COMUNICATO
Agli interessati alle vicende storiche
dell’ Adriatisches Küstenland 1943-1945. Al museo-archivio di Mosca, RUSSY MOSKOVSKAJ Ob1–Poldolskij raion,
al museo-archivio di Oremburg, capitale dell’oblast omonima. Alle associazioni
cosacche delle comunità ZAPOROGHI (Zaporoz’e) del basso Dnieper, di ROSTOV (Rostovna-Donu) e KRASNODAR
(Kuban), nonché alle associazioni delle comunità cosacche presenti in Germania,
Francia, Serbia, Slovacchia, Stati
Uniti, Canada, ed a quelle caucasiche del Nord Caucaso e Monaco di
Baviera.
* * *
E’
passato a salutarmi Piga Petrenko dott. Sergei, cosacco che si interessa della
presenza di russi superstiti in Italia risalenti alle vicende della seconda
guerra , soprattutto cosacchi ed eventuali frammentarie notizie connesse agli
stessi che furono nel Friuli, Carnia ed altrove. Relazionandomi su questa sua
ricognizione mi ha quindi accennato a taluni dialoghi emersi da testimonianze
del tempo ormai certamente ridotte. Mi ha un po’sorpreso una notizia, raccolta
su per la Carnia ,
che mi permetto di contestare in senso assoluto frutto delle solite chiacchiere
di paese. Gli avrebbero detto, riguardo Piotr Krassnoff, l’atamano generale insediato
a Villa di Verzegnis che, essendo stato bruciato il Municipio di Verzegnis andarono distrutti i documenti di Krassnoff. Sulla
presenza di Krassnoff nell’albergo
Savoia, ora Stella d’Oro ho scritto e pubblicato molto e, nel mio ultimo mio
libro “ COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”, diffuso proprio in questi giorni dal
Gruppo Editoriale Mursia-Milano su piano nazionale, la figura dell’atamano
generale esce delineata, su ineccepibile base documentale e testimoniale che incastra e annienta labili ingenue fantasie e, per quanto riguarda l’incendio del Municipio di Verzegnis assicuro
che non ha proprio alcunchè da vedere con la documentazione di Krassnoff. Sulla stessa, contenuta in casse, oltre ad alcune
testimonianze, mi informò dettagliatamente
la baronessa tedesca Irina von Schweder,
come riferito a pagine 158 e 159 del mio
volume “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945” . Destituito dai poteri di comando dell’Armata,
ma comunque presidente della “Hauptverwaltung
der Kosaken Heeres” Krassnoff col suo seguito lasciò la valle di
Verzegnis, scortato da forze Waffen SS., nel pomeriggio del 1° maggio 1945.
L’itinerario seguito è descritto nel citato mio volume ed in vari miei articoli via via pubblicati sulla stampa
nello scorrere del tempo. Krassnoff transitò per Ovaro nella notte tra il 2 e 3
maggio mentre alcune case erano in
fiamme, dopo la cessata battaglia provocata dal noto attacco partigiano attuato
all’Osoppo su pressioni di alcuni notabili ambientali. Un ufficiale cosacco donna, mentre l’atamano era in sosta, si presentò al suo
cospetto per rendere onore alla sua
figura morale, e scattando sull’attenti si dichiarò con la frase “ Kommandeur
des Kosaken Bataillon Nina Boiko”. Due
furono battaglioni femminili che
transitarono in ritirata per Ovaro. Per farla breve i documenti dell’atamano
giunsero a Lienz dov’egli, nei giorni burrascosi della ritirata, fissò la sua nuova sede nella zona periferica
sud, nella borgata di Amlach. Quale fine
fecero detti documenti dopo la forzata consegna degli ufficiali e dell’intera
massa dei cosacchi ai sovietici ?? Si tratta senza dubbio di argomento di
grande rilevanza che mi vide molto
impegnato, in anni lontani, con l’appoggio dell’ex Bürgermeister di regime di
Lienz, E.W, su cui tralascio degli accenni in questa sede con riserva di una
meritata pubblicazione in altro mio lavoro.
23
settembre 2016
Atamano generale KRASSNOFF |
Da sin. a destra : dott. Piga Petrenko Sergei, atamano
cosacco, Carnier Pier Arrigo, atamano cosacco del Don. Giugno 2015.