(Saranno inserite a breve
delle immagini sulla presentazione del mio
volume COSACCHI CONTRO PARTIGANI il
15 sett. a Ragogna )
Premetto che Ragogna, comune
del Friuli occidentale, è un punto
importante per la ben nota costante rivivificazione storica degli eventi
riguardanti le vicende della 1a Guerra mondiale e credo che, su piano
nazionale, tenga in tal senso un primato..
L’Amministrazione del comune di Ragogna vanta il merito , quale frutto di un lungo appassionato lavoro di ricognizione
e ricupero svolto nel tempo, di porre a disposizione attraverso il Museo della
Grande Guerra posto in via Roma nr. 23, razionalmente organizzato, la
collocazione catalogata di un’ eccezionale
ampia entità di reperti, taluni eccezionali, a testimonianza di vicende innanzitutto
del nostro esercito e, in ogni caso, dei contrapposti eserciti sul teatro di guerra.
Già da lungo tempo, con encomiabile appassionato impegno, dedica la sua attività
alla gestione dell’attività museale,
attualmente informativa soprattutto stante la celebrazione ancora in essere del centenario della Grande guerra,
con realizzazione di sopralluoghi collettivi finalizzati alla conoscenza di punti
e luoghi significativi delle linee del fronte di guerra nel territorio del
Friuli ed oltre, il dottor Marco Pascoli fra l’altro assessore alla cultura, a
cui va il mio plauso con sincera autentica
ammirazione.
*
* *
Dopo la presentazione
introduttiva della mia persona ed una sintesi della mia attività culturale
storiografica da parte del citato dott.
Pascoli, il medesimo mi ha quindi ceduto la parola per cui sono entrato nel
merito del volume “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI
– Friuli occidentale 1943/1945”. Trattasi di lavoro, inteso nella sua
progettazione quale integrazione e collegamento col mio precedente volume “L’
ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945”
edito nel 1965 con successive ristampe dal noto editore svizzero De Vecchi con
sede a Milano, assunto successivamente, nel 1990, quale cessionario dal Gruppo
editoriale Mursia-Milano con successive varie riedizioni aggiornate e ristampe.
Scopo del libro COSACCHI CONTRO PARTIGIANI era ed è un’ esposizione accurata di fatti e vicende verificatesi, nel periodo
1943-1945, nel Friuli occidentale, concernenti l’insurrezione partigiana,
l’inclemente repressione tedesca con
incendi, distruzione di villaggi, fucilazioni e deportazioni e dislocazione
nell’ autunno 1944, di forze cosacco-caucasiche, già presenti nel territorio
ribattezzato “Kossackja” costituito dal Friuli, Carnia e Goriziano. Il volume,
in ogni caso, va oltre gli accadimenti verificatisi su tale territorio.
L’argomento ha veramente acceso vivo inatteso interesse ed al riguardo mi sono
state poste varie domande quali, ad esempio, se vero è che
i cosacchi ebbero da Hitler la promessa che la Carnia veniva loro assegnata
quale residenza stabile a compenso dell’eliminazione della resistenza
partigiana. Spiegai, sulla base di concrete tangibili prove che, la venuta dei
cosacco-caucasici fu semplicemente un’operazione militare senza secondi fini, motivata
dalla necessità di evacuare, nell’estate 1944, il provvisorio loro ultimo insediamento in Polonia, a Zdunska Vola, raggiunto
dopo avere lasciato le regione cosacca ed attraversato in ritirata l’Ucraina e la Bielorussia , stante la
poderosa avanzata sovietica, verificatasi dopo la sconfitta tedesca di
Stalingrado ed assestatasi alle porte di
Varsavia. Da un documento tedesco in mio
possesso, citato nel libro a pag. 142, risulta che il Supremo commissario dell’ Adriatisches Küstenland,
dott. Friedrich Rainer, dichiarava ad autorità superiore che la presenza dei
cosacco-caucasici sul territorio doveva considerarsi un accantonamento
puramente provvisorio. La versione della promessa di Hitler, era pertanto e tale rimane cioè null’ altro che un’ invenzione
partorita dalla propaganda resistenziale intesa a rafforzare, sulla scia del
falso, la tesi dell’ insurrezione
partigiana.
Altra menzogna diffusa da taluno, autentico “millantato
credito” tipico reato italiano, secondo la quale vi sarebbe stata l’ iniziativa da parte di
agenti alleati accreditati presso le forze partigiane, di contattare il comando cosacco o addirittura un sondaggio,
da parte di quest’ ultimo tramite
interposti, circa l’opportunità dei cosacchi di passare da parte alleata, favola
da me smentita a pag n.110 di “Cosacchi contro Partigiani” sulla base a vari elementi e fondate affermazioni fornitemi dall’agente britannico Patrick Martin Smith da
me contattato nel dopoguerra in Gran
Bretagna, membro della missione speciale SOE, paracadutata nel Friuli
nell’estate 1944. Conclusione : nessun contatto
fu mai preso ed ebbe luogo in tal senso.
Ho
poi precisato, su base documentale e testimoniale, nel capitolo che si apre a
pag.n.103, dedicato all’atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff, che il
medesimo dopo il suo arrivo a Gemona del Friuli, proveniente da Berlino nel febbraio
1945 e la sua destituzione dai poteri di comando dell’Armata assunti dal
generale Domanow, avvenuta il giorno 14 ad Artegna, sulla base di ordine tedesco, si
insediò a Villa di Verzegnis in Carnia dove
assunse un comportamento assolutamente riservato, rifiutando ogni e
qualsiasi contatto con civili od altri al di fuori dei membri del suo
entourage. Krassnoff evitò quindi ogni
rapporto coi comandi di reggimento
limitandosi a quanto descritto nel menzionato capitolo, in
particolare a delle visite alle comunità di profughi cosacchi insediati ad
Alesso e Cavazzo Carnico. Ogni altra versione sull’ immagine
dell’atamano generale assume quindi veste avventurista imbastita per essere raccontata
ad inesperti, ma che si sfalda se analizzata,
assolutamente non veritiera.
Molto interesse ha
suscitato l’esposizione sulla ritirata delle forze cosacche con seguito dei
profughi, valutata, su ponderate verifiche, in centomila unità, transitata
quasi totalmente in circostanze avverse del tempo, con pioggia, neve e tormenta,
attraverso il Ploeckenpass che immette nell’Austria. Vivo interesse, inoltre,
sulle modalità della resa ai britannici
nell’Östtirol sulla Drava, per
la quale i vincitori non stesero alcun atto, onde abilmente e fraudolentemente
evitare di lasciare prova scritta secondo la quale, la massa delle forze
militari stante le norme internazionali della convenzione dell’Aia, trattandosi
di prigionieri, andava protetta per cui la decisione della consegna si rese
agevolmente possibile ed i prigionieri (militari) passarono assieme ai profughi
al seguito per “civili” e la consegna ebbe barbaramente esecuzione…
Molto altro è stato
detto, in risposta a domande, con particolare attenzione alle vicende del
villaggio di Avasinis, dove i tedeschi, in seguito ad un attacco partigiano
sulle forze in ritirata, attuarono una
dura rappresaglia che, per taluni aspetti, sconfinò nel crimine, e dette luogo a 51 vittime civili. Argomento contrapposto, pure trattato, quello della
resa ai partigiani di un centinaio di cosacchi ad Avasinis, il 25 aprile 1945, sulla base dell’intesa assunta alla presenza
del parroco don Francesco Zossi, di avere salva la vita con la consegna agli
americani e non ai sovietici. Il patto, come afferma don Zossi nel suo diario,
fu invece violato e gran parte dei cosacchi venne uccisa. In
realtà i cosacchi, fra cui molte le donne e bambini di cui alcuni in fasce,
furono tutti massacrati sulle montagne sovrastanti il villaggio, non affatto
per vendetta quale ritorsione per la rappresaglia tedesca di Avasinis, come si
tentò e si tenta di far credere con versione
di comodo nell’ambiente filopartigiano, complici nei loro fatui discorsi i
preposti alle rituali ricorrenze celebrative onde ammorbidire il
grave crimine del massacro rimasto
impunito. Va poi rilevato, quale autentica
vergogna e prova di inqualificabile indifferenza civile che,dopo un fallito tentativo di bruciare
quei cadaveri
con insufficiente carburante, questi
furono abbandonati sul posto e
lasciati in tale situazione per ben
quattro anni, con inspiegabile
indifferenza delle autorità del tempo preposte ad intervenire con i
provvedimenti del caso. Infatti solamente in data 15 ottobre 1949, in base a documento
in mio possesso, la Pretura
di Gemona del Friuli impartiva
disposizioni al Comando Carabinieri di Osoppo e per conoscenza al comune di
Trasaghis, di provvedere alla ricognizione ed identificazione delle salme e quant’ altro, ma naturalmente
dopo quattro anni le salme si erano
ridotte in pietosi resti….
Ecco la segnaletica grafica di Internet-Blogger che indica l'area degli Stati Uniti e dell'Alaska con un verde intensissimo, indicativo di un vasto interesse di lettori ai miei post in particolare a quello sulla conferenza di Ragogna.
Grazie Dino Temil,
Alessandro Carnier, Lucia Sbico Var Bicco, Mina De Rosa, Laura Zanardo, Andrea
Di Natale, Valeria Romanin, Roberto Randò, Giacomo Oberto, Luca Leita, Fabio
Galimberti, Sergione Destrone per il loro cortese dichiarato assenso e grazie ai
molti altri lettori, ai moltissimi degli Stati Uniti riguardo i quali, a
comprova del vasto incredibile interesse che mi ha lasciato di stucco, l’ area
geografica USA dal giorno 16 settembre e ancor ogg, nel mio sito
satistiche-Blogger, è interamente colorata di un verde intensissimo. Grazie
all’informazione diffusa da IL GAZZETTINO sulle testate di Udine e Pordenone
alla presentazione di COSACCHI CONTRO PARTIGIANI a Ragogna, la sala del Museo
della Grande Guerra era stracolma di convenuti, taluni scesi anche dalla
Carnia, alcuni da Verzegnis. Le verità da me proclamate nella lunga
presentazione del 15 settembre, col seguito di domande e risposte a chiarimento
di vicende della lotta partigiana taciute per decenni col favore di Enti
responsabili e Sezione di cultura statale universitaria compresa…, sono state
accolte con collettivo visibile stupendo sollievo come una liberazione.
Rispondendo a domanda ho fatto chiarezza anche su un’ultima favola, diffusa di
recente con cui si tenta di far credere agli ignari che l’Osoppo partigiana
avrebbe intavolato trattative, seppure senza risultato, per un passaggio dei
Cosacchi con gli alleati etc. Tutte falsità, comprese altre dal sapore di
racconto fiabesco sull’atamano Krassnoff, che si sfaldano sotto la morsa di analisi
probatorie già da me pubblicate e di recente ribadite in COSACCHI CONTRO
PARTIGIANI (leggete le parti con inizi a pagg. 103 e 110). Cari signori il
fronte delle menzogne sta spaccandosi e sento che la verità si fa strada. 21
settembre 2017.
Nessun commento:
Posta un commento