COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI ED ALTRI
EVENTUALI INTERESSATI A VICENDE
STORICHE
VASTA DIFFUSIONE DEI RISULTATI DELLE MIE INDAGINI STORICHE , COMMEMORAZIONE
DEL GENOCIDIO DEGLI ARMENI, TOMBE IGNOTE DI COSACCHI IN QUEL DI RAGOGNA NEL FRIULI
Faccio
un breve rapporto informativo sullo stato della mia divulgazione di argomenti ed altro, Ad
oggi , 23 aprile 2015, il grafico sui miei siti Internet segnala raggiunta la visualizzazione di oltre
20.000 pagine di miei scritti, dei quali
10.261 su Blogger e circa altrettante su Facebook.Tengono
banco i seguenti argomenti :
-RAPPRESAGLIA
TEDESCA SU AVASINIS – 01 settembre 2013.
-COSACCHI:
LO STRANO CONGRESSO DI VERZEGNIS – 16 settembre 2013
-I
SEGRETI TESORI DEL LAGO DI TOPLITZ – 25 agosto 2013
-MIRKO
e KATIA – MONOPOLI (Bari) – 29 ottobre 2014
-BOCCHE
CUCITE SULCASO DEL CAPO PARTIGIANO “OLMO”- 04 febbraio 2015.
-Altri.
Notevole
il risveglio di molti interessati nel prendere atto di varie vicende da me ricondotte alla loro effettiva realtà storica,
in parte riferite a vicende del periodo resistenziale 1944-1945, per cui lo
smantellamento di molte menzogne ed autentiche invenzioni diffuse da false fonti
o da incompetenti, registra un positivo salutare risultato. Oltre all’Italia
l’interesse, su taluni argomenti, risulta esteso in modo
consistente alla Federazione Russa, Ucraina, Francia, Stati Uniti,
Germania.
Prendo
occasione per esprimere, su tutt’altro argomento, il mio più alto apprezzamento per le
consistenti dichiarazioni rievocative e di condanna, richiamando l‘attenzione
del mondo, espresse di recente da papa Francesco riportate dalla stampa, soprattutto dal Corriere della
Sera in data 13 aprile corrente a pagine 2 e 3, sul criminale genocidio di
1.500.000 armeni da parte dei turchi nel
1915, nel corso della grande guerra, allora voluto dal Governo dei giovani
turchi ed inteso a sradicare ed annientare la cristianità del popolo armeno. Si tratta di argomento spesso
volutamente ignorato nel tempo sul piano culturale per ragioni che, in questa
sede, tralascio di esporre. Per tale immenso crimine non vi fu un processo
internazionale, così come pure ciò non ebbe a verificarsi per i crimini del
comunismo stalinista, mentre invece si registrò, com’è noto, un autentico accanimento per processare
l’operato del nazionalsocialismo e, in
maniera meno rigida, quello fascista.
Sull’argomento
del genocidio degli armeni, nei lunghi anni da me vissuti, per ragioni
professionali a Punta Sabbioni vicino a Venezia, ebbi modo d’ intrattenermi
presso la comunità degli armeni nell’isola di San Lazzaro, col padre Mesrob
Gianascian,, per cui potei trarre a tal riguardo delle concrete deduzioni di
ordine storico su basi documentali. La
biblioteca degli armeni in San Lazzaro vanta un patrimonio documentale noto a
livello internazionale soprattutto per dei preziosi rari incunaboli. Mi
permetto di ricordare che fu a padre Mesrob Gianascian che ritenni di affidare alla lettura, prima dell’edizione, il
dattiloscritto del mio libro “L’Armata cosacca in Italia 1944-1945” come infatti volli ricordare nella prefazione.
Da
ultimo non posso tralasciare una notizia sui Cosacchi,, argomento inesauribile,
riferita agli eventi 1944-1945. Informazioni scritte, via E. mail, mi sono
giunte recentemente da un cittadino di Ragogna,
comune del Friuli occidentale, di cui tralascio di precisare il nome, sull’esistenza
di tombe di cosacchi nel cimitero in disuso del territorio, ma ben conservato
detto di San Remigio, uccisi dai partigiani a fine aprile 1945, vale a dire alla
fine seconda guerra evidentemente mentre gli stessi posti a presidio antipartigiano nella Carnia, Friuli
e parte del Goriziano, si stavano ritirando.
In
ulteriori notizie pervenutemi si
accenna approssimativamente ad otto vittime, cinque delle quali, dopo
essere state uccise dai partigiani, anzi assassinate, furono fatte sparire ed inumate di notte nel
menzionato cimitero. Sta di fatto che i resti di dette vittime, non essendo
stati segnalati, per ragioni di omertà,
alla Commissione tedesca addetta alle onoranze e quindi al ricupero, resasi operante circa dieci anni dopo la
fine della guerra, non vennero trasferiti
nel grande cimitero militare tedesco di Costernano sul Garda.
Uccisioni
di cosacchi in ritirata verso l’Austria, provenienti dall’area di Venezia
accaddero comunque nel portogruarese per mano di formazioni partigiane frammiste
a bande di grassatori, elementi questi ultimi
senza scrupoli, mascherati sotto l’egida di servire un’ ideale ma animati da
intenti di rapina. Un gruppo di sette cosacchi due dei quali erano donne, che
viaggiava su due carrette trainate da rispettive pariglie di cavalli, dopo aver
fatto sosta e passato la notte ospitati presso una casa contadina, al nr. 84, lungo
il viale San Giovanni di San Vito al Tagliamento ripresero la marcia sulla
strada che, dopo San Vito, passava per Casarsa e proseguiva sulla destra del
Tagliamento per Arzene,Valvasone ed
altri villaggi, dopo di che, superato un ponte sul fiume, continuava a sinistra
attraversando Domanins e, via via, altri centri abitati, La meta prefissata da raggiungere era
Tolmezzo per poi proseguire verso il valico di Monte Croce. Secondo voci ed
indizi consistenti quei cosacchi vennero tutti uccisi lungo il tragitto Arzene, Valvasone,
San Giorgio della Richinvelda, Provesano per mano partigiana. Una donna molto
anziana di Arzene, a cui ero stato indirizzato nel corso di mie indagini, dopo
avere ascoltato l’esposizione di quanto sapevo al riguardo, facendosi in
segno della croce disse che ricordava di aver sentito dell’uccisione per cui
ciò che dicevo era vero, ma non volle andare oltre.
25
aprile 2015
PIER
ARRIGO CARNIER