domenica 6 agosto 2017

LO STERMINIO MANCATO – MURSIA 1982 e varie successive riedizioni.


COMUNICATO

Sempre a proposito di certe falsità ed improprie osservazioni espresse dalla taluna persona, cosi definita, in un recente intervento sulle mie opere  già da me sommariamente drasticamente contestato, avendo ulteriormente riflettuto pubblicherò prossimamente delle ulteriori documentate precisazioni evidenziando  l’incompetenza storica e vacuità di tale intervento, motivato da fini di volgare disturbo e non  da una ragione culturale, essendo comparso sulla scena editoriale nazionale il mio ultimo libro COSACCHI CONTRO PARTIGIANI. In tali ulteriori mie precisazioni sarà  compresa anche la radicale contestazione dell’appoggio risultante dopo le deduzioni conclusive del detto intervento, concesso da una seconda persona. seppure limitato ad osservare una mancata precisazione nel  mio volume Lo Sterminio Mancato che in realtà non risultò affatto mancata.
 Sempre nel menzionato intervento, si fa il nome    del partigiano osovano Lino  (Mons. Moretti), richiamando come già scrissi nel mio post del 31 luglio u.s. , un suo intervento recensivo sul mio volume LO STERMINIO MANCATO, pubblicato negli anni ottanta in un periodico di rievocazioni partigiane e quindi di parte dove, dopo una velata viscida premessa stile concistoro e qualche inconsistente allusione, girò praticamente al largo degli inattaccabili contenuti del libro. Considerato che detto mio sofferto lavoro, pagine 418, apprezzato da vari storici di alto livello fu preso in seria considerazione, come documento storico, dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele, ivi depositato, negli ani ottanta, dal noto storico britannico prof. Gerald Fleming docente ad Oxford,  lasciando perdere certi riguardi e riferendomi al tempo dei fatti, considero Mons. Aldo Moretti, per una serie di valutate ragioni che evito qui di esporre, assolutamente non all’altezza di esprimere un giudizio storico su questo mio volume.

06 agosto 2017                          PIER ARRIGO CARNIER


sabato 5 agosto 2017

STRALCIO DI FATTI RELATIVI ALL’OSOPPO


Torno  sugli argomenti del mio post del 31 luglio u.s.  dal titolo VOLUME COSACCHI CONTRO PARTIGIANI per aggiungere alcune precisazioni intese a riassumere dei fatti inerenti all’Osoppo, nella loro intrinseca realtà storica secondo il principio causali ed effetti. L’Osoppo era sorta sotto gli auspici del vescovo Mons.Giuseppe Nogara  con l’obbiettivo di difendere il Friuli orientale dalla minaccia di  un’ occupazione  slava data la pretesa annessione, da parte della  Federativa iugoslava, di talune zone confinanti, rivendicando sulle stesse  tracce di  slavità. L’ insediamento iniziale dell’Osoppo nella pedemontana con comando nel favoloso castello del conte Giacomo Cecconi, come scrissi nel menzionato mio recente volume, dette luogo a biasimevoli  comportamenti che però nulla ebbero a che vedere   con la crisi,  insorta in quel periodo negli osovani tra la componente cattolica e quella azionista, questa seconda indubbiamente decisa e determinata, guidata da Carlo Commessatti  “Spartaco”.
Si tratta di argomento che, a suo tempo, venne da me accuratamente analizzato per cui mi è noto in tutte le sue sfumature. Sul piano operativo l’Osoppo, di fatto, non sparò un solo colpo contro gli slavi restando  spettatrice dei ripetuti tentativi delle forze di Josip Broz Tito di occupare Trieste e spingersi sul  Friuli orientale , respinti dalle unità tedesche, cosacche e della Repubblica sociale italiana a un alto  prezzo, nell’ ordine di centinaia e centinaia di vite umane che riposano, in buona parte, nel grande meraviglioso cimitero militare tedesco di Costernano sul Garda che, nel suo sublime silenzio risponde al senso d’onore che meritano gli oltre ventimila caduti ivi inumati.
L’Osoppo si sciolse, in seguito ai grandi rastrellamenti tedeschi,  nell’autunno del 1944 in risposta al dispositivo emanato dal maresciallo britannico Arold Alexander.
Dopo lo scioglimento  un clima di rilasso, equivocità  ed attendismo  fu registrato  nei piccoli gruppi di residue  forze osovane uno dei  quali,  di circa una ventina di elementi,  ritiratosi  nella zona di  Topli Uork    (Porzus),  fu  eliminato il 7 febbraio1945 con la nota esecuzione comandata da Giacca (Toffanin Mario). Sul dichiarato eccidio  di Porzus Ferdinando Mautino, a pag.n.183 del suo volume “Guerra di Popolo- Storia delle formazioni garibaldine friulane”- Feltrinelli- Padova 1981,  esprime  interrogativamente il dubbio  che il gruppo eliminato altro non fosse che un centro di intrighi  o comunque di iniziative fuorvianti e pericolose .
Forze osovane residue  dopo lo scioglimento dell’organizzazione nell’autunno 1944,  chiesero  agli alleati, per ben due volte, di bombardare terroristicamente la città di Udine come  da ineccepibile documento a firma del Questore di Udine del 25 marzo 1945, pubblicato a mia firma sul quotidiano  TRENTINO LIBERO on line  il 21 giugno 2017 ed ampiamente diffuso tramite i miei siti Internet. Di tali richieste , di cui il lettore disinformato vorrà capire la gravità, ritengo che non potevano non esserne  a conoscenza gli esponenti osovani Verdi e don Lino.

5 agosto 2017                                     PIER ARRIGO CARNIER





NOTA

Grazie ai lettori che hanno espresso un pensiero di sostegno alla mia linea storica, certo la più ardua a fronte di chi vive invece ossequiando le falsità e manipolazioni sostenute da posizioni di parte e di potere, fatte passare come verità: gente che dovrebbe sinceramente vergognarsi. Comunque nel muro di omertà, soprattutto in Carnia, è stata aperta una falla e già in diversi seguono ed approvano le mie sofferte documentate affermazioni cui altre, vi assicuro, seguiranno...