giovedì 10 dicembre 2015

LE DONNE CARNICHE RESPONSABILI E GUIDA SUPERIORI ALL’UOMO E LE DONNE COSACCHE DEL GREBEGN “ …più forti, più intelligenti, più progredite e più belle dei cosacchi”


Forte, imprevedibile ed  inatteso consenso ha ottenuto il mio post del 6 corr. “LA GERLA, MEZZO DI TRASPORTO A SPALLE NELLA REALTA’ STORICA ELLA DONNE CARNICHE”, soprattutto attraverso il sito Blogger che spazia su vaste amicizie internazionali in Francia, Germania, Austria, Slovenia, Bosnia, Ucraina, Federazione Russa,  Stati Uniti,  delineando l’immagine e l’inviolabile dignità della donna carnica e, in  ogni caso, il  senso più profondo, della donna. Non mi aspettavo, dal mio post, una tale  risonanza ispirata dalla foto di cinque valligiane carniche con la gerla, anni trenta, resa pubblica, via Internet, dal Gruppo “ Ricordi  di un tempo che fu” di Forni.

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Oggi  le condizioni sociali della Carnia sono cambiate per cui ritengo che la gerla , come strumento di trasporto a spalle, rappresenti ormai solo un ricordo mentre  la situazione economica, rispetto all’epoca dei miei riferimenti, è precipitata in senso profondamente  negativo, a seguito della  disastrosa crisi italiana,  per cui ritengo che i  valori e le capacità guida e risolutive superiori all’uomo della donna carnica  sussistano più che mai preziose ed attuali.(Nota n.1)
Nel corso della mia esistenza, nel dopo seconda guerra, per varie ragioni, mi fu dato di conoscere  comportamenti e modi di vivere di varie comunità, tra le quali quelle serbe, croate, bosniache, slovacche,  ungheresi, ucraine, russe con aspetti spesso sorprendenti, ma non posso tralasciare di riferire una situazione circostanziata che, in certo senso, collima nei punti essenziali con quanto da me dichiarato sulla donna carnica. Scrisse infatti Leone Tolstoj, il grande scrittore russo, nel suo libro “ I COSACCHI”, precisando che gli stessi trascuravano le faccende domestiche ed il lavoro dei campi, dedicandosi solo alla guerra e per il resto oziavano, lasciando che al  lavoro agreste, alle faccende e all’ordine della casa vi pensasse e provvedesse la donna, per cui la stessa assunse autorità e potere. Scrisse effettivamente Tolstoj,  riferendosi ai cosacchi del Grèbegn: Il cosacco che in presenza di estranei stima contrario alle convenzioni parlare in tono affettuoso, o così per ozio, con la sua donna, involontariamente ha il senso della superiorità di lei, quando ci rimane solo a faccia a faccia. Tutta la casa, tutto il capitale, tutta l’azienda sono roba che lei ha messo insieme, che si regge esclusivamente grazie alle sue fatiche e alle sue premure.
Per quanto egli sia fermamente convinto  che il lavoro sia vergognoso per un cosacco, e convenga soltanto a un bracciante tartaro o a una donna, confusamente egli sente che tutto ciò di cui si giova, e che chiama suo, è un prodotto di codesto lavoro, e che la donna (sia la madre o la moglie) da lui considerata una sua sguattera, ha la facoltà di privarlo di tutto ciò di cui si giova. Inoltre, l’incessante, duro lavoro da uomo e tutte le preoccupazioni scaricate addosso a lei hanno finito col dare alla donna del Grebegn un carattere singolarmente indipendente e virile, e hanno sorprendentemente sviluppato in lei la forza fisica, il buon senso, la risolutezza e la tenacia. Le donne, per la maggior parte, sono più forti e più intelligenti e più progredite e più belle dei cosacchi.


9 dicembre 2015

PIER ARRIGO CARNIER


Nota n.1
Meriterebbe la donna carnica, trattandosi di delicato argomento sociale, come introduttivamente accennato nel mio post del 6 corr., un’accurata trattazione così come altri aspetti di carattere economico e patrimoniale della Carnia, uno dei quali i patrimoni silvo-pastorali ad uso civico ed allodiale, diversi l’uno dall’altro nella loro proiezione sotto l profilo di diritto,  di cui ritengo  di essere esperto.



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