domenica 23 dicembre 2018



UDINE TG CANALE 110 - ARGOMENTO : LA RESISTENZA.

PIER ARRIGO CARNIER·DOMENICA 23 DICEMBRE 2018




 Mi riferisco alla trasmissione del 21 dicembre alle ore 20, su UDINE TG - CANALE 110, concernente la resistenza, in cui sono stati introdotti degli spezzoni di mie dichiarazioni rilasciate nell'intervista del 8 novembre u.s.-
Desideravo che l'argomento da me introdotto nella precedente puntata del 7 dicembre poco prima della chiusura, concernente l' assassinio per mano partigiana di 6 (sei) ufficiali alleati delle missioni accreditate, mediante lanci aerei presso le organizzazioni partigiane, essendo a mio giudizio di notevole rilevanza nelle sue motivazioni, fosse stato ripreso per riferire anche sulla fine collegata del comandante Mirko (Arko Mirko), ma purtroppo l' evolversi della trasmissione non lo ha consentito.
In riferimento al centinaio di cosacchi di Avasinis, arresisi ai partigiani verso fine aprile 1945, sulla parola d'onore, confermata dal parroco don Zossi, che avrebbero avuto salva la vita e furono invece massacrati e lasciati senza sepoltura sulle montagne sovrastanti, dove i poveri resti rimasero abbandonati per quattro anni, il conduttore responsabile, giornalista Terasso, ha esibito, con parole appropriate, un documento rilevante da me consegnatogli tratto dal mio archivio, e cioè copia del dispositivo della Pretura di Gemona del Friuli datato 15 ottobre 1949, diretto al Comando Stazione Carabinieri di Osoppo, ordinatorio del ricupero dei resti del massacro con quanto vi consegue.
Su centinaio di cosacchi massacrati formato da militari in prevalenza anziani, donne e bambini, riguardo i quali il parroco don Zossi lasciò scritto nel suo diario che "" ..nella loro permanenza non avevano mai fatto male "" va aggiunto che, dalla mia indagine ricognitiva, risultò che sui poveri resti non fu trovato alcun piastrino di riconoscimento (Erkennungs Marke), nè alcun documento di identità, nè altro ....
Ci tengo a precisare che il diario di don Terenzio Zossi, documento testimoniale prezioso, fui io a procurarlo dopo il decesso del medesimo, recandomi presso il depositario don Terenzio di Gianantonio, parroco di Cazzaso (Tolmezzo) il quale già mi conosceva come autore. Feci del diario, prima della restituzione, tre copie autentiche e pubblicai le parti più incisive di valore testimoniale sulle vicende di Avasinis, nel mio volume "Lo Sterminio Mancato "- Mursia-Milano 1982, prima edizione cui altre seguirono.
Stante il fatto che fisicamente non ero presente, il 21 dicembre corr. , nella sede di trasmissione, non mi è stato possibile contestare, in riferimento alla menzionata rappresaglia tedesca su Avasinis, verificatasi il 2 maggio 1945 dopo l’ avvenuta completa evacuazione delle migliaia di cosacchi di Alesso e dintorni, delle versioni che reputo errate e pressapochiste dei fatti da parte di intervistati presenti. La rappresaglia, con un ampio lavoro di ricognizione, è stata minuziosamente da me descritta nel volume "Lo Sterminio Mancato" e in vari articoli documentati successivi, pubblicati da "Il Gazzettino", supportati da testimonianze di cittadini di Avasinis e di fonte tedesca. La rappresaglia fu attuata da contingenti congiunti tedeschi della"Waffen SS. Gebirgs Brigade "Karstjaeger" con aggregata la formazione "" Einheit ex Blaue Division spagnola"" e ""Waffen SS. Gebirgs Division Prinz Eugen"", forze che si trovavano stazionate ad Ospedaletto a protezione della ritirata dal fronte del Po sulla nazionale Udine-Tarvisio. Mi permetto di aggiungere, per porre fine a versioni pressapochiste di esordienti e non, un ufficiale di mia conoscenza personale, verso le ore 12 del 2 maggio, entrò nel villaggio....
Per concludere mi fa piacere ricordare che, il noto commissario partigiano "Andrea" (Mario Lizzero), della Garibaldi, l' uomo che riuscì ad imporre, in uno dei momenti più oscuri e tragici della resistenza rossa sulle montagne della Carnia, la continuazione della lotta ed al quale, nel dopoguerra, era noto che io conoscevo bene vari retroscena della stessa, nonostante tra noi vi fossero delle divergenze di valutazione, ritenne di asserire che, la posizione precisa da me assunta, andava rispettata, il che risulta affermato dal neo laureando Gregorio Venir, nella sua tesi in storia contemporanea discussa presso l' Università di Bologna nel 1994 dal titolo "I Cosacchi in Carnia 1944-1945" e poi pubblicata. L' autore a proposito dei dialoghi affrontati con Lizzero, onde comprendere orientamenti e fatti della resistenza, riferisce a pag. 40 :""Credo che sia opportuno esaminare più da vicino la posizione del Carnier, che è un nome che spesso ricorre anche nelle parole di Lizzero. Nell' impossibilità di contattarlo personalmente, bisogna accontentarsi dei suoi scritti che, peraltro credo contengano sufficienti indicazioni sulla sua posizione...."". Dopo varie considerazioni sugli eventi resistenziali scrive poi il Venir :"".. credo che in fin dei conti la posizione di Carnier è qui forse la più obbiettiva e la più vicina al vero, se parecchi testi paiono sorvolare sull' accaduto........qualcosa di vero in ciò che dice Carnier c'è, per cui evidentemente ci sono precise responsabilità partigiane.."">Infine a pag. 81, in un ' intervista rilasciata dal Lizzero, il medesimo afferma : ""Carnier ha preso una posizione precisa e va rispettato "".
23 dicembre 2018 CARNIER PIER ARRIGO

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