IL FAMOSO QUADRO DEI COSACCHI
giovedì 25 aprile 2019
RICORDO DELLE ONORANZE FUNEBRI AL VALOROSO GENERALE WRANGEL COMANDANTE LA MAGGIORANZE DELLE FORZE CONTRORIVOLUZIONARIE BIANCHE.
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Pier Arrigo Carnier. Onoranze ai funerali del famoso generale Wrangel di origine svedese, ma di formazione militare russa, specificatamente cosacca, guida indiscussa delle maggiori forze controrivoluzionarie bianche , organizzatore strategico con vittorie brillanti sui rossi, ma che poi, con valutazione ponderata, LI seria ed intelligente, seppe cedere, evitando il prolungarsi di una lotta insostenibile. Riunì pertanto abilmente le sue truppe con vasto seguito di famiglie e di profughi e, con l' appoggio francese e britannico su navi delle rispettive flotte, li portò in salvo, come prima tappa d' esilio a Gallipoli in Grecia. Una grande, immensa storia, alla cui conoscenza ho dedicato lungo tempo ed interesse, essendo fondamentale, per uno storico, conoscerla quale pilastro base per molte valutazioni ....Il grande Wrangel non fece come il nostro re Vittorio Emanuele III° e il generale Badoglio che, l' 8 settembre 1943, firmato l' armistizio con gli alleati anglo-americani, si ritirarono a Brindisi lasciando irresponsabilmente l' esercito allo sfascio su vari fronti, Iugoslavia, Grecia etc. etc. 25 aprile 2019
venerdì 19 aprile 2019
CARNIER PIER ARRIGO
SI TRATTA DI UNA STORIA RILEVANTE,
COINVOLGENTE L' AFFASCINANTE NATALJA WLADIMIROVNA TRUXANOVA, MOGLIE DEL GENERALE RUSSO IGNAZIEV, CHE MI HA FATTO
RICORDARE ALTRE STORIE E VICENDE MIE PERSONALI...
Pier Arrigo Carnier Si tratta di Natalja Vladimirovna Ignazieva Truxanova, la bellissima moglie del generale Ignaziew che, al termine della controrivoluzione passò al servizio dei sovietici . Intestati a suo nome, presso l' Istituzione bancaria francese dov' egli stesso si trovava, stavano depositati 225 milioni in franchi oro di proprietà del governo zarista, che furono passati all' Unione sovietica, ma con risvolti complessi . Ignaziew rimase però in Francia Una storia da capogiro, che conosco poichè me ne parlò più volte in generale Gregori Glaskov in occasione agli incontri in Austria, ma venne a trovarmi ache in Italia, a Porcia. Glaskow risiedeva in America, ivi rifugiato a fine della seconda guerra ed era confidente riservato dei Servizi Segreti USA. Era stato a fianco dell' ataman Piotr Krassnoff, a Berlino, quale membro del' Amministrazione centrale degli Eserciti cosacchi, della quale Krassnoff era presidente, con cui però venne a diverbio e fu estromesso. Grazie agli americani fu lui ad ottenere l' insediamento a Monaco di Baviera di Radio Liberty che, nel periodo stalinista, teneva collegamenti col l' Est. Era molto informato sugli accadimenti nella sfera dell'Est e Iugoslavia di Tito. Sapeva dei miei contatti col prof. Vurdelja, presidente della potente Comunità serbo-ortodossa di Trieste, delle mie conoscenze riservate nella Federativa Iugoslava e, in contrapposizione, della mia importante amicizia con Branko Jelic tribuno croato del fuoriuscitismo "Ustascja", già stretto collaboratore di Ante Pavelic, Poglavnik della Croazia...Si trattava di amicizie com cui dovevi essere all' altezza, avere della preparazione e cognizione di causa e ti esponevi anche a dei rischi. Vivevo in certo senso in uno stato di tensione e mi piaceva quel poter disporre dei canali d' informazione per sapere e conoscere le essenziali verità di certe vicende. Ricordo che, quando Tito si era recato a Bugojno per una partita di caccia e fu oggetto di un fallito attentato, Glaskow, che si trovava in Europa, venne subito a trovarmi e volle conoscere le mie deduzioni ....Ci scambiavano spesso notizie delicate molto interessanti, che io anche pubblicai sui quotidiani a cui collaboravo..Fu proprio grazie a questo giro di conoscenze da cui captavo notizie di estrema riservatezza,che trovai conferma su quanto sosteneva la consorte. Frau Ada del Gaulaiter Rainer, Supremo commissario dell' Adriatisches Kustenland, Frau Ada Pfluger che, assieme a mia moglie, passavo spesso a trovarla in Austria, a Sanct Feid an der Glan nei dintorni di Klagenfurt. Frau Ada era certa ce il marito, condannato a morte con sentenza del processo di Lubiana nel 1947, per intese segrete era stato sottratto all' esecuzione e destinato in un Lager della Serbia, dove poi decedette.
mercoledì 17 aprile 2019
Pier Arrigo Carnier. Già nel mio libro "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945"- Mursia Editore- Milano 1990, avevo precisato a pag. nr.211 : < Nei dintorni di Judenburg, nella Stiria, nui giorni successivi alla consegna da parte britannica ai sovietici, la NKVD avrebbe provveduto alla fucilazione di un considerevole numero degli stessi, si sospetta alcune centinaia. L esecuzione sarebbe avvenuta in una zona miberaria adatta a far sparire le tracce. Lunghe ascariche vennero udite>. CARNIER PIER ARRIGO : e. mail "pierarrigo.carnier@gmail.com"
La mia notizia risultato di indagini in Carinzia e nei dintorni di Graz ( un teste sapeva) negli anni settanta, si consolida con quanto sotto asserito, anche se con definizioni diverse, da A. Korbenko. Le risultanze del mio lungo paziente lavoro sull' operato della consegna nell' alta Drava, riferite nel mio testo "L Armata Cosacca ..." ed ache in molti articoli sulla stampa, è senza dubbio esaustivo, ma ritengo che vi sia ancora da dire su quanto verificaotosidurante il trasporto della massa dei cosacchi da Lienz a Judenburg e sugli occulti massacri nell' accennata zona mineraria riguardo i quali vi è stata innegabile omertà.
CARNIER PIER ARRIGO- 17 arile 2019
Più sotto Alassandra Korbenko riferisce :"" Non a Lienz, ma nei pressi delle fornaci metallurgiche di Judenburg, cinque giorni di Smersh (Polizia sovietica ) hanno bruciato i cosacchi vivi con le loro famiglie-
Rispondo a Dmitrij Charko. Non sono io, ma Alessandra Korbenko che ha riferito dei cosacchi bruciati vivi dalla Smersh (Polizia Sovietica) nella zona delle fornaci metallurgiche di Judenburg (Stiria). Non approvo però, Dmitrij Charko, la sua frase "...Dobbiamo anche aggiungere che questi erano soldati di Hitler": Questi erano prigionieri di Sua maestà britannica protetti dalla legge. L' articolo 2 della Convenzione di Ginevra stabilisce fondamentalmente, richiamando nel contenuto l'art. 4, cap. II ° della Convenzione dell' Aia :< I prigionieri di guerra sono in potere della potenza nemica, ma non degli individui o dei corpi di truppa che li hanno catturati.> -< Essi devono essere trattati sempre con umanità e protetti specialmente contro gli atti di violenza, gli insulti e la pubblica curiosità.>-<Le misure di rappresaglia in loro confronto sono proibite.>.Preciso inoltre che, le truppe combattenti sono esecutive e mai responsabili degli ordini che ricevono dai vertici di comando. Nel mio libro " L'Armata Cosacca in Italia 1944-1945", prima edizione nel 1965 cui molte altre sono seguite a pagina 211, ho riferito sulla fucilazione, da parte della NKVD sovietica, di alcune centinaia di ufficiali cosacchi, dopo il loro arrivo a Judenburg da Lienz, nella zona mineraria adatta a far sparire le tracce. Conosco bene le vicende dell' Armata cosacca di Domanow e della Freiwillige Brigade Nord Kaukasus ed i relativi retroscena. L' atamano generale Wiaceslaw Naumenko mi volle al suo fianco in Austria, nel primo dopoguerra, durante un sopralluogo sull' alta Drava, per ascoltare le mie testimonianze su vari fatti. Esecuitvamente la consegna fu eseguita da contingenti della Brigata Ebraica (Jewis Brigade). Ritengo di aggiungere un fatto deplorevole accaduto in Italia nell' aprile 1945. Un centinaio di cosacchi, fra cui molte donne e bambini dei quali uno o due in fasce, arresisi ad Avasinis ai partigiani dell' Osoppo e Garibaldi, sulla parola d' onore, confermata dalla presenza del parroco del luogo don Francesco Zossi con garanzia di essere consegnati agli alleati anglo americani e non ai russi, e quindi di avere salva la vita. Furono invece massacrati sulla montagna sovrastante il paese e i loro corpi abbandonati senza sepoltura sul luogo, dove rimasero per quattro lunghi anni finchè la Pretura di Gemona, organo giudiziario territorialmente competente, impose la ricognizione ed il ricupero dei resti etc. e la loro inumazione. Dispongo al riguardo di prove scritte e fui io a rivelare all' opinione pubblica questo crimine, protetto da tenace vergognosa omertà, nel mo volume "Lo Sterminio Mancato"- Mursia-Milano 1982 ed anche nel già citato mio libro " L' Armata Cosacca ....". Ma non è tutto qui, vi è molto altro. Una quindicina di cavalleggeri calmucchi in ritirata lungo la Carnia verso l' Austria, ormai a guerra cessata, caduti in mano partigiana furono fucilati all' interno di un bosco sotto il monte "Piz di Mede" e loro corpi ugualmente abbandonati senza sepoltura. I resti furono casualmente rinvenuti dopo diversi anni. Questi calmucchi li vidi coi miei occhi mentre sostavano al mio paese ( Comeglians). Erano giovani sui vent'anni. Vestivano delle uniformi nuove color verde betulla, con le mostrine arancione dalle lance incrociate. Ricordo che nei loro sguardi, preavvertendo la morte, lessi una profonda tristezza. Nel chiudere qui questo mio intervento, che ho ritenuto necessario nella mia qualità di storico ultranovantenne, ma sempre pronto ed in forze per difendere la verità, qualora taluno volesse scrivermi lascio la mia E.mail <pierarrigo.carnier@gmail.com>. 18 aprile 2019. Tornando sull' argomento mi permetto infine di osservare che la sua frase : < Non dobbiamo però dimenticare che questi erano soldati di Hitler>espressione che rivela un giudizio pressapochista del tutto errato, e sottintende che, i soldati di Hitler, meritavano di essere uccisi. Si sbaglia e con detta frase lei dimostra di ragionare secondo le voci generiche che regnano nel "populismo" e non conosce le causali storiche che dettero origine alla seconda guerra mondiale. Torno quindi a ripetere che sui soldati, quale forza esecutiva, salvo prova contraria, non pesano mai le colpe o gli errori dei vertici. In ogni caso voglio ricordarle che, quando i britannici, con l' operazione Dynamo il 26 maggio 1940, sbarcarono a Dunkerque e fallirono l' impresa ed i soldati stavano concentrati in massa per salire sulle navi e tornare in Inghilterra, Hitler ordinò di non farli prigionieri !!!
19 aprile 2019 CARNIER PIER ARRIGO
NOTA
Pier Arrigo Carnier Rammento di nuovo qui, perchè si sappia, l' abuso notevole da parte di taluno, qui nella Regione Friuli, di iconografie e documenti pubblicati su una fascicolazione di immagini, che libro non è, risultanti su mie pubblicazioni acquisite con tutti i diritti e protette da Copyright diffuse a partire dal 1965 sulla vicenda cosacca, argomento su cui può intervenire la legge internazionale....
primo piano
lunedì 15 aprile 2019
domenica 7 aprile 2019
RISIERA DI SAN SABBA - TRIESTE NON ERA AFFATTO CAMPO DI STERMINIO.
Da diverso tempo, diciamo da alcuni anni, si parla ufficialmente della Risiera definendola campo di concentramento e di transito e non più di sterminio, che infatti non lo era. Nel mio volume “Lo Sterminio Mancato” -Mursia-Milano 1982, con successive varie riedizioni, l’ argomento Risiera è trattato sulla base di prove e testimonianze. Trattasi di volume in mano della Suprema Corte di Giustizia di Israele che, negli anni novanta, per accertamenti connessi al noto processo dell’ ucraino Ivan Demianjuk, ritenuto per falsa imputazone il “Boia di Treblinka”. inviò una specifica commissione guidata dal giudice Michael Horowitz affiancato da altri membri ed agenti del Mossad (Servizi Segreti) ad incontrarmi in Italia nella mia residenza di Porcia (Pordenone). Presente il capo della DIGOS di Trieste, dott Abbate, vi fu un colloquio che durò un' intera giornata e si concluse con la consegna al giudice Horowitz, da parte mia, di documenti e rilascio dichiarazioni che poi fui chiamato a cofermare dinanzi al competente magistrato e contribuirono, in modo determinante, al proscioglimento del Demianjuk dalle false imputazioni.
07 aprile 2019 CARNIER PIER ARRIGO
Riporto qui di seguito il testo di un messaggio, oggi pervenutomi. unitamente alla foto della Risiera sopra riprodotta:” Gavino Farina. Consiglio la lettura del libro di Pier Arrigo Carnier " Lo sterminio mancato " edizioni Mursia. Tratta ampiamente l'argomento con numerose documentazioni fotografiche “.
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