mercoledì 31 marzo 2021

 CARNIER PIER ARRIGO


                                      SONO TUTTI  MORTI

Torno in argomento su una vicenda di cui parlai diversi anni fa, perchè di quando in quando mi riaffiora in mente. Un amico udinese, Bastianutti friulano autentico, circa oltre quindici anni fa, mi informò che, a Villa Santina, in un' assemblea ambientale di carnici non so a quale livello di ufficialità, si prese in esame il riconoscimento di meriti letterari e storici su opere divulgate in quel periodo. Stava fra queste il mio volume "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945" diffuso in prime edizioni nel 1965 dal grande editore svizzero De Vecchi con sede a Milano, assunto poi, nel 1990, come cessionaria dall' Editrice Mursia-Milano con svariate edizioni e tutt'ora sul piano di nuova diffusione. Essendo io l' autore non vorrei peccare di agiografia, ma ricordare però dei fatti e cioè che, sul filone storico del volume la RAI-TV-Direzione Roma, con apposita equipe sotto la guida del regista SergioTau, realizzò il film "COSSACKJA" della durata di due ore. Sollecitato da interesse venne poi subito da Londra il grande regista internazionale Fred Zinnemann, quattro premi Oskar, ad incontrarmi a Porcia di Pordenone, con immediata proposta, che accettai, di essere suo consulente in un film sulla tragedia cosacca della Drava trattata nel mio menzionato libro, per cui ci rivedemmo in Austria e lavorammo insieme. La regia fu quindi completata. Ho già spiegato in miei scritti che, per intervento di alte forze politiche anglo americane, che temevano l'effetto negativo che il film avrebbe provocato riguardo i vincitori, con la forzata consegna dei cosacchi ai sovietici e sarebbe stato prodotto dalla 20a Centuri Fox Francese, per decisione di Zinnemann fu sospeso. Tornando al libro, per i contenuti apprezzati a livello nazionale ed oltre, il medesimo non aveva certamente bisogno di un riconoscimento da parte della Carnia, anche se pur sempre gradito essendo mia piccola patria natale. Accadde, invece che, alcuni elementi coalizzati da tendenza politica, così mi disse Bastianutti ed altra fonte, intesi ad offuscare localmente ma inutilmente per motivi di parte, il palese successo di portata nazionale de "L' Armata cosacca in Italia 1944-1945", libro che ha messo radici profonde perchè contiene prove incontestabili, riuscirono a a sviare la disponibilità positiva d' un riconoscimento che sussisteva nei convenuti. Riguardo tali elementi, schieratisi contro, seppi che si trattava di taluno, un certo Ferigo, mio compaesano cioè di Comeglians, ma che ai tempi dei cosacchi non era ancora nato e mai personalmente mi conobbe. Seppi qualche anno fa, leggendo il giornale, che era morto. Altro opponente era di una frazione di Comeglians mio citato comune . Elemento di estrema sinistra dedito ad attività sindacale. So che scrisse poesie e credo qualcosa d' altro ovviamente di tendenza a sinistra, su cui non entro in merito. Seppi tre quattro anni fa del suo decesso. Un terzo era di Ovaro, autentico saccente che frequentò, per un periodo, l' Accademia della milizia fascista a Roma passato poi, con la caduta del fascismo, alla sinistra. Era elemento che bazzicava nel consiglio comunale di Ovaro e , dopo la riunione ambientale di Villa Santina, decedette. Mi fu segnalato casualmente un quarto oppositore, pure di Ovaro, comunque deceduto.
Il tempo passa e questa vicenda di Villa Santina, cui ho voluto accennare, rimase in me cosa scialba a cui non detti importanza, paragonabile alla malinconica sensazione della caduta autunnale di foglie al vento. In conclusione questi elementi oppositori paesani carichi di invidia, sono tutti morti e dormono nei cimiteri in assicurato silenzio, mentre io con 95 anni, grazie alla buona stella, sono ancora qui, col programma di dar seguito a varie nuove pubblicazioni che tengo concretamente in bozza. Mai mi sono aspettato nulla da nessuno. Nè mi aspetto. Sta nel realismo sociale che tutti ti sorridano, ti dicano bravo perchè effettivamente un' opera storica costa, non nasce come il radicchio nell' orto ed io ne sò qualcosa, ma stanno alla finestra lontani dal fronte !!!
Vorrei dire ancora qualcosa sull' argomento COSACCHI. Mi permetto di rammentare che sono stato io dar corso a questo filone storico sulla via giusta, come in seguito onestamente riconosciuto dallo scrittore Carlo Sgorlon, autore del libro "I cosacchi dai fiumi perduti" con un' ampia recensione elogiativa nei miei riguardi sul quotidiano Il Piccolo di Trieste. Via via negli anni, varie sono apparse le pubblicazioni sull' argomento talune ultimamente nate come i funghi, scopiazzando disinvoltamente dal mio volume e con illecito utilizzo di miei documenti ed immagini coperte da Copyright, miei diritti non prescritti. Non posso poi tralasciare di dire che, in qualche pubblicazione, vi è stato travolgimento di fatti per incompetenza e vi stato poi chi ha inscenato maldestramente la messa a punto di un suo incontro e suoi dialoghi delicati con l' Atamano generale Krassnoff, assolutamente mai esistiti, nella sede della valle di Verzegnis. Purtroppo la gente non sà nulla e legge queste brodaglie !!!
30 marzo 2021 CARNIER PIER ARRIGO
    

martedì 30 marzo 2021

CARNIER PIER ARRIGO

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Stupenda foto di SILVANO LAZZERI, prima guerra mondiale credo fronte del Trentino, da dove partì la Strafexspedition del Feldmarschall Conrad von Hoetzendorff.





General ungarisce division Budapest, Ludvig Goighinger


La Strafexspedition fu il grande sforzo dell' esercito imperiale austriaco. Dal 15 maggio al 16 giugno 1916, finito nell' insuccesso per motivate cause tant'è che l'mperatore Karlo, successo a Franz Jose, che si trovava a Spilimbergo, decise ed ordinò il rientro nelle posizioni di partenza. C' è un fatto tuttavia molto affascinante su cui già scrissi diversi anni fa su Il Gazzettino o Messaggero , su due piedi non ricordo bene, e cioè che, nella parte finale della linea offensiva verso Venezia o diciamo verso la foce del Piave ebbe a verificarsi un' ardita azione austriaca, quella precisamente della divisione ungherese Budapest, dislocata attorno a San Donà di Piave, della quale parte consistente al comando del generale Goiginger a nord di Nervesa della Battaglia, attraverso un ponte allestito ma pericolante, riuscì a superare il Piave ed attestarsi sul Montello, posizione che mantelle per alcuni giorno e dalla quale, su disposizione dell' imperatore che, stante il carente andamento del' offensiva sul resto del fronte, giudicò inutile, dovette ritirarsi. L'operazione ritirata, degna da manuale, fu condottadi notte senza perdite d' uomini e mezzi. Per tale operazione il generale Goiginger ebbe l' alto riconoscimento al merito Imperatrice Maria Theresie. Scriverò ancora su quest' azione deglungheresi della divisione Budapest vista, come storic al disopra delle parti.
Accanto alla foto della valle la foto del generale GOIGINGER. Testimonianze di anziani cittadini veneti da me ascoltate , sopravvissuti in quelle zone d' azione, dissero che , da giorni le forze combattenti austroungariche lamentavano una forte carenza di viveri e mancavano della razione del pane. In gran parte gli ungheresi erano giovani ed apparivano pallidi e provati. Ho sempre nutrito ammirazione per gli ungheresi, per motivi personali che tralascio di spiegare, con profondo apprezzamento del famoso libro " I ragazzi di via Pal", autore Ferenc Molar, ovviamente ungherese, per la delicatezza umana dei contenuti.
29 marzo 2021
CARNIER PIER ARRIGO


Commenti
Rui Giuliano
Grazie, non sapevo che avessero superato il Piave, in merito a quest'ultimo la propaganda creò un falso storico e mi riferisco alla canzone del Piave "il Piave mormorava calmo e placido al passaggio dei primi fanti il 24 maggio...." già giorni prima del 24 maggio 1915 le nostre truppe erano attestate nelle varie località, trincee, ecc.. Avrebbe avuto senso se si riferiva all'autunno/inverno 1918
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Pier Arrigo Carnier

CONQUISTA DEL MONTELLO

Vi è assoluta certezza che la divisione ungherese Budapest, superato il Piave, si attestò sul Montello. Ricordo che, sulla base di testimonianze controllai il punto di allestimento del ponte da parte di genieri , si trovava a nord di Nervesa della Battaglia dove, sulla destra della strada che sale, diciamo verso Pieve di Soligo, c' è una Villa che era di proprietà di ebrei venuti da Maccaccari Gazzo ( Verona). Non vi sono dubbi su questa brillante azione dell' esercito imperiale austro ungarico. Su questo ed altro da gran tempo ( ho 95 anni) parlai con competenti austriaci ad alto livello.
Il 15 maggio 1916 le truppe italiane erano attestate sulla destra del Piave. Pioveva, un autentico diluvio. Il generale austroungarico August Urbanski von Ostrimecz, ex capo dell' Evidenz Burau (Servizi segreti) di cui posseggo il diario inedito donatomi dalla figlia Aidi Heidi, cognato del Feldmarschall Conrad von Hetrzendorff capo dell' operazione Strafexspedition, al comando della 24a divisione austriaca, con sede a Villa Varda (Brugnera di Pordenone) ebbe l' ordine di muoversi e posizionarsi sul Piave. Racconta nel diario lo stato di difficoltà, per il tempo ed altre valutazioni, nell' accingersi al passaggio del Piave su un ponte pericolante. Consultatosi coi suoi ufficiali, stanti gli attacchi aerei italiani, ritenne che avrebbe arrischiato le vite della sua divisione e si rifiutò di eseguire l' ordine. Fu chiamato d'urgenza a San Vito al Tagliamento dal Supremo comando e destituito. La divisione ungherese invece, più a nord, si espose ed affrontò il rischio con straordinario successo. Altro vi sarebbe da dire.....
Sempre sulla base del diario Urbansky von Oastrimiecz una delle cause di insuccesso della Strafexspedition oltre alle difficoltà dell' imperatore Karlo nel decidere a chi affidare il comando guida, se a Conrad von Hoetzendorf o a Boroevic, le cui strategie e tattiche erano controverse, decisione che comportò ritardi ed anche conseguenze e, in ogni caso l' affidamento guida fu dato Conrad, altro elemento essenziale, in senso negativo, fu il mancato supporto dell' artiglieria tedesca e le carenze delle granate del munizionamento dell' artiglieria austriaca. Ho pubblicato a suo tempo vari articoli su vicende riferite nel diario.

Merita aggiungere, riguardo Urbanski che, il medesimo, nel periodo in cui fu a capo dell' Evidenz Burau, visse una vicenda ch'ebbe grande risonanza e sulla quale fu in seguito girato un noto film. Trattasi precisamente delle scoperta di alto tradimento del colonnello austriaco Redl in favore dell' esercito zarista. Redl, convocato di fronte ad Urbansky e reo confesso, si suicidò con un colpo di pistola. Corse voce, ritenuta attendibile dal principe ereditario Francesco Ferdinando d' Asburgo che, sarebbe stato Urbanski a posare la pistola carica sul tavolo, quale tacita offerta a Redl, di scegliere tra il suicidio o comunque la morte certa mediante fucilazione per alto tradimento. Urbansky ne parla nel suo diario:........ ed a tal proposito ne parlai con la figlia Aidi Heini a Graz, dove viveva. Il principe Francesco Ferdinando, fervente cattolico non tollerò questa desunta verità e, per tale motivo, tolse l' incarico di capo dell' Evidenz Burua ad Urbanski il quale rientrò nell' esercito col suo grado di generale. Di lì a breve, nel 1914. il principe ereditario e la consorte, com'è storicamente noto, morirono assassinati a Saraievo.
La vicenda dell' esercito austroungarico sul Piave e la chiamata in causa del prezioso diario Urbanski hanno rimosso in me il caso Redl, sul quale ho ritenuto di attardarmi conoscendo bene il retroscena, ritenendo che, al dilà della risposte date all' interlocutore Rui, si tratta di argomento che possa suscitare interesse nei lettori !!!
Potrebbe essere un'immagine raffigurante montagna, albero e natura
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martedì 23 marzo 2021

 

      CARNIER PIER ARRIGO

         24 MARZO 2021

RICORDO DI INDIMENTICABILE IMPORTANTE FATTO STORICO RELATIVO AI COSACCHI VERIFICATOSI NELLA MIA CASA NATALE DI CUI FOTO SCATTATA IN ANNI RECENTI DAL COSACCO DOTT. PIGA PETRENKO SERGEI, DELEGATO UFFICIALE NELL' INTERESSE DELLA CONFEDERAZIONE RUSSA SULLE VICENDE COSACCHE, CHE HA VOLUTO DOCUMENTARE IL MIO LUOGO DI NASCITA. MI VENGONO SEMPRE I BRIVIDI QUANDO RAMMENTO QUEL MATTINO DEL 2 MAGGIO 1945, QUANDO SI SENTI' UN FRAGOROSO RIMBOMBO DOVUTO A UNA CARICA DI ESPLOSIVO FATTA ESPLODERE DA PARTIGIANI DELL' OSOPPO, A CHIALINA DI OVARO, CHE PROVOCO' CROLLO DELLA CASERMA DOVE SI TROVAVA ASSERAGLIATO UN CONSISTENTE NUMERO DI COSACCHI CON DONNE E BAMBINI, OVVIAMENTE NELLA MAGGIOR PARTE PERITI. UNA PATTUGLIA DI CAVALLEGGERI COSACCHI IN AVANSCOPERTA, ERANO SETTE, DALLE UNIFORMI INZUPPATE DI PIOGGIA PERCHE' PIOVEVA, GIUNSERO A CASA MIA.....LI RICORDO SEMPRE E QUI RIPORTO LA SEQUENZA DI QUANTO SCRISSI A TAL RIGUARDO NEL MIO DIARIO IN RELAZIONE A QUANTO PUBBLICAI NEL 1965 NELLA PRIMA EDIZIONE DE "L' ARMATA COSACCA IN ITALIA 1944-1945" E SUCCESSIVE......
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ECCEZIONALE, INDIMENTICABILE RICORDO DEI COSACCHI
Era il mattimo del 2 maggio 1945.
E' un fatto prezioso che mi ricorda i cosacchi , accaduto nella mia casa natale in Comeglians (Carnia) via Roma nr. 1. , la prima del paese alla periferia sud, dirimpettaia dell' arteria stradale della Val di Gorto, su cui passavano, come spesso ho ricordato, le mandrie dei malgari e pastori che, agli inizi di giugno, salivano alle malghe di confine, ed in settembre ottobre facevano ritorno ai loro luoghi di valle e della pedemontana..
Lo scrissi già nella prima edizione de l' Armata cosacca in Italia 1944-1945 diffusa su piano nazionale dell' editore svizzero De Vecchi-Milano, a pagine 244-245, edizione 1965 e successive, poi ripubblicato dalla cessionaria Mursia-Milano, a pagina nr. 171 a partire dal 1990 e varie riedizioni nonchè di prossima riedizione
Riporto qui il testo di quanto scrissi.
"" L' alba del 2 maggio baluginò, nella valle di Gorto, con lo scrosciare di un temporale. Soffiava un vento freddo. Le montagne erano scure, fasciate da grosse nubi e da nebbie a brandelli, ed i villaggi sbucavano quà e la biancheggianti.
Nella zona settentrionale di quella valle, oltre Ovaro, i caucasici se n' erano andati il 28 aprile, determinando i quei presidi un vuoto improvviso. Ma nel mattino del 2 maggio un drappello di arditi cosacchi, travolta la vigilanza partigiana, muoveva in avanscoperta nella fascia montuosa abbandonata dalle truppe del Caucaso. praticamente su terreno partigiano- Il drappello raggiunse cautamente l' abitato di Comeglians e si arrestò, con le armi spianate, dinanzi alla prima casa abitata.
(Che era la mia casa). Scesi di sella, i cosacchi vi entrarono. Erano in sette : due ufficiali e cinque soldati, con le divise di panno blu dalle bande rosse, com berretto a visiera. Erano fradici d' acqua. Tra i cinturoni e le giacche portavano affondate delle bombe a mano tedesche. In quella casa silenziosa posta fra la strada e un bosco, spalleggiata da un frutteto, i cosacchi trovarono un valligiano ( mio padre) che parlava anche il tedesco- Essi gli chiesero se nel villaggio vi fossero dei partigiani, quanto e di quale brigata. " Vi sono soli georgiani". Dichiarò l valligiano. Ed i georgiani c' erano, infatti circa un migliaio, e si trovavano in fondo al villaggio, arresisi alla rigata partigiana "Osoppo". Uno degli ufficiali, inoltre, chiese al valligiano se la strada che proseguiva nell' alta valle fosse interrotta e in quanto tempo si sarebbe potuta raggiungere l Austria. Dopo di che i cosacchi uscirono e, rimontati a cavallo, scomparvero con folle galoppo. ""
Merita aggiungere che, appena alzato e sceso a pian terreno fui presente anch' io a quel dialogo dei cosacchi con mio padre ed allorchè se ne andarono, andai loro dietro e mi fermai sulla strada. Rimontati in sella si allontanarono veloci in direzione sud, verso Ovaro. Li accompagnai con lo sguardo fino dove la strada faceva una svolta per cui scomparvero alla vista. Pioveva e, sulla strada invasa da pozzanghere, lo scalpiccio furioso dei cavalli sollevava una nuvola di pulviscolo. Ebbi per loro ammirazione. E' un ricordo indelebile. Nei miei viaggi ed incontri all' estero con superstiti dell' armata cosacca, ho pensato ed indagato sperando di poter rintracciare qualcuno di loro, ma non avvenne.
07 giugno 2020 CARNIER PIER ARRIGO
La foto ritrae la mia casa, scattata, come introduttivamente riferito, alcuni anni or sono dal russo dott. Sergej Piga Petrenko che, nell' elaborazione di un dossier sulla mia attività culturale storico letteraria, andò appositamente a fotografarla.
17Вадимъ Ревинъ, Edith Da Col e altri 15
Pier Arrigo Carnier
Grazie signor Lucio Valent per l' apprezzamento della mia nota di rievocazione del gruppo di cosacchi giunto in avanscoperta a casa mia nel mattino piovoso del 2 maggio 1945 prima dell azione di attacco partigiano al presidio cosacco di Ovaro, gestita dall' Osoppo su pressione dei notabili industriali capitalisti di Comeglians ed io ne sono testimone diretto del retroscena dei preparativi. L' azione di attacco allo scopo di ottenere la resa del presidio cosacco finì, come a lei noto, in un fallimento ed ivi caddero sacrificati anche miei giovani amici. Chiunque la pensi come vuole. Io sono italiano ma come storico al disopra delle parti, rammento con ammirazione quel nucleo di cosacchi che giunse rischiosamente a casa mia e con tale spirito li guardai nella loro furiosa cavalcata sotto la pioggia, nel ritorno verso Ovaro....!!!! 22 marzo 2021

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Nella foto la mia casa natale nel capoluogo di Comeglians (Carnia)- va Roma nr. 1
Potrebbe essere un'immagine raffigurante albero e strada








                                   

 

                                     

martedì 9 marzo 2021

 

CARNIER  PIER ARRIGO


FOTO EMBLEMATICA : IL CASOLARE !!


Dovunque sia, in zona alpina o comunque montana in Italia, Slovacchia, Austria , Slovenia, Croazia, Stati Uniti, il casolare messo in piedi da mani di montanari su scarne basi murali ed intelaiatura portante in travi d' abete o larice., con pareti in tavolame e pure il tetto fatto in genere con "scandole" ricavate a colpi di spacco con mannaia su tronchetti sezionati su misura calcolata, il casolare nel tempo invecchiato, avversato da piogge, nevi, giornate dal calore bruciante al solleone, sembra far parte del creato e, nella rudezza e solitudine, cupo e selvaggio, ha un suo fascino.
CARNIER PIER ARRIGO

                                  


domenica 7 marzo 2021

     


CARNIER  PIER ARRIGO                            

ALPINI, DA UNA VECCHIA FOTO, CREDO RIENTRATI DALLA RUSSIA, PROVATI DA SOFFERENZE, FATICHE, TENSIONI, ALIMENTAZIONE DA GAVETTA, SPERANZE DI RIVEDERE I PROPRI CARI E IL PROPRIO FOCOLARE. IL CORPO ALPINO ITALIANO, DI CUI ANCH'IO FECI PARTE, COMPRESA LA SPECIALITA' DI ARTIGLIERIA DA MONTAGNA ED ARTIGLIERIA SOMEGGIATA (1) RESTA A GRANDE MEMORIA STORICA. NEL 194O LO STATO MAGGIORE TEDESCO DELLA WEHRMACHT INVIO' UNA MISSIONE AD AOSTA., PRESSO LA SEDE DELLA SCUOLA ALPINA ED IL COMANDO DEL 4° REGGIMNTO ALPINI, ONDE PRENDERE COGNIZIONE DELL' INQUADRAMENTO TECNICO E QUANTO ANNESSO DELLA SPECIALITA' ITALIANA ED AGGIORNARE QUELLA TEDESCA E QUESTO FA ONORE ALL' ESERCITO ITALIANO .

( 1 ) = Uno splendido reggimento dell' artiglieria someggiata era acquartierato a Conegliano. Era dotato di pezzi di artiglieria di calibro diverso di quelli da 75/49 dell' Artiglieria alpina. Il reggimento come gli alpini e gli artiglieri dell' apina, portava ugualmente il cappello alpino, ma i fregi erano diversi. Il reggimento della someggiata aveva un suo canto in dialetto veneto, essendo i suoi componenti in maggioranza veneti, del quale ricordo il ritornello : ....."" come noi, artiglieri de la someggiata, non ghe n' è altri non ghe n' è altri e, se ghe n' è ancora che i vegna fora che i vegna fora...!!!
Le belle donne coneglianesi, fantastica zona collinare e dintorni dai preziosi vigneti, andavano matte per gli artiglieri della someggiata !!
Voglio infine non dimenticare un altro particolare riguardo alpini ed artiglieri da montagna e mi riferisco al 3° Artiglieria da montagna, reggimento che aveva base nella fortezza di Osoppo, "Osoof", con subordinate dislocazioni a Conegliano, Tolmezzo.
Detta specialità dell' artiglieria era fatta di elementi robusti con muscoli ed una certa altezza di statura, prestabilita dalle regole di arruolamento perchè l'artigliere alpino doveva caricare il cannone, smontato in alcuni pezzi, canna etc., in groppa al mulo sul basto appositamente attrezzato. Gli artiglieri da montagna, se li vedevi in marcia, erano solenni, cascasse il mondo nulla li agitava e, il loro cadenzare fatto da uomini e muli con l' oscillare delle canne di cannone sui basti, dava sensazione...!!

Un maggiore del 3° Artiglieria al comando di alcune batterie era solito attuare il campo estivo od invernale in Carnia per cui passava in marcia per il mio paese, e vi faceva sosta per salutare una sorella andata sposa a un industriale del luogo, al cui fianco io svolgevo attività amministrativa. L' ufficiale era di benestante casato trevigiano di cognome Perissinotto, gente dalle lussuose ville, dal dialogare nei ritrovi pubblici o privati, allegro e piacevole, basti ricordare il film "Signori e signore "". Per farla breve ebbi modo con lui di dialogare. Era ufficiale in SPE, vale a dire in servizio permanente effettivo cioè di carriera. Gli piaceva raccontare cose interessanti e parlare di vicende della vita militare usando, all' occasione opportuna in senso un po' allegro, la frase : ""......Agli alpini che piase bere e i beve , vino naturalmente, mentre gli artiglieri i magna e i bevi...""

CARNIER PIER ARRIGO





                              ALPINI  AL RIENTRO DALLA CAMPAGNA DI RUSSIA   !!!!                                           

venerdì 5 marzo 2021

 

  CARNIER PIER ARRIGO

  

VINCENT VAN GOGH, CHE VIVEVA DI PENSIERI PROFONDI E LACERANTI, MORI' SUICIDA



                            CONTADINA            .  Vincent Van Gogh


Van Gogh  grande  pittore espressionista lavorava con forza scatenante nel tracciare le basi del dipinto per poi placarsi ed operare in senso distensivo, come la calma dopo il temporale.Parlo da pittore che  io sono e rimpiango il mio passato come tale, avendo per esigenze motivate, abbracciato lo scrivere soprattutto per non lasciare alla dispersione storie di guerra.

Van Gogh, nell' affrontare l''argomento sulla tela compresa la figura,  ne ritraeva l' essenza mediante il solco delle line ed il colore interveniva in forma espressiva ma con fine narrativo, per parlare di alberi con fronde, campi caldi di frumento o granturco, sfondi collinari o montuosi, resi col blu o l'azzurro che, all' occhio dell' osservatore suscita  senso di distanza e dà profondità, cieli in movimento spesso con pennellate grezze e nubi  roteanti che creano movimento.  In Van Gogh  la figura di persona, come ritratto, rifuggiva  da effettivi  fini ritrattistici  con appropriate finezze accademiche ma,   con rispetto alla somiglianza, veniva affrontata con linee e colori ponendo in rilievo i  lati espressivi. L' espressionismo non scendeva a finiture e delicatezze  speciose, ma risolveva il quadro in senso creativo nel modo in cui, con la creta, si un  abbozzo di una statua.

Avrei molto altro dire, stante la mia dedizione alla conoscenza  di tale corrente e, in altra occasione, parlerò dei grandi espressionisti nordici. Riguardo gli stessi, in anni lontani, ad una mostra  a Passariano nel Friuli assieme a mia nipote Rossella rammento che reso,   preso dal fascino e commozione, piansi ! 

Su Van Gogh  ho reperito  tracce biografiche, talune riferite al suo carattere ed a sue stranezze, una delle quali che si arrischiava ad ingerire vernice gialla, che  riporto in calce a questo mio post assieme ad uno fra  diversi suoi pensieri memorizzati. Dal mio punto di vista Van Gogh,  nella sua visione del creato  viveva di pensieri profondi e laceranti dettati da un lato dal fascino della natura e, in contrapposizione,  dalla desolazione delle miserie umane. Il grande pittore, uno degli elementi chiave dell' impressionismo. morì suicida.

5 marzo 2021                                                         CARNIER PIER ARRIGO


  SEGUONO  ALLEGATI



                               

martedì 2 marzo 2021

 

CARNIER PIER ARRIGO

   VIDEO SUI COSACCHI  IN YOUTUBE:

KOSAKENLAND IN NORD ITALIEN

Da qualche tempo, come già ho accennato altre volte, i video sulla vicenda cosacca con rifermento alla Carnia, Friuli, o sotto il titolo Kosakenland in Nord Italien, dopo le varie riedizioni del mio libro " L' Armata cosacca in Italia 1944-45", la riedizione de "Lo stermino mancato" e l' uscita recente di "Cosacchi contro Partigiani", Gruppo Mursia-Milano, sono usciti dei video come i funghi. Riguardo il contenuto espositivo di tali video ho in genere notato una svagata interpretazione della realtà, un' assenza di cultura in materia, in genere quindi si tratta di versioni messe in piedi pescando a destra e a manca e frutto di chiacchiere paesane. Proprio ieri facendo un giro d' indagine su YOUTUBE, ho visionato uno di questi video, dal titolo Kosakenland in Nord Italien, realizzato su per la Carnia. Intervengo pertanto, per motivate correzioni, al fine di inchiodare la verità. Introduttivamente nel video si dice che, nel 1944, creata dai partigiani esisteva una "Repubblica libera della Carnia". Si tratta di affermazione che fa ridere le farfalle perchè non risponde affatto a verità. Io sottoscritto, nato in Carnia ed allora diciannovenne stavo a fianco per ragion di lavoro, di un noto industriale membro importante del C.L.N. "VAL GORTO" e in tale veste prendevo parte ad importanti essenziali colloqui riservati tra tra il detto industriale e dei membri del C.L.N. e della resistenza da un lato ed il commissari tedesco, ing. Franz Gnadlinger, dall' altro, quindi ero aggiornato su tutto ciò che, di rilevante, accadeva. Di fatto non vi fu alcuna Repubblica libera perchè i tedeschi, in qualsiasi modo, dominavano la Carnia, trafficavano lungo le vie di comunicazione col Cadore e con l' Austria e, se del caso, intervenivano contro i partigiani con dure rappresaglie come avvenne dal 17 al 22 luglio 1944 nella zona malghe orientali. Potrei spiegare minuziosamente da storico, l' inconsistenza dell' invenzione "Repubblica di Carnia libera".
Riguardo il collaborazionismo russo, in appoggio ai tedeschi, nel video si tira in campo la figura del generale sovietico Wlassow, da me trattata nelle mie pubblicazioni e su asserisce che, caduto prigioniero dei tedeschi " ha consigliato Hitler a creare un' armata antisovietica coi prigionieri russi , che fu creata e contava un milione ai armati ". La versione è balorda detta da uno che, si capisce, non sa nulla. Il generale Andrei Andrejevic Wlassow, valoroso ed importante ufficiale sovietico cadde prigioniero dei tedeschi a Smolensk. Conosco minuziosamente le sue vicende. Il medesimo non consigliò affatto Hitler a creare un' armata. Hitler detestava i russi e gli slavi, dubitava della loro fedeltà. Fu una coalizione di generali tedeschi, come spiego nelle mie pubblicazioni, ad approvare in sordina per concrete necessità, la formazione, con la massa dei prigionieri e volontari de territori occupati. delle unità collaborazioniste russe, ucraine, cosacche, calmucche, turchestane...Wlassov, scoperto dai tedeschi fra i prigionieri dove si era camuffato, dopo vari colloqui accettò la proposta di formare l' Armata di liberazione russa (Russkaja Oswobodjetelaja Armia) in base a fondate convinzioni. Non lo fece come inevitabile scelta per salvare la pelle. Custodisco una sua spiegazione molto persuasiva sui motivi della sua decisione. Fu il capitano tedesco della Wehrmacht, Striktscritigfelsd, col quale ebbi personali contatti nel dopoguerra ed ottenni dal medesimo importanti informazioni a creare, su delega, lo Stato maggiore dell' armata di Wlassow. La stessa, raggiunse complessivamente l'entità ad alcune decine di migliaia di uomini, non un milione !!
In quanto ai cosacchi , che nel video vengono definiti "mercenari", tale termine è improprio e tende al disprezzo. Nella situazione in cui si trovavano i cosacchi non erano mercenari, perchè a monte , stando al fondamentale principio "causali ed effetti", c' era un' effettiva motivazione. Erano quindi collaborazionisti, qualificazione appropriata , schierati a fianco dei tedeschi non per tradire la Russia, ma per contestare e modificare la rigida severa, implacabile gestione stalinista.
Sempre in riferimento ai cosacchi, destinati a presidiare nell' Adriatisches Kustenland, la maggioranza non era insediata in Carnia, ma nell' alto Friuli, a Osoppo Gemona e nel Friuli orientale, aTarcento, Tricesimo, Mortegliano, Bicinicco, Cormons, Caporetto, Zaga,... A fine guerra la massa non era di 40.000 unità compresa l' entità dei civili al seguito. La Carnia, fatta salva val Tagliamento presidiata da cosacchi, era in prevalenza presidiata da caucasici (Freiwilligen Brigade Nord Kaukasus).
A fine guerra la massa dei cosacchi in ritirata attraverso il Plockenpass e parte lungo la val Canale deviando a Pontebba verso il Grassfeld (Passo Pramollo), ammontava a circa 100.000 unità, ivi compresi dei battaglioni cosacchi due dei qual erano costituiti da donne che, in ritirata dal fronte del Po, nella notte cupa dopo la battaglia di Ovaro. furono visti passare per il paese dove ancora da alcune case si levava il fumo degli incendi.Vi si aggiungevano diverse migliaia di russi prigionieri, utilizzati dai tedeschi nell' allestimento di opere di fortificazione. in ritirata dal Veneto occidentale. I caucasici, ritiratisi per primi a fine aprile 1945 ivi compresi alcuni insediamenti nella pedemontana occidentale, profughi compresi ammontavano a 12.000.
Dell' altro vi sarebbe da osservare e contestare ma chiudo qui. Mi permetto di rilevare che nei vari video ho rilevato spesso l' utilizzo di argomenti dedotti dalle mie pubblicazioni, il che comporta l' obbligo di citare la fonte che però si guardano bene dal farlo. Altrettanto per miei documenti e foto in violazione di diritti fissati delle norme di tutela Copyright -
1 marzo 2021 CARNIER PIER ARRIGO