mercoledì 10 agosto 2016

LA DIFFICILE STRADA DELLA VERITA’


            
LA DIFFICILE STRADA DELLA VERITA’

COMUNICATO Agli interessati italiani alle vicende storiche ell'Adriatisches Küstenland (1943-1945) , ai centri culturali archivistici della Slovenia, Federazione Russa di Mosca ed a quelli degli Stati Uniti.                                                                  

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Mi permetto di rispondere qui ad alcune domande rivoltemi, sullo stesso tema anche via telefono, da alcuni carnici con la richiesta se io abbia in programma una presentazione del mio nuovo volume sui Cosacchi in qualche sede dei comuni della Carnia, essendo stato io, in anni lontani a dar vita alla storia dell’Armata cosacca, diffusa nel 1965 dall’ editore svizzero De Vecchi-Milano e poi ripresa, dal Gruppo editoriale Mursia-Milano, nella veste di cessionario, con edizione integrata ed ulteriormente documentata del volume, cui seguirono varie successive riedizioni. Va anche aggiunto che, sul filone storico del testo, la Direzione RAI-TV di Roma con la mia testimonianza e qualche altra e miei documenti d’archivio, realizzò il film documentario “COSSACKJA” della durata di due ore. Nel mio comunicato del 30 luglio u.s. via Internet , annunciando l’imminente diffusione del mio nuovo testo COSACCHI CONTRO PARTIGIANI, informavo di avere in corso trattative, in buona parte concluse, con undici centri di cultura nazionali, coi quali nel tempo erano già intercorsi rapporti. Coi comuni della Carnia, non vi sono stati rapporti salvo la presentazione in passato, a Tolmezzo, del mio volume “Lo Sterminio Mancato”. Riguardo un’ iniziativa promossa diversi anni or sono dal comune di Verzegnis, quella del Congresso sui Cosacchi, tenuta in due distinte sezioni, è noto su vasta scala che io presi energica posizione sulla stampa e via Internet bocciando motivatamente i risultati di tale iniziativa, e non per spirito di avversione o di parte, ma poiché da un’analisi degli atti raccolti in una pubblicazione, emerse una situazione che meritava un drastico intervento correttivo e chiarificatore, che io redassi con principi costruttivi di fondamento storico ( 64.000 battute). Riferendomi alla Carnia l’eventuale trattazione di vicende, in senso storico, quali ad esempio l’occupazione tedesca con conseguente dislocazione cosacca (1943-1945) ed insorte iniziative resistenziali, sussiste la motivata presunzione che l’ambiente sia permeato da concezioni vagheggianti, quale risultato del vessante diffondersi di notizie non veritiere, come quella, tanto per citarne una, di “Carnia libera o Repubblica della Carnia”. Si tratta di concetto che, addirittura, al vertice di taluna istituzione, che ritengo in buona fede, ma su basi informativa di presunte fonti specificatamente speciose e tendenziose, si vorrebbe addirittura proporre, se non già proposto, come insegnamento nelle scuole quale esemplare argomento storico !! Riandando al menzionato periodo, da me personalmente vissuto, come più volte ricordato, con costanti informazioni sull’ andamento della situazione partigiana, posso assicurare che mai vi è stata una Carnia libera e nemmeno parte di essa. Di fatto, come più volte o scritto e pubblicato sulla stampa, su base documentale, oltre al capoluogo di Tolmezzo presidiato da forze tedesche e della Repubblica Sociale Italiana, i tedeschi che tenevano collegamenti col Cadore , percorrendo l’arteria stradale val Gorto-Sappada, e con l’Austria attraverso il Ploeckenpass, mantennero fino a fine luglio 1944 un presidio stabile di turchestani a Sauris e, su richiesta delle popolazioni della Val d’Aupa, stanche di sopportare prepotenze partigiane, nel corso del 1944 crearono un presidio in quella valle insedìando un’unità della Waffen SS. Gebirgs Brigade Karstjäger, che si mantenne sul luogo fino all’inizio di aprile 1945.. Le popolazioni della Carnia vivevano sotto l’incubo dei rastrellamenti tedeschi che si accentuò dopo la pesante azione punitiva del luglio 1944 sulle malghe carniche al confine della valle del Gail e nella valle del But. Non c’era quindi spazio alcuno di libertà sul terreno per cui la definizione “Carnia Libera o Repubblica della Carnia” , intesa come espressione storica, messa in scena da taluno o taluni ipotetici membri di qualche consorteria, è qualcosa di inaccettabile, un’ invenzione di comodo a fine agiografico. Dal punto di vista realistico e rigorosamente storico per libero s’intende un territorio dove all’interno esista un’organizzazione autosufficiente garante dei bisogni minimi della popolazione e dell’ordine e sussistano forze di difesa in grado di mantenere l’autonomia e respingere sui confini l’aggressione di forze nemiche e poiché questo mai si è verificato è chiaro che la definizione ” Carnia libera o Repubblica della Carnia” appartiene alla fantasia.


10 agosto 2016

PIER ARRIGO CARNIER









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