovaresi, uomini e giovinastri che conoscevo di vista, partigiani improvvisati, facce da spacconi di paese taluni animati dal' interesse di riuscire ad arraffare qualcosa, in fuga da Ovaro . Ci dissero che i partigiani avevano attaccato il presidio cosacco di Ovaro. Volevano anche loro controllare, da quel punto dominante, cosa accadeva nella valle. Indossavano giacche da cosacco delle nuove uniformi distribuite alle truppe in fase di recente riorganizzazione, supponibilmente tolte a dei morti e disponevano di fucili Mauser che, sinceramente, mi dispiaceva vederli nelle loro mani.... Da quel luogo di osservazione si vedeva lontano, a sud, il villaggio di Ovaro dove, da due punti si alzavano fiamme e nere nuvole di fumo.. Gli ovaresi si fermarono poco mentre io e mio fratello Alcide, ci trattenemmo. Tutto a un tratto il brontolio degli scoppi si spense, la battaglia di Ovaro era quindi cessata. Simultaneamente sempre guardando a sud , sul lato sinistro della valle verso il villaggio di Clavais (Clavaias) in una zona soleggiata di prati e campi appena arati, notammo degli elementi isolati ed a gruppi in corsa verso nord. Come poi sapemmo si trattava di partigiani e fiancheggiatori che, sfuggendo al contrattacco cosacco su Ovaro, si erano dati alla fuga lasciando sul terreno delle vittime. Ci fermammo ancora e, sotto di noi, notammo un' altra scena. In fondo al paese di Comeglians, dalla galleria della strada che segue con direzione a nord per Rigolato e Forni Avoltri, vedemmo uscire due uomini con una portantina sulla quale stava un uomo morto del tutto nudo. I due uomini,scesero su un sentiero e si portarono sull' orlo del fiume Degano che correva sotto di noi,depositando il cadavere sotto un'alta parete di roccia strapiombante. A mio giudizio doveva trattarsi di uno dei feriti cosacchi portati dai partigiani  da Ovaro, nella tarda mattinata del 2 maggio nell' albergo Val Degano del mio paese, che lo si volle nascondere alla vista delle forze cosacche in ritirata
ed evitare un' azione di vendetta cioè di rappresaglia ..La vicenda di quel morto rimase così insoluta. Certamente c'era chi sapeva, ma si tacque.....
Riprenderò possibilmente a raccontare in un prossimo futuro, anche soprattutto per far luce sul fango di menzogne che, proprio di recente, sta uscendo su certa stampa allineata a sinistra, per mano di pennaioli e sedicenti storici che si prestano, onorati di tenere in piedi in qualsiasi modo una versione della resistenza e dell' occupazione elaborata e tritata a tavolino.
30 maggio 2020
CARNIER PIER ARRIGO


mercoledì 27 maggio 2020



CARNIER  PIER ARRIGO

Cari lettori, domenica 24 maggio,  è  apparso  sul Gazzettino, nella pagina XXII Cultura e opinioni
un mio intervento. L' articolo, redatto come intervista a firma di Mauro Rossato apre col titolo  COSACCHI IN FRIULI, TERRA DI PASSAGGIO O DI RESIDENZA  ? Prosegue poi con la frase.: Pier Arrigo Carnier  critica il saggio di Patrizia Deotto. IL DIBATTITO.
Riferisce quindi mie  dichiarazioni quale motivato  intervento inteso a riportare i fatti sulla strada della verità storica,  alterati da non conoscenza,  fraintese interpretazioni e manipolazioni di parte con riferimento al volume, recentemente ripubblicato dopo 15 anni,   da un editore udinese, dal titolo  Stanitsa  Terskaja. L' illusione cosacca di una terra. Verzegnis ottobre 1944-maggio 1945. 
La struttura della pubblicazione, frazionata in capitoli, dopo un' esposizione introduttiva intesa a spiegare, in senso generale, lo stato di guerra in cui, nel 1944, ebbe a verificarsi l' occupazione cosacca, assume veste espositiva memorialistica riferendo fatti , testimonianze e voci raccolte nella popolazione della valle di Verzegnis.
Sotto il profilo storico il contenuto risulta però lacunoso, mancante di incisività e di validi supporti sostanziali in tal senso Viene quindi precisato che, i cosacchi, ribattezzarono il luogo col nome. Stanitsa Terskaja, cui fa riferimento la foto di copertina con due cosacchi del Terek e carrozza, trainata da due cammelli. ( foto di copertina che proviene, assieme ad alcune altre inserite nel testo, dal mio volume L'Armata cosacca in Italia 1944-1945.....)

Nel capitolo VIII, emerge la figura dell' atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff, personaggio di rilevante notorietà nelle vicende della controrivoluzione russa che, assieme alla consorte Lidia Fedeorovna giunse, nel febbraio 1945, ad insediarsi all' albergo Savoia di Villa di Verzegnis per cui l' autrice riferisce, al riguardo, lo stupore e le considerazioni che l' evento ebbe a suscitare nella gente del luogo.

Nessun accenno però alla posizione militare del generale cosacco in riferimento a una rilevante vicenda accaduta poco prima del suo ingresso a Verzegnis, vuoto che vengo a colmare aprendo una breve parentesi. Provenienti da Berlino Krassnoff e la consorte Lidia Fedeorovna coi membri del seguito, giunsero come prima tappa a Gemona del Friuli . Con sorpresa, in un' imprevista sollecita riunione disposta dall' Alto comando SS. e Polizia di Trieste presso un comando SS. nella vicina Artegna, accadde che, Krassnoff, fu esautorato dagli effettivi poteri militari sull' armata cosacca, con passaggio degli stessi al generale Domanov .

L' atamano generale Krassnoff mantenne, sull'armata ,solo i poteri nominali. Fu quindi comandato ad insediarsi, con la consorte e l' entourage al suo seguito, all' albergo Savoia di Villa di Verzegnis, come infatti avvenne "" con l' ordine di non ammettere nessuno a vederlo e colloquiare con lui"", come scrissi a pag. 105-106 del mio volume "Cosacchi contro partigiani"- Mursia-Milano 2016, citando la fonte documentale in mio possesso.

Detto questo merita delucidazione oggettiva e trasparente il senso velato di parte del titolo del libro cioè " L' illusione cosacca di una terra", e di quant' altro in tal senso fa seguito nel testo a sostegno che i cosacchi si sarebbero illusi di fare della Carnia una seconda patria in base, dice l' autrice, alla risoluzione Rosenberg-Kaitel, datata 23.11.1943, riportata nel citato mio volume "L' Armata cosacca in Italia...." a pagg. 262-263 che, al punto 4) recita :"" Se le circostanze belliche non vi permetteranno di accedere alla terra dei vostri avi, noi organizzeremo la vostra vita di cosacchi nell' Europa occidentale, sotto la protezione del Fuhrer, dandovi terre e tutto ciò che è necessario per la vostra sussistenza. "".

A pag. 22 del suo libro l' autrice riferisce che : ""Nell'estate 1944 l'astratta promessa di una patria temporanea ratificata dalla risoluzione Rosenberg-Kaitel,, assunse i tratti concreti di un territorio geografico reale, la Carnia, prospettata dai tedeschi come Kosakenland in Nord Italien.""

Contesto nettamente tale asserzione tendente a dare un senso improprio alla realtà dell occupazione cosacca e mi spiego. La definizione Kosakenland in Nord Italien, messa in circolazione dai tedeschi che i cosacchi semplificarono in Kossackja, aveva unicamente funzione indicativa del territorio sottoposto all' occupazione militare cosacca a scopo di presidio, che l' autrice erroneamente cita nella sola Carnia. Il territorio invece, oltre alla Carnia, si estendeva sull' intero Friuli, occidentale ed orientale e su parte del Goriziano, andando fin oltre Caporetto.. Si tratta quindi di uno status di fatto che nulla aveva a che vedere con quanto garantiva la risoluzione Rosenberg-Kaitel, impegno del Governo tedesco (III° Reich) che si riferiva al caso di un impossibile rientro dei cosacchi alle loro terre d'origine.

Onde tagliare la testa al toro e dissipare la nebulosità delle scarse conoscenze e tendenziose invenzioni di parte, lo Stato maggiore cosacco insediatosi a Tolmezzo, predispose nel 1944 un comunicato il cui testo, che fu diffuso come volantino nelle zone occupate, è riportato a pag. 56--57 del citato mio volume "L' Armata cosacca in Italia...". Nel medesimo si smentivano categoricamente false voci che, la presenza delle forze cosacche potesse tradursi in un' occupazione permanente, magari con conseguenti diritti territoriali..Va poi aggiunto che, nella sede del comando in Tolmezzo, in un' ampia carta geografica a parete, risultava indicato con bandierine bianche il percorso seguito dai cosacchi dalla Russia all' Italia e, con bandierine azzurre, la via del ritorno dall' Italia alla Russia.

Aggiungo infine un' ultima prova, pubblicata a pag. 142 del citato mio libro " Cosacchi contro Partigiani ". Recita la stessa : " il 18 ottobre 1944, il Comandante di Polizia di Sicurezza presso lo Staff dell' ambasciatore Rahn Rudolph a Fasano, Gunther Bock, informando con telegramma il proprio ministero degli Esteri sulla situazione dei cosacchi asseriva : «... il Commissario supremo ( dr. Rainer) sostiene l' idea che in questa faccenda si può trattare non di un insediamento, ma solo di un accantonamento temporaneo».

Nemmeno un minimo accenno poi, nel libro, a vari fatti di interesse storico verificatisi durante l ' occupazione, via via riportati nelle mie citate pubblicazioni.
Mi auguro che questi miei chiarimenti frutto di una lunga attività di dedizione in anni lontani, radicata su elementi probatori e grazie a fondamentali testimonianze, abbiano efficacia nel vanificare o quantomeno contestare la proliferante diffusione di notizie di un facile pernicioso avventurismo dall' intonazione paesana, dettato da interessi di parte e quindi fuori dalla storia, di sedicenti scrittori.


                                             CARNIER PIER ARRIGO







                   

domenica 24 maggio 2020

CARNIER  PIER ARRIGO


URGENTE-  Ai cari lettori interessati alle mie lunghe  vicende storiche trattate inerenti alla seconda guerra.
IL GAZZETTINO   di oggi, 24 maggio, nella pagina CULTURA E SPETTACOLO NR. XXII  contiene un articolo a firma di Mauro Rossato  dal titolo  :
                        COSACCHI IN FRIULI, TERRA DI PASSAGGIO O DI RESIDENZA

L' articolo cita il mio nome( Carnier Pier Arrigo) e riferisce, sotto forma di intervista, mie  dichiarazioni, fatte al quotidiano,  quale motivato  intervento inteso a riportare i fatti sulla strada della verità storica,  alterati da non conoscenza,  fraintese interpretazioni con riferimento al volume ,recentemente ripubblicato dopo 15 anni  da un editore udinese, dal titolo  Stanitsa  Terskaja. L' illusione cosacca di una terra. Verzegnis ottore 1944-maggio 1945, AUTRICE Patrizia Deotto
 Inoltre    stante altra  recente pubblicazione ambientale, da parte di autore carnico credo tolmezzino.  non posso evitare di rilevare un'  impropria visione dell' argomento  occupazione cosacca,
 per certi versi quale risultato  di uno stimolo rampante. Siamo veramente lontani, per quello che mi risulta di  capire, da un concreto giudizio storico  quale risultato dei principi "" causali ed effetti""- D' altro canto il giudizio storico non può venire da fonte populista come risulta  dalle lettere che capita di leggere sulla stampa locale friulana. C' è qualcuno, ho letto da qualche parte che,  riguardo i cosacchi,  ha scritto che furono il braccio armato del nazismo, etc. etc. Sì, lo furono. Ma questo qualcuno non si  chiesto il perchè lo erano e perchè oltre unmilione e cinquecentomila russi si è orientato ad assumere una posizione a fianco dei tedeschi. Non si è chiesto quali furono le causali   !!!
Si ragiona sempre col senno di poi stando alla finestra.
Cari amici lettori cercate di leggere le mie dichiarazioni pubblicate dal Gazzettino   di oggi  24
 maggio 2020.

Porcia   24 maggio 2020                                            CARNIER PIER ARRIGO

venerdì 22 maggio 2020



CARNIER   PIER  ARRIGO

UN CONTINUO RIVANGARE, CON  PIGLIO CLAMOROSO  DI  PASSATE VICENDE STORICHE DELL A SECONDA GUERRA MONDIALE ONDE TRARRE FACILE EFFETTO AGIOGRAFICO 

                                                           

* * *

E' uscita oggi, 22 maggio 2020, sul quotidiano udinese Mv. una lettera quale espressione di idee di un certo abituè., dal tutolo "" I CARNEFICI STRANIERI VOLUTI DA HITLER A FIANCO DELLE SS. E DELLA WEHRMACHT""

Si tratterebbe di notizie sul recente libro di Philippe Sands dal titolo "THE RATLINE" che fa seguito ad altro libro dell' autore pressapoco col medesimo titolo, uscito molti anni fa. L' argomento ha come oggetto l' accusa di protezione esercitata dal Vaticano ed altri Enti per favorire, a fine guerra, la fuga di un gran numero di ex nazisti, ipotizzati responsabili di crimini, ustascja, fascisti ed appartenenti ad organizzazioni straniere coinvolte negli interessi del nazionalsocialismo.

L' autore della lettera, nel modo in cui la stessa è redatta, sembra far propria la conoscenza degli argomenti del libro trattati dal Sands, evitando di far capire che, invece, li cita per presa conoscenza che è cosa ben diversa e nemmeno cita apertamente la fonte del Sands. Vorrei motivatamente intervenire in contrapposizione ma, sinceramente, mi cadono le braccia perchè ormai più non sussiste una pubblica minima formazione culturale storica in grado di intendere.e discutere con cognizione e seri principi...

* * *

Ritengo invece di riferire che, da una decina di giorni, sono in collegamento col Barone austriaco, Wachter, che vive nel famoso castello Hagenberg in Niederoesterreich, figlio di Otto Gustav Wachter, a sua volta barone ex governatore d Cracovia nel corso dell' occupazione tedesca della Polonia, anni 1941-1945. Avendo io stesso pubblicato a suo tempo , nel mio libro " Lo Stermino Mancato", particolarità rilevanti sulla figura di Otto Gustav Wachter, rivelando inoltre che, il medesimo, in fase di ritirata a fine guerra, ebbe a donare mezzi finanziari della cassa dell' amministrazione militare al prete di Timau (Carnia) don Ludovico Morassi.

Ora il barone figlio sta operando, su basi probatorie, in contatto con il noto storico austriaco Portisch, che io stesso conobbi e col quale, assieme a mia moglie Wanda, ebbi a suo tempo un importante colloquio all' Hotel Imperial di Vienna, attuale ambasciatore diplomatico della storia contemporanea austriaca, per motivi di disappunto e quindi di correzione su quanto riferito nel recente libro "THE RATLINE" e in un articolo di Philippe Sands sul quotidiano Die Presse sull' operato del padre barone Otto Gustav. Da mio lato anch' io cercherò di intervenire via Internet od altro per contribuire alla chiarezza del caso.

Porcia di Pordenone 22 maggio 2020

CARNIER PIER ARRIGO



lunedì 18 maggio 2020





   CARNIER PIER ARRIGO

HITLER, L' UOMO CHE AVEVA DELINEATO LA STRADA DEL PROGETTO DI UN NUOVO MONDO E MODO DI ESSERE CHE IO CONOBBI MOLTO BENE, NEGLI ULTIMI MOMENTI DELLA SUA ESISTENZA, CONSAPEVOLE DEL PROPRIO CROLLO DOVUTO A UN' IMPOSSIBILE RESISTENZA STANTE L' INSOSTENIBILE  VASTITA' DEL FRONTE DI LOTTA, USCITO DAL BUNKER , ALL' ESTERNO, PASSA IN RASSEGNA GLI ULTIMI RESISTENTI FRA I QUALI DEI RAGAZZI.
PENSATELA COME VOLETE MA PER ME, QUESTA IMMAGINE, TOCCA I SENTIMENTI  PERCHE' SI TRATTA DI CIRCOSTANZA CHE PROVA  L' ESISTENZA DELL' ONORE ALLA PROPRIA CAUSA,  A PRESCINDERE DAL FATTO CHE LA STESSA  SIA STATA  GIUSTA OD INGIUSTA. !!!! 


venerdì 15 maggio 2020









L'INFORMAZIONE ATTRAVERSO STAMPA E TV. IN REGIONE (Friuli Venezia  Giulia)


Ritengo di rilevare che, la stampa regionale e le fonti televisive locali, motivate ovviamente  da interessi politici,  probabilmente finanziari od altro,  hanno ormai un orientamento a sinistra. Se non sei dei loro no  pubblichi nulla. o difficilmente pubblichi.  Era così al tempo del fascismo da me vissuto. Ora la situazione si è rovesciata.
A tal proposito rilevo che,  in regione (Friuli Venezia Giulia) o meglio nel ristretto circuito Friuli-Carnia, sulle rievocazioni della resistenza c' è un tacito evidente consenso di parte  tra alcuni  quotidiani  e gli  enti di vecchia data,  creati  a memoria dell' eredità resistenziale,  quali l' ANPI e l' Istituto per la storia della resistenza e contemporanea  Fa capo a detti organismi, quale fonte di ricerca  una fattispecie di elementi ,  io  parte carnici tra i quali un elemento donna,   autori autori di pubblicazioni locali, in genere  animati in modo velenoso da spirito di parte e di contestazione. Gli stessi risultano poi essere i protagonisti, sul tema resistenza,  di qualche conferenza  tenuta  in Udine o  in  Tolmezzo,  con sfoderate versioni in qualsiasi modo  agiografiche e spiccatamente di parte,  rispetto  all' effettiva realtà,  in riferimento ad argomenti quali la battaglia di Ovaro del 2.05.1945 ed ai  rapporti intercorsi tra il   presidente del CLN val Gorto, ing. Cioni  ed il commissario tedesco ing. Gnadlinger, senza mai allargare l' invito di partecipazione a  chi  conosce notoriamente gli argomenti senza cedimenti di parte,  nel rispetto del principio democratico del diritto  alla parola. Concludendo trattasi di una sedicente attività di cultura storiografica svolta a circolo chiuso con sistema mafioso : tutto in famiglia.!!!
Detengo da vecchia data sugli  argomenti accennati il consistente carteggio riservato dell' ing. Cioni concessomi a suo tempo dalla moglie del  medesimo, signora Rossana,   con l' aggiunta di altro carteggio inviatomi in seguito da uno dei figli. Ebbi con la signora Rossana,  a proposito delle vicende di Ovaro, un' interessante   scambio di lettere talune delle quali,  da parte sua, contenenti affermazioni  importanti. Al dilà di tutto  sono comunque  personalmente testimone di alcuni degli incontri Cioni-Nadlinger- De Antoni che avvenivano in Comeglians nella sede aziendale dove, a fianco del dirigente ed amministratore delegato, De Antoni membro del CLN, io operavo. Nel programma delle mie  future  pubblicazioni c'è quindi  il caso Cioni-Nadlinger-Partigiani-Battaglia di Ovaro ed altro,  con cui esporrò le menzionate argomentazioni. e, soprattutto,  il retroscena che portò alcuni notabili industriali carnici, fino a ieri membri  beneficiari protetti dal fascismo, divenuti dalla sera alla mattina, elemento  guida della situazione partigiana  dell' alta Carnia di  fine guerra, in base al potere  influenzante degli stessi  sul  CLN  Val Gorto,  Un mutamento da lasciare attoniti, con la constatazione che, l ' organizzazioni  partigiana  filoclericale  OSOPPO  si era posta fedelmente , sul piano esecutivo  agli ordini del menzionato CLN , e quindi in esecuzione alla volontà dalla dei  notabili industriali.
In ogni caso alcune  parti essenziali,degli argomenti  in mio programma,  già a suo tempo furono inseriti nel mio libro "Lo Sterminio Mancato". Si tratta di  opera che , i signori a circolo chiuso se interpellati fingono di non conoscere in base ai contenuti, tenuta però in alta considerazione, dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele. Come  già scrissi in altre occasioni la  Suprema Corte  inviò  infatti una missione,guidata dal giudice Mihael Horowitz  cui si aggiunse il  Capo della DIGOS di Trieste, ad incontrarmi nella mia residenza in Porcia di Pordenone.

12 maggio  2020                                                          CARNIER PIER ARRIGO






Lasciare fuori

Merita precisare che l' insurrezione partigiana, in un primo tempo di marchio comunista rivoluzionario dell' organizzazione  GARIBALDI,  si  rivelò  aggressiva e sanguinaria, impressionando negativamente, come prima immagine,  la  popolazione carnica  in particolare la classe benestante e dei  notabili industriali dedita all' utilizzazione  dell' esistente  patrimonio forestale, in certo senso allora quasi integerrimo. L' 'altra'organizzazione partigiana, l' OSOPPO,  sorse in un secondo tempo con  programma contrapposto all' ideologia comunista ed  in  difesa  del Friuli orientale,   stante l' avanzata rivendica   delle forze partigiane di Josip Broz Tito, di parte del territorio confinante del Friuli orientale.


mercoledì 13 maggio 2020



Cari amici e lettori ritengo opportuno ripubblicare l'articolo diffu il 6 maggio dal quotidiano TRENTINO LIBERO on line con relativo mio commento aggiunto.
TRENTINO LIBERO, QUOTIDIANO ON LINE
I libri sui Cosacchi nascono ormai come i funghi
MERCOLEDÌ 06 MAGGIO 2020 07:20 PIER ARRIGO CARNIER VISITE: 45E-mail Stampa PDF
Porcia di Pordenone, 6 maggio 2020. – di Pier Arrigo Carnier
Ho rilevato di recente, sulla stampa regionale del Friuli Venezia Giulia, un' assiduità di scritti, taluno di carattere recensivo su riedizione di volume, lettere al direttore etc., incentrati sulla vicenda cosacca.
Anche ieri, 4 maggio, sul Messaggero Veneto è apparso l' annuncio recensivo sull' edizione di un libro, quale romanzo storico, sull' argomento cosacchi, dal titolo "Il ritorno del cosacco" autore I. Piutti, editore Aviani & Aviani.
I libri sulla vicenda cosacca nascono ormai come i funghi, un' autentica inflazione, ma bisogna vedere cosa poi contengono.
Rilevo che, il recensore, nell' accennata recensione , con un una frase ambigua ed infondata come poi spiegherò, asserì che nel volume è citato il mio nome, cioè : « Tra le fonti, peraltro, ci sono elementi desunti da Pier Arrigo Carnier (verificati e già confutati) e manifestini/ proclami di propaganda dei cosacchi (che addirittura inneggiano all' alleanza con i carnici contro il comune nemico giudeo-marxista).»
Senza avere letto il libro intuisco, per deduzione che, la frase menzionata fa riferimento ad un proclama, a mio giudizio e non solo mio, di altissimo valore storico dello Stato maggiore cosacco insediatosi a Tolmezzo e da me pubblicato, inteso a tranquillizzare la popolazione carnica sulla ragione del proprio insediamento a scopo di presidio motivato dall' insorgenza di forze partigiane comuniste.
Basti la frase seguente per capire il contenuto del proclama : « E pur tuttavia volete credere ai mentitori, che cercano di persuadervi che noi siamo venuti a profanare la vostra religione e per prendere la vostra terra.»
Contesto quindi radicalmente la menzionata frase, in particolare ( verificati e già confutati), frutto di squallida invenzione e contorsione della verità il che, più che irritarmi mi fa sorridere.e merita biasimo. Non ti curar di loro ma guarda e passa !!!
Mi permetto di ricordare quanto segue. Fui io, nel 1965, ad aprire il filone storico letterario col volume "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945" lanciato su piano nazionale dal noto editore svizzero De Vecchi con sede operativa a Milano, con successive varie riedizioni.
Il libro passò poi, nel 1990, all' altrettanto noto editore Gruppo Mursia-Milano con nuove varie riedizioni e di prossimo rilancio.
Dopo di me scesero in campo, Carlo Sgorlon e Claudio Magris, il primo con "L' Armata dei fiumi perduti" l' altro con " Illazioni su una sciabola".
Con una brillante recensione sul mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" pubblicata il 23 novembre 1990 sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste, fu Sgorlon, con grande onestà, a riconoscere che, l ' apertura del filone storico sui cosacchi è opera mia. Scrisse infatti : «....L' opera di Pier Arrigo Carnier a suo tempo costituì per me una fonte preziosa d' informazioni, a completamento della mia esperienza diretta.>>. << Gli storici dell' avvenire dovranno ricorrere soprattutto all' opera di Pier Arrigo Carnier, ricchissima di notizie, documentazioni, testimonianze di vario genere, fotografie...etc. etc.»Vorrei permettermi un' ultima considerazione. La mia attività storiografica con particolare riferimento a "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945", sollecitò negli anni ottanta-novanta (1980- 1990), dopo che la RAI-TV nazionale-Roma, sul menzionato libro aveva girato il film documentario Cossackja, della durate di due ore, l' interesse del grande regista internazionale Fred Zinneman, quattro premi Oskar.
Il grande regista volle incontrarmi e conoscermi per cui venne in Italia da Londra e mi nominò subito suo consulente nel progetto di un film sulla tragedia della forzata consegna ai sovietici dei centomila cosacchi arresisi ai britannici in Austria nel giugno 1945.
Operammo insieme a lungo e vi sarebbero cose interessanti da dire. Zinnemann era persona meravigliosa. Il film sarebbe stato prodotto dalla "20 Centuri Fox Francese". Eravamo già a regia completata quando personalità dell' ex potere alleato (USA-Gran Bretagna) intervennero con pressioni negative sulla Fox Francese, motivate dall' interesse ad evitare gli effetti della vergogna che, l' operato della famigerata consegna, avrebbe sollevato nell' opinione internazionale.
Zinneman, con amarezza, decise di sospendere il progetto.
(nella foto Pier Arrigo Carnier)
_________________________
Nota aggiuntiva a parte.
A fronte della poderosa opera culturale da me svolta, non senza sacrifici, costantemente citata dall' Accademia di San Francisco (U:S:A) ,certi signori che vogliono scimmiottare il mio lavoro pescando notizie a destra e a manca ed in riunioni di comari di paese, con libri fatti su dalla sera alla mattina sostenuti con immeritata attenzione politica da certa stampa regionale ( Friuli Venezia Giulia), dovrebbero andare a nascondersi .... !!!
Gli editori seri nazionali seppur. taluni pur con orientamento di parte, non pubblicano sciocchezze e badano ai principi strutturali ed ai valori letterali delle opere. Esiste però un sottobosco editoriale avventuristico che no ha regole e pubblica qualsiasi ciabatta contribuendo in tal modo, per quanto riguarda la storia, ad offuscare l' opinione pubblica e danneggiare la formazione culturale delle nuove generazioni.

mercoledì 6 maggio 2020



TRENTINO LIBERO  QUOTIDIANO ON LINE

I libri sui Cosacchi nascono ormai come i funghi

  • PDF
Valutazione attuale: / 1
ScarsoOttimo 
Pier Arrigo Carnier
Porcia di Pordenone, 6 maggio 2020. – di Pier Arrigo Carnier
Ho rilevato di recente, sulla stampa regionale del Friuli Venezia Giulia, un' assiduità di scritti, taluno di carattere recensivo su riedizione di volume, lettere al direttore etc., incentrati sulla vicenda cosacca.
Anche ieri, 4 maggio, sul Messaggero Veneto è apparso l' annuncio recensivo sull' edizione di un libro, quale romanzo storico, sull' argomento cosacchi, dal titolo "Il ritorno del cosacco" autore I. Piutti, editore Aviani & Aviani.
I libri sulla vicenda cosacca nascono ormai come i funghi, un' autentica inflazione, ma bisogna vedere cosa poi contengono.
Rilevo che, il recensore, nell' accennata recensione , con un una frase ambigua ed infondata come poi spiegherò, asserì che nel volume è citato il mio nome, cioè : « Tra le fonti, peraltro, ci sono elementi desunti da Pier Arrigo Carnier (verificati e già confutati) e manifestini/ proclami di propaganda dei cosacchi (che addirittura inneggiano all' alleanza con i carnici contro il comune nemico giudeo-marxista).»
Senza avere letto il libro intuisco, per deduzione che, la frase menzionata fa riferimento ad un proclama, a mio giudizio e non solo mio, di altissimo valore storico dello Stato maggiore cosacco insediatosi a Tolmezzo e da me pubblicato, inteso a tranquillizzare la popolazione carnica sulla ragione del proprio insediamento a scopo di presidio motivato dall' insorgenza di forze partigiane comuniste.
Basti la frase seguente per capire il contenuto del proclama : « E pur tuttavia volete credere ai mentitori, che cercano di persuadervi che noi siamo venuti a profanare la vostra religione e per prendere la vostra terra
Contesto quindi radicalmente la menzionata frase, in particolare ( verificati e già confutati), frutto di squallida invenzione e contorsione della verità il che, più che irritarmi mi fa sorridere.e merita biasimo. Non ti curar di loro ma guarda e passa !!!
Mi permetto di ricordare quanto segue. Fui io, nel 1965, ad aprire il filone storico letterario col volume "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945" lanciato su piano nazionale dal noto editore svizzero De Vecchi con sede operativa a Milano, con successive varie riedizioni.
Il libro passò poi, nel 1990, all' altrettanto noto editore Gruppo Mursia-Milano con nuove varie riedizioni e di prossimo rilancio.
Dopo di me scesero in campo, Carlo Sgorlon e Claudio Magris, il primo con "L' Armata dei fiumi perduti" l' altro con " Illazioni su una sciabola".
Con una brillante recensione sul mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" pubblicata il 23 novembre 1990 sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste, fu Sgorlon, con grande onestà, a riconoscere che, l ' apertura del filone storico sui cosacchi è opera mia. Scrisse infatti : «....L' opera di Pier Arrigo Carnier a suo tempo costituì per me una fonte preziosa d' informazioni, a completamento della mia esperienza diretta.>>. << Gli storici dell' avvenire dovranno ricorrere soprattutto all' opera di Pier Arrigo Carnier, ricchissima di notizie, documentazioni, testimonianze di vario genere, fotografie...etc. etc.»Vorrei permettermi un' ultima considerazione. La mia attività storiografica con particolare riferimento a "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945", sollecitò negli anni ottanta-novanta (1980- 1990), dopo che la RAI-TV nazionale-Roma, sul menzionato libro aveva girato il film documentario Cossackja, della durate di due ore, l' interesse del grande regista internazionale Fred Zinneman, quattro premi Oskar.
Il grande regista volle incontrarmi e conoscermi per cui venne in Italia da Londra e mi nominò subito suo consulente nel progetto di un film sulla tragedia della forzata consegna ai sovietici dei centomila cosacchi arresisi ai britannici in Austria nel giugno 1945.
Operammo insieme a lungo e vi sarebbero cose interessanti da dire. Zinnemann era persona meravigliosa. Il film sarebbe stato prodotto dalla "20 Centuri Fox Francese". Eravamo già a regia completata quando personalità dell' ex potere alleato (USA-Gran Bretagna) intervennero con pressioni negative sulla Fox Francese, motivate dall' interesse ad evitare gli effetti della vergogna che, l' operato della famigerata consegna, avrebbe sollevato nell' opinione internazionale.
Zinneman, con amarezza, decise di sospendere il progetto.
(nella foto Pier Arrigo Carnier)

_________________________

Nota aggiuntiva a parte.

A fronte della poderosa opera culturale da me svolta, non senza sacrifici, costantemente citata dall' Accademia di San Francisco (U:S:A) ,certi signori che vogliono scimmiottare il mio lavoro pescando notizie a destra e a manca ed in riunioni di comari di paese, con libri fatti su dalla sera alla mattina sostenuti con immeritata attenzione politica da certa stampa regionale ( Friuli Venezia Giulia), dovrebbero andare a nascondersi .... !!!
Gli editori seri nazionali seppur. taluni pur con orientamento di parte, non pubblicano sciocchezze e badano ai principi strutturali ed ai valori letterali delle opere. Esiste però un sottobosco editoriale avventuristico che no ha regole e pubblica qualsiasi ciabatta contribuendo in tal modo, per quanto riguarda la storia, ad offuscare l' opinione pubblica e danneggiare la formazione culturale delle nuove generazioni.
Carnier Pier Arrigo