giovedì 20 luglio 2017

ANCORA SUI FALSI PUNTI DI VISTA CRITICI SUL MIO VOLUME COSACCHI CONTRO PARTIGIANI - MURSIA.- MILANO.


COMUNICATO

Riprendo l’argomento diffuso il 18 corr. vale a dire ritorno sul maldestro tentativo da parte di una persona, come già detto di nessun prestigio storico a livello regionale e tantomeno nazionale su cui da tempo io tengo banco, la quale ha ritenuto di esporre, via Internet, dei punti di vista personali privi di sostegno probatorio sul mio recente volume COSACCHI CONTRO PARTIGIANI diffuso dalla Mursia-Milano e, a quanto pare, allargati pericolosamente ad altro intoccabile mio volume dal titolo LO STERMINIO MANCATO, assunto a suo tempo come documento, dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele. Detta Suprema Corte, come ricordai spesse volte, motivata dagli alti contenuti del volume, inviò ad incontrarmi in Italia a Porcia, per un lungo colloquio, una sua commissione guidata dal giudice dott. Michael Horowitz presente il capo della DIGOS di Trieste dott. Abbate.
Avendo recentissimamente esaminato il caso dei menzionati punti di vista critici sul mio lavoro con un esperto in questioni editoriali e giuridiche, saremmo giunti alla conclusione che gli stessi non trovano connessione con la base documentale del volume, risultando addirittura sorvolati degli elementi essenziali. L’ azione critica pertanto non appare affatto motivata da ragioni culturali, ma stimolata da motivazioni strettamente personali, quali ad esempio avversione di parte e gelosie e come tale potrebbe assumere veste lesiva per ipotesi di calunnia, con mia riserva ovviamente di sentire, se del caso, il noto Studio legale di Venezia, cui già ho accennato nel mio comunicato del 18 corr.
Tralasciando altre considerazioni mi è gradito informare gli amici ed i lettori che il volume COSACCHI CONTRO PARTIGIANI procede bene sul piano della diffusione, riscuotendo notevoli consensi. . In relazione alla mia presa di posizione col comunicato del 18 corr. mi sono pervenute diverse telefonate di consenso dalle zone più disparate e dei messaggi di approvazione dei quali mi è  gradito, qui di seguito, riportarne alcuni:

DINO TEMIL Dino Temil II veri storici non nascono sotto i cavoli o per :raccomandazioni, o peggio ancora per tenere il sacco a qualcuno magari alterando la verità per interessi personali. Ma studiano, indagano, approfondiscono fino allo sfinimento prima di scrivere il vero. Lei, caro Pier Arrigo Carnier , è uno, purtroppo dei pochi rimasti. Lunga vita e altri suoi libri di spessore da leggere. Mandi, Dino Temil

Michele De Monte Ho appena chiuso la 87esima pagina del libro... caro Signor Pier Arrigo Carnier non la ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto alzare la testa dal sussidiario dai tempi trascorsi da studente e di avermi fatto immergere nella VERA storia. Quello che scrive è riportato in molte pagine dalle copie autentiche dei documenti di cui si avvale! Domani sarà un' altra buona giornata per continuare a leggere. La supporto, seppur il mio contributo sia minimo. Aspetto impaziente nuove pubblicazioni!

Valeria Romanin. Grazie per tutte le verità storiche di cui ci fa partecipi, nessuno meglio di chi le ha vissute può rappresentare la verità dei fatti e chiaramente per qualcuno risulta molto scomoda! Buon lavoro e cordialità!

Giacomo Oberto Fa bene signor Carnier, a non mollare la presa, le verita'cominciano a far male a qualcuno, i suoi libri dovrebbero farli leggere anche nelle scuole. Un caro saluto mandi.

20 luglio 2017                                               PIER ARRIGO CARNIER




dopo scritta:
Ricorre in questi giorni, dal 18 al 22 luglio, l’anniverario della dura rappresaglia tedesca sulle malghe al confine orientale della Carnia: malga Promosio, Lanza, Cordin,., argomento al quale, oltre ai sopralluoghi in anni lontani, ho dedicato lunghi periodi di indagini tenendomi in contatto con fonti austriache. In realtà dispongo di una vasta documentazione, ma purtroppo, preso da molti impegni, non mi è stato possibile inviare al quotidiano a cui collaboro una relazione riepilogativa che semmai cercherò prossima- mente di diffondere sui miei siti Internet. Sono certo comunque che con mano politica si terranno qua e là delle celebrazioni ripetendo le solite versioni rimaneggiate rispetto all’ effettiva realtà dei fatti..

20 luglio 2017                                         PIER ARRIGO CARNIER


martedì 18 luglio 2017

IL MARTIRIO DIMENTICATO DI ELENA DEL BEN,GIOVANE CITTADINA PURLILIESE UCCISA NEL 1944 DAI PARTIGIANI.

                
  MEMORIA

Riguardo il  territorio della “Destra Tagliamento”, che ha la sua storia e di cui Pordenone è capoluogo, con un’indagine condotta mediante sopralluoghi, dialoghi con protagonisti,  acquisizioni documentali e presa conoscenza di pubblicazioni, mi riuscì, nel corso di lunghi  anni, a partire al 1962, di raggiungere una visione concreta di quanto ebbe a verificarsi nel periodo  dell’occupazione tedesca 1943-1945, che si diversificava dal concetto di vera e propria occupazione, essendo la Germania (III°Reich) nostra alleata, e della conseguente insurrezione resistenziale. I risultati di questa mia  analisi   in  un compendio  che coglie gli aspetti più significativi, utili alla comprensione, sono esposti nel mio recente volume diffuso dalla Mursia,  dal titolo “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI- Friuli occidentale”.
Sempre a proposito della “ Destra Tagliamento” o “Friuli occidentale”, nel corso della mia attività giornalistica di oltre quarant’anni con diverse testate,  trattai vari argomenti resistenziali spesso a più puntate. In uno di questi, pubblicato dal Messaggero Veneto in tre puntate nelle date del 5,6 settembre e 13 ottobre 1996, mi occupai della condanna a morte, su sentenza del Tribunale straordinario tedesco, dell’ ufficiale del Regio Esercito e comandante partigiano Franco Martelli la cui esecuzione, mediante fucilazione, avvenne nelle caserme di via Rovereto in Pordenone.. Per taluni risvolti, del tutto ignorati e da me rivelati, l’argomento era e rimane senza dubbio rilevante. Nella puntata  conclusiva  uscita il 13 ottobre 1996, oltre a porre in rilievo  lo straordinario impegno umano del federale fascista Bortolozzi nel tentare di bloccare, sebbene vanamente, l’esecuzione del Martelli, evidenziai un’oscura vicenda rimasta  ignorata, quella precisamente dell’uccisione, da lato partigiano, di Elena Del Ben,  splendida giovane trentaseienne di Pieve, piccola borgata contadina in comune di Porcia. Eravamo alla fine di ottobre 1944. L’uccisione avvenne esattamente il giorno 27. Nell’ aria piuttosto umida, essendo periodo di fine vendemmie, regnava odore di raccolti. Stante lo stato di guerra e le circostanze resistenziali sussisteva un clima di paura  stagnante, ciò nonostante il sinistro episodio di sangue, toccò la sensibilità dei cittadini e vi fu una forte disapprovazione. Per avere notizie sul caso presi a suo tempo contatti, nella menzionata borgata, con  alcuni stretti parenti. Ebbi dagli stessi una bella fotografia della giovane che pubblicai sul Messaggero, nella menzionata ultima puntata. Tenendo in mano quella foto ed ascoltando ciò che i parenti rievocavano, mi passarono per la mente i tempi di assoluto potere delle grandi famiglie possidenti purliliesi e dei dintorni che avevano il dominio sulle proprietà terriere, una delle quali legata nelle origini al Sacro Romano Impero. Per contadini e prestatori d’opera quei tempi furono di assolta sudditanza e più esattamente da “Pane da padrone”, secondo un’ appropriata definizione contenuta nel  libro “La ragazza di Fònzerga”, scritto a due mani dalle vicentine Marta Prebianca e Maria Anna Polli, indubbiamente interessante per talune notizie sulla seconda guerra relative ai tedeschi.
Fu  in quel clima che Elena visse ? Sì, effettivamente visse tale realtà. Essa amava però decisamente l’eleganza, le piaceva distinguersi, curava molto la sua immagine mettendo i suoi risparmi nel vestire bene. Elena fu sospettata dai partigiani di possibili simpatie da parte dei tedeschi che allora presidiavano quei luoghi con comando a Villa Dolfin di Porcia. Essendo giovane donna di bell’ aspetto con cura di sé stessa era naturale che suscitasse delle simpatie. Diverse furono le versioni del come fu prelevata. I parenti mi informarono che Elena, per quelle inevitabili simpatie dei tedeschi,  temeva i partigiani ed aveva realmente confidato a diversi la paura di essere uccisa…. Fu prelevata nella sua borgata o, in ogni caso, al seguito di taluno raggiunse i pressi del cimitero di Pieve, luogo  evidentemente prescelto, dove le si pararono di fronte gli esecutori. Credo le siano state dette frasi indegne dell’essere umano, tali da allibirla..  Dalle testimonianze, non solo dei parenti, ma di cittadini di Palse e Porcia, Elena venne violentata dall’ intero gruppo e poi uccisa. Al rinvenimento del cadavere oltre a mortali colpi d’arma da fuoco furono notati segni laceranti  di diverse pugnalate al collo, alle braccia ed al seno, prova di una ferocia bestiale. Una donna anziana di Fontanafredda, a cui, oltre quarant’ anni fa al tempo delle  indagini sul caso , ero stato indirizzato, mi disse fra altre cose che restano a latere del  giudizio sul delitto, che Elena era molto devota a Santa Rita da Cascia   per cui ritengo che, prima di perdere conoscenza sotto lo i colpi d’arma e le  crudeli pugnalate, lei l’abbia invocata. Il suo martirio va senza dubbio assunto a memoria luminosa ed a condanna, senza possibilità di appello, della  crudeltà da sciacalli  che  infangarono certe vicende partigiane. Un amico, sempre oltre quarant’ anni fa, mi aveva rilasciò alcune foto di partigiani del luogo, ritenuti i torturatori ed uccisori di Elena. Elena Del Ben, secondo la certificazione rilasciatami dalla Parrocchia di Palse,  essendo nata il 3 settembre 1908 ed uccisa il 27 ottobre 1944 aveva, come  già riferito in precedenza, 36 anni. Fu sepolta  il 30 ottobre 1944 nel cimitero di Pieve, luogo isolato sprofondato nella quiete contadina, ma la storia non finisce qui. Nei giorni successivi al rinvenimento del cadavere il comandante tedesco di Villa Dolfin, un severo maresciallo che, si dice, intervenisse perfino nelle liti familiari quando taluno usava violenza, provvide rapidamente all’ arresto di alcuni partigiani sospettati, secondo soffiate, di essere  gli autori del delitto. Sottoposti ad interrogatorio probabilmente confessarono, ma questo non fu dato di saperlo. Al termine dell’ interrogatorio,  sotto scorta di alcuni tedeschi, detti partigiani furono fatti salire su  uno dei tipici autocarri della Wehrmacht che fece sosta a circa a metà di via Correr. Qui uno dei tedeschi,  disse loro: “ Siete liberi, potete andare !” Scesi dall’ autocarro i partigiani si avviarono sulla strada ma, nel giro di pochi istanti, furono abbattuti da alcune raffiche di “Maschinenpistole”. Era il tipico metodo dei tedeschi che, in relazione all’ordinanza Nacht und Nebel del 7 febbraio 1941  firmata da Keitel, accertata la colpevolezza e stabilita la condanna a morte, semplificavano l’esecuzione della stessa e, nel rapporto d’obbligo che inviavano a Berlino, precisavano che l’uccisione era avvenuta legittimamente  mentre tentavano la fuga. 
                                                                                                                             Porcia di Pordenone, 18 luglio 2017
                                                                         PIER  ARRIGO CARNIER


                                                                                

VOLUME COSACCHI CONTRO PARTIGIANI - MURSIA - MILANO


COMUNICATO
Mi rivolgo, per quello che intendo e stò per dire, ad amici e lettori soprattutto del Friuli Venezia Giulia, e in ogni caso ai molti altri del resto d’Italia, e agli altrettanto molti conoscenti e lettori esteri dell’Europa occidentale e dei paesi dell’Est , Federazione Russa e Repubbliche asiatiche comprese, nonché Stati Uniti d’America.
Mi riferisco al maldestro tentativo da parte di taluna persona, secondo serie fonti informative di nessun prestigio a livello storico nazionale, ma relegata nell’alveo paesano e quindi una voce nel deserto, che ha ritenuto di esporre, via Internet, punti di vista personali del tutto immotivati , vale a dire privi di sostegno probatorio in un linguaggio di pretesa critica privo però della proprietà specifica in tal senso e tanto meno scientifica, dettato solo da acredine ed invidie su presumibile spinta di qualche sinistra consorteria partigiana, sul mio recente volume COSACCHI CONTRO PARTIGIANI diffuso nella ben nota collana storica della Mursia-Milano. Riferisce, detta persona, di non poter tollerare i contenuti del mio volume. La frase “di non poter tollerare”è perfino ridicola e , sapendo di toccare l’opera di un autore, manca di ogni principio di etica morale
Fa quindi seguito il tentativo di insinuare l’obbiettività storica di questo mio lavoro con l’invenzione, autentico falso, che la documentazione prevalente d’appoggio è tedesca, mentre invece la documentazione da me prodotta o dichiarata a sostegno è sia italiana che tedesca e, soprattutto, prove eloquenti sono le lettere dei partigiani pordenonesi Gianni Zuliani e Agostino Zanelli probatorie dello sfacelo, a fine estate 1944, dell’organizzazione partigiana della Destra Tagliamento, situazione che, analogamente, come già spesso ho dimostrato, ebbe verificatasi in Carnia ed altrove. Scrive lo Zanelli “Piero” : “… Le formazioni partigiane, soprattutto quelle di montagna, si avviano al disfacimento…Le popolazioni non riconoscevano più nei partigiani gli interpreti delle loro aspirazioni, i loro protettori, le forze sane e costruttive del paese”. A sua volta Gianni Zuliani quale membro di un battaglione partigiano garibaldino della Ippolito Nievo, nelle interessanti sue pagine diaristiche denuncia apertamente, a seguito dei grandi rastrellamenti tedeschi, la crisi morale dei resistenti, il loro fiaccamento e disapprovava con sdegno l’esecuzione, su ordine del comandante Chirurgo, di due prigionieri tedeschi portati al seguito.  Molto importanti sono poi le dichiarazioni del parroco di Barcis, don Carlo Conforto, che smentiscono categoricamente le grossolane menzogne di un partigiano osovano, finalizzate a denigrare il comportamento dei cosacchi attribuendo loro il crimine , autentica invenzione, di aver violentato e poi squartato una donna a sciabolate e dei nipotini fatti saltare in aria con una bomba a mano legata al petto di ciascuno di loro, nonchè la lettera della signora Lina Mamolo, del villaggio di Peonis nel Friuli occidentale, che riferisce il pessimo comportamento dei partigiani ( ladri) . Scrive la Mamolo : “ Quando sapemmo che i cosacchi dovevano ritirarsi, piangemmo. Molti cosacchi erano di stirpe nobile, persone istruite, parlavano più lingue, erano estremamente dignitosi. Non rubarono mai nulla, come invece fecero spesso i partigiani... Abbiamo avuto più problemi con la nostra gente. Vi si si aggiunge la versione del massacro, citato da Giovanni Urban, dei prigionieri cosacchi di Avasinis, ex militari donne e bambini di cui uno o due in fasce, a fine della guerra sulle montagne, dopo aver loro promesso salva la vita con la consegna agli americani. Vi è poi molto altro ed infine c’è l’affermazione sacrosanta che noi italiani i tedeschi li abbiamo traditi.
Egregi signori c’è da vergognarsi . Pertanto il tentativo di screditare i contenuti del mio volume da parte di taluna persona e di galoppini addestrati a fare il portavoce, uno dei quali si fece vivo tra i presenti alla presentazione del mio menzionato libro, il 9 giugno a Tarcento, ed è stato ovviamente tacciato di essere il megafono di menzogne spudorate preparate a tavolino da certo vecchiume partigiano.
Cari amici ed estimatori vicini e lontani ho redatto questo sunto di prove schiaccianti onde dimostrare la falsità dei punti di vista personali del taluno risultanti in un sito Internet. Confesso che mi aspettavo qualcosa di simile stante lo sferzante e profondo impegno per la verità del mio lavoro su basi inattaccabili, così valutato da fonti storiografiche competenti, e l‘indovinato titolo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI che, in base a positivi giudizi non miei, ha una sua forza dirompente.

Concludendo resto quindi del tutto indifferente ai menzionati inconsistenti punti di vista stante il lusinghiero successo del mio menzionato volume che, tenendo conto di altre mie pubblicazioni di fondamento storico su piano nazionale, rafforza la mia lunga stagione operativa. Tutto ciò con la sola riserva di un’eventuale segnalazione del caso, ove nei miei riguardi possa ravvedersi motivo di lesione etico morale, a primario Studio legale di Venezia altamente specializzato in sede penale, a cui già in anni passati mi affidai con ottimi risultati.
18 luglio 2017                                                                PIER ARRIGO CARNIER

giovedì 6 luglio 2017

LE NOTIZIE DIFFUSE VIA INTERNET, DAI MIEI SITI FACEBOOK E BLOGGER, DILAGANO.



Grafico dei Paesi con il maggior numero di persone che visualizzano i blog

COMUNICATO
 Oggi, 6 luglio 2017, riaprendo il mio sito BLOGGER ho notato sullo schema dei dai statistici che, sulla carta geografica universale l’intero spazio della Russia, Asia compresa, si presentava di un verde intensissimo il che significa che si stava parlando di vicende russe segnalate coi miei post e indubbiamente del volume COSACCHI CONTRO PARTIGIANI nonchè dell’argomento CALMUCCHI da me  diffuso recentemente su BLOGGER, su FACEBOOK nonché sul quotidiano TRENTINO LIBERO che ha avuto un poderoso effetto. Oggi  le anime dei CALMUCCHI stroncati nel maggio 1945, a guerra cessata, da mani partigiane omicide in Carnia, nel bosco “Costalops” sotto la vetta del monte “Piz di Mede” non sono più sole. Più volte mi è venuto in mente che sulla vicenda di questi cavalieri del vento potrei scrivere un fantasioso racconto…Talvolta  immagino le loro anime che vagano nel bosco , dai silenziosi fruscii,  di quell’abetaia  dove caddero falciati da raffiche mortali….
E ancora una buona notizia, sempre oggi mi sono giunte lusinghiere considerazioni   da Mantova ed Ostiglia da cittadini che hanno ascoltato la mia lunga conferenza registrata sui miei siti sotto il titolo “ Seconda guerra mondiale “, della durata di oltre un’ora. Nella stessa dico sinceramente delle cose serie su vicende e particolari della seconda guerra delle quali fui testimone o comunque su fatti da me vissuti e fa piacere sentire degli apprezzamenti….Mi sono giunti e continuano a pervenirmi via telefono o per altri canali positivi giudizi, sempre sul mio ultimo libro, da varie fonti nazionali. Molto apprezzata la documentazione da me citata sull'atamano generale Piotr Nikolaevic Krassnoff che stronca decisamente alcune " balle " grossolane sulla sua permanenza a Villa di Verzegnis,  diffuse ingenuamente da  taluno che le aveva assorbite da talun  altro, facendo credere che l' atamano avesse concesso straordinarie dichiarazioni a un privato mai visto sul luogo a meno che non fosse sceso dal camino.....A  Verzegnis sono  fiorite poi  altre menzogne una delle quali sui documenti dell'atamano, da me documentalmente smentita.....   

06 luglio 2017                                      PIER ARRIGO CARNIER

sabato 1 luglio 2017

L'INCONSISTENZA TOTALE DI UN'ASSURDA IPOTESI DI PARTE.





L’ ipotesi riferitami da un amico della Carnia, dal medesimo ascoltata via radio o televisione locale, che la strage dei circa 100 cosacchi tra cui donne e bambini, uno o due in fasce, possa trovare qualche motivazione nella rappresaglia tedesca su Avasinis, del 2 maggio 1945, provocata da un attacco partigiano con conseguenti vittime tedesche, è del tutto assurda, priva di ogni fondamento. Lo vorrebbero far credere certe teste lontane anni luce dai principi che regolano la verità e la storia, trattandosi di fatti assolutamente indipendenti l’uno dall’ altro e potrei spiegarne minuziosamente le ragioni anche sotto il profilo giuridico. L’argomento già comunque è stato esaurientemente trattato nel mio post del 29 giugno, sotto il titolo “ INTERVENTO AGGIUNTIVO AL POST SPIGOLATURE DA INTERMEZZO” che sta raccogliendo vasti consensi.
Non posso, in ogni caso, non denunciare tale dimostrazione di rudimentale cinico tentativo di mistificazione dei fatti, strumento quotidiano di un’ impositiva linea politica di parte che piccoli esecutori, uomini e donne, perseguono credendo di essere coperti da protezione… Voglio ricordare ancora una volta che se non fossi stato io a rendere pubblico, nel mio volume “Lo Sterminio Mancato”-Mursia 1982, il crimine della barbara strage dei circa 100 cosacchi il tutto sarebbe finito sepolto nel silenzio e questo, in una società civile, è vergognoso e gravemente inedificante!!
                                                                 
                                                                *          *          *

Quello che io sto  scrivendo è storia riferita a ciò che realmente accadde, monda di stimoli di parte e spinte agiografiche. Ho riconosciuto nel mio ultimo libro “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”- Mursia 2016 che, la resistenza partigiana , era rossa, cioè comunista o diciamo progressista, sotto la guida del leader Togliatti.Un mio precedente volume “LO STERMINIO MANCATO”-Mursia 1982, è stato assunto come prova storica dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele che ha poi inviato a contattarmi in Italia, nella mia residenza di Porcia, una missione guidata dal giudice dott. Michael Horowitz, presente il capo della DIGOS di Trieste, dott. Abbate. Il volume “LO STERMINIO MANCATO”, prescindendo dal fatto che io ne sono l’autore, essendo libro edito da casa editrice nazionale storicamente specializzata , la Mursia, assunto poi come documento storico dalla Suprema Corte di Giustizia di Israele non solo perchè, per determinate prove, salvò dalla condanna a morte, già pronunciata, l’ucraino Ivan Demjaniuk imputato falsamente di essere il “Boia di Treblink”, ma in senso più ampio per i suoi contenuti. Preavverto chiunque sia che, qualora si tentasse solo di scalfire con scritti tendenziosi di parte, anche privati ma resi pubblici, i contenuti di questo mio volume, mi riservo di procedere giudizialmente con domicilio forense eletto a Milano.
1° luglio 2017 PIER ARRIGO CARNIER

1° luglio2017                                               PIER ARRIGO CARNIER




Pier Arrigo Carnier BREVE LETTERA APERTA. Grazie a tutti i lettori per l’attenzione all’ argomento scottante. Sulla prova agghiacciante delle richieste dell’Osoppo dei bombardamenti terroristici su Udine del 20 marzo 1945, silenzio assoluto. Ho comunque altre prove gravi da pubblicare, dico prove non chiacchiere. Mi chiedo se valga la pena. Non posso evitare peraltro di rendermi conto che, in regione, non vi sono forze morali, sul piano storico scientifico, in grado di aprire e tener testa a un dialogo con me su una gamma di vasti argomenti, non ne parliamo poi della Carnia . Mi consola il fatto che i miei genitori se di fatto erano carnici, mia madre però era figlia di padre ungherese (ungarische vater) un popolo fiero. Ogni volta che in passato passavo i confini per l’est dove ho avuto  grandi rapporti e dove tengo delle indimenticabili amicizie, questo pensiero mi compiaceva e spronava e non mi vergogno a dire che persino versai delle lacrime. Chiudo qui. Ho speso queste poche frasi per fare un accenno a ciò che regna dentro il mio animo. Scusatemi !!

1° luglio 2017