COMUNICATO
Agli
amici italiani, austriaci, tedeschi, cechi e boemi, sloveni, bosniaci, ai molti
amici cosacchi della Federazione Russa e dell’Ucraina ed alle rispettive Associazioni comprese quelle esistenti
in Europa, Inghilterra, Canada, Stati Uniti. Riporto qui l’articolo
diffuso ieri, 8 novembre 2015, dal quotidiano Il Gazzettino sotto il titolo seguente:
La tragedia dei cosacchi
70 anni dopo il massacro
Solenni
celebrazioni in Carinzia, dove truppe e civili collaborazionisti fuggirono dalla
Carnia nel 1945. La consegna a Stalin e il suicidio di massa nella Drava.
La
tragica epopea dei cosacchi in Friuli e corinzia settant’anni dopo. Splendida
celebrazione, il 1° giugno 2015, al dilà di ogni aspettativa, vissuta con viva
partecipazione dagli austriaci. Numerose le rappresentanze di organizzazioni in
uniforme cosacca giunte dalla Russia, formate in prevalenza da giovani delle
nuove generazioni che si dichiarano eredi delle memorie del passato.
La
commemorazione prese inizio a località
Tristach, a nord ovest di Lienz, nell’area del monumento dedicato
all’emblematica figura del generale tedesco Helmut von Pannwiz, comandante del 15°Corpo di cavalleria
cosacca, giustiziato a Mosca nel 1947
assieme a generali ed alti ufficiali cosacchi su sentenza della Corte
Marziale del Tribunale Supremo dell’Urss.
La
seconda parte si è svolta alla periferia sud di Lienz, a località “Peggetz”nel
cimitero cosacco dove, su un’area affiancata a lato sud, è stata felicemente realizzata su delibera
dell’autorità austriaca e grazie a generose offerte finanziarie, una cappella
commemorativa in stile russo ortodosso La funzione religiosa celebrativa ed
inaugurale della cappella è stata solennemente officiata dall’arcivescovo russo
ortodosso di Ginevra, Michael Donskoff, figura sacerdotale di grande riverenza
e rispetto. Numerosi i cittadini russi congiunti di emigrati in conseguenza
delle due guerre mondiali, convenuti alla commemorazione da tutto il mondo.
Presenti varie autorità tra cui il Bürgermeister e il Vice Bürgermeister della città di Lienz,
gli esponenti di massimo livello della “Schwarze Kreuze” (Croce Nera) austriaca
addetta alle onoranze dei caduti in guerra, alle cui cure è sottoposto anche il
cimitero cosacco di “Peggetz,”.Presenti inoltre varie rappresentanze cuturali
fra cui la dott.ssa Andrea Anastasija Sabdhacgwìerin rappresentante ufficiale del “Suworow
Institut für Österreichisch-Russischen Dialogs”.
MASSA DISPERATA.
Si
calcola che furono
centomila le persone
in fuga oltre le Alpi
Le
vittime cosacche dovute alla violenza della
forzata consegna ai sovietici nell’alta Drava del 1 giugno 1945, da parte dei vincitori britannici, accertate
su prove certe, furono circa 700,
inumate in fosse comuni nel menzionato cimitero, a cui si aggiungono altre,
oltre 600 che, in circostanze di panico,
causato negli accampamenti dall’ordine perentorio britannico della consegna ai
sovietici, perirono per annegamento in un suicidio collettivo gettandosi nel
fiume Drava, allora in piena e finirono
in fosse disperse. Al dilà di questo la tragedia assume, in senso celebrativo
un ben più ampio significato, evocando inevitabilmente, nel suo assunto, l’olocausto
delle vittime concentrate nei lager penali siberiani per effetto della
menzionata consegna all’Unione Sovietica, da parte degli alleati
anglo-americani, battezzata in codice “Operation Keelhaul”. Sulla base di
fondati accertamenti la massa ivi concentrata, falcidiata in gran parte da
malattie, fame ed esecuzioni, ammontava
a 2 milioni 272mila cittadini, dei quali un milione e mezzo costituito da ex
militari inquadrati in varie organizzazioni a fianco dei tedeschi e, per il
resto da
profughi o cittadini russi utilizzati coattivamente dai tedeschi nelle
varie attività di produzione bellica
nonchè da civili al seguito delle truppe.
Accertamenti
storici, frutto di mie indagini e testimonianze, mi hanno consentito di
affermare, come già ebbi a riferire in un mio articolo in due puntate,
pubblicato da cod. quotidiano nelle date del 17.01 e 24.01. 2009 che, la massa
dei collaborazionisti in ritirata a fine aprile-inizi maggio 1945, cosacchi,
ucraini e caucasici, insediati a
presidio nell’Adriatisches Küstenland, nel territorio ribattezzato “Cossackja”,
ingrossata da altre forze collaborazioniste
provenienti in ritirata dal
Piemonte, Lombardia, Oltrepò Pavese, Emilia, ammontava a 100mila unità. Tali
forze confluirono in ritirata nell’ Austria superando nella maggioranza il
Ploeckenpass (Monte Croce) e, in altra parte, il Grasfeld ( Pramollo).
8 ottobre 2015
PIER ARRIGO CARNIER
Seguiranno le foto, tratte el mio archivio privato, di
cui al momento cito le didascalie
1- Ritirata cosacca verso l’Austria, lungo la valle del But in
Carnia, 2 maggio 1945.
2- Cosacchi negli accampamenti della
Drava, arresisi ai britannici e sotto controllo dei medesimi, prima della
forzata consegna ai sovietici - maggio 1945 .
3-Generale cosacco Nikolai Paulovic
Voronin che, al comando della 1° Brigata del Don fu nell’Adriatisches
Küstenland. nel 1944-1945.dascalieè
4-Primo contatto delle avanguardie
scozzesi, della divisione britannica “Battle Ax”, con elementi cosacchi del
generale Domanow, acquartierato all’Hotel “Banhof” di Mauthen- Koetschach, e la
popazione austriaca il 7 maggio 1945.
5-Da sinistra a destra : l’autore
Carnier Pier Arrigo assieme a un atamano
del don alla recente cerimonia della Drava.