COMUNICATO
Ai Centri di documentazione archivistica e storiografica della
Carinzia con particolare riferimento a Klagenfurt, ai centri di documentazione
storiografica e della Resistenza iugoslava di Capodistria, Lubiana,
Saraievo, Belgrado, agli interessati al caso Porzûs.
*
* *
Molta attenzione da varie fonti, anche straniere, hanno suscitato
i miei recenti post su Porzûs, diffusi a titolo di informazione storica sui
siti Facebook e Blogger stante l’annuale ricorrenza del 7 febbraio,
data dell’esecuzione. L’argomento merita pertanto un sintetico assunto
conclusivo.
Smobilitata in risposta alle disposizioni del generale
britannico Alexander (...tornate alle vostre case...), all’approssimarsi
dell’autunno ed inverno (1944-1945), l’organizzazione Osoppo si scioglieva
lasciando sparuti nuclei, tra i quali quello insediatosi a Porzûs, angolo
remoto, prossimo al confine sloveno a nord est di Faedis nel Friuli orientale, nucleo
che qui trascinava poi la sua esistenza fino alla fine della guerra
(aprile 1945) senza sparare un solo colpo, a notevole distanza dalla
linea da Fiume - Gorizia- Tolmino – Kranisca Gora dove le incombenti
forze slave di Tito tentavano lo sfondamento per occupare Trieste ed allargare
i confini della nascente Federativa Iugoslava, costantemente respinte dalle
Unità tedesche con l’appoggio dei Cosacchi e di unità e reparti della Repubblica Sociale Italiana al
prezzo di centinaia e centinaia di morti. Mille morti furono riesumati
solo nel cimitero di Opicina, dopo la fine della guerra, per essere
traslati in gran parte nel cimitero militare tedesco di Costernano sul Garda e
in parte altrove, in prevalenza caduti sull’anzidetta linea del fronte. Si tratta di morti che nessuno
ricorda. Trincerato nell’oasi
di Porzûs il nucleo dei circa venti osovani, sotto la guida di “Bolla” ed
“Enea”, isolato dalla sopramenzionata linea di difesa del confine
d’Italia considerata un problema tedesco-fascista con la pretesa
di simboleggiare in quella propaggine, in posizione di attendismo, una
significativa presenza di italianità nell’ attesa di eventi che si
sarebbero dovuti avverare. Ma quali eventi ? In pratica il nucleo osovano,
stando a confidenze e voci a suo tempo raccolte, era in attesa dell’ora X, e
cioè di quanto sarebbe accaduto o poteva accadere con la presumibile ritirata
tedesca e l’arrivo degli alleati che ormai, respingendo lentamente la tenace
resistenza tedesca lungo penisola, avevano raggiunto e si erano
posizionati con le loro divisioni corazzate sulla linea del Po.
La posizione osovana di Porzus, vale la pena ripeterlo, fu quindi di
attendismo da manuale tenuto in piedi da una specie di convivenza diplomatica
coi tedeschi in obbedienza alla proposta dello Standartenführer Freiherr von
Alvensleben della Platzkommandantur di Udine (comando piazza), vedi pag. 181 de
“Lo Sterminio …” che “…le formazioni dell’Osoppo troncassero qualsiasi
intesa e rapporto con le formazioni partigiane slovene confinanti e ciò non
solamente per quanto concerneva eventuali azioni in comune “, e dei contatti
con la Xa MAS, sospettati, accertati e segnalati, sia nel primo caso come
nel secondo, al Comando superiore interalleato del Sud dai membri delle
missioni alleate accreditate presso la
Garibaldi ,
la stessa Osoppo e il IX Corpus sloveno.
La spedizione di Giacca su Porzûs,
motivata dall’accusa di collusione col nemico in violazione dei comuni principi
che regolavano le formazioni partigiane in circostanze di guerra, provocò
inevitabilmente, come riferito nel post del 2 febbraio corr.e in vari altri miei scritti,
l’eliminazione del nucleo secondo una regola comune. Nelle lotta rivoluzionaria
sovietica l’eliminazione per sospetti o prove di tradimento era azione
frequente ed in tal senso gli stessi bianchi, filozaristi controrivoluzionari risultarono
inflessibili, in particolare i generali Wrangel, Kornilow, soprattutto Shkuro
del quale è rimasta memoria delle costanti esecuzioni mediante fucilazione
anche di prigionieri. Gli stessi reparti tedeschi antiguerriglia,
contrassegnati dal distintivo” Zur besondere Verwendung” (Per speciale
impiego) qualora in zona
di operazione ed in fase di azione nel corso della seconda guerra, avessero
avuto a che fare con cittadini concretamente sospetti, in forza di normative ,
escludendo ogni procedura processuale, passavano senza scrupoli alla
fucilazione.
10 febbraio 2016
PIER ARRIGO CARNIER
Nessun commento:
Posta un commento