lunedì 15 febbraio 2016

CONCLUSIONE SU PORZUS

COMUNICATO

Ai Centri di documentazione archivistica e storiografica della Carinzia con particolare riferimento a Klagenfurt, ai centri di documentazione storiografica e della Resistenza iugoslava di  Capodistria, Lubiana, Saraievo, Belgrado, agli interessati al caso Porzûs.


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Molta attenzione da varie fonti, anche straniere, hanno suscitato i miei recenti post su Porzûs, diffusi a titolo di informazione storica sui siti  Facebook e Blogger stante l’annuale ricorrenza  del 7 febbraio, data dell’esecuzione. L’argomento merita pertanto un  sintetico assunto conclusivo.
Smobilitata in risposta alle disposizioni del generale britannico Alexander (...tornate alle vostre case...), all’approssimarsi dell’autunno ed inverno (1944-1945), l’organizzazione Osoppo si scioglieva lasciando sparuti nuclei, tra i quali quello insediatosi a Porzûs, angolo remoto, prossimo al confine sloveno a nord est di Faedis nel Friuli orientale, nucleo che qui trascinava poi la sua esistenza fino alla  fine della  guerra (aprile 1945) senza sparare un solo colpo, a notevole distanza dalla  linea  da Fiume - Gorizia- Tolmino – Kranisca Gora dove le incombenti forze slave di Tito tentavano lo sfondamento per occupare Trieste ed allargare i confini della nascente Federativa Iugoslava, costantemente respinte dalle Unità tedesche con l’appoggio dei Cosacchi e di unità e  reparti della Repubblica Sociale Italiana al prezzo di centinaia  e centinaia di morti. Mille morti furono riesumati solo nel cimitero di Opicina, dopo la fine della guerra,  per essere traslati in gran parte nel cimitero militare tedesco di Costernano sul Garda e in parte altrove,  in prevalenza caduti sull’anzidetta linea del fronte. Si tratta di morti che nessuno ricorda. Trincerato nell’oasi di Porzûs  il nucleo dei circa venti osovani, sotto la guida di “Bolla” ed “Enea”, isolato dalla sopramenzionata linea di difesa del confine d’Italia  considerata  un problema tedesco-fascista con la  pretesa di simboleggiare in quella propaggine, in posizione di attendismo, una significativa presenza di italianità nell’ attesa  di eventi che si sarebbero dovuti avverare. Ma quali eventi ? In pratica il nucleo osovano, stando a confidenze e voci a suo tempo raccolte, era in attesa dell’ora X, e cioè di quanto sarebbe accaduto o poteva accadere con la presumibile ritirata tedesca e l’arrivo degli alleati che ormai, respingendo lentamente la tenace resistenza tedesca lungo  penisola, avevano raggiunto e si erano posizionati con le loro divisioni corazzate sulla  linea del  Po.  La posizione osovana di Porzus, vale la pena ripeterlo, fu quindi di attendismo da manuale tenuto in piedi da una specie di convivenza diplomatica coi tedeschi in obbedienza alla proposta dello Standartenführer Freiherr von Alvensleben della Platzkommandantur di Udine (comando piazza), vedi pag. 181 de “Lo Sterminio …” che  “…le formazioni dell’Osoppo troncassero qualsiasi intesa e rapporto con le formazioni partigiane slovene confinanti e ciò non solamente per quanto concerneva eventuali azioni in comune “, e dei contatti con la Xa MAS, sospettati, accertati  e segnalati, sia nel primo caso come nel secondo, al Comando superiore interalleato del Sud dai membri delle missioni alleate  accreditate presso la Garibaldi, la stessa Osoppo e il IX Corpus sloveno.
La spedizione di Giacca su Porzûs, motivata dall’accusa di collusione col nemico in violazione dei comuni principi che regolavano le formazioni partigiane in  circostanze di guerra, provocò inevitabilmente, come riferito nel post del 2 febbraio  corr.e in vari altri miei scritti, l’eliminazione del nucleo secondo una regola comune. Nelle lotta rivoluzionaria sovietica l’eliminazione per sospetti o prove di tradimento era azione frequente ed in tal senso gli stessi bianchi, filozaristi controrivoluzionari risultarono inflessibili, in particolare i generali Wrangel, Kornilow, soprattutto Shkuro del quale è rimasta memoria delle costanti esecuzioni mediante fucilazione anche di prigionieri. Gli stessi reparti tedeschi antiguerriglia, contrassegnati dal distintivo” Zur besondere Verwendung” (Per speciale impiego) qualora in zona di operazione ed in fase di azione nel corso della seconda guerra, avessero avuto a che fare con cittadini concretamente sospetti, in forza di normative , escludendo ogni procedura processuale,  passavano senza scrupoli alla fucilazione.
10 febbraio 2016

PIER ARRIGO CARNIER


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