sabato 16 luglio 2016

BONANNI DIONISIO “Denis” “ROSSO”, fratello di KATIA, comandante del battaglione “GIORNATE NERE (Garibaldi).



 COMUNICATO

Le vecchie carte parlano…

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 Mi è capitato, in questi giorni,  di riprendere nelle mani  un carteggio rilasciatomi a suo tempo da Bonanni Dionisio “Denis”, fratello di “Katia” nota partigiana compagna di “Mirko”. Ebbi quel carteggio dal Bonanni, col quale ovviamente dialogai,  ex comandante del battaglione “Giornate Nere” della Garibaldi, nome di battaglia “Rosso”, emigrato nel dopoguerra in Francia, in occasione ad una delle licenze  che trascorse presso  genitori in Carnia, a Raveo. Seppi da altre fonti che in Francia era stimato e lavorava alle dipendenze di una personalità importante. Ai genitori Sante Bonanni e Giuseppina Zanier feci visita più volte a Raveo, paese silenzioso che sembrava riposare nella quiete del passato e che precede l’alta valle di Pani dove io vissi la tragedia dell’” Ors”, assassinato con la figlia in una  solitaria notte di neve: 5 marzo 1955. Entrambi, i genitori, erano dei ferventi antifascisti, ma alla domanda del perché lo fossero non mi dettero  motivate spiegazioni: era  convinzione che si era in loro formata  in Francia, dov’erano vissuti degli  anni coi figli, per poi rientrare in Italia. Katia (Gisella) e Dionisio  avevano, in ogni caso, lo slancio vigoroso del nazionalismo patrio francese, capace di reagire alle ingiustizie sociali, come tutt’ora ne  dà prova eloquente la popolazione francese. Di Dionisio, un  suo amico partigiano (Castellani) mi disse che era un ottimo tiratore: lo vide in azione durante l’attacco a Sappada che, nell’agosto 1944, portò alla resa  di quel presidio di gendarmeria tedesca. Arrestato successivamente dai tedeschi Dionisio, sotto dure minacce, ebbe dei momenti fragili e fu costretto a dare certe informazioni.
Nelle sue carte, che ovviamente avevo  lette, ho scorso di nuovo date importanti  su vicende partigiane specie riguardo il burrascoso periodo autunnale 1944 post rastrellamenti  tedeschi, mentre col suo battaglione, dalla pedemontana occidentale,  si spostava verso la Carnia, con sosta a Poffabro ed altre località, tenendo contatti coi capi “Andrea”,  “Ninci”, “Nestore”…. Anche lui, come “Fischietto” mi parlò di vicende rimaste nell’ombra ivi compreso il caso Olmo, così come anche altri me ne parlarono ormai  passati a miglior vita.
Rivedendo vecchie carte, a volte sgualcite si sente che, dalle stesse, traspare l’essenza di vicende vissute e  sofferte. Le vecchie carte parlano…

15 luglio 2016

PIER ARRIGO CARNIER





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