giovedì 13 agosto 2020









CARNIER  PIER ARRIGO


EXCURSUS DI VICENDE CULTURALI MIE PERSONALI  ED ALTRO

 Eravamo nell' anno 2010, un amico udinese, Bastianutti, mi informò che  a Villa Santina  in Carnia in una riunione di esponenti locali di competenze paesane e non paesane  culturali o meno, era stato posto all' oggetto il proposito di un riconoscimento culturale  per il  volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" di cui sono autore,  libro, che mi costò notevole impegno in anni difficili e che ,  per dati e contenuti, è l' opera riconosciuta più completa sull' argomento. Sui contenuti  del medesimo la Direzione RAI-TV. di Roma, con apposita equipe diretta da Sergio Tau, girò infatti  il film documentario COSSACKJA della durata di due ore. Il libro destò poi l' interesse, addirittura di Fred Zinnemann, il grande regista internazionale, quattro premi Oskar , che appositamente venne da Londra a Porcia di Pordenone per conoscermi e, come già scrissi più volte, finimmo per lavorare insieme sulla vicenda cosacca.
Detto questo torno a Villa Santina dove la decisione del menzionato riconoscimento venne ostacolata da alcuni elementi, una specie di preordinata congiura, guidata da un certo Giorgio  Ferigo di Comeglians, con l' appoggio di altri, un  certo Zanier  ed un Fabris da Ovaro. Stante il successo del libro che si era imposto su piano nazionale  evidenziando incontestabili verità e travolgendo  false versioni  sulla resistenza,  prudeva loro la pelle nell' intento  di negare  il riconoscimento.
Professionalmente impegnato  in quel di Venezia mancavo da oltre quindici anni dalla Carnia. Un  compaesano  dalle battute spiritose, Pietro Cecconi, più  anziano di me, incontrandomi   casualmente in quegli anni  mi disse testualmente  :""  Mi sembri una moneta fuori corso  !""
La riunione di Villa Santina  non deliberò il riconoscimento.
Allorchè  venni a conoscenza considerai la cosa di scarsa rilevanza nel senso che   il non  riconoscimento non era il risultato di un ente qualificato bensì di un assembramento eterogeneo. più o meno di tenore paesano. Ritenni comunque che vi  fosse di mezzo della pressione politica a tutela di interessi resistenziali da me non magnificati,  sebbene il libro, nel suo assieme, si manteneva e si mantiene  nel rigore del realismo storico..
Gli artefici della congiura sopramenzionati  sono tutti morti ad iniziare da G. Ferigo..autore di scritti locali, del  cui decesso appresi leggendo un periodico. Morì giovane. Anche lo Zanier ed il Fabris sono ormai deceduti. Il secondo era un ex fascistoide. Aveva fatto l' accademia fascista di Roma per poi, nel dopoguerra voltare gabbana e buttarsi a sinistra. Mi dimenticavo di dire che è scomparso per decesso  anche Pirina, venuto nel pordenonese  da Roma, che si era messo a scrivere accanitamente ed auto pubblicare vicende nostre resistenziali del nord. Infne recentissimamente è deceduto  a Roma, a 84 anni. Giampaolo Pansa giornalista e scrittore,  definito controcorrente,  che in realtà non mi piaceva per l' arroganza e l' assolutismo di concetti.
Il tempo passa inesorabilmente  e dopo tali decessi sull' orizzonte delle vicende carniche della seconda guerra e resistenziali sembra calato il silenzio, è cioè avvertibile una specie di distensione. Il mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" svetta ancora e vi sarà una prossima prevista riedizione su contratto già firmato con l' editore. Conterrà un indice di aggiornamenti ed avrà una nuova copertina Io vado per i 94 anni e, grazie alla salute e al Padre Eterno lavoro ancora...!!!
Pubblicai com' è noto altri  volumi : " Lo sterminio Mancato " e "Cosacchi contro partigiani".  " Lo sterminio mancato " mobilitò l' interesse della Suprema Corte di Giustizia di Israele che inviò una specifica missione guidata dal giudice Horowitz ad incontrarmi nella mia residenza di Porcia di Pordenone.
Di recente è uscito  "L' ORS di PANI. Storie e racconti della Carnia." volume che, non dovrei essere  io a dirlo in quanto autore, ha risvegliato vasto pubblico interesse nei carnici, friulani e cadorini andando  comunque ben oltre con  eco positiva su piano nazionale. La figura leggendaria dell' Ors, Antonio Zanella ed anzi il casato degli Zanella, un 'autentica saga per l' assieme di contenuti etici  e spunti epici, meritava una tale trattazione di ordine narrativo a sfondo storico  da me realizzata. Come ho già scritto da qualche parte sono ampiamente soddisfatto dei risultati del libro che ha aperto una profonda traccia di interesse, rimuovendo nei Carnici il senso storico di una propria grandiosità di montanari che si proietta scultorea e dominante come mai prima, con validi riscontri positivi, come già detto, su piano nazionale. Rilevante interesse ha destato il carattere anticonformista del volume che, da messaggi pervenutimi, dal punto mdi vista  narrativo, costituisce un caposaldo di inesplorate fascinose vicende della montagna carnica. Sento che  trattasi di lavoro che ha messo salde radici. Ufficialmente il volume è stato presentato in Udine, alla nota libreria Tarantola  ma vi sono altre presentazioni programmate che avranno luogo presso sedi di cultura. Di notevole rilevanza, fra le recensioni pubblicate, quella a firma della nota giornalista Elisabetta Burba su Panorama.
Alcune osservazioni in senso panoramico mi pare giusto esprimere.  La collocazione sul piano storico letterario del personaggio "Ors di Pani" cav. Antonio  Zanella  onora ed arricchisce la Carnia  dal punto di vista etico della tradizione che si proietta  ricca di particolarità   fascinose
 non del tutto ancora spiegate e sulle quali voglio tornare, in particolare sulla figura di Tommaso Zanella, detto "Ors de l' Amariana", padre di Antonio,  che incuteva rispetto, riverenza e quasi timore. Portava in testa  un cappello  di feltro nero  di   pregiata fattura che' gli adombrava lo sguardo. Tommaso fu  colui che prese ad acquistare  beni nella  meravigliosa valle di Pani. In  tempi di miseria nera pagava in contanti con monete d' oro ( napoleoni o marenghi) che  tirava fuori da una borsa in pelle nera lunga e stretta. La gente non credeva ai propri occhi, restava annichilita. Si chiedeva da dove potesse venire quell' uomo così ricco, di poche parole, sicuro di sè,  se dall' inferno o dal paradiso.
Le mie ricognizioni nelle valli   austriache, oltre  il Plockenpass in anni lontani, molto lontani. dove 
l' Ors de l' Amariana trafficava scendendo da casera Cercevesa lungo la val Valentina, i  miei dialoghi con  Gressel, vecchio ufficiale degli Honved  ( cavalleria austroungarica ungherese ),  che sposò una ricca carinziana con  proprietà di  malghe, boschi, ristoranti servirono a farmi conoscere  delle vicende dello Zanella che al Gressel erano note. Ci attardavamo a parlarne  nel suo Restaurant posto sulla strada oltre il Plockenpass, verso Mauthen-Koetschach . Vi si  aggiunsero  le confidenze avute in conversazioni  con Roner Stafler,  caro amico dell' Osttirol ,  pure  informato sull ' uomo  che scendeva a cavallo dalla Cercevesa. Altre sue vicende le ascoltai tra le montagne dell' Austria da vecchi trafficanti austriaci.  Gli stessi  mi fecero comprendere, con un linguaggio piuttosto allusivo,  chi era lo Zanella Tommaso   "Ors", l' uomo  venuto dal monte dalle  spioventi  pale erbose accarezzate dal vento, l' Amariana, attorno alla cui vetta roteano i falchi col  il loro fischio leggermente stridulo e  minaccioso.  Forse sono il solo ed unico testimone a conoscere chi era veramente  Tommaso   Zanella, ed  ovviamente  mi  riservo di parlare.
C'è infine un ' osservazione che non posso tralasciare.  Allorchè  il mio valido noto editore Mursia dette notizia dell' imminente uscita del volume "L' ORS di PANI" ed io stesso, ovviamente ,  mi adoperai nel diffonderla accadde che, nei comuni carnici legali al territorio della valle di Pani, quali Enemonzo, Socchieve, Raveo, Preone, taluni elementi, svegliatisi da un lungo letargo , associandosi ritennero parallelamente direi di plagiarla onde trarre comodo profitto.  In fretta rabberciarono infatti localmente  una pubblicazione locale dal titolo Antonio (Toni) Zanella "Ors di Pani"  che, senza paternità editoriale fu stampata da una tipografia trevigiana e quindi   diffusa, non ufficialmente  tramite  librerie,  ma per vie  traverse  paesane. Questo accadde in Carnia .In definitiva, senza girarvi attorno, vollero, in violazione di  principi,  far propria, plagiare l' idea e la mia iniziativa.  Carnici , non tutti certamente !!! Bene li definì nei loro  atteggiamenti indefinibili,  tra il certo e l'incerto lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso in  un opuscolo degli anni cinquanta dal titolo "Carnia che lavora". In pratica si ripetè ciò che accadde quando il grande editore svizzero De Vecchi, con sede a Milano, pubblicò nel 1965 il mio volume "L' Armata Cosacca in Italia 1944-1945" con due brillati edizioni iniziali, n delle quali in veste di lusso. Poco dopo Sgorlon e Magris, seguirono  la  mia iniziativa trattando anch' essi la vicenda cosacca. Sgorlon fu però onesto e in un' ampia recensione,pubblicata sul noto quotidiano Il Piccolo di Trieste riconobbe paternità e validità di contenuti al mio lavoro. In anni recenti, come già ebbi ad osservare  le  pubblicazioni sulla vicenda cosacca sono nate come i funghi, un' inflazione  che ha deteriorato il livello dei contenuti.
Tornando a "L' ORS di PANI", il mio libro, mi auguravo che,  per un minimo rispetto  verso il sottoscritto che,  per decenni, ha pubblicato  periodicamente vasti scritti sulla figura dello Zanella  "Ors di Pani" edificandone l'  immagine sul piano letterario e realizzando infine il libro,  i delegati pubblici alla cultura dell'  amministrazione regionale, quelli perlomeno dei   comuni già menzionati collegati al territorio della  valle di Pani regno dello Zanella  "Ors",  si prendessero l' iniziativa di presentazione del  mio volume favorendo  un dibattito di interesse culturale.. Ma nemmeno questo, si è verificato. Prescindendo da tale aridità culturale molti i messaggi positivi e le lettere di approvazione  del libro  giuntemi,  invece,  spontaneamente dai carnici  e non solo.

15 agosto 2020                                                CARNIER   PIER ARRIGO

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