COMUNICATO
Mi rivolgo, per
quello che intendo e stò per dire, ad amici e lettori soprattutto del Friuli
Venezia Giulia, e in ogni caso ai molti altri del resto d’Italia, e agli
altrettanto molti conoscenti e lettori esteri dell’Europa occidentale e dei
paesi dell’Est , Federazione Russa e Repubbliche asiatiche comprese, nonché
Stati Uniti d’America.
Mi riferisco al
maldestro tentativo da parte di taluna persona, secondo serie fonti informative
di nessun prestigio a livello storico nazionale, ma relegata nell’alveo paesano
e quindi una voce nel deserto, che ha ritenuto di esporre, via Internet, punti
di vista personali del tutto immotivati , vale a dire privi di sostegno
probatorio in un linguaggio di pretesa critica privo però della proprietà
specifica in tal senso e tanto meno scientifica, dettato solo da acredine ed
invidie su presumibile spinta di qualche sinistra consorteria partigiana, sul
mio recente volume COSACCHI CONTRO PARTIGIANI diffuso nella ben nota collana
storica della Mursia-Milano. Riferisce, detta persona, di non poter tollerare i
contenuti del mio volume. La frase “di non poter tollerare”è perfino ridicola e
, sapendo di toccare l’opera di un autore, manca di ogni principio di etica
morale
Fa quindi seguito il
tentativo di insinuare l’obbiettività storica di questo mio lavoro con
l’invenzione, autentico falso, che la documentazione prevalente d’appoggio è
tedesca, mentre invece la documentazione da me prodotta o dichiarata a sostegno
è sia italiana che tedesca e, soprattutto, prove eloquenti sono le lettere dei
partigiani pordenonesi Gianni Zuliani e Agostino Zanelli probatorie dello
sfacelo, a fine estate 1944, dell’organizzazione partigiana della Destra
Tagliamento, situazione che, analogamente, come già spesso ho dimostrato, ebbe
verificatasi in Carnia ed altrove. Scrive lo Zanelli “Piero” : “… Le formazioni partigiane, soprattutto quelle di montagna,
si avviano al disfacimento…Le popolazioni non riconoscevano più nei partigiani
gli interpreti delle loro aspirazioni, i loro protettori, le forze sane e costruttive
del paese”. A sua volta Gianni Zuliani quale membro di un
battaglione partigiano garibaldino della Ippolito Nievo, nelle interessanti sue
pagine diaristiche denuncia apertamente, a seguito dei grandi rastrellamenti
tedeschi, la crisi morale dei resistenti, il loro fiaccamento e disapprovava
con sdegno l’esecuzione, su ordine del comandante Chirurgo, di due prigionieri
tedeschi portati al seguito. Molto importanti sono poi le dichiarazioni del parroco di Barcis, don Carlo Conforto, che smentiscono categoricamente le grossolane menzogne di un partigiano osovano, finalizzate a denigrare il comportamento dei cosacchi attribuendo loro il crimine , autentica invenzione, di aver violentato e poi squartato una donna a sciabolate e dei nipotini fatti saltare in aria con una bomba a mano legata al petto di ciascuno di loro, nonchè la lettera della signora Lina
Mamolo, del villaggio di Peonis nel Friuli occidentale, che riferisce il pessimo
comportamento dei partigiani ( ladri) . Scrive la Mamolo : “ Quando sapemmo
che i cosacchi dovevano ritirarsi, piangemmo. Molti cosacchi erano di stirpe
nobile, persone istruite, parlavano più lingue, erano estremamente dignitosi.
Non rubarono mai nulla, come invece fecero spesso i partigiani... Abbiamo avuto
più problemi con la nostra gente. Vi si si aggiunge la versione del massacro,
citato da Giovanni Urban, dei prigionieri cosacchi di Avasinis, ex militari
donne e bambini di cui uno o due in fasce, a fine della guerra sulle montagne,
dopo aver loro promesso salva la vita con la consegna agli americani. Vi è poi
molto altro ed infine c’è l’affermazione sacrosanta che noi italiani i tedeschi
li abbiamo traditi.
Egregi signori c’è
da vergognarsi . Pertanto il tentativo di screditare i contenuti del mio volume
da parte di taluna persona e di galoppini addestrati a fare il portavoce, uno
dei quali si fece vivo tra i presenti alla presentazione del mio menzionato
libro, il 9 giugno a Tarcento, ed è stato ovviamente tacciato di essere il
megafono di menzogne spudorate preparate a tavolino da certo vecchiume
partigiano.
Cari amici ed
estimatori vicini e lontani ho redatto questo sunto di prove schiaccianti onde
dimostrare la falsità dei punti di vista personali del taluno risultanti in un
sito Internet. Confesso che mi aspettavo qualcosa di simile stante lo sferzante
e profondo impegno per la verità del mio lavoro su basi inattaccabili, così
valutato da fonti storiografiche competenti, e l‘indovinato titolo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI che, in base a positivi
giudizi non miei, ha una sua forza dirompente.
Concludendo resto
quindi del tutto indifferente ai menzionati inconsistenti punti di vista stante
il lusinghiero successo del mio menzionato volume che, tenendo conto di altre
mie pubblicazioni di fondamento storico su piano nazionale, rafforza la mia
lunga stagione operativa. Tutto ciò con la sola riserva di un’eventuale
segnalazione del caso, ove nei miei riguardi possa ravvedersi motivo di lesione
etico morale, a primario Studio legale di Venezia altamente specializzato in
sede penale, a cui già in anni passati mi affidai con ottimi risultati.
18 luglio 2017 PIER ARRIGO CARNIER
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