mercoledì 9 gennaio 2019

ANALISI DI UNA REALTA' VISSUTA

         
ANALISI DI UNA REALTA' VISSUTA



Con la  considerazioni che mi permetto qui di seguito legittimamente di esporre non mi riferisco alla specificatamente alla conduzione della trasmissione dianzi menzionata, ma  al sussistente clima dominante, di una politica gestionale prevalente  nella gerarchia degli enti  dell' informazione, stampa, TV. ed ogni altro mezzo informativo di contorno,salvo rare eccezioni, inteso ad evitare, riguardo la resistenza,  rivelazioni incresciose onde non offuscare l'  aureola aulica creata intorno alla stessa o, in ogni caso, ove  capitasse di fronteggiare situazioni negative, cercando il modo per renderle irrilevanti.

Nel  mio post dl 23 corr. riferito alla tramisione sulla resistenza andata in onda il 21 dicembre  di un' intervista da me rilasciata, ho parlato del commisssario partigiano Andrea (Maro Lizzero) riconoscendo che il medesino nel novembre 1944, nei momenti piu tragici ed oscuri della lotta partigiana, in una riunione  nella valle di Pani, seppe imporre con tenacia e  persuasione, presenti diversi capi della Garibaldi ed Osoppo, la continuazione della lotta sui monti. Trattasi di argomento da me trattato nel mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" relativamente al testo aggiornato acquisito e diffuso dalla cessionaria  Mursia.Milano 1990, già diffuso dal noto editore svizzero De Vecchi fin  dal 1965.
Tra me ed il Lizzero , seppure con contrasti sul terreno delle valutazioni, sussisteva  un silenzioso legame di  rispetto e reciproca apprezzamento che io avvertivo. Le considerazioni oggettive sul piano politico storico non sono facili ed improvvisate, come staccare delle ciliege mature dal ramo d' albero a portata di mano, per cui certi improvvisati pennaioli, paesani e non, che si mettono a scrivere su vicende storiche  senza un patrimonio di acquisite e direi sofferte concezioni, è decisamente meglio che abbandonino l' impresa. L' impegno storico non è quello di sostenere una linea di eventi presunta o realmente vincente, ma di esporre le  causali dei fatti con motivate ragioni e  relative conseguenze su motivate constatazioni guardate da un punto di vista dominante. Lo storico, innanzitutto  non ha confini preferenziali, intesi come tali in senso politico di destra o sinistra e in punto chiave della sua opera  costruttiva sta nel realismo oggettivo degli elementi sottoposti alla sua valutazione che corrisponde, nel concetto di causali ed affetti, a un sistema di incastri.
Lizzero, a mio giudizio, era uomo di chiara convinzione politica a sinistra, comunista,  ed aveva una previsione  su quello che avrebbe potuto essere la realtà con l'imminente fine guerra in cui la posizione dell' URSS  si prefigurava potenza dominante considerando ridimensionati i ruoli delle potenze USA  e GRAN BRETAGNA mediante sollevazioni inevitabili di lunghe sudditanze. Trapelavano vagamente a fine guerra  queste sensazioni , ma in realtà nei primi mesi del \945 l ' avanzata sovietica sull' Ungheria e Cecovlovacchia creò, in occidente, un  timore avvertito in senso generale, mentre  gli alleati sbarcati a Salerno stavano lentamente avanzando sulla penisola verso nord, per cui l'opinione pubblica italiana del nord si augurava che i tedeschi riuscissero ad arginare l'avanzata russa, .che secondo il programma di Stalin,  avrebbe  coinvolto anche l' Italia.
Detto in breve, sotto il profilo storico   e non di parte, ritengo che scriverò su Lizzero,  su Mirko e Giacca, riferendo sulla visione ideale,  ritenuta possibile agli stessi sull' ormai scontato crollo della Germania, dissanguata dalla vastità insostenibili dei fronti. La  guerra si è poi conclusa in modo diverso. GIACCA aveva come obbiettivo di entrare a far parte dell' Armata Rossa una meta che sognava di raggiungere. MIRKO credeva nel comunismo stalinista, giovanissimo avrebbe voluto andare a combattere in Spagna, assieme a dei rivoluzionari, contro il franchismo,
Spesso mi sono chiesto se nella sinistra fosse tutto da buttare e pensavo, a prescindere dall' andazzo partigiano che  nell' opinione pubblica era considerato un evento transitorio da cui non veniva alcuna garanzia futura, che vi sarebbe comunque potuto essere, come prevedeva il Leader Togliatti, un regome di sinistra.

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