Il documento ineccepibile, datato 20 marzo
1945,irm at o al Questore di Udine della
richiesta da parte della brigata OSOPPO di altro bombardamento terroristico su
Udine e la rivelazione del massacro dei
calmucchi, par mano partigiana , a guerra cessata in Carnia, hanno allargato lo
squarcio di conoscenze sul certo panorama enigmatico, buio e trincerato delle vicende partigiane facendo emergere delle
pesanti verità. Entrambe le notizie sono state diffuse a mia firma anche dal noto
quotidiano TRENTINO LIBERO. Tutto
ciò con lusinghiero sollievo di molti, sulla base degli assensi pervenutimi non solo dall’Italia ma ben oltre. Il colpo è
stato avvertito dai pretesi piccoli profeti di paese di conoscenze partigiane,
in realtà misconosciuti ma perfidi elementi fermi su squallide arrugginite
persuasioni . Tornerò , sotto il profilo storico basato su prove, su vicende
criminose dimenticate non per ferire l’autentica resistenza intesa come legittima
difesa della dignità nazionale verso la quale ho sempre avuto il dovuto rispetto. Nel solo Tribunale di Tolmezzo, a fine seconda guerra, esistevano in
sede penale, oltre trecento procedimenti per
omicidi, furti e violenze. Ricordo ad esempio, lì per lì, l’assassinio
dimenticato di due donne georgiane sopra Zuglio . Tornerò sull’ argomento
Osoppo questa brigata nata con la gloriosa
pretesa di salvare il Friuli orientale dall’invasione slava ma che, in tal
senso, non sparò nemmeno un solo colpo.
Posseggo una splendida memoria critica stesa da un parroco del Friuli
orientale documento che, dettagliatamente, evidenzia l ‘operato negativo dell’ Osoppo…
Tornerò sullo squallido programma di detta Organizzazione, già squalificato nei
contenuti nel mio ultimo volume “COSACCHI CONTRO PARTIGIANI””, titolo
appropriato e indovinato, ed anche su
don Lino che, nell’immediato dopoguerra, secondo insistenti voci, si sarebbe
presentato in varie parrocchie della
Carnia, a Paularo ad esempio, e avrebbe chiesto di farsi custode di certi diari
redatti dai parroci contenenti gravi annotazioni riguardo l’operato dei
partigiani, diari che in realtà gli
sarebbero stati consegnati ma, a quanto pare sempre secondo voci, non sarebbero
stati restituiti. Riguardo don Lino allorchè la Mursia , nel 1982, lanciò la
prima edizione del mio volume”lo STERMINIO MANCATO” cui altre seguirono, rammento che avesse avuto qualcosa dire. Pare
gli dispiacesse, spero di non sbagliarmi, che io avevo dato credito ad alcune
affermazioni tedesche. Ma taglio corto, nemmeno voglio perdere altro tempo su
questo prete che a mio giudizio non disponeva di cognizioni e di preparazioni
specifiche, sul terreno miliare, politico ed operativo per orsi a mio li vello
e permettersi di entrare nel merito del
mio lavoro. “LO STERMINIO MANCATO” come “L’ ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945” altra mia opera su cui la RAI-TV nazionale di Roma ha
realizzato il film “KOSSAKJA” della
durata di due ore, non dovrei dirlo io, sono due volumi considerati fondamentali
sotto il profilo storico. Lo “STERMINIO MANCATO” fu depositato negli anni
ottanta, dal noto storico britannico e docente di Oxford, prof. Gerald Fleming,
al processo di Israele quale prova storica nei riguardi dell’ucraino Ivan
Demjaniuk, estradato dal Canadà a già condannato a morte su accusa di Simon
Wiesenthal di essere il “Boja di Treblika”. Per tale vicenda la Suprema Corte di
Giustizia di Israele inviò in Italia contattarmi, previe intese tramite
l’Ambasciata d’Italia di Tel Aviv, una missione guidata dal giudice dott.
Michael Horowitz, accompagnato da due agenti del Mossad (Servizi Segreti) con
relativi interpreti ed all’incontro, che durò un’intera giornata nella mia
residenza in Porcia di Pordenone, prese parte ufficiale anche il capo della
DIGOS di Trieste, dottor Abbate. Già condannato a morte in prima istanza il
Demjaniuk venne prosciolto dalla menzionata imputazione e rimesso in libertà
sulla base degli elementi determinanti contenuti nel menzionato mio volume, suffragati
da materiale probante da me consegnato al giudice Horowitz alla fine del
menzionato incontro e da me confermato,
in quanto chiamato a deporre in sede di giudizio, dinanzi al magistrato. Pubblicherò,
probabilmente certi brani di memorie che scottano consegnatemi dal partigiano “Rosso”,
comandante il battaglione “Giornate Nere” ed altri brani di Katia (Gisella
Bonanni). Ma c’ è molto altro, vicende che i piccoli profeti di paese ignorano
riguardo la questione Porzus e la figura di
“Giacca” (Toffanin Mario), in ogni caso graziato al presidente Pertini,
su cui ho pubblicato a suo tempo diversi articoli spiegando le motivate causali
che dettero luogo all’esecuzione per cui non
si trattò di eccidio. Vi sono sedi straniere, Mosca e Washinton, ched
registrano da tempo quanto vado pubblicando. Da suo lato il mio ultimo volume
“COSACCHI CONTRO PARTIGIANI”, procede
meravigliosamente nella diffusione. Trattasi di
saggio storico che, partendo dalla vicenda introduttiva
dell’insediamento di forze collaborazioniste cosacco-caucasiche nel Friuli
occidentale, ripercorre eventi rilevanti
e ne trae l’epilogo sotto il profilo
storico. Bruciano certamente a taluni le mie affermazioni sostenute da prove
che l’attività partigiana fu travolta dai grandi rastrellamenti fine estate
autunno, come infatti avvenne per cui la
menzogna di una resistenza costantemente
efficace ed attiva, predicata nelle scuole e in conferenze di parte, cade a
precipizio nel vuoto.
23 giugno 2017
PIER ARRIGO CARNIER
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