COMUNICATO
Spesso nel corso di indagini
riferite alla stagione della Resistenza carnica, mi resi conto che, nella prevalente
organizzazione Garibaldi, sia per decisioni
sostanziali che per azioni rilevanti, emersero degli idealisti comunisti taluni
anche stalinisti, così chiamati stante l’orientamento ideale parte dei quali,
condannati al confino e liberati con la caduta del regime fascista nel luglio1943, avevano subito
aderito alla lotta resistenziale.
Parlo dal punto di vista storico ed a tale scopo ritengo utile una breve nota.
MEMORIA EVOCATIVA
Mi riferisco all’ autunno
1944, uno dei più tenebrosi periodi della lotta partigiana in Carnia travolta e
prostrata dai grandi rastrellamenti tedeschi, per ricordare che, gli esponenti responsabili delle formazioni, furono specificatamente convocati ad un raduno
straordinario nell’ alta valle di Pani, sulle montagne. “ Occorreva una decisione
definitiva in risposta a un dispaccio ch’ era giunto in
Carnia, da parte alleata, verso il dieci di ottobre. Ad Ampezzo, nell’ imminenza
dell’irruzione dei cosacchi, i membri del Comitato di Liberazione Nazionale e i
comandanti militari erano stati convocati d’urgenza dalla Missione alleata che
preannunciava un’ importante comunicazione diffusa dal maresciallo Alexander dell’8° armata. L’ufficiale
alleato, maggiore Schmidt, nella sala del municipio di Ampezzo, dinanzi al
gruppo dei convenuti, aveva comunicato che il maresciallo Alexander consigliava
lo scioglimento delle formazioni poiché, in Carnia, la partita era persa: le
divisioni cosacche avanza vano occupando le vallate e il movimento partigiano
sarebbe stato liquidato”.
“I membri della brigata “Osoppo”,
appoggiavano incondizionatamente il pensiero di Alexander, adducendo le enormi
difficoltà di carattere logistico che si
sarebbero verificate nell’ inverno mantenendo le formazioni in attività”.“A ciò
si oppose validamente il commissario generale Andrea (Mario Lizzero) della
brigata Garibaldi : tacciò gli alleati di opportunismo e precisò che la lotta
sarebbe stata condotta ugualmente sui monti, pur con prevedibili difficoltà. Le
parole di Andrea ebbero il loro peso positivo. Furono decisive, e stabilirono
il nuovo corso della resistenza”.
(pagina nr.63 de “L’Armata Cosacca In Italia…”
Il
raduno straordinario ebbe realmente luogo nell’ alta valle di Pani. “Vi
parteciparono per la brigata Garibaldi,
Andrea, Marco, Barbe Toni, Ninci, Tredici, Gracco, Augusto, Barba Livio, Nembo,
Furore e per l’Osoppo, Verdi, Max e Da Monte”. Era il 20 novembre 1944: una
giornata d’autunno inoltrato. Grandi stormi di uccelli migratori volavano in fretta
di proda in proda, lungo le boscaglie di fondovalle ammantate di uno strato di
scuro fogliame su cui calava lo scialle della neve. Ruppe il silenzio Andrea,
commissario generale delle brigate comuniste del gruppo Garibaldi, il quale
riaffermò la necessità di condurre nell’ inverno, contro il parere alleato, la
resistenza sui monti. Proposta che già viveva negli animi, accolta
all’ unanimità dai convenuti, i quali esplosero le loro invettive contro il
maresciallo Alexander. Fu stabilito di condurre la resistenza ad oltranza.
Avrebbero resistito nell’ impresa invernale i forti, i volontari, cioè i
cosiddetti “duri”. Eventuali gregari, ritenuti inadatti, sarebbero sostai
rinviati alle loro case e sarebbe stato reciso nei loro confronti qualsiasi
rapporto onde evitare la delazione e l’individuazione da parte del nemico dei
segreti rifugi della resistenza”.(Pag. nr.64 de “L’Armata Cosacca In
Italia…”)
16 febbraio 2016
PIER ARRIGO CARNIER
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