I SEGRETI TESORI DEL LAGO DI TOPLITZ
13 settembre 2012 alle ore 17.45
I SEGRETI TESORI DEL LAGO DI TOPLITZ
Nuovo clamore ha suscitato il risveglio di notizie, attraverso la stampa internazionale sui tesori nascosti nel lago di Toplitz, angolo alpestre occidentale remoto della Stiria, argomento di cui si parlò a lungo a più riprese nel dopoguerra, ora rinverdito di interesse con la precisazione che, su impegno del competente ministero dell’interno austriaco, si sta mettendo a punto uno specifico piano di ricerca, tecnicamente organizzato e con mezzi sperimentali d’avanguardia tali da far sperare in una definitiva soluzione del caso ( esisterebbe un dispositivo elettromagnetico in grado di segnalare la presenza di un metallo a mille metri di profondità) vale a dire il ricupero dei possibili tesori e segreti nascosti nel tenebroso fondo del lago. Dico tenebroso perché, com’è noto, oltre venti metri di profondità manca l’ossigeno e gli esperti del luogo parlano dell’accatastamento sul fondo di materiale legnoso, alberi trascinati nel tempo dai torrenti ed altri detriti, per cui vi è la probabilità o certezza che il tutto, cioè delle casse contenenti oro ed altri preziosi e materiale segreto della Kriegsmarine, che usava il lago per esperimenti segreti (missili Polaris, già allora in grado di colpire con precisione l’obbiettivo designato), giaccia sotto una coltre di detriti consolidati.
Circa cinquant’anni fa circolava la voce, negli ambienti bene informati, che un limitatissimo numero di persone conoscesse concretamente quali segreti tesori il lago celasse, alcune viventi allora in Europa ed altre che, alla fine della guerra, avevano raggiunto con la fuga l’America del Sud. L’argomento suscita indubbiamente fascino specie in chi come il sottoscritto, a conoscenza per fortunate circostanze, di talune vicende e segreti del tesoro Globocnik nascosto sulle montagne della Carinzia, ha dedicato lungo tempo ed interesse alla vicenda. I tesori di Toplitz hanno però comportato anche delle vittime. Segreti custodi, ex militanti SS., nascosti fra le rocce e nel fitto bosco negli anni 50-60, aprivano il fuoco con delle armi di precisione contro chiunque, con mezzi appropriati, avesse tentato di calarsi nel lago per scoprire i tesori. Le vittime, si dice da 11 a 13, sono finite nella profondità delle acque, ultima delle quali Alfred Egner di Monaco, il cui corpo fu ricuperato setacciando le acque con l’utilizzo di una ecosonda. “ Mio figlio è stato ucciso, non è stata una disgrazia !”, ebbe ad affermare il padre. Ma la necroscopia effettuata dal professor Gottfried Maresch dimostrò il contrario: Egner perse la vita per imperizia. L’insistenza nella ricerca sembra comunque confermare la convinzione che il fondo del lago possa effettivamente nascondere qualcosa di prezioso per cui valga la pena tentare la localizzazione come infatti è stato deciso recentemente dal Ministeri dell’interno austriaco.-
Un’immersione alla fine del 1959 portò al ricupero di sterline false che, com’ebbe a confermare l’ex Sturmbannfuehrer SS. Wilhelm Höttl membro della Sezione VI del potente apparato di sicurezza RSHA, ed ufficiale di collegamento nel periodo di fine guerra con l’Obergruppenfuehrer SS. Ernst Kaltenbrunner capo dell’anzidetto apparato, che a suo tempo potei contattare grazie all’amicizia e reciproca stima di Frau Ada Rainer, vedova del Supremo commissario dell’Adriatisches Küstenland, dr. Friedrich Rainer. Rainer ed Höttl, dopo il crollo della Germania, avevano vissuto assieme in prigionia a Dachau. Detto per inciso Höttl ebbe a rivelare alla vedova che per il marito, dott. Friedrich, era stata organizzata meticolosamente la fuga che però egli rifiutò: “ .... essendo purtroppo Rainer uno di quegli uomini convinti che, secondo il noto discorso di Churcill del 1946, con un conflitto ovest-est, quello che era successo nella guerra non sarebbe stato ritenuto tanto importante…”. Höttl fu uno dei capi del servizio segreto nazista di cui, con due pubblicazioni nel dopoguerra, rivelò vari retroscena , asserendo tra l’altro che la stampa della false sterline, finalizzata ad inflazionare la moneta britannica, ebbe luogo nel lager di Sachsenhausen, nella sezione 18/19 dei detenuti destinati a morte: Zone der Todgeweiten. L’operazione era stata battezzata “Unternemen Bernhard” dal nome dell’incaricato, Sturmbannfuehrer SS. Bernhard Krüger. A fine aprile 1945 risultavano stampate sterline per il valore di 30 milioni buona parte delle quali, contenute in casse furono affondate, nella notte del 29 aprile, nel lago e in certa parte, si dice, bruciate. (Citazione in Report McNally – luglio 1952). Ma ben altri rilevanti elementi, recepiti dal sottoscritto mediante canali ìnformativi negli anni sessanta, assieme ad altri resi noti dalla stampa tedesca, costituiscono la base informativa secondo cui il tesoro dovrebbe trovarsi in fondo al lago. A capo dell’iniziativa, che prese in considerazione Toplitz, emerge il già citato capo del Reichssihereitsaupthamts, SS. Obergruppenfuehrer Kaltenbrunner. Si parla di un SS. kommando agli ordini del Gauleiter dell’Oberdonau ed Obergruppenfuehrer August Eigruber che scaricò nel lago 7 casse del tipo portamunizioni colme di gioielli e una cassetta in acciaio, delle dimensioni c. 35 per 25, avvolta in una borsa di caucciù, contenente brillanti (Quotidiano Neue Rheinzeitung - Düsseldorf 7.01.1964). quotidiaAltre 22 casse contenenti barre in oro puro della riserva Reichsbank giunsero sotto la guida del SS. Obesturmbannfuehrer Otto Skorzeny nella zona del Toplitz e, si presume (angeblich) secondo la stampa tedesca, siano state affondate nel lago (Quotidiano Sonntag-Berlin nr. 40/1963 ) Si precisò comunque che la colonna che le trasportava non fece ritorno dalla valle. Skorzeny, sulla base di preziose notizie datemi personalmente, negli anni settanta, dall’ex Gauleiter del Tirolo Franz Hofer, aveva il suo comando nei dintorni di Radstadt, ed a prescindere dal detto trasporto delle 22 casse, egli riuscì a nascondere quantitativi d'oro della Reichsbank ed altro che divennero poi patrimonio suo personale. Riparato in Spagna, dette infatti prova di disporre di larghi mezzi finanziari.-
Altri elementi inoltre si aggiungono a rendere noto che in direzione della località Bad Ausse che precede a breve distanza Toplitz, altri trasporti si diressero nei giorni di fine guerra. Ad esempio in una notte di maggio due collaborazionisti caucasici SS., un capitano e un sottotenente, affondarono nel lago Altausseer 6 o 7 casse di oro puro (quotidiano da Neu Rheinzeitung-Dusseldorf 29.10. 1963).
Un testimone, Albrecht Gaiswinkler, cittadino di Bad Ausse negli anni sessanta, nel maggio 1945 comandava un reparto nella zona di Toplitz, considerata segreta ed inaccessibile a borghesi in quanto la Kriegsmarine vi esercitava, come già riferito, speciali sperimentazioni. Il suo reparto la vigilava dall’esterno: “…. molti autocarri - egli ebbe ad affermare - carichi di casse giunsero e si diressero al Toplitz, ma non ricomparvero di ritorno. C’è da supporre che il lago nasconda grandi ricchezze”.
Resta quindi da vedere se la preannunciata operazione ricupero possa finalmente svelare gli effettivi segreti del lago, di cui sussistono elementi testimoniali e rilevanti indizi, magari portando alla luce anche documentazioni ivi sepolte, utili se indenni da presumibili deterioramenti, ad approfondire segrete vicende del III° Reich.-
Porcia (Pordenone) 15 luglio 2012
PIER ARRIGO CARNIER
Pubblicato sul periodico bilingue “ ASOU GEATZ…”, nr. 70 agosto 2012, diffuso anche in Austria. Non riproducibile
Nuovo clamore ha suscitato il risveglio di notizie, attraverso la stampa internazionale sui tesori nascosti nel lago di Toplitz, angolo alpestre occidentale remoto della Stiria, argomento di cui si parlò a lungo a più riprese nel dopoguerra, ora rinverdito di interesse con la precisazione che, su impegno del competente ministero dell’interno austriaco, si sta mettendo a punto uno specifico piano di ricerca, tecnicamente organizzato e con mezzi sperimentali d’avanguardia tali da far sperare in una definitiva soluzione del caso ( esisterebbe un dispositivo elettromagnetico in grado di segnalare la presenza di un metallo a mille metri di profondità) vale a dire il ricupero dei possibili tesori e segreti nascosti nel tenebroso fondo del lago. Dico tenebroso perché, com’è noto, oltre venti metri di profondità manca l’ossigeno e gli esperti del luogo parlano dell’accatastamento sul fondo di materiale legnoso, alberi trascinati nel tempo dai torrenti ed altri detriti, per cui vi è la probabilità o certezza che il tutto, cioè delle casse contenenti oro ed altri preziosi e materiale segreto della Kriegsmarine, che usava il lago per esperimenti segreti (missili Polaris, già allora in grado di colpire con precisione l’obbiettivo designato), giaccia sotto una coltre di detriti consolidati.
Circa cinquant’anni fa circolava la voce, negli ambienti bene informati, che un limitatissimo numero di persone conoscesse concretamente quali segreti tesori il lago celasse, alcune viventi allora in Europa ed altre che, alla fine della guerra, avevano raggiunto con la fuga l’America del Sud. L’argomento suscita indubbiamente fascino specie in chi come il sottoscritto, a conoscenza per fortunate circostanze, di talune vicende e segreti del tesoro Globocnik nascosto sulle montagne della Carinzia, ha dedicato lungo tempo ed interesse alla vicenda. I tesori di Toplitz hanno però comportato anche delle vittime. Segreti custodi, ex militanti SS., nascosti fra le rocce e nel fitto bosco negli anni 50-60, aprivano il fuoco con delle armi di precisione contro chiunque, con mezzi appropriati, avesse tentato di calarsi nel lago per scoprire i tesori. Le vittime, si dice da 11 a 13, sono finite nella profondità delle acque, ultima delle quali Alfred Egner di Monaco, il cui corpo fu ricuperato setacciando le acque con l’utilizzo di una ecosonda. “ Mio figlio è stato ucciso, non è stata una disgrazia !”, ebbe ad affermare il padre. Ma la necroscopia effettuata dal professor Gottfried Maresch dimostrò il contrario: Egner perse la vita per imperizia. L’insistenza nella ricerca sembra comunque confermare la convinzione che il fondo del lago possa effettivamente nascondere qualcosa di prezioso per cui valga la pena tentare la localizzazione come infatti è stato deciso recentemente dal Ministeri dell’interno austriaco.-
Un’immersione alla fine del 1959 portò al ricupero di sterline false che, com’ebbe a confermare l’ex Sturmbannfuehrer SS. Wilhelm Höttl membro della Sezione VI del potente apparato di sicurezza RSHA, ed ufficiale di collegamento nel periodo di fine guerra con l’Obergruppenfuehrer SS. Ernst Kaltenbrunner capo dell’anzidetto apparato, che a suo tempo potei contattare grazie all’amicizia e reciproca stima di Frau Ada Rainer, vedova del Supremo commissario dell’Adriatisches Küstenland, dr. Friedrich Rainer. Rainer ed Höttl, dopo il crollo della Germania, avevano vissuto assieme in prigionia a Dachau. Detto per inciso Höttl ebbe a rivelare alla vedova che per il marito, dott. Friedrich, era stata organizzata meticolosamente la fuga che però egli rifiutò: “ .... essendo purtroppo Rainer uno di quegli uomini convinti che, secondo il noto discorso di Churcill del 1946, con un conflitto ovest-est, quello che era successo nella guerra non sarebbe stato ritenuto tanto importante…”. Höttl fu uno dei capi del servizio segreto nazista di cui, con due pubblicazioni nel dopoguerra, rivelò vari retroscena , asserendo tra l’altro che la stampa della false sterline, finalizzata ad inflazionare la moneta britannica, ebbe luogo nel lager di Sachsenhausen, nella sezione 18/19 dei detenuti destinati a morte: Zone der Todgeweiten. L’operazione era stata battezzata “Unternemen Bernhard” dal nome dell’incaricato, Sturmbannfuehrer SS. Bernhard Krüger. A fine aprile 1945 risultavano stampate sterline per il valore di 30 milioni buona parte delle quali, contenute in casse furono affondate, nella notte del 29 aprile, nel lago e in certa parte, si dice, bruciate. (Citazione in Report McNally – luglio 1952). Ma ben altri rilevanti elementi, recepiti dal sottoscritto mediante canali ìnformativi negli anni sessanta, assieme ad altri resi noti dalla stampa tedesca, costituiscono la base informativa secondo cui il tesoro dovrebbe trovarsi in fondo al lago. A capo dell’iniziativa, che prese in considerazione Toplitz, emerge il già citato capo del Reichssihereitsaupthamts, SS. Obergruppenfuehrer Kaltenbrunner. Si parla di un SS. kommando agli ordini del Gauleiter dell’Oberdonau ed Obergruppenfuehrer August Eigruber che scaricò nel lago 7 casse del tipo portamunizioni colme di gioielli e una cassetta in acciaio, delle dimensioni c. 35 per 25, avvolta in una borsa di caucciù, contenente brillanti (Quotidiano Neue Rheinzeitung - Düsseldorf 7.01.1964). quotidiaAltre 22 casse contenenti barre in oro puro della riserva Reichsbank giunsero sotto la guida del SS. Obesturmbannfuehrer Otto Skorzeny nella zona del Toplitz e, si presume (angeblich) secondo la stampa tedesca, siano state affondate nel lago (Quotidiano Sonntag-Berlin nr. 40/1963 ) Si precisò comunque che la colonna che le trasportava non fece ritorno dalla valle. Skorzeny, sulla base di preziose notizie datemi personalmente, negli anni settanta, dall’ex Gauleiter del Tirolo Franz Hofer, aveva il suo comando nei dintorni di Radstadt, ed a prescindere dal detto trasporto delle 22 casse, egli riuscì a nascondere quantitativi d'oro della Reichsbank ed altro che divennero poi patrimonio suo personale. Riparato in Spagna, dette infatti prova di disporre di larghi mezzi finanziari.-
Altri elementi inoltre si aggiungono a rendere noto che in direzione della località Bad Ausse che precede a breve distanza Toplitz, altri trasporti si diressero nei giorni di fine guerra. Ad esempio in una notte di maggio due collaborazionisti caucasici SS., un capitano e un sottotenente, affondarono nel lago Altausseer 6 o 7 casse di oro puro (quotidiano da Neu Rheinzeitung-Dusseldorf 29.10. 1963).
Un testimone, Albrecht Gaiswinkler, cittadino di Bad Ausse negli anni sessanta, nel maggio 1945 comandava un reparto nella zona di Toplitz, considerata segreta ed inaccessibile a borghesi in quanto la Kriegsmarine vi esercitava, come già riferito, speciali sperimentazioni. Il suo reparto la vigilava dall’esterno: “…. molti autocarri - egli ebbe ad affermare - carichi di casse giunsero e si diressero al Toplitz, ma non ricomparvero di ritorno. C’è da supporre che il lago nasconda grandi ricchezze”.
Resta quindi da vedere se la preannunciata operazione ricupero possa finalmente svelare gli effettivi segreti del lago, di cui sussistono elementi testimoniali e rilevanti indizi, magari portando alla luce anche documentazioni ivi sepolte, utili se indenni da presumibili deterioramenti, ad approfondire segrete vicende del III° Reich.-
Porcia (Pordenone) 15 luglio 2012
PIER ARRIGO CARNIER
Pubblicato sul periodico bilingue “ ASOU GEATZ…”, nr. 70 agosto 2012, diffuso anche in Austria. Non riproducibile
Nessun commento:
Posta un commento