venerdì 6 marzo 2020









domenica 8 febbraio 2015


PORZUS - 7 FEBBRAIO 1945



COMUNICATO AD AMICI, SIMPATIZZANTI E CHIUNQUE ALTRO ABBIA INTERESSE ALLA STORIA

                                    PORZUS
                           7 FEBBRAIO 1945

Ho letto sul Corriere  Della Sera di ieri, 7 febbraio, un articolo per la verità non rilevante sulla vicenda di Porzus ed oggi ho notato che l’argomento è stato rievocato da uno dei quotidiani  del Friuli Venezia Giulia e forse da altri.
Conservo una cartella voluminosa di miei articoli pubblicati al riguardo su vari quotidiani a cui corrispondevo o collaboravo (L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Il Gazzettino…), ultimo nel 2012 su “ La Voce di Mantova”,  argomento che trattai anche su alcuni periodici.
Da quanto recentemente ho letto, scritto da altri, vedo che il tenore dei giudizi  dopo settant’anni dai  fatti persegue una linea  accomodante chiaramente politica onde non urtare interessi, metodo da cui dissento nettamente. Nel Friuli, dal mio punto di vista, sussiste un condizionamento nell’esposizione effettiva dei fatti dovuto alla  cappa clericale (non che io sia contrario alla Chiesa) e in riferimento a Porzus si tende a far credere che la ventina di vittime osovane  vadano assunte come simbolo di martirologio in nome  dell’italianità mentre  l’analisi dei fatti e delle prove dimostrano una situazione diversa. Da ex membri dell’Alto comando tedesco di Trieste ebbi a suo tempo conferma che la Platzkommandantur di Udine aveva stretto rapporti con esponenti dell’Osoppo per cui in realtà, tedeschi ed    Osoppo avevano “annodato le fila”, affermazione che trova riscontro nei rapporti che membri delle missioni britanniche, accreditati presso i partigiani (Sir Thomas Mackpherson ed altri) resero a fine informativo al superiore Comando sulla base di informazioni e valutazioni dai medesimi recepite da fonte slava. Considerate le circostanze e le tensioni della guerriglia appare ovvio che, il concetto dell’azione esecutiva di Porzus, fu motivata da decisioni operative  causate di fatto dal cedimento della condotta dall’Osoppo rispetto ai principi della Resistenza, confermato da fonte tedesca.
Questi sono i fatti e non chiacchiere per cui, sotto il profilo storico,  l’azione punitiva su Porzus fu motivata. Ebbi vari rapporti con Giacca (Toffanin Mario), ex capo dei GAP che guidò l’azione esecutiva,  onde arrivare a una chiarificazione e convengo che  le motivazioni dal medesimo addotte coincidono con quanto da me accertato. Che l’operazione esecutiva avesse potuto risparmiare taluni giovani ignari, è stato da me osservato a Giacca, ma le regole della guerriglia e lo stato delle circostanze non evitarono tale crudeltà.
Non condivido naturalmente e disapprovo l’utilizzo strumentale che si fa della vicenda Porzus sul piano politico con pressappochismo ed impreparazione, come già infatti per lunghi decenni l’argomento fu utilizzato dalle forze politiche democratiche  (Democrazia Cristiana) in funzione anticomunista onde  trarre dei successi elettorali. Allora i comunisti attuarono una difesa sbagliata attribuendo la responsabilità, come capro espiatorio,  ad un errore di  Giacca, ed  oggi, per ragioni di comodo, sempre i comunisti  modificati in Partito Democratico, sono disposti a cambiare versione ma il giudizio storico è dato dalle prove menzionate ed è inutile girarvi attorno all’italiana.

  08 febbraio 2015

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