COMUNICATO
Agli Archivi storiografici dell'Austria e
Slovenia, alle
Associazioni cosacche delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper,
di ROSTOV (Rostovna-Donu) e KRASNODAR (Kuban), nonché alle Associazioni delle
comunità cosacche presenti in Germania, Francia, Serbia, Slovenia, Slovacchia,
Stati Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e Monaco di
Baviera.
* * *
Tornando all’ argomento Cosacchi che
riveste interesse internazionale ormai comunque storicamente da me analizzato
in profondità sotto il profilo storico, reso pubblico e recepito, assieme alla
questione partigiana, dai principali Centri di cultura russi, statunitensi ed
altri, esistono tuttavia delle particolarità che meritano di essere consolidate
mediante una divulgazione editoriale che ormai ritengo, da parte mia, dopo un
lungo lavoro, volga verso la conclusione e di cui tuttavia, finché non
sarà concretamente imminente la pubblicazione , parlo al condizionale.
Si tratterebbe:
a)-dell’operazione rappresaglie tedesche sulla malghe
carniche al confine orientale, frontiste della valle del Gail, argomento da me
trattato giornalisticamente e via Internet con vari post, il cui
iter è stato agevolmente utilizzato da parte di taluno, senza
citarmi (esempio: relazione preparata per me dalla figlia di una nota
“farinaria” di Paularo “M. d. T.” letteralmente fatta propria dal taluno) con
l’inclusione di deduzioni non rispondenti alla realtà dei fatti. Vi si
aggiunge, secondo voci casualmente per- venutemi, la diffusione di notizie, da
parte di taluno altro, improvvisato pennaiolo, completamente da censurare.
b)-dell’azione di attacco dei partigiani al
presidio cosacco di Ovaro
con l’obbiettivo di ottenerne la resa, già intimata e fermamente rifiutata, assieme a quella di 35.000 cosacchi in ritirata, che stazionavano a sud del villaggio, in attesa di eventi stanti le trattative in essere. Importanti gli eventi accaduti dopo la battaglia, nella notte fra il 2 e 3 maggio. Si trattò di una grande notte tragica dove alcune case ardevano in fiamme con le strade disseminate di caduti cosacchi e di morti civili innocenti, passati per le armi per rappresaglia, in base a testimonianze resemi successivamente da cosacchi. Notte comun-que di alto contenuto storico che io vissi e, forse unico, avvertii. Rilevanti le dichiarazioni fattemi, nel dopoguerra, dal colonnello A.M. Golubow che incontrai in Germania, il quale, su comando, intervenne con delle forze di cavalleria su Ovaro dove travolse l’attacco partigiano e ne disperse gli attaccanti. Mi disse, fra l’altro, di avere dato l’ordine di fucilare senza pietà quei quattro georgiani presenti di rincalzo al servizio dei partigiani nell’ attacco al presidio da lui giudicati ” veri traditori”. Su Ovaro, mi è stato riferito, sono state dette da taluno con divulgazione locale che non fa storia, delle autentiche asfittiche storielle. Rilevanti, invece, altre vicende verificatesi lungo il tragitto della ritirata verso l’Austria, dopo Ovaro, frutto dell’interminabile mia laboriosa indagine, condotta nel tempo presso cosacchi rintracciati all’ estero.
con l’obbiettivo di ottenerne la resa, già intimata e fermamente rifiutata, assieme a quella di 35.000 cosacchi in ritirata, che stazionavano a sud del villaggio, in attesa di eventi stanti le trattative in essere. Importanti gli eventi accaduti dopo la battaglia, nella notte fra il 2 e 3 maggio. Si trattò di una grande notte tragica dove alcune case ardevano in fiamme con le strade disseminate di caduti cosacchi e di morti civili innocenti, passati per le armi per rappresaglia, in base a testimonianze resemi successivamente da cosacchi. Notte comun-que di alto contenuto storico che io vissi e, forse unico, avvertii. Rilevanti le dichiarazioni fattemi, nel dopoguerra, dal colonnello A.M. Golubow che incontrai in Germania, il quale, su comando, intervenne con delle forze di cavalleria su Ovaro dove travolse l’attacco partigiano e ne disperse gli attaccanti. Mi disse, fra l’altro, di avere dato l’ordine di fucilare senza pietà quei quattro georgiani presenti di rincalzo al servizio dei partigiani nell’ attacco al presidio da lui giudicati ” veri traditori”. Su Ovaro, mi è stato riferito, sono state dette da taluno con divulgazione locale che non fa storia, delle autentiche asfittiche storielle. Rilevanti, invece, altre vicende verificatesi lungo il tragitto della ritirata verso l’Austria, dopo Ovaro, frutto dell’interminabile mia laboriosa indagine, condotta nel tempo presso cosacchi rintracciati all’ estero.
c)-della rappresaglia tedesca su Avasinis, ampliando quanto già da me pubblicato testualmente e giornalisticamente, su notizie derivanti miei rapporti personali, nel dopoguerra, con esponenti delle Waffen SS. stazionati sul territorio e nelle vicinanze di Avasinis, nel periodo fine aprile inizi di maggio 1945 in cui ebbe luogo l’apprestamento e l’azione punitiva sul villaggio, il 2 maggio 1945. Ritengo rilevante richiamare a tal proposito il mio post, diffuso sui miei siti Facebook e Blogger, del 3 settembre 2013, dal titolo “Morte ad Avasinis” che evidenzia elementi e il metodo fondamen- tale dell’esecuzione della rappresaglia a me dichiarati da esponenti Karstjäger e contenuti in un mio fondamentale articolo diffuso al Gazzettino di Venezia, edizioni di Udine-Pordenone ed altre, in due puntate, sotto le date 14 e 21 novembre 2005. Nel mio post del 2 novembre 2013 richiamo anche la rappresaglia cosacca su Ovaro, verificatasi come quella di Avasinis il 2 maggio 1945 ed accenno al proposito di riprendere l’argomento della rappresaglia sulle malghe del confine orientale della Carnia, del luglio 1944, riguardo la quale sussiste la mia supermotivata critica del filmato “Carnia 1944. Il sangue degli innocenti”.
d)-dei massacri del dopo fine guerra, in clima di cessate ostilità, di cosacchi
e comunque collaborazionisti russi nel trevigiano, zona ovest di Follina, e
valli del Natisone in questo caso per mano slava, donne e bambini
compresi, con grave responsabilità dei partigiani italiani che, a una parte
degli arresi, avevano formulato garanzie di protezione lasciandoseli poi
strappare da partigiani slavi….
e)-della linea politica partigiana
comunista-filostalinista e di infiltrati sovietici, nel territorio del
Friuli-Carnia e dintorni, delineando i profili di protagonisti di auautentica
fedeltà ideale alla causa. Vi si aggiungono i segreti dell’ elimina- zione, nel tardo autunno 1944, del
capo partigiano Olmo (Casali Enore). Trattasi
di storia, aspra nelle vicende, dettata da ideali e preannunciante
quell’ alba rossa concepita e realmente programmata da Stalin il
dittatore del Kremlino, che non era una favola, intesa ad imporre,
con l’espansione sovietica verso occidente, nord Italia compreso,
un eventuale mutamento di confini con profonde riforme sociali a fini di
equità e giustizia.
L' accusa, curiosità che fà sorridere, aveva citato tra i testi, contro l'imputato, anche un certo che si era sempre spacciato per "fasista" ( non fascista che è cosa diversa) venuto dal sud ed arrivato in Regione Friuli Venezia Giulia carico di sicumera, ma ormai passato a miglior vita.
Ritengo che questi elaborati andranno a costituire un unico
testo.
22 giugno 2016
PIER ARRIGO CARNIER
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