COMUNICATO AD AMICI
E CENTRI DIREZIONALI DI RICERCA STORICA, IN PARTICOLARE RUSSI,
STATUNITENSI, FRANCESI, TEDESCHI.
COMMEMORAZIONE 1.06.2015 DELLA TRAGEDIA COSACCA DELLA
DRAVA ED INAUGURAZIONE ,A MEMORIA, DI UNA CAPPELLA RUSSO ORTODOSSA
Splendida
celebrazione, al dilà di ogni aspettativa, vissuta con viva partecipazione
dagli austriaci. Numerose le rappresentanze di organizzazioni in uniforme
cosacca giunte dalla Russia, formate in prevalenza da giovani delle nuove
generazioni che si dichiarano eredi delle memorie del passato per cui,
personalmente, ho avuto il felice
incontro con elementi cosacchi da tempo
in rapporto con me via internet, quali Mitry Kopikov. Alex Kelin, Eugen
Martynjuk , Svetlana Egorova, Tatiana Tabolina, docente quest'ultima dell’ Accademia di Mosca, che già
comunque conoscevo da oltre dieci anni
Presente alla cerimonia anche il cosacco dott, Piga Petrenko Sergej, in
realtà da tempo cittadino italiano residente in Sardegna, delegato dal Centro
Russo di Scienza e Cultura a Roma quale rappresentante presso L’UNESCO del
Movimento per il riconoscimento dello spazio culturale dei cosacchi come
patrimonio immateriale dell’umanità Trattasi di argomento, pure oggetto di miei
studi, di grande interesse scientifico antropologico
preso in alta considerazione dai tedeschi nel corso della seconda guerra. Con
l’invasione della Russia, nel 1941, essi avevano infatti un preciso programma riguardo la futura
organizzazione dei cosacchi che consideravano un popolo di origine nordica,
affine ai tedeschi, disceso per vie fluviali dal nord della Scandinavia ed
insediatosi nella Russia meridionale
Convenuti
all’appuntamento da tutto il mondo anche cosacchi figli o congiunti di vecchi
emigranti rifugiatisi all’estero in seguito alle conseguenze della prima e
seconda guerra mondiale. Fra questi ho rivisto l’amico Protopopow venuto
dall’Australia, stretto congiunto di Alexjei Protopopow ex comandante di
brigata cosacca a Tolmezzo, deportato nel 1945 nell’Urss e poi rilasciato
assieme a un numero non rilevante di superstiti, a seguito dell’amnistia di
Krusciov, dopo dieci anni di prigionia. Stabilitosi in Germania Alexjei Protopopow,
del quale fui amico, fu a lungo presente alle commemorazioni della Drava e, a
onor del vero, già trent’anni fa, fu proponente
della costruzione della cappella oggi felicemente realizzata su delibera
dell’autorità austriaca e grazie a generose offerte finanziarie. La funzione
religiosa è stata solennemente officiata dall’arcivescovo russo ortodosso di
Ginevra, Michael Donskoff,figura emblematica sacerdotale di grande riverenza
che interviene da tempo nella commemorazione annuale della tragedia cosacca.
Importanti i dialoghi svoltisi durante il pranzo cui
ho preso parte, presenti il Bürgermeister (Sindaco) ed il vice di Lienz, la
dott.ssa Andrea Anastasija Sandhackerin quale rappresentante del Suworow
Institut austro-russo, nonché degli
esponenti di massimo livello della “Schwarze Kreuze” (Croce nera) austriaca
addetta alle onoranze dei caduti in guerra, alle cui cure è sottoposto anche il
cimitero cosacco di Peggetz a fianco del quale, detta organizzazione ha portato
a compimento l’edificazione della cappella in perfetto stile russo ortodosso, a
memoria delle vittime della forzata consegna ai sovietici, da parte britannica,
del 1.06.1945. Ovviamente tale memoria s’intende estesa implicitamente all’olocausto di vite umane
perite, in seguito a deportazione nei lager siberiani come ho ritenuto di
accennare nel mio comunicato del 31 maggio u.s. annunciando la commemorazione.
Rievocando
le vicende della ritirata cosacca lungo la Carnia verso l’Austria ho provato soddisfazione
nell’apprendere, da fonti diverse, l’acquisita assunzione sul piano storico della donazione in denaro fatta dal
Gruppenfuehrer SS. Otto Gustav Wächter, il 2 maggio 1945, durante la ritirata,
al parroco don Ludovico Morassi di
Timau, grazie alla quale il medesimo dette avvio alla costruzione della chiesa
dedicata a“ Cristo Re”. Trattasi di accertamento da me
raggiunto su base documentale e testimoniale e giornalisticamente da me diffuso, negli anni
decorsi, nonchè via Internet, ed ampiamente recepito da centri storici ed archivistici all’estero,
oltre alle associazioni cosacche.
Detengo quindi la paternità di tale assunto storico. Sulla figura di Otto
Gustav Wächter, ex governatore della Galizia e poi amministratore militare a
Trieste, uomo cattolicissimo strettamente legato al Vaticano, sono in possesso
di altre preziosi documenti che mi riservo di pubblicare integrando il già esistente rapporto pubblicato a suo tempo sulla stampa e diffuso
nei miei siti Blogger e Facebook .
12 GIUGNO 2015
PIER ARRIGO CARNIER