COMUNICATO Agli interessati
italiani alle vicende storiche ell'Adriatisches Küstenland (1943-1945) , ai
centri culturali archivistici della Slovenia, Federazione Russa di Mosca ed a
quelli degli Stati Uniti.
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Mi permetto
di rispondere qui ad alcune domande rivoltemi, sullo stesso tema anche via
telefono, da alcuni carnici con la richiesta se io abbia in programma una presentazione
del mio nuovo volume sui Cosacchi in qualche sede dei comuni della Carnia,
essendo stato io, in anni lontani a dar vita alla storia dell’Armata cosacca,
diffusa nel 1965 dall’ editore svizzero De Vecchi-Milano e poi ripresa, dal
Gruppo editoriale Mursia-Milano, nella veste di cessionario, con edizione
integrata ed ulteriormente documentata del volume, cui seguirono varie
successive riedizioni. Va anche aggiunto che, sul filone storico del testo, la
Direzione RAI-TV di Roma con la mia testimonianza e qualche altra e miei
documenti d’archivio, realizzò il film documentario “COSSACKJA” della durata di
due ore. Nel mio comunicato del 30 luglio u.s. via Internet , annunciando
l’imminente diffusione del mio nuovo testo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI, informavo
di avere in corso trattative, in buona parte concluse, con undici centri di
cultura nazionali, coi quali nel tempo erano già intercorsi rapporti. Coi
comuni della Carnia, non vi sono stati rapporti salvo la presentazione in
passato, a Tolmezzo, del mio volume “Lo Sterminio Mancato”. Riguardo
un’ iniziativa promossa diversi anni or sono dal comune di Verzegnis, quella del
Congresso sui Cosacchi, tenuta in due distinte sezioni, è noto su vasta scala
che io presi energica posizione sulla stampa e via Internet bocciando
motivatamente i risultati di tale iniziativa, e non per spirito di avversione o
di parte, ma poiché da un’analisi degli atti raccolti in una pubblicazione,
emerse una situazione che meritava un drastico intervento correttivo e
chiarificatore, che io redassi con principi costruttivi di fondamento storico (
64.000 battute). Riferendomi alla Carnia l’eventuale trattazione di vicende, in
senso storico, quali ad esempio l’occupazione tedesca con conseguente
dislocazione cosacca (1943-1945) ed insorte iniziative
resistenziali, sussiste la motivata presunzione che l’ambiente sia permeato da
concezioni vagheggianti, quale risultato del vessante diffondersi di notizie
non veritiere, come quella, tanto per citarne una, di “Carnia libera o
Repubblica della Carnia”. Si tratta di concetto che, addirittura, al
vertice di taluna istituzione, che ritengo in buona fede, ma su basi
informativa di presunte fonti specificatamente speciose e tendenziose, si
vorrebbe addirittura proporre, se non già proposto, come insegnamento nelle
scuole quale esemplare argomento storico !! Riandando al menzionato periodo, da
me personalmente vissuto, come più volte ricordato, con costanti informazioni
sull’ andamento della situazione partigiana, posso assicurare che mai vi è stata
una Carnia libera e nemmeno parte di essa. Di fatto, come più volte o scritto e
pubblicato sulla stampa, su base documentale, oltre al capoluogo di Tolmezzo
presidiato da forze tedesche e della Repubblica Sociale Italiana, i tedeschi
che tenevano collegamenti col Cadore , percorrendo l’arteria stradale val
Gorto-Sappada, e con l’Austria attraverso il Ploeckenpass, mantennero fino a
fine luglio 1944 un presidio stabile di turchestani a Sauris e, su richiesta
delle popolazioni della Val d’Aupa, stanche di sopportare prepotenze
partigiane, nel corso del 1944 crearono un presidio in quella valle insedìando
un’unità della Waffen SS. Gebirgs Brigade Karstjäger, che si mantenne sul luogo
fino all’inizio di aprile 1945.. Le popolazioni della Carnia vivevano sotto l’incubo
dei rastrellamenti tedeschi che si accentuò dopo la pesante azione punitiva del
luglio 1944 sulle malghe carniche al confine della valle del Gail e nella valle
del But. Non c’era quindi spazio alcuno di libertà sul terreno per cui la
definizione “Carnia Libera o Repubblica della Carnia” , intesa
come espressione storica, messa in scena da taluno o taluni ipotetici membri di
qualche consorteria, è qualcosa di inaccettabile, un’ invenzione di comodo a
fine agiografico. Dal punto di vista realistico e rigorosamente storico
per libero s’intende un territorio dove all’interno esista
un’organizzazione autosufficiente garante dei bisogni minimi della popolazione
e dell’ordine e sussistano forze di difesa in grado di mantenere
l’autonomia e respingere sui confini l’aggressione di forze nemiche e poiché
questo mai si è verificato è chiaro che la definizione ” Carnia libera o
Repubblica della Carnia” appartiene alla fantasia.
10 agosto 2016
PIER ARRIGO CARNIER
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