CARNIER PIER ARRIGO
MI RIFERISCO A VOCI PAESANE DI CUI HO AVUTO NOTIZIA E PROVA CERTA, E CHE PER ORA NON RACCOLGO, TRATTANDOSI DI NORMALE FENOMENO PER CHI, COME ME, SCRIVE E TRATTA VICENDE STORICHE ', MA IN OGNI CASO QUANTO VENGO AD ESPORRE COSTITUISCE UN AVVERTIMENTO....
MI RIFERISCO A VOCI PAESANE DI CUI HO AVUTO NOTIZIA E PROVA CERTA, E CHE PER ORA NON RACCOLGO, TRATTANDOSI DI NORMALE FENOMENO PER CHI, COME ME, SCRIVE E TRATTA VICENDE STORICHE ', MA IN OGNI CASO QUANTO VENGO AD ESPORRE COSTITUISCE UN AVVERTIMENTO....
Scorrendo argomenti che mi riguardano a scopo di ricerca su pubbliche posizioni informative, mi è capitato di leggere che, una persona (donna) della Carnia, ha espresso nei miei riguardi non so da quale pulpito, riferendosi a miei scritti storici dei giudizi dal tono allusivo, uno dei quali....<<....perchè anche PIER ARRIGO CARNIER per sua stessa ammissione ha frequentazioni di ex.....>>
Non so a quali frequentazioni di ex si riferisca, ma se si tratta di miei rapporti, a fini di indagine e di amicizia con ex nazisti, fascisti ustascja ed altri, tranquillamente li confermo, trattandosi di rapporti motivati dall' obbiettivo di ottenere informazioni che interessano la mia attività sotto il profilo storico. Dal tono della citata donna, che assume veste puritana pare che queste mie frequentazioni siano viste come un reato, il che sinceramente mi fa sorridere. Ho.avuto in tal senso rapporti ad altissimo livello, ad esempio con Erich Rajakowitsch avvocato tedesco, delegato da Hitler al realizzo del piano programmatico di deportazione dei sedici (16) milioni di ebrei d' Europa nel Madagascar, per volontà del quale e tramite il suo legale italiano Fabio Lonciari di Trieste, fui nominato estensore del testo su base storica per la transazione di una sua nota querela alla Mondadori, motivata dal fatto che, la rivista Epoca, in un articolo lo aveva definito <<Boia di Eichmann>>. Si trattava di argomento che esigeva peculiari conoscenze riguardo il quale fu ritenuto che io ero uno dei pochi all' altezza del compito e questo è e rimane un onore L' atto da me predisposto fu accettato bilateralmente dalle parti legali e risolse transattivamente la causa tra la Mondadori e Rajakowitsch . Il documento fu poi pubblicato, a mia firma, su alcune testate della stampa italiana.
Ho anche avuto rapporti con comunisti stalinisti, uno dei quali Toffanin Mario "Giacca", esecutore del' azione su Porzus. Dal medesimo ricavai la convinzione suffragata da altre prove che, l' azione esecutiva di condanna a morte dei circa venti osovani appollaiati a Porzus, argomento per il quale andai pure a parlare col ministro della Federativa jugoslava Edward Kardelj , fu esecuzione motivata e non strage ed in tal senso pubblicai vasti articoli su L'Arena di Verona, Il Gazzettino, La voce di Mantova..... sui cui contenuti si fece un assoluto silenzio, tant'è che il direttore del Gazzettino, che si aspettava una forte reazione da fonte politica e da ex osovani, rimase di stucco a fronte di tale mutismo e, in una conversazione d'ufficio mi disse : <....vedo che, veramente, non hanno argomenti per contestarla ed hanno paura di lei >.
L' austriaco Ernst Lerch, ex capo di Stato maggiore dell' Alto comando SS. e Polizia di Trieste col quale ero veramente amico, come scrissi a pagina nr.292 del mio libro, LO STERMINIO MANCATO, riconobbe che, nel film AUSGELIEFERT che tratta la forzata consegna dei cosacchi ai sovietici, diffuso a suo tempo dalla televisione austriaca e nel quale risultavo intervistato, riconobbe con gratitudine che, per la prima volta, in quel documentario era stato rispettato l' onore del soldato tedesco. Si trattò di constatazione che mi lasciò soddisfatto poichè probatoria che, la regia, in tempi di ampia ingiusta diffamazione dell' esercito tedesco uscito sconfitto dalla guerra, aveva creduto nella validità delle mie affermazioni. Si trattò di affermazioni, da parte mia espresse sulla base della reale convinzione di che cos’ era e cos’è il principio d’ onore del soldato tedesco !!!
Sempre la citata persona (donna) ha ritenuto, in altra parte, di qualificarmi <dissacratore della resistenza....> e in altra ancora, nel dialogo con persona di mia conoscenza che in via confidenziale volle riferirmi, mi definì < uomo di parte>.
Si tratta di particolarità che mi lasciano del tutto indifferente, ma mi ritengo in diritto di dare una risposta. Io non mi vedo < dissacratore della resistenza> poichè col mio operato, frutto di annose lunghe indagini al dilà di essere testimone del tempo, ho ritenuto di riferire un assieme di fatti e di comportamenti resistenziali, deliberatamente ignorati, o falsificati a fine politico, da sedicenti storiografi, fatti che qui di seguito vengo a citare :
1)- le oltre trecento denunce penali ignorate dalla storiografia, rubricate per reati e delitti della resistenza, risultanti a fine guerra nella Sezione penale del Tribunale di Tolmezzo ;
2)- il massacro taciuto di un centinaio di prigionieri cosacchi arresisi ai partigiani ad Avasinis e Oncedis, sulla parola d' onore di avere salva la vita, ed i cui corpi dopo la brutale esecuzione violativa di precise orme di legge, vennero abbandonati senza sepoltura ;
3)- l' eliminazione, passata sotto silenzio, di una quindicina di giovani prigionieri calmucchi visti coi miei occhi, eliminati a guerra finita alla falde del monte Piz di Mede in Carnia ed i cui corpi, come nel caso Avasinis-Oncedis, abbandonati senza sepoltura ;
4)- l ' assassinio di 6 membri delle missioni alleate accreditate presso le formazioni partigiane, argomento pubblicato nel mio libro LO STERMINIO MANCATO, cui si aggiungono altri due membri di dette missioni, eliminati a località Malga Cercenaats di Forchia, fatto reso pubblico nel mio recente libro L’ORS di PANI ;
5)- l' uccisione del capo partigiano Olmo ( Casali Enore ), dovuta allo scopo di eliminare un testimone scomodo a conoscenza dell' uccisione dei due membri di missione alleata a località Cercenaats di Forchia ed altre oscure vicende ;
6)- Ho inoltre denunciato, sulla base di elementi probatori e come diretto testimone, l' invenzione delle Zona libera della Carnia o Repubblica della Carnia mai esistita autentica favola.
7)- Ricordo infine che da lungo tempo il mio volume, LO STERMINIO MANCATO, ha rivelato elementi probatori che, la Risiera di San Sabba a Trieste, fu semplicemente campo di transito ma non di sterminio, definizione quest’ ultima del tutto ormai accantonata nelle celebrazioni che si tengono annualmente.
Il mio lavoro, in ogni caso, non è finito. Restano da pubblicare ad avvenuta accurata riletture di testi in bozza, sulle argomentazioni seguenti :
A)- il retroscena della battaglia di Ovaro, capitolo storicamente di notevole rilevanza in quanto probatorio di quali forze, ad iniziare dall estate 1944, era gestita la resistenza
B)- i rapporti riservati tra l’ ing. Gnadlinger commissario tedesco- l’ing. Cioni membro C..N Val Gorto e dei Capi partigiani. Trattasi di argomento rilevante, riguardo il quale posseggo un nutrito carteggio dell' ing. Cioni, gentilmente a suo tempo inviatomi dalla vedova, signora Rossana con lettere di accompagnamento in cui, nei miei riguardi esprimeva preziosa fiducia. Tale documentazione venne poi cortesemente integrata da uno dei figli.
C)- la rappresaglia tedesca, del luglio 1944, nella zona malghe al confine orientale della Carnia, con l' intervento di controbande, Waffen SS. travestite da partigiani slavi. L’ argomento, anni addietro fu bistrattato in video DVD per cui merita spiegare gli autentici motivi dell' intervento punitivo tedesco, inteso come atto deterrente anche verso la popolazione carnica dovuto a ragioni strategiche non limitate a punizione delle rapine partigiane di bovini e cavalli nelle malghe austriache della Gailtal.
D)-vi è poi dell' altro.
Dall' esposizione degli elementi di cui sopra risulta evidente che, il mio operato, non assume affatto posizione di parte ma persegue il metodo "causali ed effetti", supportato da valutazioni basate sulla panoramica degli eventi. Resta ferma la riserva, qualora emergano lesioni e permissività al mio danno d' immagine, che io agisca per via legale.
24 gennaio 2020 CARNIER PIER ARRIGO
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