COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI ED A QUANTI SI INTERESSANO A VICENDE STORICHE
TORNO SULLA VICENDA DI MIRKO
E KATIA
CRESCENTE INTERESSE SULLA VICENDA
Vivo interesse, come risulta dal grafico
del sito e come da telefonate pervenutemi da parte di interessati, a
conoscere la verità sul comandante partigiano sloveno Mirko e sulla compagna
ed amante Katia, partigiani comunisti filostalinisti nelle file
della Garibaldi-Carnia che, a fine estate 1944, aveva perduto l’iniziale
mordente rivoluzionario. Dopo il crollo della resistenza provocato dai grandi
rastrellamenti tedeschi, Mirko accusò duramente il vertice di comando
criticando la strategia della gestione (subordinata peraltro a
pressioni reazionarie esterne). Destituito, per tali accuse, dal comando
di battaglione , mentre la Garibaldi-Carnia in sfacelo era ridotta a un
branco di superstiti, Mirko assieme a Katia scelse l’isolamento
rifugiandosi nella valle di Pani, dov’ebbe sostegno assistenziale dal
leggendario patriarca Antonio Zanella (Ors di Pani), restando collegato
all’infiltrato sovietico Cernikow. Quest’ultimo, nell’inverno, fece loro
un’ultima visita ma sul periodo dell’ insediamento nella valle, con spostamento
da un primo rifugio costruito in legno ad un secondo posto su un alto crinale,
vi sono notizie a me note stante la mia stretta amicizia e reciproca stima con
lo Zanella, ucciso da un pastore assieme alla figlia Maria nella notte sul 5
marzo 1955, duplice assassinio di cui io stesso fui allora testimone assieme a
un giovane valligiano. A tal riguardo vi fu poi un noto processo nel quale
fui chiamato a comparire come primo testimone.
Fu in quel secondo rifugio da camosci
che, all’alba della liberazione, giunsero due sicari ( T. e B,) ad
assassinare i due ardenti comunisti filostalinisti, Mirko Katia, che
avevano preannunciato di rendere pubbliche temibili prove degradanti la
condotta della Resistenza (Katia era incinta di alcuni mesi e, secondo
risultanze, nel ricupero del cadavere fu trovata in posizione di subita
violenza…). Da loro lato i mandanti, uno dei quali ex ufficiale del regio
esercito, diffusero la falsa notizia che Mirko era stato richiamato in
Iugoslavia, autentica balla da me accertata con verifiche presso le competenti
sedi dell’eredità resistenziale iugoslava dove nulla si sapeva
sulla presenza di Arko Mirko in Carnia nell’attività partigiana.
23
maggio 2014
PIER
ARRIGO CARNIER
PIER
ARRIGO CARNIER
Mi fa molto piacere del costante e forte interesse alle notizie da me date su Arko Mirko "Mirko" di cui sono tutt'ora procuratore "Post mortem" nominato nella Federativa Iugoslava dai congiunti con l'assenso di alte personalità della resistenza iugoslava per accertare la verità sull'assassinio del medesimo e quant'altro attinente ed ovviamente di "Katia", Gisella Bonanni, due autentici partigiani, lo dico sotto il profilo storico, di assoluta incrollabile fede stalinista. Ho dei cari oreziosi unici documenti su entrambi. Parlerò ancora di loro ed anche di altri stalinisti, Diego, Cernikow...! PIER ARRIGO CARNIER 14.10.2014
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RispondiEliminaProprio oggi mi sono giunte notizie dalla Jugoslavia sul vasto interesse sollevato nell’ambiente culturale dai miei scritti su Mirko “Arko Mirko”, il capo partigiano filostalinista che, affiancato dalla compagna Katia (Gisella Bonanni) comandò nel 1944 in Carnia, una formazione comunista collegato con l’infiltrato sovietico Cernikow. Avevo parlato di questa vicenda, nel dopoguerra, col ministro della Federativa Iugoslava Edward Kardeli, l’uomo dopo Tito fondatore del comunismo iugoslavo, in un incontro a Lubiana fissato per trattare la vicenda Porzus, Kardelj , riguardo il caso Mirko rafforzò la mia tesi evidenziando il disegno di Stalin, a cui l’infiltrato Cernikow e quindi Mirko erano legati nell’espansione col comunismo. Questa è storia e non chiacchiere. Su Mirko e Katia vi sono essenziali rivelazioni in uno dei miei due nuovi libri in fase di edizione presso l’editore, che travolgerà pietose invenzioni ambientali…
18 ottobre 2014
Rileggendo oggi, 7 gennaio 2020 il mio post su Mirko e Katia con aggiunti successivi commenti riconfermo le mia affermazioni. Come già detto scritto su Mirko e Katia ho ferma una specifica monografia che a tempo debito sarà pubblicata. Provo sollievo morale nel rendermi conto che, solo grazie al mio impegno, le figure rivoluzionarie di Mirko e Katia entreranno nella storia. Mi fanno invece pietà le banderuole dei carnici, dei pennaioli carnici compresi i parroci di paese, un mondo flemmatico senza scosse creative amanti del tacere. Mirko fu una forza di rimozione, nel bene e nel male, comunque animato da un ideale di giustizia sociale. Non posso non aggiungere la mia condanna del riprovevole comportamento ambientale (RAVEO) che non si è opposta alla rimozione della tomba dell' Ors di Pani e figlia che andava rispettata e quindi conservata e così ugualmente quella di Katia (Gisella Bonanni) audace partigiana, la cui conservazione era protetta da una norma di legge.
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