COMUNICATO
Agli
interessati alla conoscenza di vicende storiche del Friuli Venezia Giulia, agli
amici dellaSlovenia e Bosnia ed a quelli della Slovacchia che mi ricordano
piacevolmente i tempi passati a Bratislava ed altrove con mia moglie Wanda,
nell’allora vigente disciplina stalinista…
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Prendo
occasione per dire qualcosa, rivolgendomi a chi gradisce ascoltarmi,
confermando l’ andamento lusinghiero delle vendite e degli apprezzamenti del
mio ultimo recente libro diffuso dalla MURSIA-Milano. E’ un lavoro che,
partendo da vicissitudine dalla destra Tagliamento che meritavano un
‘esposizione relativamente l’attività partigiana, a me nota fin nei minimi
risvolti, ed alle conseguenti dure repressioni tedesche con successiva
dislocazione delle forze collaborazioniste, s’inoltra a percorrere, secondo
giudizi espressi, un profilo ad alto livello con affermazioni storiche che,
finora, nessuno aveva osato esprimere in ossequio alle verità vere ed
inequivocabili. C’è una chiara definizione dell’andamento dei fatti all’
italiana che inchioda, nella loro sterilità, le abbondanti affermazioni
agiografiche portate avanti per decenni, sempre regolate dall’ ossequienza al
potere politico camuffando i veri obbiettivi resistenziali e nascondendo
pertanto, alle giovani generazioni, quel realismo storico di cui le
stesse avevano ed hanno essenziale bisogno. C’è un chiaro riconoscimento che il
filone portante resistenziale, nella sua forma dalla pretesa insurrezionale e
dimensione non priva di evidenti difficoltà, stava a sinistra regolato dai
principi della dottrina comunista o comunque progressista, c’è una chiara
valutazione della debolezza ideologica e fattuale della corrente interventista
clericale scioltasi poi , alla prova dei fatti, nel tardo autunno e in parte
risorta per cogliere allori, negli ultimi giorni di guerra, sparando sul nemico
in fuga.
Del
monsignore Aldo Moretti ( Don Lino), guida della corrente clericale di cui io
ho criticato i contenuti del ristretto limitato programma diffuso dal medesimo,
si disse che nel dopoguerra silenziosamente si presentò nelle parrocchie della
Carnia e del Friuli a chiedere la consegna, a scopo di studio ed utilizzo
documentale, di diari o scritti riservati redatti dai parroci su vicende e su
uccisioni per mano partigiana. Si tratterebbe di carteggi che poi mai sarebbero
stati restituiti. Fra gli stessi esisteva una documentazione di preziose note
che destò per lungo tempo il mio interesse di ricerca, redatta dal parroco di
Paularo e dove, secondo voci insistenti, si attestava la verità sulla barbara
uccisione, nel luglio 1944, di quattro pastori a malga Cordin, due dei quali
erano ragazzi trovati morti con un colpo d’ arma in testa. Si trattava di
uccisione che, sempre secondo voci, veniva attribuita ai partigiani e non ai
tedeschi per cui le note parrocchiali erano estremamente preziose (Nota).
Le
giovani generazioni hanno bisogno di capire i fatti nella loro ruvidità. Una
ricerca della verità sia in Carnia che nel Friuli sul periodo dell’attività
partigiana, diciamo in senso generale nella regione, non è mai stata affrontata
nel giro di settant’ anni partendo dalla fine della seconda guerra, lasciando
prevalere un clima schiavista e di ignavia a copertura di certi fatti col
silenzio cui si aggiunge un carente limite culturale nella conoscenza ed una
riluttanza nell’ esercizio del diritto di giudizio.
11
aprile 2017
PIER
ARRIGO CARNIER
Nota
Ritengo di poter
diffondere prossimamente nuove precisazioni sul ristretto limitato programma di
don Lino ed altre notizie sulla corrente interventista di tendenza clericale
(OSOPPO), con particolare riferimento alla vicenda PORZUS, che ritengo
consentiranno di aprire gli occhi smantellando certe manipolazioni.
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