lunedì 10 febbraio 2020

CARNIER PIER ARRIGO


SEMPRE NUTRITO INTERESSE SUL MIO LIBRO  L'ORS  DI  PANI.Storie e racconti della Carnia.


Presumevo, ma non in modo tale che,  dai lettori,  mi pervenissero domande riferite a circostanze e  protagonisti  del volume che, in qualche modo,  per interposte persone, hanno scoperto il mio numero di telefono e la mia E.Mail. Ho così rilevato che la trattazione letteraria del volume ed il profilo dei fatti sono la chiave del suscitato  interesse, del resto confermato  dalle vendite. Punto focale scontato è risultata  la figura dello ZANELLA, ORS DI  PANI trattata, non in modo espositivo ma nella  vitalità e spiritualità del realismo storico e potere patriarcale che lui visse in un' aureola di  di riconosciuta sensibilità umana. In certo modo, nella sua alta valle, pur con fatiche, nevi e tormente d’ inverno e sempre con un occhio vigile,  egli regnava.
Motivanti interesse nei lettori  sono risultate e risultano  pure le altre parti che formano la struttura organica del libro, con raffinati giudizi su   ODONE E LA PADRONA  la  cui narrazione, a livello e profondità di indagine, gestisce un aspetto etico immateriale estremamente delicato.
Tornando all' Ors di Pani molto l' interesse suscitato  dall' intreccio  con  le  vicende del comandante partigiano MIRKO (Arko Mirko)  e di KATIA  (Bonanni Gisella), amante e compagna di lotta,  ai quali, sganciatisi su destituzione di Mirko dal comando della Garibaldi  nel cupo periodo autunno 1944-primavera 1945, egli concesse generosa assistenza ed ebbe preziose confidenziali dichiarazioni. Si tratta di particolarità che,  fortunatamente, io  conobbi e preziosamente  custodisco.
Come  precisai nel volume l' intera storia di Mirko e Katia uscirà  in una monografia in fase di elaborazione, ma quando non lo so dire. Sento che è lavoro atteso  stante l' eccezionale documentazione di cui dispongo, comprese carte e notizie,  avute  in parte, dal fratello di Katia,  Bonanni Dionisio, diminutivo Denis, comandante del battaglione della Garibaldi "Giornate Nere"  nome di battaglia "Rosso", testimone di  vicende oscure. Prese anche parte all' azione di attacco con conseguente resa della guarnigione di gendarmeria tedesca di Sappada dove cadde il comandante "Aso" vicenda su cui, negli incontri, mi rivelò particolarità delicate... Luciano Castellani partigiano di Colza, membro del battaglione Friuli comandato da Mirko mi dichiarò che,  Denis,  era  ottimo tiratore, un pistolero come Mirko. Il Castellani, per lunghi  anni  nel dopoguerra, ad evitare presumibili conseguenze della lotta partigiana, si pose al riparo nella Federativa Jugoslava di Tito.
Nel dopoguerra, col suo bagaglio di ricordi, Denis emigrò in Francia dove trovò occupazione e stima presso una nota personalità. Ci si vedeva in occasione al suo rientro a Raveo per un periodo  di  ferie e si parlava  di questo e di quello. Ebbi da lui anche notizie sulla formazione ideale politica di Katia, ispirata da personalità politiche francesi di sinistra. Da altra fonte, anche  gente  di Raveo ormai passata a miglior vita, ebbi notizia di particolarità  su Katia, donna affascinante dal piglio impositivo. La vidi di persona una sola volta assieme a Mirko, il  7 ottobre 1944,  a località Patossera  posta all’ imbocco della  val Pesarina,  presso il comando della Garibaldi in via di disarmo, poichè i cosacchi stavano avanzando sulla Carnia... Pioveva, nell’ aria vibrava la paura, ma Katia e Mirko non li posso dimenticare. .... Nel  tardo  autunno 1944 Mirko e Katia con gli ultimi fedeli del  battaglione ridotto nella consistenza,  scesero dalla valle di  Pani sul villaggio di  Raveo occupato dai cosacchi, dando vita a un attacco che li costrinse a sloggiare anche se poi fecero ritorno,  fatto che già descrissi ne L'Armata Cosacca..... Katia assieme a  due, tre  partigiani,   appostata sopra il paese,  svolse compito di copertura col mitra spianato e,  mentre l'attacco infuriava, lanciava  grida non contro i cosacchi, che  riporterò nel menzionato libro in elaborazione.....
Parlando di  certe storie con Denis mi venivano i brividi. Nel dopoguerra lui era  sempre guardingo perchè  era  tempo di odi e di vendette. Nei primi anni  possibilmente nessuno, che aveva fatto il partigiano, amava vantarsene....Tacere era meglio. L' ultima volta  che ci si vide, a Raveo,   seppi che, di notte, gli tagliarono le gomme della macchina, una Citroen, per cui giurò che non avrebbe più fatto ritorno in Italia e così accadde.  Al dilà della questione delle gomme,  confesso che Denis io lo capivo ma per capire bisogna aver vissuto quel tempo.




10 febbraio    2020                                            CARNIER  PIER ARRIGO


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