COMUNICATO
Da
qualche giorno, sulla stampa in genere, in particolare su quella regionale stante che il 07 febbraio cade l’anniversario
dell’ azione su PORZUS che si concluse
con l’ eliminazione di un gruppo di osovani sono usciti vari articoli
rievocativi, a mio giudizio di comodo onde stare in linea con potere politico
ancora in auge. La verità è che l’azione su PORZUS, condotta esecutivamente da
Giacca (Toffanin Mario), fermo restando il rispetto per le vittime, ebbe una motivazione su cui sono documentato, per cui sotto il profilo storico "causale ed effetti" non fu un eccidio come si vorrebbe far credere, ma si trattò di un' esecuzione. A tal riguardo ho pubblicato a suo tempo, su due diverse testate di quotidiani (L'Arena di Verona ed Il Gazzettino) consistenti articoli nei cui confronti nessuno aprì bocca tant'è che le redazioni rimasero stupefatte per tale silenzio.
Tralasciando
il caso Porzus, poichè di recente sul mio sito Blogger in particolare si è
riaccesa l’attenzione sul caso “OLMO”, lo ripropongo qui di seguito.
COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI E A CHIUNQUE SI
INTERESSI ALLE VICENDE PARTIGIANE DELLA CARNIA 1944-1945
E’ uscita oggi, 27
gennaio, sul Gazzettino edizione di Udine, a pagina XIX, un mia lettera
che affronta l’argomento del capo partigiano “OLMO” CASALI
ENORE, giustiziato nel novembre 1944 a località Jalna della val Pesarina dagli
stessi partigiani e poi riabilitato mediante
un contro processo tenuto in zona operativa, il 2.12.1944, e dichiarato
INNOCENTE..
Sui miei due siti
di Internet, Facebook e Blogger, l’argomento risulta comunque
da me trattato credo esaustivamente ed al riguardo ho informato la
figlia del Casali, Isa, residente all’estero. La madre della stessa, vedova
del Casali, Ines Maria Rupil, che in realtà avevo conosciuto in anni
lontani, è deceduta nel 2006 senza quindi apprendere la recente
menzionata notizia di riabilitazione del marito emersa dall’ombra dopo
settantuno anni. Ines Maria Rupil era comunque d’accordo con quanto io
già sapevo dalla fine della guerra, per confidenze fattemi da partigiani ed
altri indizi, che cioè l’ esecuzione di "OLMO" fu dovuta allo scopo
di eliminare, nell’interesse di altri, un testimone scomodo.
Sull'argomento mi riservo di pubblicare sulla stampa un circostanziato
resoconto corredato da foto.
27 gennaio 2015
PIER ARRIGO
CARNIER
Pier Arrigo Carnier Già nel mio
scritto del 17 gennaio 2015 puntualizzavo, sotto il profilo storico,
l'importanza del documento che dichiara false le accuse formulate contro il
capo partigiano "OLMO", ingiustamente fucilato e poi riabilitato. Il
fatto apre uno squarcio e crea una svolta nella storia partigiana della Carnia,
evidenziando sprazzi di un buio retroscena.
Pier Arrigo Carnier Vedo
che il caso OLMO crea continuo interesse perchè travolge certe menzogne di
taluni elementi, venuti al mondo nel dopo seconda guerra, ignari direi
insipienti delle vicende, ma pronti a servire ciecamente la causa partigiana
...Di recente ho disseppellito anche il caso malga Rattendorf su cui ritornerò,
frattanto il mio ultimo lavoro "COSACCHI CONTRO PARTIGIANI"- Mursia-Milano,
presentato a Udine il 27 gennaio u.s nella nota lbreria Moderna sta
raccogliendo consensi ovunque su piano nazionale, forti particolarmente nella
Destra Tagliamento o Friuli orientale. Sono fiero di aver messo in luce la
figura di IOLANDA CARDAZZO, distinta signora pordenonese meritevole in sede
civile di un alto riconoscimento per l'aver sottratto alla deportazione nei
lager di concentramento tedeschi 62 (sessantadue partigiani). Dimenticata dai
pordenonesi, dalle pretese di taluna associazione culturale. Letteralmente e vergognosamente
dimenticata. 06 febbraio 2017
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