COMUNICATO
In riferimento alla mia risposta data al messaggio
sottoriportato, apparso sul mio sito Facebook in calce al post dal titolo
" 5 Marzo 1955 - NOTTE DI NEVE E DI SANGUE SULLE MONTAGNE DELLA CARNIA,
ritengo che la stessa, data l'importanza dell'argomento, meriti una
pubblicazione autonoma a sè stante.
MESSAGGIO RICEVUTO
AUGUSTO GIORDANO. Sono rimasto disgustato dal comportamento
inglese verso i prigionieri cosacchi consegnati a sicura morte al dittatore
Stalin che li uccise! RAI STORIA, canale 54 di oggi 21 aprile 2016. Convenzione
di Ginevra verso i prigionieri violata?
RISPOSTA
Non ho trovato
riscontro, sul programma RAI STORIA - CANALE 54 del 21 aprile u.s, alla
trattazione del caso accennata da AUGUSTO GIORDANO, che non conosco, ma farò
ulteriori ricerche riservandomi, eventualmente, di riprendere l'argomento. Come
riferito a pag. 219 del mio volume “L’ Armata Cosacca in Italia 1944-1945” la messa in esecuzione
della forzata consegna, agli inizi di giugno 1945, appare cinicamente aggravata
dal tentativo anestetizzante usato dai britannici per raggiungere l’esecuzione,
con metodi inusuali e falsi preamboli, più volte da me rilevati con vari
articoli sulla stampa. Per l’Armata cosacca e le Brigata nord Kaukasus
(Freiwilligen Brigade Nord Kaukasus), venne evitata, alla loro resa sulla
Drava, le stesura dell' atto ufficiale ed allo scopo di nascondere il
verdetto della consegna, furono fatte vagheggianti promesse di protezione per
cui nella massa, che si considerava prigioniera di Sua Maestà britannica, si
stabilì quasi un senso di distensione. Addirittura la fanfara cosacca si
esibiva sulla piazza di Lienz con la presenza dello Stato Maggiore britannico.
Sotto il profilo storico non si può tuttavia nascondere che, stante la
posizione di potere dell’alleato Stalin, il tentativo presumibilmente
affrontato di evitare la consegna fu sicuramente, per Churcill e Roosevelt un
grosso problema, considerata la posizione di forza assunta dal dittatore
del Kremlino nei confronti della Germania, che intendeva spogliare delle più
importanti strutture industriali. Essendo stato, io sottoscritto, uno dei primi a raggiungere la Drava dopo la tragedia della
forzata consegna mi fu possibile raccogliere preziose testimonianze per quanto
concerne i fatti e, in questo senso, ebbi l’appoggio dell’allora Bürgermeister
(Sindaco) di Lienz, che convocò a deporre presso l'Amtgemeinde (Casa
municipale), i cosacchi superstiti alloggiati alla periferia sud della città nelle baracche del lager “Peggetz”. L'atamano generale del Kuban
Viaceslav Naumenko, personalità cosacca di grande rilievo, sapeva della mia
dedizione alla causa della tragedia cosacca della Drava e del mio patrimonio
testimoniale. Il medesimo, arresosi a fine guerra in Baviera agli americani che evitarono per motivate ragion la sua consegna ai sovietici, rese poi preziose testimonianze con una sua deposizione al Senato
americano. Nel dopoguerra allorchè giunse dagli
U.S.A. a visitare i luoghi della famigerata consegna sulla Drava, Naumenko mi volle al
suo fianco perchè sapeva che io sapevo....Da parte britannica l’ operazione
consegna a livello decisionale e nella
responsabilità esecutiva, ebbe un suo retroscena di intrighi che, stanti le mie
conoscenze ad alto livello, mi fu possibile conoscere e che tralascio di
accennare trattandosi di materia estremamente delicata. La forzata consegna, in
base ad esaustive valutazioni, resta decisamente un atto adombrato che non può
trovare attenuanti ed il lamento di coloro che pagarono con la morte dovuta
alla violenza dell’ esecuzione negli accampamenti, al suicidio collettivo per
annegamento nella Drava dovuto al panico provocato dall' ordine della consegna ed alla conseguente deportazione sui
tetri vagoni piombati destinati ai lager penali della Siberia, che significò
ugualmente morte, sembra aleggiare in quella meravigliosa valle. Negli infiniti
incontri coi cosacchi alle commemorazioni della tragedia, dove spesso i ricordi
costituivano motivo di lacrime sui volti provati dei superstiti, mi ha lasciato
un solco di partecipata sofferenza nell'animo e, credetemi, allorchè mi
sovviene il ricordo della ritirata, della quale fui testimone: quell'immagine
cupa della massa, il sordo rumore dei passi e degli zoccoli dei cavalli, con
cigolio di carrette sotto pioggia e
neve...devo sforzarmi per trattenere
l'emozione. 23 aprile 2016.
PIER ARRIGO CARNIER
POST SCRIPTUM
Sciogliendo la
riserva formulata introduttivamente circa un possibile filmato di RAI STORIA –
Canale 54, in
cui fosse stata trattata la consegna dei cosacchi ai sovietici, da un’accurata
verifica nulla è risultato in tal senso. Sono emersi solamente, in riferimento
ai collaborazionisti russi affiancati ai tedeschi, degli spezzoni di un filmato
tedesco rintracciato negli archivi sovietici concernente delle forze collaborazioniste dell’Armata russa di liberazione ( Russkaja
Osvododietelnaja Armia ) organizzata dai tedeschi al cui comando fu posto il
generale Andrei Andreevic Wlassow. Mi permetto di osservare che, a tal
riguardo, si riferiscono piuttosto dati generici e carenti rispetto al notevole materiale storico di cui dispongo e all'ampia mia conoscenza dell'evento.
A suo tempo, nel dopoguerra, potei conoscere all'estero l’ex ufficiale tedesco Strik Strikfeldt delegato, assieme ad altro ufficiale che si chiamava Renne, a mettere in piedi lo “Stato Maggiore”della menzionata Russkaja Armia per cui ebbi dal medesimo chiare precisazioni sul come, nonostante la riluttanza di Hitler, l'operazione di dar vita ad un esercito di collaborazionisti russi ed altre forze dell'Est venne avviata da una coalizione di alti ufficiali tedeschi. Potei conoscere inoltre, sempre all'estero, anche l’ex compagna che i tedeschi avevano affiancato al generale Wlassow ( il quale aveva comunque moglie nell’URSS): si trattava della boema Adelaide Bielenberg, donna distinta e molto attraente, vedova di un ufficiale SS. dalla quale ottenni preziose informazioni e delicate confidenze. L’ argomento Wlassow, non ha comunque alcunché da vedere coi cosacchi che presidiarono nel 1944-1945 la “Cossackja” (territorio del Friuli, Carnia e Goriziano) e tantomeno con il 15° Corpo di cavalleria cosacca, comandato dal generale Helmut von Pannwitz che operò, nel periodo, nel 1943-1945 nei Balcani, riguardo il quale tengo, su regolare nomina, l' incarico di delegato ufficiale per la storia. Nel linguaggio di RAI-STORIA in riferimento al filmato tedesco rinvenuto negli archivi sovietici si asserisce che il medesimo “ mostra in maniera idilliaca, al limite del grottesco, le condizioni di vita dei collaborazionisti russi in Germania”. Il filmato mostra anche una visita ad un comando del ministro tedesco per la propaganda e l’informazione Goebbels”.Il tenore del linguaggio usato da RAI STORIA appare decisamente scarno e direi denigratorio. Le cose in realtà stavano diversamente. Sul grave capitolo della consegna forzata ai sovietici, da parte alleata, vi è solo uno squallido accenno mentre si tratta di argomento che meritava e merita, dal punto di vista storico, un'accurata trattazione oggettiva trattandosi di operazione, dagli incresciosi dettagli, concernente il tragico oscuro destino oltre due milioni di esseri umani, tra prigionieri ex militari delle varie organizzazioni e profughi russi adibiti dai tedeschi a lavoro coatto, finiti nei lager penali sovietici, falcidiati in prevalenza da morte per denutrizione, malattie ed anche esecuzioni...
A suo tempo, nel dopoguerra, potei conoscere all'estero l’ex ufficiale tedesco Strik Strikfeldt delegato, assieme ad altro ufficiale che si chiamava Renne, a mettere in piedi lo “Stato Maggiore”della menzionata Russkaja Armia per cui ebbi dal medesimo chiare precisazioni sul come, nonostante la riluttanza di Hitler, l'operazione di dar vita ad un esercito di collaborazionisti russi ed altre forze dell'Est venne avviata da una coalizione di alti ufficiali tedeschi. Potei conoscere inoltre, sempre all'estero, anche l’ex compagna che i tedeschi avevano affiancato al generale Wlassow ( il quale aveva comunque moglie nell’URSS): si trattava della boema Adelaide Bielenberg, donna distinta e molto attraente, vedova di un ufficiale SS. dalla quale ottenni preziose informazioni e delicate confidenze. L’ argomento Wlassow, non ha comunque alcunché da vedere coi cosacchi che presidiarono nel 1944-1945 la “Cossackja” (territorio del Friuli, Carnia e Goriziano) e tantomeno con il 15° Corpo di cavalleria cosacca, comandato dal generale Helmut von Pannwitz che operò, nel periodo, nel 1943-1945 nei Balcani, riguardo il quale tengo, su regolare nomina, l' incarico di delegato ufficiale per la storia. Nel linguaggio di RAI-STORIA in riferimento al filmato tedesco rinvenuto negli archivi sovietici si asserisce che il medesimo “ mostra in maniera idilliaca, al limite del grottesco, le condizioni di vita dei collaborazionisti russi in Germania”. Il filmato mostra anche una visita ad un comando del ministro tedesco per la propaganda e l’informazione Goebbels”.Il tenore del linguaggio usato da RAI STORIA appare decisamente scarno e direi denigratorio. Le cose in realtà stavano diversamente. Sul grave capitolo della consegna forzata ai sovietici, da parte alleata, vi è solo uno squallido accenno mentre si tratta di argomento che meritava e merita, dal punto di vista storico, un'accurata trattazione oggettiva trattandosi di operazione, dagli incresciosi dettagli, concernente il tragico oscuro destino oltre due milioni di esseri umani, tra prigionieri ex militari delle varie organizzazioni e profughi russi adibiti dai tedeschi a lavoro coatto, finiti nei lager penali sovietici, falcidiati in prevalenza da morte per denutrizione, malattie ed anche esecuzioni...
PIER ARRIGO CARNIER