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Ho notato un forte
interesse riguardo il post del 30.12.15 LA STAGIONE DELLA
RESISTANZA CARNICA NELLA SUA EFFETTIVA REALTA’, già reso pubblico su questo
sito, e alla risposta da me data sul caso MIRKO a Laura Matelda Puppini., che
qui di seguito riporto assieme al testo delle domande rivoltemi ( Vedi
allegati). Stante tale attenzione vorrei precisare che vari miei post già
pubblicati sui siti Facebook e Blogger riferiscono su Mirko e Katia, legati
all’infiltrato sovietico Cernikow e quindi al disegno di Stalin di un
rivolgimento espansionistico nell’Europa occidentale, nord Italia compreso. I
due ferventi stalinisti vissero il tardo autunno e l’inverno 1944-1945 fino
alla data del loro assassinio in aprile, come già scrissi in vasti articoli
documentati sulla stampa ( prevalentemente su Il Gazzettino e su “Asou Geats”,
quest’ultimo periodico carnico diffuso anche in Austria) in due rifugi, il
primo costruito con assi di larice prelevate ad Ampezzo nella segheria dei
Nigris (Giuseppe Nigris era mio cognato) di fronte ai caseggiati dell’Ors di
Pani agli inizi del Coladôr. Mise piede, in quel rifugio, il medico dottor
Bonanni di Raveo, (Nota n.1) chiamato d’urgenza mediante un montanaro sceso
dalla valle, in quanto Mirko era peggiorato in salute con sbocchi di sangue per
l’emottisi. Sentendosi insicuri Mirko e Katia si spostarono poi in un punto
dominante, sui crinali dell’alta valle a località “Pala dai Zocs” dove,
all’alba ella liberazione caddero assassinati. Nel secondo rifugio nessuno mai
mise piede ad eccezione del sovietico Cernikow. Riguardo la fase finale della
loro sopravvivenza, divenuti nemici della Resistenza italiana, secondo Mirko
fiaccata e nella quale si era spento l’ impulso rivoluzionario che io stesso, testimone del tempo, non mancai di avvertire. Col cav. Antonio Zanella “Ors di Pani”
splendido, intelligente, acuto ineguagliabile montanaro, tornammo più volte a
rivangare le confidenze fattegli da Mirko sui suoi principi ideali del divenire
e su altri particolari importanti. Ricordo soprattutto che ne parlammo a lungo,
nel suo casolare, una serata mentre nell'alta valle nevicava e tutt'intorno le montagne erano plumbee. Sull’ultimo periodo vissuto da
Mirko e Katia ho riferito nel mio post “MIRKO e KATIA–MONOPOLI (Bari)” del
29.10.2014.
5 gennaio 2016
PIER ARRIGO CARNIER
Nota n.1
Testimonianza di
Angelica e Carmela Bonanni, a me care, sorelle del medico.
ALLEGATI
Domande postemi
Laura Matelda
Puppini Dato che non siamo più giovanissimi, e che Lei conosceva,
se non erro, il fratello ed il padre di Katia, Gisella Bonanni, (la moglie o
fedele compagna di Mirko, poco importa, per me la giovane che fu al fianco di
Mirko, combattè e soffrì con lui, che era tisico, ed affetto da emotisi),
sarebbe importante che ci confermasse se effettivamente Mirko, che, dalle
informazioni sinora avute, non combattè mai in Veneto, era veramente un
ufficiale dell'areonautica di re Pietro, se si chiamava Arko Mirko, o se Mirko
era il nome di battaglia, se è vero che era di Lubiana, tenendo conto, che se
le informazioni vengono dalla famiglia Bonanni, come penso, potrebbe esser solo
quello che essi sapevano, senza altra prova. La ringrazio se vorrà dare questo
contributo. Laura Matelda Puppini
Risposta alle
domande.
Sono tutt’ora
procuratore irrevocabile “post mortem” di Mirko nome di battaglia, la cui
identità anagrafica, assolutamente certa è Arko Mirko, da me dichiarata in
pubblicazioni editoriali e in vari articoli sulla stampa e me ne assumo ogni
responsabilità. Fui io a cercare i familiari di Mirko in Iugoslavia e ad
informarli sulla sua fine mentre i responsabili della Resistenza nulla avevano
comunicato e l’ANPI di Udine mi dichiarava di nulla sapere come se il noto
comandante partigiano non fosse esistito…. Fui nominato con due procure
irrevocabili nella Federativa Iugoslava, una del 1987 l’altra nel 1998, con
ampi poteri onde difendere la memoria di ARKO MIRKO ed accertare gli esecutori ed
i mandanti del suo assassinio ed ogni altra connessa particolarità. Le
informazioni in mio possesso sull’identità anagrafica di Mirko rigorosamente
controllate, vengono dalla Iugoslavia da me accertate presso l’autorità civile,
e non dalla famiglia Bonanni che comunque lo riconobbe nei documenti ed
immagini da me esibite, famiglia con la quale, in ogni caso, ebbi molti
rapporti diretti così come con Bonanni Dionisio, fratello di Katia.
Gisella Bonanni
”Katia” era compagna di Mirko non assolutamente moglie . Mirko era nato in
Slovenia e a 21 anni, nel 1943, faceva parte, quale studente, della Scuola
militare di idroaviazione di Divulie, dell’Esercito regio iugoslavo di re
Pietro Karagergevic presso Spalato in Dalmazia. Con l’occupazione italiana
della Slovenia, Dalmazia etc. Mirko cadde prigioniero delle truppe italiane
nella menzionata Scuola militare di Divulie. Venne immediatamente internato in
Italia in un campo di prigionieri a Padova e poi ricoverato in ospedale. Prova
documentale in mio possesso.
31 dicembre 2015
PIER ARRIGO
CARNIER
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