giovedì 12 dicembre 2013

Pier Arrigo Carnier presente al Presidio del Movimento dei Forconi a Orcenigo Inferiore di Zoppola, PN. (5 foto)
esponente del Movimento Forconi, Pier Arrigo Carnier ed una simpatizzante.


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Un momento del blocco stradale ad Orcenigo Inferiore di Zoppola - PN.


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 Pier Arrigo mentre parla ai manifestanti al centro, e Azzaro Salvatore.


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  • Pier Arrigo Carnier
  • Alessandro Carnier Ero li con mio padre e condivido pienamente la protesta del movimento.
  • Pier Arrigo Carnier Ho preso parte ieri, 11 dicembre, nella mia veste di giornalista e storico assieme e a mio figlio Alessandro e qualche giorno prima assieme agli altri tre dei miei cinque figli ,Floriana, Antonella e Pier Nicola in quanto interessati, alla manifestazione di protesta permanente del Movimento Forconi della Sicilia, collegato a titolari di attività commerciali, imprenditoriali, agricole e prestatori d’opera del pordenonese nel punto nevralgico stradale di Orcenigo.
    Vi sono motivi di estrema gravità, per non restare inerti alla finestra, che coinvolgono tutti, nessuno escluso e che si possono riassumere nell’inerzia del governo nel non aver preso immediati provvedimenti di riduzione delle tasse motivazione primaria delle multinazionali ( anche se a carico delle stesse vi sarebbe da dire) per chiudere gli stabilimenti e riaprire la loro attività possibilmente all’Est. Il costo del lavoro è gravato da tasse insostenibili (quasi il 70 per cento contro il 24,50 per cento , a titolo di confronto, dell’Austria). Ma ben altre sono le cause dello squilibrio economico quali l’enorme ammontare delle spese di governo che non sto qui ad elencare fra cui, oltre al vergognoso capitolo delle auto blu, il costo dei compensi ai manager statali, remunerati con la cifra capogiro in base a dati pubblicati, pari al controvalore in euro di ben 632 mila dollari l’anno, mentre il compenso medio di un prestatore d’opera, uno dei più bassi d’Europa, si aggira su 15/16 mila euro annuali. Dal punto di vista delle remunerazioni operaie l’Italia è il paese più squilibrato d’Europa, questo perché i responsabili di governo ormai da decenni, non se ne sono minimamente preoccupati. Anzi, a proposito delle norme cautelative concernenti il lavoro va ricordato che Berlusconi, (ora espulso da competenze di governo) assieme a Maroni aveva a lungo insistito per liquidare l'articolo 18 dello Statuto del lavoro, onde togliere ai lavoratori il solo sacrosanto diritto cautelare e di difesa esistente, creato legittimamente con dure battaglie nel dopo seconda guerra, di cui sono stato io stesso testimone, per impaludare il più possibile i prestatori d’opera nel precariato riducendoli a una massa oscura ed anonima gestibile a piacimento dal capitale, in contraddizione con la linea di principio della destra storica, ignorando letteralmente il concetto varato dai provvedimenti di legge della Repubblica Sociale nei 18 punti di Verona : “ Il lavoro non è più al servizio del capitale ma il capitale è al servizio del lavoro”. L’ultima mazzata mortale ai diritti del lavoro è stata inferta dalla Fornero nel breve periodo del Governo Monti !.
    Abbiamo poi, tanto per citare altra vicenda indegna di uno Stato, il caso delle pensioni d’oro, che gravano sul fondo INPS, in merito alle quali il Corriere della Sera del 9 agosto di quest’anno ha pubblicato uno stralcio con nomi e cognomi: Mauro Santinelli, ex manager Telecom 91.000 euro mensili, Vito Gamberale, sempre della Telecom, 75 milioni di lire al mese (dal 1999), Antonio Malaschini, ex segretario generale del Senato, 519.000 euro annuali. Ed inoltre il politico Amato 30.000 euro al mese. A fronte di tali inconcepibili privilegi, sta la situazione tragica di un gran umero di pensionati che devono vivere con 500 euro mensili. I nostri cari presidenti di Consiglio mai si sono occupati di tali paurosi squilibri.

    In quanto allo stato di  grave crisi generale  riferito in particolare  alla situazione pordenonese e all’intento insistente di chiusura di grosse industrie storiche con  minaccia di analoghe iniziative per  attività minori,  con la conseguenza che migliaia di lavoratoiri rimarrebbero senza lavoro  e senza introiti finanziari, qualora questo sciaguratamente accadesse vi sarebbe l’inevitabile crollo dell’economia.  ambientale. Putroppo,  riguardo la città di Pordenone,  molti stabili relativi ad attività commerciali e negozi risultano ormai con  le saracinesche abbasssate per cessata attività,  motivata dalla comune causale delle pesanti tassazioni e dal crollo del  giro d’affari. Nella città  si respira infatti  un’ aria di mestizia, irriconoscibile rispetto ai momenti rigogliosi e gloriosi del passato in cui, grazie a personaggi di grande talento industriale, uno dei quali Lino Zanussi e vorrei anche ricordare gli industriali Lacchin, Galvani e Tallon dei tempi precedenti, conobbe un clima di autentico benessere che portò alla graduale crescita della città  e, con la costituzione dell'omonima provincia, all'elezione della stessa a capoluogo.
    Desidero inoltre rilevare, riguardo il Governo, il fatto che vi sono dei politici con dei procedimenti giudiziari a carico, che avrebbero dovuto, per un senso di dignità ed etica, quantomeno dimettersi, ma che siedono invece  tranquillamente in parlamento o al senato, le cui procedure vengono stiracchiate chissà mediante quali presumibili intrighi per farle slittare verso la prescrizione, mentre un normale cittadino ( vedi caso Corona, non che mi fosse simpatico) sarebbe già in galera. Credo comunque che vi sarà una resa dei conti, la storia lo insegna e per taluni loschi parassiti politici, facce di bronzo, responsabili e complici di aver trascinato l’Italia, nazione dai grandi valori nella scienza, nell’arte, nella tecnica e morali, nel baratro, sarà meglio per loro tagliare in tempo la corda lasciando l’Italia per riparare, come dovette fare Craxi, in un paese straniero che non consenta estradizione….

    12 dicembre 2013

    PIER ARRIGO CARNIER

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