martedì 24 ottobre 2017

INTERVISTA SUL VOLUME “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI” RILASCIATA DAL SOTTOSCRITTO AUTORE.



COMUNICATO
Agli amici friulani, sloveni, austriaci, tedeschi, serbi, slovacchi, cosacchi, statunitensi.
Questa sera alle ore venti (20) su TELEFRIULI – canale 11- andranno in onda le dichiarazioni da me rilasciate nell’intervista fattami dall’ onorato ed illustre dottor Pietro Pittaro, in risposta a domande inerenti ai contenuti del mio ultimo volume diffuso recentemente dalla Mursia-Milano, dal titolo “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI"  e, in ogni caso riferite all’ insurrezione partigiana ed occupazone cosacca verificatesi nel periodo 1944-1945 nel territorio della Carnia, Fruli e Goriziano.

24 ottobre 2017 
                                                             CARNIER PIER ARRIGO 

martedì 17 ottobre 2017

STUPORE E VIBRANTE INTERESSE NELL’ASCOLTO, SABATO 14 OTTOBRE AD OSOPPO, ALLA PRESENTAZIONE DI “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”.



Visibile, direi tattile il senso di attesa positiva dei convenuti nella sala municipale di Osoppo per la presentazione del mio ultimo recente libro COSACCHI CONTO PARTIGIANI diffuso dalla Mursia nella collana storica sabato sera, 14 ottobre 2017. Varie ormai le presentazioni effettuate nell’arco regionale, senza alcuna opposizione seppure siano state dette cose gravi e laceranti, finalizzate a rimuovere la barriera di regnante falsità storiografica da circa cinquant’anni, fenomeno italiano ed anche francese, nell’effondere attribuzioni storiche non pertinenti, qualificando indebitamente sorgente di rinascita sul nazifascismo l’attività resistenziale nel periodo finale di guerra 1944-1945 e tacendo lati oscuri sepolti nel silenzio, mentre obbiettivo essenziale era uno stato di potere progressista. Si impone quindi l’assoluta necessità di una profonda irrinunciabile chiarezza onde riprendere la strada dell’oggettività storica intesa quale elemento essenziale di civiltà, riportando gli eventi ed i fatti alla loro reale dimensione nel rigoroso rispetto del principio storico “ causali ed effetti”.
Data la presenza dell’assessore alla cultura dell’amministrazione comunale, Marì Di Gianantonio, la stessa ha aperto il dialogo col pubblico annunciando il tema e presentando lo scrivente autore  e il relatore. Ha quindi preso la parola il relatore, professor Gilberto Ganzer, già direttore del civico museo di Pordenone. Dotato di alta professionalità nel campo dell’arte, con appropriato uso linguistico il professor Ganzer ha introdotto l’argomento con sapiente gradualità espositiva tale da offrire fluidità e chiara percezione dei fatti e dei significati, oltre a far comprendere le ragioni di potere che hanno legittimato lo status di certi sovvertimenti storici.
E’ toccato quindi al sottoscritto, quale autore, il compito di illustrare i contenuti ed i fini del libro che, dopo la parte introduttiva concernente gli accadimenti verificatisi nel Friuli occidentale e l’ insediamento in detta zona di forze collaborazioniste cosacco-caucasiche già esistenti a scopo di presidio in Carnia, nel resto del Friuli e Goriziano, percorre il profilo di fatti rilevanti verificatisi nel territorio dell’Adriatisches Küstenland e, in senso più esteso, nel panorama generale della guerra affinché , il lettore, abbia un assunto della reale situazione storica.
Il volume contiene la smentita, sulla base di prove, di alcune falsità propagate da tempo da fonte partigiana o filopartigiana col fine di rafforzare la convinzione della necessità dell’insurrezione resistenziale, quale ad esempio la storiella che Hitler aveva promesso ai cosacchi stabile dimora in Carnia in contropartita all’ eliminazione delle forze partigiane laddove, invece, il trasferimento dei cosacchi col seguito di profughi dal loro ultimo insediamento in Polonia, a Zdunska Vola, all’ Italia, quali forze di presidio contro l’insurrezione partigiana antitedesca, fu motivato dall’avanzata sovietica. E’ stata inoltre affrontata, fra l’altro, la ridicola invenzione di “Carnia 1944.Un’estate di libertà”, video pagato con denaro pubblico, realizzato in coincidenza a unan vivita nel Friuli del presidente Napolitano, o con altra definizione "Repubblica della Carnia" !!  La Carnia, dove io sono nato ed ho vissuto quale diciannovenne il periodo resistenziale, non ha mai avuto un minuto di libertà stante la presenza, soprattutto, dei tedeschi (non tanto dei fascisti repubblicani) con presidi stabili a Tolmezzo, Sauris e Val d’Aupa. Proprio in piena estate 1944, dal 16 al 22 luglio, forze speciali tedesche di cui conosco tutti i dettagli, per motivi comunque dovuti a causa partigiana, attuarono una dura crudele rappresaglie nella zona est delle malghe Lanza, Cordin, Promosio, di confine con l’Austria (allora III° Reich), provocando 48 vittime civili determinando un clima di tensioni e paura fatto passare per “Un’estate di libertà”…!!!
Il dialogo col pubblico, sulla base di domande, si è protratto a lungo su fatti e vicende inerenti all’ insediamento, ad Osoppo e dintorni ( località Rivellino ed altre) di migliaia di cosacchi in prevalenza del Kuban, Orenburg ed Astrakan. Su tale accentramento, su specifica richiesta delle missioni alleate paracadutate in appoggio ai partigiani, imperversarono i bombardamenti e mitragliamenti alleati a bassa quota. Il 22 novembre 1944 un’ azione aerea americana di bombardamento a più ondate, causò la morte di cinquanta civili, duecento cosacchi e centinaia di cavalli. Ancora negli anni 90 e nel 2000, a tal riguardo, pubblicai sulla stampa vasti articoli documentati rievocando le penose vicende dei cosacchi impediti dopo il devastante bombardamento, nell’ intento di seppellire i loro morti nel cimiero civile. Volli anche ricordare la cara immagine della cosacca Vera Isaakovna Diura con la quale, nel corso degli anni novanta, entrai in un lungo rapporto epistolare. La stessa all’età di cinque anni era giunta ad Osoppo, assieme ai genitori e dei profughi civili, al seguito delle forze militari cosacche per poi, a fine guerra, seguire la ritirata nell’Austria e subire la deportazione in Siberia.Fu la Diura a contattarmi e non serve che io spieghi le circostanze, dopo il rilascio dalla detenzione in Siberia con l’ amnistia di Krusciow ed il suo ritorno alla vita quale libera cittadina. Nelle sue lettere mi descrisse come, assieme a cosacchi, lei viveva ad Osoppo dove, il 9 novembre 1944, la propria madre dette alla luce il fratello Vovka che fu battezzato nella chiesa del capoluogo..
La Diura mi pregò di fare da tramite, con l’ autorità comunale, per realizzare un suo ardente desiderio, quello precisamente di tornare ad Osoppo a rivedere i luoghi vissuti da bambina. In tal senso mi detti infatti da fare, ma incontrai spiacevolmente deludenti incertezze nonostante si trattasse di una delicata umana richiesta che andava accolta.
Con sue lettere la Diura, in base ai suoi ricordi. mi relazionò poi su particolari della tragica consegna dei cosacchi ai sovietici decisa, per quanto concerne l'operazione della Drava ed altre,  dai britannici, ma esecutivamente affidata a forze della Jewis Brigade (Brigata Ebraica facente parte dell’8° Armata britannica, che si era insediata a fine guerra, con l’occupazione del nord Italia, a Tarvisio. Nell’azione di consegna, stante la situazione di panico venuta a svilupparsi, dette forze della Jewis Brigade usarono violenza e fecero uso delle armi provocando centinaia di morti. La consegna fu quindi brutalmente eseguita. Testimonianze da me raccolte riferiscono che, dai vagoni merci piombati delle tradotte dove stavano ammassati i cosacchi con destinazione Siberia, mentre transitavano alla stazione di Oberdrauburg a sud di Lienz, cittadini austriaci sentirono piangere e levarsi grida disperate.
Nel dibattito non potei tralasciare qualche accenno a Fred Zinnemann, noto regista internazionale che, a metà degli anni settanta, avendo letto il mio libro “L’ Armata Cosacca …” volle conoscermi e quindi incontrarmi. Venne infatti a Porcia e mi propose l’idea di collaborare insieme per realizzare, sulla base dei contenuti del mio volume. la trama di un film sulla vicenda cosacca. Ovviamente accettai la proposta che mi riempì di entusiasmo e, sedutastante , Zinnemann mi nominò suo consulente primario. Come già dissi in occasione alla presentazione del libro all’ auditorium Aldo Moro di Cordenons il 28 settembre u.s., quando ormai avevamo raggiunto la conclusione della trama, la FOX francese, che avrebbe prodotto il film, ricevette pressioni negative da posizioni politiche britanniche, stante l’evidenza che, i contenuti della trama, costituivano, per gli alleati vincitori, grave e disonorevole prova dell’ illegale, brutale e sciagurata consegna dei cosacchi ai sovietici. Con amarezza Zinneman mi dichiarò che il lavoro veniva sospeso ed io ne fui addolorato e porto ancora nell’ animo, come già scrissi in altre circostanze, l’incancellabile ricordo di quell’ impegno ricco di emozioni, talune commoventi.
Chiudo qui questa relazione sebbene altro vi sarebbe da aggiungere.
17 ottobre 2017

CARNIER PIER ARRIGO

venerdì 13 ottobre 2017

DOMANI,14 OTTOBRE AD ORE 18, AD OSOPPO NEL FRIULI NELLA SALA MUNUCIPALE SI PARLERA' DI COSACCHI.


COMUNICATO STRAORDINARIO URGENTE

Cari amici vicini e lontani mi fa piacere informarvi che,   domani sabato 14 ottobre alle ore 18, su iniziativa dell’ Amministrazione comunale  di Osoppo  presso la sede municipale del capoluogo, avrà luogo la presentazione del già più volte citato mio ultimo  recente libro COSACCHI CONTRO PARTIGIANI- Mursia editore che va incontrando vasti consensi. L’ introduzione e relazione sarà trattata dal professor Gilberto Ganzer, nota personalità nel mondo dell’arte ed ex direttore del Museo civico di Pordenone  cui seguirà il dibattito, ovviamente io presente. Il libro, come in varie circostanze precisato, dopo la trattazione di vicende verificatesi negli anni di guerra 1943-1945 nel Friuli occidentale,  percorre il profilo di fatti essenziali rilevanti affinchè il lettore abbia un assunto panoramico di rigore storico, non inquinato da toni agiografici e di parte. Per chi non lo sapesse Osoppo fu centro importante nelle vicende cosacche da me trattate già  nel volume “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945”, diffuso nel 1965 su piano nazionale con successive varie riedizioni e ristampe. Un primo insediamento di  cosacchi ebbe luogo ad Osoppo il 25 agosto 1944, dopo l’inizio dell’ingresso di dette forze in Italia, mediante tradotte  facenti scalo alla stazione “La Carnia” a partire al 20 luglio 1944. Ammonta in ogni caso a migliaia l’entità delle forze accentratesi complessivamente ad Osoppo e dintorni col seguito di profughi e migliaia di cavalli, in  particolare a località Rivellino. Complesse e tragiche furono le vicende vissute dagli “osoppani” in seguito a tale presenza, essendo la località presa ad mira dall’aviazione alleata. Il 22 novembre 1944, in seguito ad un attacco aereo, perirono oltre cinquanta cittadini e duecento cosacchi nonché centinaia di cavalli. La mia ricognizione storica sugli accadimenti nel territorio si svolse nel corso di anni, fu laboriosa e complessa ed alla stessa si aggiungono preziose testimonianze da me raccolte all’ estero, da cosacchi superstiti,  tra i quali quelle di Fatianow Pelageja cosacca del Kuban e  Vera Isaakovna Diura, pure del Kuban, che fu bambina ad Osoppo e conobbe, a fine guerra, la terribile deportazione in Siberia.
Cari amici e simpatizzanti c’è  molto, molto da dire per cui nello spazio del dibattito ritengo non mancheranno gli argomenti.


13 ottobre 2017                            CARNIER PIER ARRIGO 

domenica 8 ottobre 2017

TRIONFO DELLA VERITA’ A CORDENONS COME A RAGOGNA, IL 28 SETTEMBRE U.S., ALL’ AUDITORIUM ALDO MORO



Trionfo della verità all’auditorium Aldo Moro di Cordenons, dopo il successo ottenuto a Ragogna nella sala del Museo della Grande Guerra, nella presentazione del mio ultimo lavoro “Cosacchi contro Partigiani” la sera del 28 settembre, praticamente alcuni giorni fa, ma prima permettetemi , cari lettori italiani, tedeschi, slovacchi, russi, serbi, statunitensi e dell’ Alaska una breve dissertazione a cui non intendo rinunciare.
Il giorno 28 settembre sul Messaggero Veneto, quotidiano regionale , è apparso un articolo a pagina nr. 44 dal titolo “Da Vienna la mappa dei cosacchi nel Friuli”, dove l’autrice, giornalista M.B., poiché in serata era fissata all’ Aldo Moro la presentazione del citato mio volume, informava che in concomitanza all’avvenimento, un certo Argentin, cittadino cordenonese (collezionista di vecchie carte scritte, vecchie foto ed altro), aveva ritenuto di informarla di aver acquistato due mesi fa a Vienna da un collezionista ebreo, copia della mappa dei cosacchi dislocati nel Friuli nel 1945, che infatti veniva pubblicata al centro dell’articolo priva del nome di autore.
Già al mattino del 28, scorrendo le pagine del quotidiano constatavo con lampante evidenza che, la mappa, era documento da me creato, frutto di un mio lungo lavoro d’indagine in anni lontani del dopoguerra, pubblicata a pag. nr. 266 di mio altro precedente libro dal titolo “L’Armata Cosacca in Italia 1944-1945” edizione Mursia 1990 e successive varie riedizioni diffuse nel tempo fino ad anni recenti. Ovviamente dell’irritante detestabile constatazione i nformavo sollecitamente la direzione del Messaggero inviando, via Internet, copia della citata pagina nr. 266 contenente la mappa il cui grafico, sul piano topografico, risulta identico perfettamente a quello prodotto dal collezionista mentre il sunto dei nomi dei presidi, posti in calce alla mia, appare invece stampato con stile e caratteri diversi nell’altra e alcune note importanti, sempre in calce alla mia, risultano mancanti nell’altra…
Ovvio l’intento di manipolazione onde offuscare la paternità della mappa ….Già in giornata ricevevo assicurazione dal quotidiano che, senza indugi, provvedeva a rendere nota la mia paternità del documento come infatti, venne precisato il 4 ottobre a pag. n. 31 con articolo dal titolo “Mappa dei cosacchi, a ricostruirla fu Carnier”. Veniva inoltre aggiunta, su mie dichiarazioni, la precisazione che l’originale è conservato nel mio archivio, la cui documentazione è oggetto di interesse da parte di uno dei massimi musei storici russi, esattamente il Russy Moskovskaj, i cui dirigenti sono venuti personalmente a incontrarmi a Porcia, anche di recente, con l’obbiettivo di acquisizione e che analogo interesse è stato manifestato dai rappresentanti di un altro noto archivio negli Stati Uniti. Ma le sorprese non erano ancora finite. Infatti il menzionato collezionista, interpellato dal quotidiano per sentire, allora, come una riproduzione della mappa sia finita in sue mani ha spiegato che, due mesi fa, ebbe ad acquistare la mappa a Venezia mentre nell’articolo del 28.09, aveva dichiarato di averla acquistata da un collezionista ebreo a Vienna…Cari lettori chiudo qui questa breve piuttosto sgradevole vicenda, sollecitamente chiarita e resa pubblica grazie alla serietà della direzione del Messaggero con mia soddisfazione e, come accennato introduttivamente riprendo l’argomento della presentazione del libro.
Trovai, nell’auditorium Aldo Moro, la sala destinata al caso gremita di convenuti nei cui volti si leggeva un senso di favorevole attesa. Il relatore, prof. Walter Sist, fu conciso nel dichiarare il senso del volume partendo dagli eventi del Friuli occidentale e poi andando oltre, tracciando quindi il profilo di fatti rilevanti inerenti agli eventi che caratterizzarono gli anni di guerra 1944-1945 nell’ ”Adriatisches küstanland” ed il motivato impiego, a presidio di detto territorio, di forze collaborazioniste cosacco-caucasiche, nonché turchestane e turco-asiatiche. Parlando dei cosacchi ha sottolineato la presenza di due noti atamani generali, Krassnoff e Naumenko e di quest’ ultimo ha riferito i miei diretti rapporti e un importante personale incontro col medesimo in Austria nell’ Östtirol, sui luoghi della famigerata consegna forzata dei cosacchi ai sovietici da parte dei vincitori britannici, dove il Naumenko volle sentirmi quale testimone avendo io raggiunto quei luoghi dopo la tragedia ed interrogato e registrato le testimonianze dei superstiti testimoni cosacchi.
Rispondendo a domande postemi dal relatore e ad altre degli intervenuti ho quindi esposto delucidazioni importanti ed anche estremamente necessarie, accolte con sollievo onde sfatare menzogne deliberatamente propinate nel giro di cinquant’ anni, finalizzate a rafforzare, in senso agiografico sotto il profilo politico, l’immagine della resistenza. Ho quindi dichiarato essere priva di ogni fondamento, citando elementi probanti, la favola che Hitler avrebbe promesso la Carnia ai cosacchi, quale loro stabile dimora in contropartita all’ eliminazione delle forze della resistenza ivi operanti. Ho quindi spiegato dettagliatamente che lo spostamento dei cosacchi dal loro ultimo insediamento, a Zdunska Wola in Polonia, all’ Italia nel 1944 fu motivato dall’ avanzata sovietica dell’ Armata Rossa ormai giunta alle porte di Varsavia per cui fu deciso di utilizzare dette forze a scopo di presidio, col seguito di profughi, nell’ “Adriatisches Küstenland” essendosi verificata dell’attività partigiana antitedesca. Ho poi parlato del centinaio di prigionieri cosacchi arresisi ad Avasinis a fine guerra fra i quali donne e bambini, con la promessa partigiana dichiarata alla presenza dal parroco don Francesco Zossi, di avere salva la vita con la loro consegna agli americani in arrivo e non ai sovietici, è invece massacrati sulle montagne sovrastanti ad ovest il villaggio ed ivi abbandonati senza sepoltura e poi lasciati in quello stato per quattro anni in pasto alle volpi ed ai corvi. Infatti solo nel 1949 la Pretura di Gemona interveniva ad ordinare il ricupero delle salme e la loro identificazione, quando ormai dei pietosi corpi quasi più non esistevano nemmeno le ossa…

Rispondendo a domanda ho quindi riferito sul proposito del grande registra internazionale Fred Zinnemann, negli anni ottanta, di realizzare un film sulla vicenda cosacca ed al riguardo mi permetto di andare oltre a quanto detto nella presentazione perché ritengo che meriti. Zinnemann venne ad incontrarmi e quindi a conoscermi a Porcia di Pordenone, stante la notorietà del mio libro “L’Armata Cosacca…”, sottoponendomi la proposta di lavorare insieme, che accettai, per realizzare la trama di un film sul menzionato argomento.  Mi nominò suo consulente primario e vi furono poi successivi incontri, alcuni in Austria. (Rammento che ad un secondo incontro nell’ Östtirol all’ Hotel Post di Lienz, dove Zinnemann alloggiava col suo seguito, c’era una notevole folla e dalla stessa, ritenendo che fossi un attore, allorchè giunsi fui investito da grida festose che inneggiavano ai cosacchi…). Stante l’incarico di consulente affidatomi, per le comparse dei cavalieri cosacchi, grazie al suggerimento del dirigente della Scuola di cavalleria di Pinerolo, contattai il Governo della Danimarca ed ottenni la concessione di adeguate forze di un reggimento di cavalleria con relativo equipaggiamento. Risolsi poi altri problemi relativi ai luoghi dove girare talune scene. Zinnemann non ne volle sapere di partigiani che io invece proponevo. Era fermo sul proposito di escluderli. Il film prendeva corpo partendo da Timau con l’ immagine delle colonne in ritirata, sotto pioggia e neve, lungo i tornanti in salita verso il passo del Ploecken che immette nell’ Austria…La parte centrale del film ricostruiva la scena brutale della consegna, partendo dall’ ordine diffuso da un ufficiale britannico mentre la massa dei cosacchi assisteva alla messa, sulla piana sinistra della Drava alla periferia sud di Lienz, in onore dello zar Pietro il Grande…..Il film avrebbe determinato effetti commoventi e sarebbe stato prodotto dalla FOX francese. Purtroppo, quando ormai l’approntamento della trama con relativo scenario era stato espletato e la stampa internazionale aveva diffuso le prime indiscrezioni, da posizioni politiche britanniche si verificarono pressioni negative sulla FOX e sullo stesso Zinnemann, stante l’evidenza che il film costituiva prova grave e disonorevole sugli alleati vincitori responsabili dell’ illegale sciagurata consegna ai sovietici…Con amarezza Zinneman mi dichiarò che il lavoro veniva sospeso ed io ne fui addolorato e porto ancora nell’ animo l’incancellabile ricordo di quell’ impegno ricco di emozioni, talune commoventi che spesso riemergono dal mio subcosciente e non riesco a reprimerle,,,
Il dibattito dopo a presentazione durò a lungo. Riemersero i contenuti di altro mio libro dal titolo “Lo Sterminio Mancato”- Mursia, che lo storico britannico e docente ad Oxford, prof. Gerald Fleming, depositò presso la Suprema Corte di Giustizia di Israele ed i cui contenuti dettero motivo alla stessa, previe intese con me tramite l’Ambasciata d’Italia, di inviare una commissione diretta dal giudice dott. Michael Horowitz, ivi compresi degli agenti Mossad (Servizi segreti) cui si aggiunse anche il capo della DIGOS di Trieste, dott. Abbate, ad incontrarmi nella mia residenza a Porcia di Pordenone. Non mi attardo sulle ragioni di tale invio che chiederebbero spazio, già comunque da me precisate in altre circostanze sui miei siti Facebook e Blogger.
Il volume “Lo Sterminio Mancato” riguarda in parte la Risiera di San Sabba con relative prove e dettagli che, la stessa, non fu affatto campo di sterminio ma semplicemente di transito per cui, rispondendo a domanda, mi attenni al contenuto del libro che fra l’ altro, a pagine nr. 365-366,  contiene una lettera del direttore del Pubblico Ministero della CENTRALE PER L’ AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA NAZIONALE TEDESCA di LUDWIGSBURG del 10 febbraio 1978, a me diretta, attestante fra l’altro che, nel Küstenland Adriatico, il piano della <Soluzione finale del problema ebraico> venne impedito.
Emerse poi l’argomento dell’organizzazione partigiana Osoppo su cui il mio ultimo libro oltre a condannare, su prove, fatti inventati da un osovano a scopo di dispregio dei cosacchi a pagine nr. 38-39,  al dilà della difesa del popolo friulano dalla minaccia di rivendicazioni territoriali slave rimasta una pura illusione, disapprova  dei concetti sbandierati dall’ esponente Lino ( don Aldo Moretti), relativi al  programma basato su “un anticomunismo democratico ” privo di obbiettivi con finalità  sociale e di ogni allusione concernente norme operative. In quanto al concetto di “essere più umani” varie prove categoricamente lo smentiscono e dimostrano che l’Osoppo fucilava come la Garibaldi comunista. In tal senso ne dà chiara conferma il diario di don Leone Mulloni, parroco di Faedis, che riferisce su varie esecuzioni. 
Tralasciando altre particolarità chiudo qui il sunto di quanto esposto nella presentazione e conseguente lungo dibattito che si svolse nettamente a mio favore.


08 ottobre 2017                CARNIER PIER ARRIGO