COMUNICATO
COMMISSARIO
“GUERRA” E COMANDANTE “GRIFO”
DIVISIONE GARIBALDI-CARNIA
Mi sono giunte delle telefonate interlocutorie da fonti diverse motivate da una certa diatriba, relativamente
a lontane vicende della guerra
partigiana, scaturita da festeggiamenti tenuti a Cussignacco nel Friuli, in
onore a scomparse figure resistenziali locali che agirono in Carnia e in
parte con riferimento al comandante partigiano Grifo (Andrea Pellizzari), cittadino
di Socchieve, caduto il 2 marzo 1945
a località “Tolvis” sulle montagne della destra alta val
Tagliamento, sotto un attacco di sorpresa
condotto dai cosacchi su segnalazione e da me ricordato a pagg. 96,97 del
volume “L’Armata Cosacca In Italia 1944-1945” . Mi è stato chiesto se, a guidare fisicamente
quell’attacco, risulti vi sia stato un delatore e si fa il nome di Foschiani Mario “Guerra”, commissario della
Garibaldi, caduto due giorni prima prigioniero dei cosacchi.
Ritengo che l’argomento, in
relazione alle interlocuzioni postemi, meriti da parte mia delle precisazioni.
Foschiani Mario, (1=Nota)commissario
della Garibaldi-Carnia, succeduto al
commissario Gracco, dopo la morte di
questi avvenuta il 14 dicembre 1944
in un’azione condotta dai caucasici ìn val Pesarina, fu
arrestato dai cosacchi del Terek, il 28 febbraio 1945, a località “Chiandalis”
nell’alta val Tagliamento in Carnia, in
base a una segnalazione segreta come asserito nel già citato mio volume.
Trascinato a fondovalle il
Foschiani, incatenato e collocato su una carretta cosacca trainata da due
cavalli, fu portato in giro per la
Carnia , ed esibito a scopo deterrente come importante capo partigiano
catturato, naturalmente destinato a morte. Sta di fatto che, sulla piazza del mio paese,
lo vidi anch’io e lo osservai da vicino. Ne sono quindi testimone a tutti gli
effetti. Stava rincantucciato sulla
carretta, abiti logori e in condizioni fisiche da fare pietà tant’è che pareva nemmeno respirasse. Era il 2 marzo 1945.
Terminato il giro di esibizione in vari presidi il Foschiani venne incarcerato
a Tolmezzo, poi trasferito ad Udine nelle carceri di via Spalato e quindi processato
e fucilato, assieme a diversi altri partigiani
taluni dei quali di mia personale conoscenza, con un’esecuzione plateale
su sentenza del supremo commissario dott
Friedrich Rainer il 9 aprile 1945,
notizia che già detti in varie altre circostanze.
Ed ora vengo al punto. Il 2 marzo 1945 il Foschiani, come
sopraprecisato, stava esattamente disteso su una carretta cosacca nella piazza del
mio paese dove rimase per alcune ore. Era in condizioni fisiche da non potersi
reggere in piedi. Escludo quindi categoricamente che possa essere stato lui, in
quello stesso giorno, alcune ore prima, a fare fisicamente da guida, come
traditore in quanto capo partigiano prigioniero, ai cosacchi che agirono con un attacco di sorpresa sul
costone del casolare “Tolvis” dove il comandante Grifo, capo di Stato maggiore
della “Garibaldi-Carnia” e comandante del battaglione “Carnia", dopo una prima
reazione, cadde colpito. a morte. Ancora negli anni sessanta (1960) nei
frequenti contatti che io ebbi a Socchieve con la sorella del Pellizzari Andrea,
Battistina, col fratello Osvaldo, che allora lavorava a Torino, col Parroco del
luogo Don Pietro Del Medico e vari altri
cittadini, mai risultò che, a guidare i cosacchi nell’attacco su “Tolvis”, vi
sia stato fisicamente un capo partigiano
e più precisamente Foschiani Mario. Certamente
sottoposto ad interrogatorio può darsi che, sotto dure minacce, egli possa aver
rilasciato qualche informazione ma la
notizia che il medesimo fece da
guida in quella specifica azione non sta
in piedi e va ritenuta assolutamente priva di ogni fondamento.
Le menzionate azioni cosacche
facevano parte di un programma più vasto predisposto contro i partigiani. Come scrissi, a pagg. 97-98 de “L’Armata...”, quale
testimone del tempo e sulla base di fonti informative tedesche. Si era
iniziata con queste azioni l’offensiva di primavera, con vari attacchi cosacchi
e caucasici ai punti di svernamento dei pochi nuclei partigiani superstiti,
comprese delle azioni tedesche, come infatti avvenne, il 3
marzo 1945, da parte di una grossa formazione di Karstäger che, dopo aver pernottato nel
villaggio di Muina, si diresse sul monte Avedrugno con l’obiettivo di cogliere di
sorpresa dei partigiani asseragliati nella malga omonima, che però era già stata evaquata. Sulla stessa vennero lanciate delle bombe che provocarono un incendio con conseguente distruzione . I presidi di tutto tutto il Kosakenland avevano ricevuto ordini
precisi. L’offensiva faceva affidamento sull’azione di sorpresa da condursi possibilmente
prima dell’alba. Una primavera di sangue ( Krovàvaja vesna), dissero i cosacchi,
poiché con essa si dovevano raggiungere
ed annientare le ultime resistenze partigiane nei più remoti rifugi montani “
Le azioni successive
continuarono pertanto ad articolarsi sulle alture e sui monti, col favore di
delatori e di spie e con lo stratagemma di ostaggi.
Da parte tedesca la
localizzazioni dei luoghi da raggiungere e colpire, sulla base di informazioni e anche delazioni,
(lettere anonime di segnalazione pervenivano in abbondanza all’Alto comando SS. e di
Polizia di Trieste) venne identificata mediante preventiva ricognizione aerea,
tramite una “Cicogna” che sorvolò, a più
riprese, la zona Carnia. (Testimonianza SS. Sturmbannführer-Capo di Stato
maggiore Ernst. Lerch – Alto comando
tedesco SS. e di Polizia di Trieste).
05 ottobre 2015
PIER ARRIGO CARNIER
(1=Nota)= Mario Foschiani, commissario della
Garibaldi-Carnia, già combattente antifranchista, risultava condannato a
quattordici anni di carcere politico dal regime fascista.
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