COMUNICATO AD AMICI E SIMPATIZZANTI
QUELL’INSOFFERENTE STATO CONTROVERSO TRA I GIUDIZI CODIFICATI IMPOSITIVAMENTE SULLA RESISTENZA RISPETTO A QUELLI TRAMANDATI DALLA MEMORIA POPOLARE. IL
VENTILATO PROGETTO DI PROPORRE A LIVELLO DIDATTICO NAZIONALE, PENSIERI E
DECRETI DELLA FANTOMATICA GIUNTA DI GOVERNO DI AMPEZZO CARNICO, MESSA IN PIEDI
DAI COMUNISTI NEL SETTEMBRE 1944.
Riferendomi al mio
comunicato 24 marzo u.s. “FALSI
EROISMI E MARTIROLOGI PARTIGIANI RIFIUTATI E CONTESTATI etc…) riguardo la targa collocata a Nimis per iniziativa del sindaco senza il
deliberato assenso di rito in memoria di partigiani uccisi dai nazifascisti nel
’44, contenente dei nomi disapprovati dall’esistenza di documenti, leggo oggi,
4 aprile sul Messaggero Veneto che,
nottetempo, ignoti hanno rimosso la
targa . Frattanto, recita il quotidiano,
il sindaco di Nimis avrebbe fatto approvare una delibera secondo la quale, essendo i fatti accaduti
nel periodo settembre 1943 - febbraio 1944, gli stessi non sarebbero
includibili all’interno della guerra di
liberazione. Sta di fatto, invece che, qualsiasi atto di opposizione armata
contro gli occupanti tedeschi ed i fascisti,
verificatosi nel periodo menzionato, rientra indiscussamente nel concetto di guerra di
liberazione. Per concludere appare
evidente che, onde chiudere un caso spinoso, si sia voluto evitare
un confronto su elementi documentali che avrebbero provato che la targa conteneva dei nomi o
taluni nomi su cui la minoranza consigliare aveva sollevato
l’obiezione di non trovare giusto valorizzare soggetti le cui azioni non avevano
una totale chiarezza.
Si tratta di controversie
che si trascinano dal tempo
resistenziale e di attriti tra i giudizi
ufficiali impositivi sulla resistenza e quelli tramandati dalla memoria
popolare.
Risulta abbastanza di frequente,
sugli eventi della resistenza, una diversità
tra il giudizio ufficiale e quello mediatico che proviene
da testimonianze e valutazioni tramandate. Di fatto la popolazione, testimone degli accadimenti, tenne in realtà un
comportamento agnostico vale a dire distaccato dal movimento partigiano e non vi fu alcun apporto, mi riferisco alla Carnia ed al Friuli, alla cosiddetta insurrezione finale al momento della resa tedesca e
fascista (25 aprile 1945). Vi fu senz’altro, nella popolazione, un’esplosione di gioia al
momento della fine del conflitto determinato dalla vittoria dalle forze alleate anglo-americane
su quelle tedesche e fasciste, ma non dei partigiani..
A questo punto mi permetto di ribadire, riferendomi in particolare agli avvenimenti partigiani della Carnia, l’assoluta
necessità di eliminare le mistificazioni, di cui ripetutamente ho motivato
le falsità, da stralciare senza
possibilità di appello, anche per
favorire un serio giudizio storico sui
fatti. Richiamo quindi, ancora una volta, la squallida invenzione di Repubblica della Carnia, rinverdita e fatta
circolare da qualche tempo sulla stampa con
nebulosi propositi celebrativi,
coltivati da elementi
cattedratici di organismi universitari
per farne oggetto di memoria storica a livello didattico nazionale,
portando, quale esempio democratico, pensieri e decreti della Giunta di Governo. La
Giunta venne costituita senza un adeguato suffragio elettivo
e fu formata dagli stessi membri del Comitato di Liberazione Nazionale
territoriale, eletto dai vari C.L.N. detti “di valle”, della medesima zona,
ed assunse la sigla CLNZL (Comitato Nazionale Liberazione Zona Libera).
L’elezione della Giunta fu quindi un fatto impositivo voluto dai comunisti,
privo di un valido fondamento elettivo popolare e mancante di riconoscimento da
parte del Governo del Sud che, già allora, in seguito all’ avanzata delle
truppe alleate, si era insediato a Roma..
Tralascio altri particolari
già riferiti nel mio intervento di condanna radicale del filmato “Carnia
Libera. Un’estate di Libertà” , pubblicato
sui miei siti Facebook e Blogger il 27 luglio 2013.
La Giunta di Governo ebbe
vita breve come una crisalide, si e no di un paio di settimane. In un
clima illusorio ed irreale da teatrino di paese in un ambiente di non acquisita
libertà, la stessa sfornò dei decreti taluni di alto contenuto, che
esorbitavano palesemente dai limiti reali della propria effettiva funzione che
comportava l’adozione di elementari norme gestionali per cui non c’era nulla di
straordinario da decretare, mentre le forze tedesche, che già stringevano in una morsa l’intera Carnia,
in esecuzione a preannunciati
rastrellamenti, stavano per occupare il villaggio di Ampezzo,
sede della Giunta medesima.
Sulla favola della Repubblica della Carnia o Repubblica libera
mi dà ragione l’ufficiale britannico Patrick Martin Smith, membro della Special Force nr.1, paracadutato nel 1944 nel Friuli occidentale dove, in appoggio ai partigiani, stabilì una base che poi venne spostata in Carnia col compito, tenuto segreto, di provocare una sollevazione antinazista in Austria. Ebbi col medesimo dei rapporti nel dopoguerra. Nelle sue memorie, scritte con talento,
egli precisa : “ Il 14
ottobre tedeschi e cosacchi entravano ad Ampezzo, così segnando la fine della
resistenza in Carnia. I membri della Giunta riuscirono a rifugiarsi a Tramonti
di Sopra, ma ormai non ci poteva essere alcuna pretesa di una “Repubblica”… Più
a meridione le speranze alleate di prendere finalmente Bologna affondavano
nella pioggia e nel fango…L’illusoria speranza di una Liberazione alleata nel
1944 era crudelmente svanita”.
L’invenzione della Repubblica della Carnia e della Giunta di Governo, che tale non era
perché non ebbe approvazione dal Governo di Roma, sono termini privi di attendibilità nella funzione loro vagheggiata, nella stagione partigiana della Carnia, ed è riprovevole che se ne sia fatto uso abusivo e che si sia tentato di proporli sul piano didattico nazionale.
07 aprile 2014
PIER ARRIGO CARNIER