CARNIER PIER ARRIGO
SEMPRE NUTRITO INTERESSE SUL MIO LIBRO L'ORS DI PANI.Storie e racconti della Carnia.
Presumevo, ma non in modo tale che, dai lettori, mi pervenissero domande riferite a circostanze e protagonisti del volume che, in qualche modo, per interposte persone, hanno scoperto il mio numero di telefono e la mia E.Mail. Ho così rilevato che la trattazione letteraria del volume ed il profilo dei fatti sono la chiave del suscitato interesse, del resto confermato dalle vendite. Punto focale scontato è risultata la figura dello ZANELLA, ORS DI PANI trattata, non in modo espositivo ma nella vitalità e spiritualità del realismo storico e potere patriarcale che lui visse in un' aureola di di riconosciuta sensibilità umana. In certo modo, nella sua alta valle, pur con fatiche, nevi e tormente d’ inverno e sempre con un occhio vigile, egli regnava.
Motivanti interesse nei lettori sono risultate e risultano pure le altre parti che formano la struttura organica del libro, con raffinati giudizi su ODONE E LA PADRONA la cui narrazione, a livello e profondità di indagine, gestisce un aspetto etico immateriale estremamente delicato.
Tornando all' Ors di Pani molto l' interesse suscitato dall' intreccio con le vicende del comandante partigiano MIRKO (Arko Mirko) e di KATIA (Bonanni Gisella), amante e compagna di lotta, ai quali, sganciatisi su destituzione di Mirko dal comando della Garibaldi nel cupo periodo autunno 1944-primavera 1945, egli concesse generosa assistenza ed ebbe preziose confidenziali dichiarazioni. Si tratta di particolarità che, fortunatamente, io conobbi e preziosamente custodisco.
Come precisai nel volume l' intera storia di Mirko e Katia uscirà in una monografia in fase di elaborazione, ma quando non lo so dire. Sento che è lavoro atteso stante l' eccezionale documentazione di cui dispongo, comprese carte e notizie, avute in parte, dal fratello di Katia, Bonanni Dionisio, diminutivo Denis, comandante del battaglione della Garibaldi "Giornate Nere" nome di battaglia "Rosso", testimone di vicende oscure. Prese anche parte all' azione di attacco con conseguente resa della guarnigione di gendarmeria tedesca di Sappada dove cadde il comandante "Aso" vicenda su cui, negli incontri, mi rivelò particolarità delicate... Luciano Castellani partigiano di Colza, membro del battaglione Friuli comandato da Mirko mi dichiarò che, Denis, era ottimo tiratore, un pistolero come Mirko. Il Castellani, per lunghi anni nel dopoguerra, ad evitare presumibili conseguenze della lotta partigiana, si pose al riparo nella Federativa Jugoslava di Tito.
Nel dopoguerra, col suo bagaglio di ricordi, Denis emigrò in Francia dove trovò occupazione e stima presso una nota personalità. Ci si vedeva in occasione al suo rientro a Raveo per un periodo di ferie e si parlava di questo e di quello. Ebbi da lui anche notizie sulla formazione ideale politica di Katia, ispirata da personalità politiche francesi di sinistra. Da altra fonte, anche gente di Raveo ormai passata a miglior vita, ebbi notizia di particolarità su Katia, donna affascinante dal piglio impositivo. La vidi di persona una sola volta assieme a Mirko, il 7 ottobre 1944, a località Patossera posta all’ imbocco della val Pesarina, presso il comando della Garibaldi in via di disarmo, poichè i cosacchi stavano avanzando sulla Carnia... Pioveva, nell’ aria vibrava la paura, ma Katia e Mirko non li posso dimenticare. .... Nel tardo autunno 1944 Mirko e Katia con gli ultimi fedeli del battaglione ridotto nella consistenza, scesero dalla valle di Pani sul villaggio di Raveo occupato dai cosacchi, dando vita a un attacco che li costrinse a sloggiare anche se poi fecero ritorno, fatto che già descrissi ne L'Armata Cosacca..... Katia assieme a due, tre partigiani, appostata sopra il paese, svolse compito di copertura col mitra spianato e, mentre l'attacco infuriava, lanciava grida non contro i cosacchi, che riporterò nel menzionato libro in elaborazione.....
Parlando di certe storie con Denis mi venivano i brividi. Nel dopoguerra lui era sempre guardingo perchè era tempo di odi e di vendette. Nei primi anni possibilmente nessuno, che aveva fatto il partigiano, amava vantarsene....Tacere era meglio. L' ultima volta che ci si vide, a Raveo, seppi che, di notte, gli tagliarono le gomme della macchina, una Citroen, per cui giurò che non avrebbe più fatto ritorno in Italia e così accadde. Al dilà della questione delle gomme, confesso che Denis io lo capivo ma per capire bisogna aver vissuto quel tempo.
10 febbraio 2020 CARNIER PIER ARRIGO
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