Pubblicato sul periodico italo/austriaco Asou geats… a
pag. 19 – aprile 2011
Ripubblichiamo il seguente articolo
uscito nel nr.65 dello scorso dicembre, stante l’interesse manifestato da
lettori del nostro periodico che seguono le vicende storiche, con
qualche breve aggiunta apportata dell’autore.
LA VERITA’ SU KRASSNOFF
ANCORA UN
CRESCENTE INTERESSE STORICO PER L’ARGOMENTO DEL COLLABORAZIONISMO RUSSO E
COSACCO NEL SECONDO CONFLITTO
Di: PIER
ARRIGO CARNIER
Da parte di
gente della Carnia e del Friuli, ma pure dalla Svizzera, Francia,
Argentina….specie da studenti universitari,
ai fini di loro tesi di laurea, mi continuano a giungere richieste finalizzate a conoscere particolari
notizie sui cosacchi che furono in
Carnia nel 1944-1945 e sui relativi atamani e generali, Naumenko , Krassnoff, Solamakin, Wassiliew, Tarassenko.
Sinceramente per chi come me ha dedicato decenni all’attività di ricerca ed
indagine sul vasto argomento del collaborazionismo russo e cosacco a fianco
della Germania, nel corso della seconda guerra, fa piacere tale interesse in
particolare sulla questione cosacca.
Sulla base di acquisite cognizioni, ritengo utile pertanto alcune
precisazioni, intese soprattutto a dare
una risposta ad interrogativi di comune interesse che mi sono stati posti.
Molto interesse hanno destato
miei articoli pubblicati sul Gazzettino, il 17 e 24 gennaio 2009 sulla presenza
di battaglioni cosacchi femminili, in ritirata dal Po, che transitarono per
Ovaro il 2 maggio assieme a Krassnoff, il quale poi superò la Val Calda e fece sosta
per una notte a Paluzza, prima di affrontare il Plockenpass . C’è chi ha voluto
sapere com’erano le uniformi dei battaglioni delle donne cosacche, ed é stato
accontentato. Nella parte conclusionale di detti articoli precisai, sulla base
di fondati accertamenti, che i collaborazionisti in ritirata a fine aprile 45,
cosacchi, caucasici etc., ammontavano a 100.000. Analogo interesse da parte di
studenti dell’Argentina, desiderosi di sapere com’era l’uniforme dei Cadetti
dello Zar della scuola ufficiali di Villa Santina ed ho quindi fornito loro
tutti i dettagli. Interrogativi mi vengono
rivolti, specie da fonti straniere, sulla figura di Krassnoff, con interesse alla sua effettiva posizione
nel periodo in cui fu in Carnia sul suo ruolo riguardo la questione
partigiana e gli screzi con l’atamano
generale Wiaceslaw Naumenko. Nel breve periodo trascorso a Villa di Verzegnis
dal 27 febbraio al 1° maggio 1945, Krassnoff pur conservando autorità morale e
poteri amministrativi, era stato destituito da poteri militari effettivi sulle
truppe, ed aveva solo poteri nominali. Era quindi escluso da ingerenze nella
gerarchia militare e da qualsiasi questione partigiana di competenza del
generale Domanow e subalterni in stretto rapporto con la Polizia di sicurezza
tedesca (Sichereits Polizei) come da inoppugnabili testimonianze dei suoi più
stretti collaboratori: l’aiutante dott. Himpel, la dottoressa Kriklenko
(medico), Radtke e Muller entrambi referenti di Rosenberg presso i cosacchi,
nonché il colonnello Nazarenko. L’atamano era
sottoposto a costante e severa sorveglianza in quanto i tedeschi
temevano un attentato contro la sua persona come ho spiegato anche di recente
in un circostanziato rapporto di venticinque colonne sui numeri 61 e 62 ,
rispettivamente di agosto e dicembre 2009 di codesto periodico. Krassnoff ,
sempre in base a testimonianze, non concedeva confidenze ad alcuno e parlava
solo coi suoi ufficiali. Nessun civile poté mai avvicinarlo durante il periodo
del suo soggiorno a Villa di Verzegnis, il che mi fu pure dichiarato dalle
sorelle Cella, allora proprietarie dell’abergo Savoia, dov’egli aveva fissato la sede. Ebbe solo due colloqui con don Graziano
Boria, parroco del luogo e rifiutò ogni altra proposta. Ne dà prova lo stesso
don Boria in occasione al secondo colloquio avvenuto il 1° aprile 1945,
annotando nel suo diario: “Volevo metterlo in relazione con Gortani (noto
docente locale ) ma non ne vuol saperne. Teme inganni”.
La trattazione dell’argomento
ha preteso anche un’acquisita specifica cognizione delle competenze riferite
alla complicata gerarchia militare tedesca ed a quelle cosacca del tempo ed
un’analisi delle circostanze, onde evitare impaludamenti.
In quanto agli screzi tra
l’atamano generale Krassnoff e l’atamano generale Naumenko, quest’ultimo da me
conosciuto e col quale fui in Austria sui luoghi della tragedia cosacca dovuta
all’infausta consegna ai sovietici sulla Drava, ho pubblicato in varie
circostanze le motivazioni che mi riservo comunque di raccogliere in una
monografia. Le divergenze derivavano sostanzialmente da una diversa visione
sull’organizzazione delle forze cosacche. Krassnoff sosteneva l’autonomia dei
cosacchi mentre Naumenko preferiva
sottoporli, quantomeno le forze del Kuban,
al generale Andrei Andrejevic
Wlassow, il creatore dell’Armata russa di Liberazione ( Russkaja Oswobodjetelnaia Armia ). Verso fine guerra, in
previsione di una resistenza ad oltranza Naumenko fu elevato a suprema autorità militare di
tutti i cosacchi delle forze collaborazioniste.
In relazione ad accadimenti
verificatisi nella bassa val Tagliamento interesse mi è stato manifestato da
alcuni valligiani alla conoscenza della
situazione cosacca di fatto e che pertanto mi accingo ad esporre. La stessa,
coi centri abitati di Ampezzo, Socchieve, Mediis, Enemonzo….fu prevalentemente
occupata da forze dei dei reggimenti
cosacchi 3° Kuban e 4° Terek-Stavropol che costituirono i presidi con comandi a
Enemonzo, Socchieve e più a nord ad Ampezzo. Con la riorganizzazione
dell’armata dette unità formarono la 2° Brigata di fanteria mista al comando
del maggior generale Tikhotzkij che
aveva, quali suoi subalterni, nella piazza di Ampezzo, gli ufficiali Sciumjnj e
Nazukow. Visite ed ispezioni furono fatte agli accennati presidi dall’ispettore
generale Bidakow e rispettivamente dal
maggiore Oskar Muller, referente del ministro Rosenberg. Escluse invece assolutamente, come confermatomi personalmente dal Muller ed altri testimoni del tempo,
visite a quei presidi, Enemonzo,
Socchieve…. da parte di altri esponenti tra cui
l’atamano generale Krassnoff i cui viaggi, partendo da Villa di
Verzegnis, ebbero altre motivate destinazioni accertate sulle quali esiste riprova scritta anche da un
testimone locale, il carnico Pio Cella. In senso più
esplicito, come in precedenza accennato, in evasione a domande rivoltemi da
interlocutori della bassa val
Tagliamento che meritano una pubblica risposta perché di storia si
tratta, l’atamano generale Pjotr Nikolaevic Krassnoff, col seguito
dell’immancabile scorta armata costituita dal convoglio di 48 cosacchi, non passò mai per
Enemonzo e Socchieve, come taluno si è permesso arbitrariamente di inventare, essendo accertato che non superò mai, verso nord, l’abitato di Villa
Santina sede della Scuola allievi
ufficiali cosacca. Al dilà di questo va
categoricamente ribadito che, l’atamano, nel breve periodo trascorso a
Villa di Verzegnis e spostamenti motivati, come già precisato, non concesse confidenze ad alcun civile, né potè essere avvicinato da alcun civile.-
Agli inizi di marzo buona parte di dette forze
al comando di Tikhotzkij, furono trasferite sulla linea
Gradisca d’Isonzo - Trieste e rimpiazzate con altre, in parte di complemento.
In zona, riguardo Socchieve e
dintorni l’autorità di comando dapprima tenuta dl generale Tichotzkij, passò
al colonnello Zimin, ma fu prevalen- temente esercitata dal tenente colonnello Vladimir Michailovic
Nefedov poiché Zimin svolgeva attività di presidio anche nella valle di Verzegnis, ed aveva frequen- ti
spostamenti., mentre ad Ampezzo sarebbero
rimasti Sciumjnj e Nazukow. A fine aprile 1945, esattamente il giorno 28
per la precisione , il tenente colonnello Vladimir Michailovic Nefedow fu assassinato da un agente provocatore
sovietico, infiltrato nella Scuola Cadetti
di Villa Santina e poi passato ai partigiani. Fu sulla base delle mie deposizioni
suffragate da documenti, che la
Commissione germanica di Kassel intestò a Nefedow la lapide della tomba nr. 400 del campo I°,
nel cimitero militare tedesco di Costermano sul Garda ( Vedi pagg. 156-157 de “L’Armata cosacca in
Italia” e pag. 239 de “Lo sterminio mancato”). Ugualmente su mie deposizioni la Commissione tedesca
di Kassel intestò al generale cosacco
Diakonoff la tomba nr. 527, pure nel campo I°, ucciso dai partigiani nel corso
della ritirata in Carnia, a località
Chiassis, e fatto passare nel diario della Garibaldi a
pag,67, per Krassnoff (Vedi pagg. 186-187-188 de L’Armata…).
Documentazioni su Nefedow e Diakonoff sempre esibibili.
Porcia (Pordenone) 17 novembre
2010
CARNIER PIER ARRIGO
Archivio storico privato
Pier Arrigo Carnier –Porcia /PN.)
Prendo atto con piacere dell’interesse manifestato in questi ultimi tempi sul mio post LA VERITA’ SU KRASSNFF del 27.08.2013, l’atamano generale prescelto dai tedeschi per motivate ragioni a presiedere la costituita Amministrazione centrale degli eserciti cosacchi insediata a Berlino nella Viktoriastrasse , intesa ad fornire una forma di governo alle notevoli forze combattenti cosacche resesi disponibili ad affiancare militarmente la Germania ed impiegate in varie zone d’operazione ed ugualmente alla massa dei civili che, nella condizione di profughi, si trovavano per svariata regioni sul suolo tedesco e in altre zone occupate, in numero rilevante, già risalenti all’esodo verificatosi alla fine della prima guerra mondiale motivato dalla rivoluzione .. Krassnoff lasciò la capitale tedesca, martellata dai bombardamenti, per seguire le forze cosacche destinate a scopo di presidio ed a garanzia della sicurezza nel territorio del Friuli e della Carnia, minacciato dall’ attività partigiana antitedesca. Col suo arrivo egli venne però condizionato, nell’esercizio delle sue funzioni, da decisioni impostegli dall’Alto comando tedesco che esercitava la sovranità sul territorio per cui si vide rimosso dall’effettivo comando sui cosacchi ed escluso da ogni ingerenza a dirimere questioni riguardanti i partigiani.. Dovette quindi adattarsi ad assumere una funzione nominale, puramente apparente.
RispondiEliminaPIER ARRIGO CARNIER