mercoledì 21 agosto 2013

LA PALESTINA, ISRAELE E GLI STRASCICHI DELLA SECONDA GUERRA

LA PALESTINA, ISRAELE E GLI STRASCICHI DELLA SECONDA GUERRA


Cari amici e simpatizzanti,
vengo a voi con un problema politico attualissimo che forse però vi interessa relativamente, ma non posso trattenermi dall’esprimere alcune considerazioni.
Si tratta della questione Israele-Palestina in quanto quest’ultima ha finalmente trovato all’Assemblea dell’ONU, del 29 novembre u.s., il riconoscimento da lungo tempo atteso della qualifica di autorità di Stato sia pure con la formuala di “Stato osservatore” non membro dell’0NU, come la Santa Sede, con l’approvazione di 138 paesi tra cui l’Italia, decisione che mi è sembrata giusta perché il problema, che si trascinava da tempo, andava con un primo  passo risolto, anche se il primo ministro israeliano, Bibi Netanyahu si è dimostrato dispiaciuto ricordando che Berlusconi avrebbe votato contro e cioè a favore di Israele, ma Berlusconi è fuori gioco.
Vengo su questo argomento in quanto legato ai problemi della fine della seconda guerra  con  il dovuto rispetto per gli ebrei per quanto concerne  il loro rilevante contributo alle scienze, alla cultura ed altro, ma non posso non ricordare che la nascita dello Stato ebraico, nel 1948, non fu un atto edificante basato su radici di legittimità storiche di diritto, ma nacque con la forza bruta sulla terra altrui. Lo stesso noto ebreo Herzl indicava, come soluzione auspicata, l’insediamento su un territorio, previe consolidate acquisizioni patrimoniali onde darne motivazione, di  una costituenda società, la Jewis Company, che avrebbe assunto funzioni nell’economia e potere costituente. Indicava quindi quali punti di attuazione la Palestina o l’Argentina. L’alternativa di insediamento in Argentina era considerata da Herzl molto idonea, date le ricchezza di risorse naturali, le enormi distese e la scarsità della popolazione. Sopperiva inoltre, per una serie di considerazioni, al difficile concetto ormai puramente astratto,  di  rivendicare la Palestina come Patria, per una comunità, come quella ebraica, disseminata nei secoli nell’universo.
Già al 1919  risalivano comunque i prodromi di dar vita a uno Stato ebraico in Palestina con l’assenso di quattro nazioni, Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Italia e fu l’esercito britannico con relativi  reparti di polizia, quale mandatario, a creare allora le prime condizioni attuative sul terreno. Tralasciando una serie di particolari che comporterebbero una lunga dissertazione, fu nel 1948, come accennato, che l’Inghilterra, dopo aver portato la questione dinanzi alle Nazioni Unite ed ottenuto la maggioranza, mise in atto, impiegando l’esercito e le forze di polizia, l’operazione forzata di insediamento degli ebrei di varie provenienze. Cito, a tal proposito, la testimonianza di Yasser Arafat, capo altamente combattivo e leader riconosciuto della comunità palestinese, deceduto com’è noto da alcuni anni, rilasciata dal medesimo alla scrittrice siciliana Vittoria Aliata e dalla stessa riportata nel suo libro “Memorie dìArabia”- Garzanti 1980 :” Nessuno di noi, testimone della catastrofe abbattutasi in quei mesi sugli abitanti di centinaia di villaggi e città, dimenticherà mai quell’esperienza, anche se la falsificazione di massa è riuscita a nascondere quegli orrori e cioè le tracce di trecentosessantacionque villaggi   arabi della Palestina distrutti e cancellati dalla carta geografica” Trattasi di una profonda ferita ancora aperta dopo sessant’anni.
Ma voglio aggiungere altre considerazioni. La versione generica circolante in ambienti impreparati che l’insediamento ebraico rappresentasse un ritorno legittimo degli ebrei nella loro antica sede, abbandonata dagli stessi da secoli per stabilirsi altrove nell’ universo, non regge  ed è chiaro che le popolazioni arabe, gettate nel 1948 sulla strada, furono private con violenza   di un legittimo diritto consolidato. Desidero inoltre aggiungere che gli americani mantenevano allora delle riserve sull’operazione forzata dell’insediamento, motivate dalle conseguenze che ne potevano derivare, tant’è che diversi ex capi tedeschi delle SS., prigionieri nei lager di fine guerra in Europa, furono sottratti a giudizio e dirottati negli USA nell’ipotesi di poter essere utilizzati, quali esperti , in medio oriente,  uno dei quali l’ex Gruppenfuehrer  SS. Odilo Globocnik, argomento da me trattato sulla stampa in varie circostanze.  Globocnik munito di falsi documenti iugoslavi, e in questo senso si prestarono  i servizi segreti   di Tito, sarebbe stato inviato a Miami a disposizione per il successivo impiego, come da  notizie in mio possesso. Del resto la stessa consorte di Globocnik, frau Lore, da me personalmente più volte interpellata negli anni successivi in Austria,  mi fece capire di non credere alla morte del marito per suicidio mediante  la capsula di cianuro frantumata in bocca, secondo la versione britannica, nel castello di Paternion Drau, dopo il suo arresto  assieme a Rainer, Lerch, Höfle, Michalsen ed altri sulle montagne del sud Carinzia. Frau Lore era convinta che la verità sarebbe venuta fuori e, per una serie di valutazioni,  il trasferimento a Miami assume credibilità anche e perché risulta che l’ex  Gruppenfuehrer SS. trattò con gli agenti segreti britannici, dopo l’arresto, la sua sopravvivenza e protezione  contro rivelazione dei luoghi segreti dove si trovava nascosto parte del suo ingente tesoro, in lingotti  oro, gioielli, valute, etc. etc., frutto di spoliazioni della massa dei concentrati nei lager sotto il suo controllo in Polonia ed altro, di cui io stesso pubblicai l’elenco. Ed è appunto l’esistenza di tale trattativa che getta un’ombra di dubbio e contrasta il suicidio. C’è da chiedersi infatti perché avrebbe dovuto suicidarsi se, stando alle constatazioni, si era aperta una via di salvezza. Ma del suicidio sussiste però prova documentale circostanziata  rilasciatami dalla competente autorità britannica. Giustamente la soluzione del caso in senso definitivo può considerarsi ancora aperta, ma prescindendo da ciò diversi capi SS. allo scopo di una loro possibile utilizzazione in medio oriente furono trasferiti negli USA.

2 dicembre 2012      
PIER ARRIGO CARNIER

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