lunedì 12 novembre 2018

A PROPOSITO DEL MARESCIALLO FRANCESE PETAIN

Monsieur le Maréchal, Vous avez eu la vie la plus saisissante, la plus déconcertante, la plus bouleversante, de toute l'épopée nationale. La France, que vous avez sauvée plusieurs fois, et servie sans cesse, vous a réservé tour à tour la méconnaissance, la récompense, l'adulation, enfin l'ingratitude et la cruauté. Après un Capitole funeste, où l'on vous avait hissé malgré vous, on vous a précipité de cette Roche Tarpéienne que fut la Haute Cour dite de Justice dans un cul-de-basse-fosse, et l'on vous a laissé six années y souffrir et vous y défaire, vieux forçat de l'abnégation et du sacrifice. Aujourd'hui encore, il y a de petits teneurs de plume pour écrire sur votre compte des choses abjectes. Les exploiteurs de nos divisions, les tenants de l'endémie fratricide, ceux qui ont toujours au feu le fer abominable de la guerre civile, refusent à votre dépouille la fraternisation des héros. On vous a mis le plus loin possible de l'endroit où vous devez être, et l'on prétend vous y laisser. Qu'on se le dise pourtant : tant qu'il y aura dans ce pays des cœurs vaillants, il leur sera impossible de supporter que vous demeuriez à l'île d'Yeu. Vous viendrez à Douaumont. ANDRE FIGUERAS (Résistant de 1re heure, éngagé en 1940 à l'âge de 17 ans)

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📷Marie Barat è con Carnier.
Pier Arrigo Carnier . Andrè Figueras, in riferimento al marescallo Petain, ha giustamente puntualizzato: "Signor Maresciallo. Avete avuto la vita più sconvolgente, più sconcertante, più sconvolgente, di tutta l'epopea nazionale. La Francia, che avete salvato più volte, e servita continuamente, vi ha riservato a torre la ignoranza, la ricompensa, l'adulazione, finalmente l'ingratitudine e la crudeltà." Dopo l' armistizio coi tedeschi nel 1940, il 10 luglio del medesimo anno, il Parlamento francese in seduta comune col Senato affidò pieni poteri al presidente del Consiglio Petain per cui il medesimo, in base ai fatti, gestì la Francia, occupata dai tedeschi, cercando di evitare situazioni di attrito e traumi lesivi onde superare la situazione, pensabilmente transitoria, nell'interesse dei cittadini. L' operato di Petain, non fu meritoriamente riconosciuto ed anzi egli fu processato e ingiustamente condannato. La Francia, come l'Italia, onde sommergere inevitabili e motivate diatribe nell'opinione pubblica per avversità d'opinione sulla resistenza, la innalzò a primario valore di rigenerazione e di raggiunta libertà, il che resta discutibile. Di fatto la vittoria sul nazifascismo fu dovuta esclusivamente alle forze militari alleate mentre le forze insurrezionali della resistenza, mi riferisco soprattutto all' Italia, erano di predominante ideale comunista con l'obbiettivo di instaurare un regime comunista o, in ogni caso, progressista il che non era e non è libertà. Nel mio ultimo recente libro "COSACCHI CONTRO PARTIGIANI"- Mursia-Milano 2016, ho riferito consapevolmente che, alla fine della seconda guerra, come affermò categoricamente Togliatti, tribuno e autorevole guida delle forze partigiane di sinistra, l'Italia sarebbe stata comunque progressista, il che fu impedito dalla presenza, sul territorio nazionale, delle forze militari corazzate alleate ivi comprese le valorose unità del'Armata polacca del generale Anders.
Ho letto su recenti pubblicazioni ambientali della Regione Friuli Venezia Giulia, che pur riconoscendo nell’operato partigiani di sinistra delitti ed altre criminalità, la conclusione assolutoria prettamente di comodo che “ non bisogna dimenticare che essi, i partigiani, combattevano per la libertà e rischiavano la vita”. Dico che veramente è ora di finirla di aggirare la verità storica con false frasi lapidarie utilizzando i delitti se tali erano, quale suffragio per la libertà. Delitti e crimini se tali erano non motivati dalla causa, tali restano e se consumati dalla sinistra, che auspicava a un regime, non rientrano nel principio della causa di libertà. Finiamola quindi di vivere di menzogne soprattutto nei riguardi delle nuove generazioni che hanno il sacrosanto diritto di conoscere la verità e non delle favole.




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