sabato 29 agosto 2020

CARNIER  PIER  ARRIGO

AI CARI AMICI E LETTORI

Cari amici e cari lettori in questi ultimi giorni caldi di agosto, ho sfogliato i quotidiani principali regionali.  Stante il clima vacanziero pensavo di cogliere  notizie riverberanti la cultura e delle novità. Ho riscontrato, invece,  il solito clima abitudinario con gestione di manifestazioni locali , Sappada, Spilimbergo, " I Colons" a Letsizza nel Friuli ed altre citate  in  Carnia,   affidate ai soliti elementi sempre disponibili, gestiti  dietro le quinte  dalla politica e che, pertanto,  prendono qualche soldo   ( se non sei tra quelli puoi essere il Padre Eterno ma non ti conoscono). A mio giudizio nulla di nuovo in senso valido, creativo culturale. Un quadro direi sconfortante e desolante. Parlando con un amico attivo in quanto ad interessi culturali, ho espresso questa mia sensazione e quello me ne ha data conferma, asserendo, dal suo punto di vista che, tale  vuoto culturale, riflette ciò che il pubblico merita, essendo ridotto a uno stato privo di interessi sul piano culturale. Ha poi aggiunto che oggi, se casualmente  poni delle banali domande ai giovani, ad esempio chi era Stalin o ch era Josip Broz Tito è molto probabile che cadano dalle nuvole e non sappiano risponderti.

29 agosto 2020                                 CARNIER PIER ARRIGO

domenica 23 agosto 2020





RISPONDO AD ANTONIETTA TEON A PROPOSITO DEL SUO COMMENTO SULLA STORIA DELLA TOVAGLIA.




Oh, grande testimone vivente lei, del nostro prozio Antonio Zanella....
Le sue memorie sono uno scrigno prezioso...
Io purtroppo conservo solo un unico anche se profondamente
Impresso ricordo di lui, quando a tre anni, con papà e mamma ho lasciato Pani per trasferirci a vivere a valle...
Io piccolissima, e da sopra, una voce possente che mi diceva:"laiu' la'che tu vâs, sta atente a doi pericui: il fûc e las machignes"....
Due anni dopo, l'assassinio!
Ci racconti ancora, signor Carnier, per molti anni ancora, con la sua "ricca", fotografica, accattivante scrittura.... particolari di questa realtà passata che parrebbe una favola dal finale tragico e che costituisce le radici mie, dei miei parenti... e un po', della Carnia...
Grazie infinite!!

   RISPOSTA
Si Antonietta Teon, parlando dello Zanella ovvero degli Zanella si parla della Carnia, non di una Carnia modesta, succube, terra di sopportazioni, vista bensì dal suo lato più significativo, esprimente valori propri della montagna dove l' uomo opera, si muove, trae vitalità su leggi operative antiche, esprimendo immagini che parlano, degne di un quadro. Vorrei citare un esempio : il grande pittore carnico, Marco Davanzo, che fu mio maestro, dipinse un quadro che, in una sua personale tenuta a Milano ebbe eccezionale apprezzamento. Nel medesimo si vedeva un pastore di malga che, dopo aver pulito il basso alloggiamento delle vacche raschiando al mattino il letame, per tradizionale abitudine deponeva l' apposito arnese (il rali) sul tetto di "scandole" dell' alloggiamento cioè, detto in carnico, sul tetto della cosiddetta "loza". Conobbi grandi malgari della Carnia sui quali comunque emerge la Saga degli Zanella. Lo Zanella Antonio prima di andare in malga, utilizzava a sistema di pascolo i prati della valle secondo un metodo che ne maggiorava la resa. Di tale metodo mi aveva parlato un suo amico Adamo, un tipo da me citato nel libro "L' ORS di PANI", ma mi è capitato di raccogliere altra testimonianza in tal senso e delle particolarità interessanti, riferite ad Antonio "Ors di Pani", riguardo i suoi criteri di gestire il bestiame bovino ed il gregge, sempre finalizzati a trarre ottimi risultati di resa. Parlerò opportunamente di questo argomento ed ancora di Tommaso Zanella, Ors de l' Amariana sul quale ho da dire.....Quello che mi preme di sottolineare è che sono soddisfatto di aver puntualizzato, come lei ha letto, la storia della tovaglia, utilizzata a piacimento da parolai di paese . Ripeto, per un' ultima volta che, la storia della tovaglia ebbe luogo nel ristorante di un Hotel a Cortina d' Ampezzo e quindi in Cadore


23 agosto 2020                                            CARNIER  PIER ARRIGO




sabato 15 agosto 2020





Pubblicato l 21 gennaio 2020 su facebook  ufficiale.

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SEMPRE SULLA FIGURA LEGGENDARIA DEGLI ZANELLA.
PIER ARRIGO CARNIER·MARTEDÌ 21 GENNAIO 2020·TEMPO DI LETTURA: 3 MINUTI
12 letture
Roner Stafler, caro amico dell' Osttirol , memore delle mie ricognizioni nelle articolate valli austriache, avendo recepito un messaggio televisivo che riferiva sulla pubblicazione del libro L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia, ha ritenuto di telefonarmi per chiedere se, nel volume, avessi riferito le vicende del montanaro che scendeva dalle Alpi sul versante austriaco in sella ad un cavallo o ad un mulo delle cui vicende aveva sentito parlare con interesse. Si tratta esattamente dello Zanella padre, Ors dell' Amariana, figura dall' aria da Far-west che, ovviamente, non poteva passare inosservata. Risposi che all' argomento dello Zanella padre avevo motivatamente solo accennato, avendo dato ampio spazio alla figura del figlio Ors di Pani, ma in modo che, tuttavia, lasciasse intendere che si tratta di un personaggio che aveva una storia, argomento che intendo riaprire sul quale, in Carnia, nessuno sa niente. Quindi le voci girano e vi è interesse a conoscere l' impianto informativo da me creato e che, improvvisamente, ha risvegliato  certo  atavico immobilismo. Forte l' interesse  sollevato  dal libro in Carnia, confermato dalle vendite, ovviamente motivato non solo dalla figura etico ed epico leggendaria dell'ORS di PANI e del padre Tommaso con l' intreccio di vicende partigiane (1944-1945), ma pure per rilevante effetto delle rimanenti parti costituenti la strutturazione  : CONTRABBANDIERI, PASTORI E MALGHE, LA CIRCASSA, ODONE E LA PADRONA etc.
In sintesi il libro, dal titolo lasciato motivatamente grezzo senza una più definita specificazione e cioè L'ORS DI PANI (L' Orso della valle di Pani), particolare motivato da sottili valutazioni  intellettuali dato  che, i contenuti vanno oltre il criterio espositivo, delineando sensazioni a livello umanistico. Superando l' empirismo con accostamenti filosofici il testo, dal taglio anticonformista.  si apre ad un dialogo di ampio respiro, valutazione questa   di qualificati lettori,  che mi ha lasciato soddisfatto.
Con interesse e forte sensibilità le vendite procedono nel Veneto con particolare riferimento al Cadore e, in generale positivamente su piano nazionale. In relazione a ciò l'editrice MURSIA ha ritento di inviare istanza con il libro alla Giuria competente proponendo sul mio nome il riconoscimento di uno dei massimi premi letterari nazionali 2020, su cui darò appropriate notizie in seguito.
Mi soddisfa il fatto che molti lettori via Internet hanno manifestato compiacenza nell 'apprendere da me, legato da profonda amicizia allo Zanella "Ors di Pani" e testimone del suo assassino assieme a Maria la figlia, nella notte del 5 marzo 1955, dei precisi chiarimenti su vicende biografiche e fatti di cui il medesimo fu protagonista, fra i quali una chiara versione di quanto accadde a Cortina d Ampezzo dove, lo Zanella, offeso da un cameriere che, avendolo preso per un barbone  aveva tolto la tovaglia dal tavolo accanto accanto al quale si era seduto, per reazione egli aveva coperto la superficie del tavolo con carta moneta che teneva nel tascapane, esattamente con delle  AM Lire delle forze di occupazione alleate in quanto eravamo nel 1945-1946, dal taglio rettangolare. La versione del fatto da parte di  fonti paesane pressapochiste  era stata alterata nei dettagli e, falsamente, figurava avvenuta a Venezia e altri luoghi.
Credo che nelle prossime presentazioni, in base a quanto ho recepito dal pubblico, parlerò a fondo di vicende partigiane verificatesi nell' alta valle di Pani nel 1944-1945 alle quali lo Zanella dette assistenza. Parlerò con estrema chiarezza dell' assassinio di vari membri delle missioni alleate  per mano dei partigiani della Garibaldi, due dei quali a località Malga Cercenaats di Forchia ed altro, argomenti profondamente ignorati dalla storiografia ufficiale di comodo. Parlerò ancora del duplice assassinio di Mirko (Arko Mirko) e Katia (Gisella Bonanni) dei quali lo Zanella fu depositario di preziose confidenze delle quali mi mise a conoscenza partecipe. Parlerò di Katia,  partigiana rivoluzionaria di Raveo, villaggio dai tesi silenzi .... Parlerò del padre della stessa, Giuseppe Sante, che mi rilasciò carte scritte riferendo, fra l' altro, le circostanze in cui, nel 1945, assieme a dei compaesani raccolse il corpo assassinato della figlia, in posizione che dava prova di seduzione, nell' alta valle di Pani....
21 gennaio 2020                                                           CARNIER PIER ARRIGO
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Pier Arrigo Carnier
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Valeria Romanin
Valeria Romanin interessantissimo peccato non poter presenziare! memorie importanti da non perdere!
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Emanuele Gridel
Emanuele Gridel Grazie per tutto questo Sig. Carnier, sono molto interessanti queste vicende che hanno interessato la nostra terra di Carnia e Pani in particolare, scrivo questo in qualità di pronipote di Margherita Zanella e del fatto di essere quasi ogni fine settimana in località Codem di Pani se non altro per fare un giro anche toccata e fuga...grazie
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giovedì 13 agosto 2020









CARNIER  PIER ARRIGO


EXCURSUS DI VICENDE CULTURALI MIE PERSONALI  ED ALTRO

 Eravamo nell' anno 2010, un amico udinese, Bastianutti, mi informò che  a Villa Santina  in Carnia in una riunione di esponenti locali di competenze paesane e non paesane  culturali o meno, era stato posto all' oggetto il proposito di un riconoscimento culturale  per il  volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" di cui sono autore,  libro, che mi costò notevole impegno in anni difficili e che ,  per dati e contenuti, è l' opera riconosciuta più completa sull' argomento. Sui contenuti  del medesimo la Direzione RAI-TV. di Roma, con apposita equipe diretta da Sergio Tau, girò infatti  il film documentario COSSACKJA della durata di due ore. Il libro destò poi l' interesse, addirittura di Fred Zinnemann, il grande regista internazionale, quattro premi Oskar , che appositamente venne da Londra a Porcia di Pordenone per conoscermi e, come già scrissi più volte, finimmo per lavorare insieme sulla vicenda cosacca.
Detto questo torno a Villa Santina dove la decisione del menzionato riconoscimento venne ostacolata da alcuni elementi, una specie di preordinata congiura, guidata da un certo Giorgio  Ferigo di Comeglians, con l' appoggio di altri, un  certo Zanier  ed un Fabris da Ovaro. Stante il successo del libro che si era imposto su piano nazionale  evidenziando incontestabili verità e travolgendo  false versioni  sulla resistenza,  prudeva loro la pelle nell' intento  di negare  il riconoscimento.
Professionalmente impegnato  in quel di Venezia mancavo da oltre quindici anni dalla Carnia. Un  compaesano  dalle battute spiritose, Pietro Cecconi, più  anziano di me, incontrandomi   casualmente in quegli anni  mi disse testualmente  :""  Mi sembri una moneta fuori corso  !""
La riunione di Villa Santina  non deliberò il riconoscimento.
Allorchè  venni a conoscenza considerai la cosa di scarsa rilevanza nel senso che   il non  riconoscimento non era il risultato di un ente qualificato bensì di un assembramento eterogeneo. più o meno di tenore paesano. Ritenni comunque che vi  fosse di mezzo della pressione politica a tutela di interessi resistenziali da me non magnificati,  sebbene il libro, nel suo assieme, si manteneva e si mantiene  nel rigore del realismo storico..
Gli artefici della congiura sopramenzionati  sono tutti morti ad iniziare da G. Ferigo..autore di scritti locali, del  cui decesso appresi leggendo un periodico. Morì giovane. Anche lo Zanier ed il Fabris sono ormai deceduti. Il secondo era un ex fascistoide. Aveva fatto l' accademia fascista di Roma per poi, nel dopoguerra voltare gabbana e buttarsi a sinistra. Mi dimenticavo di dire che è scomparso per decesso  anche Pirina, venuto nel pordenonese  da Roma, che si era messo a scrivere accanitamente ed auto pubblicare vicende nostre resistenziali del nord. Infne recentissimamente è deceduto  a Roma, a 84 anni. Giampaolo Pansa giornalista e scrittore,  definito controcorrente,  che in realtà non mi piaceva per l' arroganza e l' assolutismo di concetti.
Il tempo passa inesorabilmente  e dopo tali decessi sull' orizzonte delle vicende carniche della seconda guerra e resistenziali sembra calato il silenzio, è cioè avvertibile una specie di distensione. Il mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" svetta ancora e vi sarà una prossima prevista riedizione su contratto già firmato con l' editore. Conterrà un indice di aggiornamenti ed avrà una nuova copertina Io vado per i 94 anni e, grazie alla salute e al Padre Eterno lavoro ancora...!!!
Pubblicai com' è noto altri  volumi : " Lo sterminio Mancato " e "Cosacchi contro partigiani".  " Lo sterminio mancato " mobilitò l' interesse della Suprema Corte di Giustizia di Israele che inviò una specifica missione guidata dal giudice Horowitz ad incontrarmi nella mia residenza di Porcia di Pordenone.
Di recente è uscito  "L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia." volume che, non dovrei essere  io a dirlo in quanto autore, ha risvegliato vasto pubblico interesse nei carnici, friulani e cadorini andando  comunque ben oltre con  eco positiva su piano nazionale. La figura leggendaria dell' Ors, Antonio Zanella ed anzi il casato degli Zanella, un 'autentica saga per l' assieme di contenuti etici  e spunti epici, meritava una tale trattazione di ordine narrativo a sfondo storico  da me realizzata. Come ho già scritto da qualche parte sono ampiamente soddisfatto dei risultati del libro che ha aperto una profonda traccia di interesse, rimuovendo nei Carnici il senso storico di una propria grandiosità di montanari che si proietta scultorea e dominante come mai prima, con validi riscontri positivi, come già detto, su piano nazionale. Rilevante interesse ha destato il carattere anticonformista del volume che, da messaggi pervenutimi, dal punto mdi vista  narrativo, costituisce un caposaldo di inesplorate fascinose vicende della montagna carnica. Sento che  trattasi di lavoro che ha messo salde radici. Ufficialmente il volume è stato presentato in Udine, alla nota libreria Tarantola  ma vi sono altre presentazioni programmate che avranno luogo presso sedi di cultura. Di notevole rilevanza, fra le recensioni pubblicate, quella a firma della nota giornalista Elisabetta Burba su Panorama.
Alcune osservazioni in senso panoramico mi pare giusto esprimere.  La collocazione sul piano storico letterario del personaggio "Ors di Pani" cav. Antonio  Zanella  onora ed arricchisce la Carnia  dal punto di vista etico della tradizione che si proietta  ricca di particolarità   fascinose
 non del tutto ancora spiegate e sulle quali voglio tornare, in particolare sulla figura di Tommaso Zanella, detto "Ors de l' Amariana", padre di Antonio,  che incuteva rispetto, riverenza e quasi timore. Portava in testa  un cappello  di feltro nero  di   pregiata fattura che' gli adombrava lo sguardo. Tommaso fu  colui che prese ad acquistare  beni nella  meravigliosa valle di Pani. In  tempi di miseria nera pagava in contanti con monete d' oro ( napoleoni o marenghi) che  tirava fuori da una borsa in pelle nera lunga e stretta. La gente non credeva ai propri occhi, restava annichilita. Si chiedeva da dove potesse venire quell' uomo così ricco, di poche parole, sicuro di sè,  se dall' inferno o dal paradiso.
Le mie ricognizioni nelle valli   austriache, oltre  il Plockenpass in anni lontani, molto lontani. dove 
l' Ors de l' Amariana trafficava scendendo da casera Cercevesa lungo la val Valentina, i  miei dialoghi con  Gressel, vecchio ufficiale degli Honved  ( cavalleria austroungarica ungherese ),  che sposò una ricca carinziana con  proprietà di  malghe, boschi, ristoranti servirono a farmi conoscere  delle vicende dello Zanella che al Gressel erano note. Ci attardavamo a parlarne  nel suo Restaurant posto sulla strada oltre il Plockenpass, verso Mauthen-Koetschach . Vi si  aggiunsero  le confidenze avute in conversazioni  con Roner Stafler,  caro amico dell' Osttirol ,  pure  informato sull ' uomo  che scendeva a cavallo dalla Cercevesa. Altre sue vicende le ascoltai tra le montagne dell' Austria da vecchi trafficanti austriaci.  Gli stessi  mi fecero comprendere, con un linguaggio piuttosto allusivo,  chi era lo Zanella Tommaso   "Ors", l' uomo  venuto dal monte dalle  spioventi  pale erbose accarezzate dal vento, l' Amariana, attorno alla cui vetta roteano i falchi col  il loro fischio leggermente stridulo e  minaccioso.  Forse sono il solo ed unico testimone a conoscere chi era veramente  Tommaso   Zanella, ed  ovviamente  mi  riservo di parlare.
C'è infine un ' osservazione che non posso tralasciare.  Allorchè  il mio valido noto editore Mursia dette notizia dell' imminente uscita del volume "L' ORS di PANI" ed io stesso, ovviamente ,  mi adoperai nel diffonderla accadde che, nei comuni carnici legali al territorio della valle di Pani, quali Enemonzo, Socchieve, Raveo, Preone, taluni elementi, svegliatisi da un lungo letargo , associandosi ritennero parallelamente direi di plagiarla onde trarre comodo profitto.  In fretta rabberciarono infatti localmente  una pubblicazione locale dal titolo Antonio (Toni) Zanella "Ors di Pani"  che, senza paternità editoriale fu stampata da una tipografia trevigiana e quindi   diffusa, non ufficialmente  tramite  librerie,  ma per vie  traverse  paesane. Questo accadde in Carnia .In definitiva, senza girarvi attorno, vollero, in violazione di  principi,  far propria, plagiare l' idea e la mia iniziativa.  Carnici , non tutti certamente !!! Bene li definì nei loro  atteggiamenti indefinibili,  tra il certo e l'incerto lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso in  un opuscolo degli anni cinquanta dal titolo "Carnia che lavora". In pratica si ripetè ciò che accadde quando il grande editore svizzero De Vecchi, con sede a Milano, pubblicò nel 1965 il mio volume "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945" con due brillati edizioni iniziali, n delle quali in veste di lusso. Poco dopo Sgorlon e Magris, seguirono  la  mia iniziativa trattando anch' essi la vicenda cosacca. Sgorlon fu però onesto e in un' ampia recensione,pubblicata sul noto quotidiano Il Piccolo di Trieste riconobbe paternità e validità di contenuti al mio lavoro. In anni recenti, come già ebbi ad osservare  le  pubblicazioni sulla vicenda cosacca sono nate come i funghi, un' inflazione  che ha deteriorato il livello dei contenuti.
Tornando a "L' ORS di PANI", il mio libro, mi auguravo che,  per un minimo rispetto  verso il sottoscritto che,  per decenni, ha pubblicato  periodicamente vasti scritti sulla figura dello Zanella  "Ors di Pani" edificandone l'  immagine sul piano letterario e realizzando infine il libro,  i delegati pubblici alla cultura dell'  amministrazione regionale, quelli perlomeno dei   comuni già menzionati collegati al territorio della  valle di Pani regno dello Zanella  "Ors",  si prendessero l' iniziativa di presentazione del  mio volume favorendo  un dibattito di interesse culturale.. Ma nemmeno questo, si è verificato. Prescindendo da tale aridità culturale molti i messaggi positivi e le lettere di approvazione  del libro  giuntemi,  invece,  spontaneamente dai carnici  e non solo.

15 agosto 2020                                                CARNIER   PIER ARRIGO

venerdì 7 agosto 2020

CARNIER PIER ARRIGO


CONSIDERAZIONI IN PARTE LEGATE AL  MIO LIBRO " L' ORS di PANI: Storie e racconti della Carnia".

Sui miei siti Facebook  e  Blogger ho scritto molto sul passato storico di mia conoscenza, evidenziando ormai palesi falsità ed invenzioni, quali "La Repubblica  libera  della Carnia",  " Un' estate di libertà 1944" ed altro, ma mi sono reso conto che non  ne  vale a pena, perchè nessuno sa niente e non c'è alcuna reazione.  Ormai esiste un pubblico amorfo al quale devi dire solo ciò che lui vuole o vorrebbe, mentre per il resto  mancando il medesimo  di cognizioni formative, preferisce non immischiarsi  per cui non sente, non vede.  A parte questo  passo a considerazioni sui  risultati del mio libro "L' ORS di PANI: Storie e racconti della Carnia" ed a delucidazioni aggiuntive che penso possano interessare.

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Sono ampiamente soddisfatto dei risultati del libro  " L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia", che ha aperto una profonda traccia di interesse, rimuovendo nei Carnici il senso storico di una propria grandiosità di montanari che si proietta scultorea e dominante come mai prima, con validi riscontri positivi su piano nazionale. Rilevante interesse ha destato il carattere anticonformista del volume che, da messaggi pervenutimi costituisce, dal punto di vista narrativo, un caposaldo di inesplorate fascinose vicende della montagna carnica. 30 luglio 2020.
                                                *         *         *Antonietta Teon
  • Ancora mille grazie per tener vivo, a grande livello, l'immagine dei nostri antenati, delle nostre radici carniche...tra tutti di " barbe Toni" come le/i nipoti tra le quali mia mamma e poi noi lo abbiamo sempre chiamato...
    Grazie infinite a lei sig. Carnier, memoria storica ed efficacissimo narratore, a nome di tutta la nostra famiglia!


  • RISPONDO AGLI APPREZZAMENTI DEL LIBRO "L'ORS di PANI"AD ANTONIETTA TEON IN QUANTO LEGATA ALLA MEMORIA DEL MEDESIMO DA VINCOLI DI PARENTELA
Prendo atto delle sue espressioni di ringraziamento per i positivi risultati dell' ampio , forte , crescente pubblico apprezzamento del mio libro L' ORS di PANI legato, nel suo caso, al prezioso vincolo d' immagine dei suoi antenati. E' mia certezza, non per autosuggestione, attraverso valide considerazioni non mie, svestendomi della posizione di autore che , dal punto di vista etico narrativo e storico il libro costituisca per la Carnia un caposaldo.
Molti i messaggi pervenutimi oltre che da esperti da lettori a me ignoti, molto l' interesse negli USA, presumibilmente da parte di italo americani che pubblicamene ringrazio. La Saga degli Zanella, è argomento di indiscussa rilevanza etica. In essa, per quanto concerne la figura suggestiva dello Zanella Antonio, Ors di Pani, a rafforzare l' interesse s' innesca la vicenda partigiana di Mirko e Katia che, dal medesimo' ebbero assistenza morale e materiale. Mirko (Arko Mirko) comandante partigiano era iugoslavo mentre Katia (Gisella Bonanni), compagna di lotta ed amante, era cittadina di Raveo vissuta comunque in Francia. Mi è noto che aveva letto Proudhon Pierre-Joseph ed esteso le sue conoscenze al russo Bakunin, nonchè a Hegel e Karl Marx. Katia sprizzava di nazionalismo francese qualità socialmente eccelsa, ma il suo tratto più efficace , la lama più tagliente era la concezione decisoria di tipo stalinista che condivideva con Mirko, ma spesso era lei a decidere e talvolta a tagliere corto. Se ne rese conto il membro del C.L.N. veneto, prof. Mario Prevedello, in occasione a un incontro con Mirko e Katia, a Lorenzago nel Cadore, nel corso di una perlustrazione sperimentale condotta dai due col seguito del battaglione Friuli. Di Katia e Mirko doverosamente ho riconosciuto nel volume "L' ORS di PANI" il protagonismo, idealmente guidato da fini rivoluzionari di equità e giustizia. Comparvero sulla scena partigiana come un astro e furono per la Carnia motivo di risveglio da un mondo  e letargo  atavico.

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Partigiani rivoluzionari filostalinisti di primo piano Mirko e Katia non figurano rubricati nelle liste della resistenza. Stante la necessità di coprire le ragioni del loro assassinio i loro nomi furono sepolti nel silenzio con la premessa di diffuse menzogne. Raveo il paese di Katia nemmeno ha conservato la sua tomba in quel cimitero dove più volte, davanti alla stessa, sostai in silenzio. Conosco bene le sue vicende partigiane. Nel novembre 1944 Mirko con partigiani del Friuli rimasti al suo fianco, scese dalla valle di Pani ed attaccò il presidio cosacco di Raveo che fu costretto ad abbandonare il villaggio anche se poi vi fece ritorno. Katia, in base a testimonianza, appostata di vedetta su un' altura del paese, lanciava  grida minacciose di cui conservo nota  delle frasi pronunciate,  di incitamento a non avere scrupoli nell' azione in senso distruttivo, come se Raveo fosse un paese nemico. Katia odiava l' assieme delle decadenti concezioni paesane  di quel tempo odoranti di miserie ed di attriti   ed aveva dei risentimenti. Molti gli intrighi e gli odi che si erano sviluppati in paese. In realtà lei amava la Francia progressista, viveva di ardenti stimoli nazionalisti francesi guidata dai principi della lotta rivoluzionaria stalinista. Andava quindi ben oltre i limiti della resistenza  i cui motivi, quali amor patrio etc. ( mma quale amor patrio ?) erano per lei squallidi pensieri da monache di clausura...   Non ho mai detto e scritto queste cose, ma era tempo di dirle.



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