RICHIESTA DI NOTIZIE STORICHE DA CRISTIAN GARDELLI del
23.02.2016. Buona sera, scusi il
disturbo sono di Paularo e volevo sapere da lei che è uno studioso dei cosacchi, in che periodo arrivarono a Paularo quanto si fermarono e da dove venivano
principalmente. Grazie Cristian.
* * *
Trattandosi di storia rispondo pubblicamente a quanto richiesto su base documentale del mio
archivio, noto a competenti archivi-museo di Mosca, della
Slovacchia ed di Washington.
Nell’ agosto-settembre 1944 l’Alto Comando SS. e Polizia di
Trieste, in seguito alla necessità di
dare un insediamento alle troppe cosacco-caucasiche in previsione di una loro
necessaria evacuazione dalla Polonia motivata dalla pressante avanzata sovietica,
era propenso a far confluire delle forze collaborazioniste cosacche ed
altre,col seguito di profughi, nella valle d’ Incaroio, trattandosi di valle
chiusa e quindi controllabile, come ebbe a confermarmi personalmente il maggiore Oskar Müller, delegato dal
ministro tedesco Alfred Rosenberg per i paesi orientali occupati al controllo
organizzativo dei cosacchi. Fu poi deciso, stante la segnalata presenza di
bande partigiane, di destinare la massa dei cosacchi nell’ intera Carnia
meridionale ed occidentale, nonché nel Friuli, riservando ai caucasici il nord della Carnia con
assegnazione di reparti ad altre zone
sparse, in parte nella pedemontana. di cui tralascio il dettaglio.
Nella valle d’Incaroio e quindi a Paularo non i Cosacchi
bensì i Caucasici, quali forze della Freiwilligen Brigade Nord Kaukasus col
seguito di profughi civili, sulla base di un dettagliato lungo rapporto
rilasciatomi privatamente da Sbrizzai Gino (1975), ex membro del C.L.N. locale e
poi sindaco, si insediarono il giorno 11
ottobre 1944. Le prime colonne con carriaggi giunsero alle ore 9 del mattino,
scortate per sicurezza da reparti SS.
Si trattava, come risultò dalla mia vasta indagine,
condotta presso Enti caucasici musulmani all’ estero e sulla base di documenti
della Sichereits Polizei tedesca, di caucasici prevalentemente di etnia caracese provenienti dalle alte
montagne el Nord Caucaso ed al riguardo posseggo una preziosa eccezionale unica
documentazione anche fotografica la cui esistenza è nota ai citati importanti archivi-musei stranieri.
Si segnalava comunque anche la presenza osseti, sud-osseti e ceceni
tutti di religione musulmana.
I caucasici
avevano il loro comando a Paluzza tenuto dal generale Ghirei Klitsch Sultan,
ultimo sovrano dell’Orda d’Oro, cioè del
Chanato di Crimea.
Le forze
caucasiche con relativi profughi lasciarono prevalentemente la valle d’ Incaroio
in ritirata per l’Austria a fine aprile 1945 anzi nei primi giorni di maggio
1945 ( Nota n.1). Superato il
Ploeckenpass i caucasici si accamparono a sud di Oberdrauburg, ad Irschen e dintorni.
La storia
dell’Armata cosacca e della Freiwilligen Brigade Nord Kaukasus è raccontata nel
mio volume l’Armata Cosacca in Italia 1944-1945, diffuso nel 1965 del grande editore
svizzero De Vecchi - Milano e successivamente dal 1990 ,in varie edizioni, dal cessionario noto editore nazionale Gruppo Editroriale
Mursia-Milano. Il volume ha destato vivo
interesse nella Direzione RAI-TV di Roma che ha realizzato, su miei documenti e
sulla mia testimonianza assieme a qualche altra, il film documentario COSSACKIA
della durata di due ore. La vicenda dei
caucasici a Paularo è riferita in un mio vasto articolo su due pagine diffuso,
il 1 agosto 2010, da Il Gazzettino di cui sono tutt’ora collaboratore culturale
e ritengo che l’Amministrazione comunale abbia copia.
Mi permetto
di aggiungere che, proprio riguardo l’insediamento caucasico a Paularo, vi
sarebbero molti dettagli di rilevante interesse in parte riferiti nel citato mio
articolo e in molti altri miei scritti diffusi
sulla stampa che sempre hanno suscitato interesse e dato luogo alla richiesta
di mie conferenze in varie centri
d’Italia, perfino ad Orgosolo in Sardegna.
24 febbraio
2015
PIER ARRIGO CARNIER, delegato ufficiale, per la storia,
del 15° Corpo di cavalleria cosacca che combattè, nel 1943-1945, nei Balcani.
Nota n.1
Una parte
dei caucasici, in ogni caso, aveva rifiutato la ritirata ed al riguardo ci
sarebbe una storia da raccontare accennata nel citato mio articolo del
1.08.2010.
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