Facendo clich sulla scritta soprariportata esce il video della doppia sestina Maria Luggau che può essere quindi ascoltato.
Pier Arrigo Carnier. Ho ascoltato Maria Luggau dal video di Hugo Grünwalder e sinceramente mi sono commosso per gli indimenticabili ricordi che conservo di questo luogo e del Santuario. Care amate, adorate mie montagne austriache siete e rimanete le mie montagne.....
16 marzo 2016.
Pier Arrigo Carnier Ho riascoltato oggi il meraviglioso inno dedicato a Maria Luggau dalle delicate modulazioni che toccano l’animo. Non posso non ricordare che, fra i ricordi custoditi ed esposti all’ interno della basilica, che ha più di 500 anni, e da me visti in anni lontani, c’era un ringraziamento incorniciato, per grazia ricevuta, da parte di un carnico di "Ludario" (frazione di Rigolato). Ma soprattutto ricordo che anziani austriaci di Sankt Lorenzen nella valle del Lesach, dove si trova il santuario meta di pellegrinaggi di varia provenienza, in parte anche dall’Oberkrein (Slovenia), mi raccontavano di un fatto miracoloso accaduto a donne carniche. Le stesse, venute da lontano, dopo aver pregato nella basilica e ripreso il cammino di ritorno s’imbatterono in una bufera di neve che durò a lungo e stremate, con le gambe gonfie per la fatica nel fendimento della coltre gelida della neve, invocarono Maria Luggau e, si dice, videro davanti a loro la neve sciogliersi sul cammino…
Care adorate montagne dell’Austria e della Lesachtal non vi posso dimenticare. Nell'Austria, nelle sue montagne, io ho sempre avvertito una profonda materna attrazione...
Care adorate montagne dell’Austria e della Lesachtal non vi posso dimenticare. Nell'Austria, nelle sue montagne, io ho sempre avvertito una profonda materna attrazione...
Pier Arrigo Carnier Torno brevemente sulle montagne austriache, più esattamente della Carinzia per esprimere alcuni pensieri non detti che riemergono nella mia memoria.
Sì, quelle montagne mi erano familiari e tali rimangono ed è come fossi nato in quei luoghi e la mia terra madre fosse matrigna. Di quelle montagne, specie nell’ Obergail, ho percorso strade, mulattiere e sentieri. Mi era gradito il caldo vaporoso che promanava, in luglio, delle vaste estensioni prative alpestri: odore di erbe e profumo del garofano selvatico e poi, dopo lo falcio, odore di fieno. Mi piaceva attardarmi a conversare con gente casuale, montanari di borgate isolate ed ascoltare i loro pensieri.Mi piaceva il realismo dei montanari austriaci. A Koeschach avevo un ottimo rapporto di conversazione col dott. Georg Weinländer, medico di quei luoghi, glorioso ufficiale della prima guerra mondiale che aveva combattuto sul Piave. Della seconda guerra, anni 1944-1945, egli conosceva le segrete infiltrazioni di agenti britannici che intendevano trovare il modo per provocare una sollevazione contro il nazismo, progetto ideato da Winston Churchill che trovò alcune aderenze, ma finì nel fallimento, riguardo il quale pubblicai le risultanze in un vasto articolo a puntate sul Gazzettino di Venezia nelle date del 3,6 e 10 luglio 2002. I membri superstiti di tale missione rientrarono poi delusi alla base di Monopoli, nel sud Italia. mediante un aereo che fece scalo in una località della Slovenia e che raggiunsero con una marcia snervante. Si tratta di argomento piuttosto ignorato ma che io conosco molto bene. Dovunque nelle borgate, nei pensieri di vecchi e giovani, sussisteva inestinguibile la memoria degli Asburgo, del grande impero austro-ungarico. Dialogando con la gente ebbi molte notizie utili alle mie ricerche storiche, in parte introvabili negli archivi. Mi trovai spesso di fronte a fatti indimenticabili. Nel villaggio di Mauthen una donna allora anziana, mi dette delle informazioni particolareggiate riguardo i cosacchi in ritirata dall’ Italia che, nel villaggio, si erano ammassati in sosta invadendo tutte le case. Viveva sola in quanto vedova ed alla fine, prima di salutarci, aggiunse a voce bassa, direi quasi sottovoce con le lacrime agli occhi, di aver perduto i suoi due figli nella battaglia di Stalingrado…. e mi indicò due immagini incorniciate appese a una parete dell'atrio: vestivano l'uniforme delle truppe da montagna, i Gebirgsjäger.
03 aprile 2016
Sì, quelle montagne mi erano familiari e tali rimangono ed è come fossi nato in quei luoghi e la mia terra madre fosse matrigna. Di quelle montagne, specie nell’ Obergail, ho percorso strade, mulattiere e sentieri. Mi era gradito il caldo vaporoso che promanava, in luglio, delle vaste estensioni prative alpestri: odore di erbe e profumo del garofano selvatico e poi, dopo lo falcio, odore di fieno. Mi piaceva attardarmi a conversare con gente casuale, montanari di borgate isolate ed ascoltare i loro pensieri.Mi piaceva il realismo dei montanari austriaci. A Koeschach avevo un ottimo rapporto di conversazione col dott. Georg Weinländer, medico di quei luoghi, glorioso ufficiale della prima guerra mondiale che aveva combattuto sul Piave. Della seconda guerra, anni 1944-1945, egli conosceva le segrete infiltrazioni di agenti britannici che intendevano trovare il modo per provocare una sollevazione contro il nazismo, progetto ideato da Winston Churchill che trovò alcune aderenze, ma finì nel fallimento, riguardo il quale pubblicai le risultanze in un vasto articolo a puntate sul Gazzettino di Venezia nelle date del 3,6 e 10 luglio 2002. I membri superstiti di tale missione rientrarono poi delusi alla base di Monopoli, nel sud Italia. mediante un aereo che fece scalo in una località della Slovenia e che raggiunsero con una marcia snervante. Si tratta di argomento piuttosto ignorato ma che io conosco molto bene. Dovunque nelle borgate, nei pensieri di vecchi e giovani, sussisteva inestinguibile la memoria degli Asburgo, del grande impero austro-ungarico. Dialogando con la gente ebbi molte notizie utili alle mie ricerche storiche, in parte introvabili negli archivi. Mi trovai spesso di fronte a fatti indimenticabili. Nel villaggio di Mauthen una donna allora anziana, mi dette delle informazioni particolareggiate riguardo i cosacchi in ritirata dall’ Italia che, nel villaggio, si erano ammassati in sosta invadendo tutte le case. Viveva sola in quanto vedova ed alla fine, prima di salutarci, aggiunse a voce bassa, direi quasi sottovoce con le lacrime agli occhi, di aver perduto i suoi due figli nella battaglia di Stalingrado…. e mi indicò due immagini incorniciate appese a una parete dell'atrio: vestivano l'uniforme delle truppe da montagna, i Gebirgsjäger.
03 aprile 2016
Pier Arrigo Carnier. Ancora un fatto voglio riferire perchè coinvolge
la valle del Lesach ed il villaggio di Sankt Lorenzen dove sorge la basilica di
Maria Luggau. Nel traggo il testo da pagine nr.217-218 del mio libro “L’Armata
Cosacca in Italia 1944-1945”
. ” Due coniugi russi, non cosacchi, Nadia ed Alex Melnik, furono pure diretti
testimoni della tragedia della Drava. Deportati nel Reich (in Austria)
dall’Unione Sovietica durante la guerra, ed adibiti a lavoro coatto, poi
trasferiti in Italia agli inizi del 1945, a Tolmezzo, seguirono a fine aprile la
ritirata cosacca e si trovarono quindi, assieme ai cosacchi, nei campi della
Drava. Ed ecco la loro testimonianza :” Vedemmo i britannici sparare sulla
massa sgomenta dei cosacchi tra i quali eravamo anche noi. Molti caddero
uccisi. Sentimmo i lamenti dei feriti. Dalla massa si levavano urla spaventose,
imprecazioni, molti per la disperazione, si gettarono nelle acqua tumultuose
della Drava ed annegarono. Riuscimmo a fuggire sui monti dove passammo alcuni
giorni nella neve. La polizia britannica ci riprese e con una lunga marcia ci
portò a S. Lorenzen, villaggio fra le montagne della Carinzia, nella Lesachtal.
Assieme a noi c’erano degli altri arrestati. Il 20 giugno <è il marito che
parla> mia moglie, che era incinta, ebbe le doglie. Invocai i soldati
britannici a trovare una levatrice, un medico. Non mi ascoltarono. Mia moglie
partorì senza alcuna assistenza in un fienile. Dette alla luce una bambina che
chiamammo Maria. Dovetti riscaldarla col mio corpo nella stalla sottostante il
fienile”.
05 aprile 2016
_______________
Ringrazio i molti lettori che in numero elevato,
nell’ ordine di centinaia, in base alle
indicazioni grafiche di Facebook e Blogger, hanno dedicato o manifestato
attenzione al mio post che rievoca
ricordi lontani delle montagne austriache, con riferimento particolare all’Ober
Gail, Lesachtal e soprattutto al Santuario e basilica di Maria Luggau
di Sankt Lorenzen. Dialogando a suo tempo con amici dell’ Oberkrain
(Slovenia) fedeli ai pellegrinaggi alla basilica, ebbi dagli stessi conferma di una sensazione che io stesso avvertivo, che cioè l’alta valle,
stanti i ricordi incentrati sulla figura di Maria Luggau, costituisce un’ oasi
di pace, un luogo rigenerante dell’animo per cui, alzando lo sguardo al cielo, ti
sembra di godere degli attimi di vita in un mondo elevato, benedetto da un Dio
supremo..
07 aprile 2016
Pier Arrigo Carnier
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