martedì 26 gennaio 2021

 

Pier Arrigo Carnier

 emozionato.

16 h 
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PIO SOLERO, NOTO PITTORE CADORINO DI SAPPADA E UNA DEPLOREVOLE VICENDA PARTIGIANA DEL 1944 .

Cercando notizie su Wikipedia sul pittore cadorino Pio Solero, brillante paesaggista che sovente passava a casa mia, a Comeglians in Carnia, in quanto amico di mio padre e talvolta assieme a lui venne anche il famoso pittore ucraino Jussupoff, mi è capitato di notare fra le note biografiche, l' articolo che qui di seguito in parte riporto diffuso dall' organismo lettterario EFFEMERIDE in cui si riferische che, la moglie Teresa Treichl, venne uccisa nel 1944 dai partigiani della Carnia, fatto che io ben conosco a cui accenno a pag. 121 del mio libro "Lo sterminio mancato"-Mursia-Milano 1982 e successive riedizioni.
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EFFEMERIDE. Il dramma del pittore Pio Solero (la cui moglie fu trucidata dai partigiani )
by Amerino Griffini 28 Aprile 2019
– 19 Aprile 1975. Dopo una vita trascorsa tre le montagne, si spegne a 94 anni il pittore Pio Solero, nato e morto a Sappada (Belluno). E a Sappada a fine luglio del 1944 si verificò anche un dramma che stride con la serenità del luogo dove si svolse: una banda partigiana assaltò il piccolo presidio della Guardia Nazionale Repubblicana che, esaurite le munizioni si arrese. Dopo la soppressione dei militi, i partigiani se ne andarono portando con loro il Segretario della sezione del Partito fascista repubblicano del paese, la cuoca del presidio della GNR e Maria Teresa Treichl, nata a Monaco di Baviera ma a Sappada residente perché moglie del pittore Solero che in quel momento, stimato da tutti i suoi concittadini, era anche il Podestà locale.
L’abitazione dei Solero e altre case furono svaligiate; poi, poco fuori dal paese, due dei tre rapiti furono uccisi con i calci dei fucili mentre la signora Treichl in Solero fu trascinata via, come si saprà da testimonianze post guerra. Dopo essere stata ripetutamente violentata e seviziata fu uccisa dai partigiani che l’avevano rapita. Il suo corpo non fu più ritrovato. Solero che era assente da Sappada quel giorno e che, dopo la guerra, dovette anche assaggiare il carcere di Baldenich, alla periferia di Belluno, proseguì il suo percorso da solo; l’unico figlio della coppia, aviatore, era morto in un incidente di volo. I suoi quadri, così sereni fino alla sconvolgente fine della moglie, divennero più cupi.
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Seguono nello scritto varie notizie biografiche che tralascio per occuparmi dell' uccisione della moglie del Solero ed altro che io ben conosco con l' aggiunta di precisazioni.
L' azione partigiana su Sappada fu condotta da forze partigiane della Garibald-Carnia contro il presidio GNR ( Guardia Nazionale Repubblicana) formato da una certa entità di elementi. Dopo breve reazione il presidio si arrese ed i componenti furono uccisi salvo due militi e la cuoca che, assieme al segretario del rinnovato partito fascista di Sappada, Luigi Cecconi e la signora Maria Teresa Treichl, moglie del pittore Pio Solero , sindaco di Sappada, fatti prigionieri furono portati via dai i partigiani nel rientro in val Pesarina, in Carnia. Appena fuori da Sappada vennero però uccisi bestialmente i due militi.
I partigiani dell' azione vivevano con stazionamenti mobili in val Pesarina ed il commissario che guidò l' azione, aveva sede in una casa con bar nel villaggio Pradumbli, frazione del comune di Prato Carnico. Pradumbli era ed è noto quale patria di anarchici e comunque di partigiani. Di frequente in estate, nel primo dopoguerra, passavo per Pradumbli per salire sui monti sovrastanti alle malghe Litim ed oltre nella valle Naverza : malghe Losa e Gerona. Mi soffermavo quindi nel bar menzionato gestito da Mary Agostinis, con la quale, stante il fatto che ci si trovava nelle feste e balli di paese, avevo confidenza. Era più anziana di me ed era donna vivace e gioviale, custode di vicende partigiane consumate nella valle e in paese, su cui però si sbottonava e mi parlava. Di Pradumbli comunque conoscevo di persona molti partigiani, tutti a sinistra, ex dipendenti dell' azienda industriale di cui io stesso ero amministrativo, e quindi boscaioli che poi, a fine guerra, tornarono ad esserlo, dopo aver portato sfolgoranti fazzoletti rossi al collo, vestito divise ben confezionate con pantaloni stirati da donne " pesarine " volontarie, quali fiancheggiatrici della lotta. Se ricordo quel periodo stento a crederci : mi riappare quel senso di festa, individui gallonati dalla sera alla mattina, voci di uccisioni di tizio e caio, perchè fascista, come se nulla fosse. Su tutto nel tempo è calato il silenzio e talvolta rifletto per rinfrancare i reali ricordi vissuti . Ad ogni modo venendo a Maria Teresa Treichl, tedesca di Monaco di Baviera moglie di Pio Solero, seppi da Mary ed anche da altri, a Pradumbli, i particolari della sua fine, che preferisco non ripetere, in ogni caso precisati nello scritto EFFEMERIDE. Venne uccisa dai partigiani qualche giorno dopo essere rientrati a valle dall' azione su Sappada. Il cadavere della Treichl fu trovato abbandonato in una sterpaglia in territorio di Prato Carnico. La fine di Luigi Cecconi , podestà di Sappada, è più complessa e a tal proposito a suo tempo pubblicai degli articoli sulla stampa. Mary Agostinis mi spiegò che, quale prigioniero, il Cecconi stava in una stanza di casa sua, dove pure c' era il bar. Il commissario partigiano che lo aveva in custodia, tentennò per un po' di tempo sul da farsi : "" Girava qui nel bar irrequieto con carte in mano, poi infine decise. Luigi Cecconi, fu fucilato subito sotto il paese, sul bordo del torrente che scende dal monte e confluisce nel fume Pesarina, che scorre a fondovalle a breve distanza ed ivi fu sepolto in una fossa scavata tra le pietre e la sabbia.. Il commissario partigiano che decise e comandò l'uccisione a meno che non l' abbia eseguita personalmente e questo non lo so,, nome di battaglia dall' iniziale con "A", persona che io conoscevo fin da ragazzo, morì a breve distanza di tempo durante un' azione contro i tedeschi, lungo la strada di una valle opposta che porta a superare il confine con l' Austria. Svolsi sul caso, come storico, delle indagini ed ebbi contatti con una figlia del Cecconi, di nome Verina, di cui conservo le sue lettere. Luigi Cecconi era padre di cinque figli. La famiglia non fu informata dell' esecuzione ed allorchè chiedeva notizie le fu detto per mesi che il prigioniero stava bene e si chiedeva, per il medesimo, il cambio della biancheria....
Quando tornavo sui monti del lato ovest della val Pesarina, passando per Pradumbli , inevitabilmente l' uccisione del Cecconi mi riaffiorava imperturbabile in mente. Mery Agostinis è deceduta il 19 ottobre 1995 a 79 anni, essendo nata nel 1916. Lei sapeva bene chi era l' uccisore che girava irrequieto nel bar con delle carte in mano, celebrato nel dopoguerra come eroe e decorato...!!?? Rispetto a quanto detto nello scritto EFFEMERIDE merita correggere che la coppia, Solero-Treichl, avesse un solo figlio morto aviatore, in un incidente di volo. Che io sappia senza mettere in dubbio la notizia di un figlio morto nell' incidente di volo, di cui mai seppi nulla, so invece per certo che la coppia aveva due figli, maschio e femmina, che conobbi personalmente e coi quali più volte mi incontrai : uno era Walter il quale, in conseguenza alla barbara uccisione della madre, per reazione si arruolò subito nelle Waffen SS. Lo incontrai più volte dopo la fine della guerra. La figlia si chiamava Mariucci, giovane bionda, bella e simpatica, di tipicità tedesca. Viveva a Sappada nella casa paterna e curò la memorialistica e la conservazione di parte delle opere pittoriche del padre, alla cui memoria l' Amministrazione comunale di Sappada aperse una mostra permanente. Confermo inoltre che, nel giorno dell' azione partigiana sul presidio GNR di Sappada, la casa del Solero fu svaligiata e devastata dai detti partigiani, commissario compreso. Ultimo particolare, riguardo la cuoca arrestata del presidio GNR, la cui fine o sopravvivenza rimase insoluta. 25 gennaio 2021 .
CARNIER PIER ARRIGO

domenica 24 gennaio 2021

 

CARNIER PIER ARRIGO

S E N S A Z I O N I


20.01.2021 Giorni fa la cara amica Clara Tavano, assentendo a una mia espressione sulla città lagunare di Venezia aggiunse che la stessa è veramente il "centro incrocio del Mondo". A tal riguardo ripeto perciò detta mia espressione. Confesso cioè che a Venezia provai delle emozioni fuori dell' orbita umana. Più volte nel pieno dell' estate , a San Marco o a Rialto, l' enorme sciame di turisti dall' indefinibile brusio di voci, incrocio di lingue, assumeva per me l' immagine di una folla pervasa da brividi di felicità, in certo senso staccata dalla realtà come se fosse di passaggio e s' incamminasse verso l' approdo radioso di un altro mondo... e, fin qui, siamo nel realismo storico..
Congiuntamente però insorgeva in me una seconda sensazione, direi di contenuto metafisico. Osservando la marea di folla che defluiva intasando le calli ed accalcandosi nelle piazze, in San Marco od altra, la figura dell' uomo singolo, perdeva di effetto e il brulicare della massa assumeva personalità oggettiva quale elemento materico fra le realtà universali, vale a dire quella animale (uomo incluso), la vegetale arborea e non, la minerale e quella fluida: acqua, mare, oceani. Sono persuaso e portato a ritenere che, la visione da me avvertita sulle citate componenti sottratte al loro immobilismo estetico, fosse dovuta al sussistente stimolo della remota forte spiritualità universale di Venezia..
Cerco però di spiegarmi in altro senso. In altri termini nella visione accennata l' individuo, come singolo, diventando componente di massa fra gli elementi oggettivi citati, perde o perderebbe ogni individualità e vengo quindi al punto. Pur trattandosi di sensazione astratta la stessa, per intuizioni percepibili, preannunciava e preannuncia con preveggenza nella realtà sociale, l' avanzare progressivo impercepibile ma sussistente di un potere dominante, autorevole gestore del mondo dove l' uomo, con l' azzeramento del patrimonio di libertà e di libero arbitrio di cui dispone nell' essere, diviene uno strumento. Da tutto ciò si evidenzia che, attorno all' uomo, dal punto di vista metafisico, non sussistono elementi garanti la sua perpetuazione. Questo spiega, di fronte 'immanenza degli enti materiali, la mancanza di prova certa sui fini dell'esistenza umana e sul concetto scientifico dell' origine.
Come sappiamo alla ricerca metafisica appartengono i problemi dell' esistenza di Dio, dell' immortalità dell' anima, dell' essere "in sè".
Mi piace ricordare che a Venezia, oltre ad Ezra Pound grande poeta, vidi più volte casualmente anche De Chirico, pittore che realizzò delle importanti opere sotto il profilo metafisico.
CARNIER PIER ARRIGO






L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, albero, spazio all'aperto e natura
Edith Da Col, Alida Petris e altri 

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DIDASCALIA FOTO

Foto i cui sono stato ripreso sui monti di confine con l' Austria (anno 1982) zona delle malghe , Chiaula granda. Dimon e Dimonut... sotto malga Cercevesa della quale, rammento, restavano solo le tracce di base dei muri perimetrali della casera. Si trattava di malga a suo tempo alpeggiata da Tommaso Zanella "Ors de l' Amariana" ( padre dell' "Ors di Pani "), grande personaggio, che pagava l' acquisto di beni con monete d' oro, di cui conservo i segreti, mai da me rivelati, delle sue vicende d' oltralpe e credo di esserne l' unico.... A parte questo, riguardo le malghe, ricordo che in anni lontani prima di entrare in talune casere, Plumbs, Ombladet, Mont di Tierc ( Mont di Chierc detto in carnico), Floriitz, Mont da Riu, Pieltinas.... c'era da farsi il segno della croce stanti, le figure ieratiche e provate che si affacciavano, in ogni caso certamente gente buona....
Si tratta del passato di una grande Carnia : tempi di fatica, di paura, di grandi mandrie, talune di razza norica dai mantelli rossastri in genere provenienti dalle valli della destra pedemontana, dalle montagne di Lauco, dalla media val Tagliamento ( Socchieve, Invillino , Raveo, Colza "Nestona"...) . Quando salivano per la monticazione o vi facevano ritorno a fine della stessa passando per i paesi, generavano l' effetto di una sfilata con pastori e malgari dal passo solenne che procedevano in testa. Richiamata dal tumultuoso e, in certo senso festoso bronzeo rintrono di zampogne, la gente usciva di casa a guardare. Fra i conduttori, di fianco e in coda, c' erano sempre belle donne montanare ( gente di val d' Arzino, dei monti di Lauco). Le ricordo sorridenti, espressive di una propria felicità di cui comunque mi sentivo coinvolto e , sinceramente, la rammento in senso nostalgico, piccola gioia lontana andata perduta . Rammento poi che alla smonticazione, in settembre, il festoso passaggio delle mandrie nei paesi lasciava lo strascico del caldo odore dei mantelli delle bestie, odore di mandria, di malga, di pascolo brucato, anzi piluccato color paglierino, con lembi color verdolino e piccoli ciuffi di piccole rose blu siberiane che pretendevano rispetto, sfidanti con audacia il primo gelo. L' immagine del pascolo scialbo di fine stagione, vitalizzato dal volo solitario di allodole, che si mettevano in sosta sui tetti delle malghe a battenti chiusi, mi è rimasta in memoria: era piacevole, aveva un suo linguaggio.

24 gennaio 2021 CARNIER PIER ARRIGO


lunedì 11 gennaio 2021

  

CARNIER  PIER ARRIGO


                EVOCAZIONE  DI RICORDI LONTANI

  •  Avevo  quindici  anni quando una  paesana circa cinquantacinquenne dal  soprannome  Nena di Ana che, nel prosieguo di questo post chiamerò Nena , mi chiese se potevo accompagnarla a   malga  Crostis, sul monte Crostis, a ripigliare la sue due vacche. Era settembre, fine  dell' alpeggio del bestiame e quindi tempo di smonticazione. Accettai volentieri. Partimmo all' alba, lei   vestita di scuro alla carnica, scialle,   fazzoletto in testa ed una saccoccia con qualcosa da mangiare. Era  donna tipica  alta e gioviale. Mi piaceva  il suo piglio. Io con sacco da montagna e  dentro, come Nena, qualcosa  da mangiare. Passammo per il villaggio  di Mieli e lei volle entrare per alcuni minuti nella chiesa. Vi entrai anch' io  : piccola chiesa di paese piuttosto disadorna ,  due donne scure stavano silenziose sedute nei banchi.  Passammo poi per i villaggi di  Frassenetto, Noiaretto e Tualis, quindi iniziammo la salita della montagna  lungo la  carreggiabile a me ben nota. Nena, durante la prima guerra, 15-18,  in qualche modo aveva fatto parte delle donne ausiliarie al servizio dell' esercito, donne nella maggioranza fecero le  portatrici e dettero  un glorioso encomiabile supporto tardivamente riconosciuto. Lei, non portatrice, aveva svolto altro  servizio ausiliario presso le forze dislocate in seconda linea che correva in parte proprio sulla  vetta del  monte Crostis con piazzate postazioni di artiglieria, pezzi da calibro 149. A tal proposito ebbi modo di conoscere, a suo tempo, un certo Campello, distinto signore romano che passava nei mesi estivi un periodo da villeggiante nel mio paese e, nella veste di ufficiale era stato su quella seconda linea del fronte. Nena, salendo lungo il bosco di Tualis, mi diceva che, nel tal punto, durante la guerra,  c' erano dei baraccamenti costruiti per servizi di  pronto soccorso e infermeria, mensa e quale dormitorio per le forze di ricambio ovviamente con degli addetti in  servizio stabile. Mi precisava  poi che, nel tal luogo, era morto un  maggiore, di cui citava il nome,  colpito da schegge di una granata nemica  e, nel tal' altro punto  erano morti un tenente di sua conoscenza ed altri . Lasciato il bosco e  superata malga "Agar", dopo una zona prativa giungemmo  lungo un ripido  pascolo  sotto  malga "Chiadinas",  mi raccontò che d' inverno  una valanga, in quel luogo,   aveva inesorabilmente travolto una colonna di soldati circa una trentina: tutti morti.  A un certo punto mi indicò poi  in fondo al pascolo, realmente visibili parti di due cannoni ed infatti si notavano dei resti ed una canna, fatti precipitare dagli artiglieri dalle posizioni poste sulla vetta,  al momento in cui, dopo lo sfondamento del fronte italiano a Caporetto, vi fu l'ordine di ritirata. Diversamente le linee del fronte carnico, prima e seconda, sarebbero rimaste imbottigliate.
  • Arrivammo a malga Crostis. La mandria non era uscita sul pascolo, stava nell' alloggiamento detto " loza". Entrammo nella casera : c'erano  il casaro e due pastori quindi ci salutammo e , dopo aver scambiato alcune frasi, ci sedemmo sugli scranni posti attorno al tavolo della casera. Con premura il casaro disse : " Avrete fame !". Quindi dopo pochi minuti mise sul tavolo due scodelle con ricotta  calda fumante e, su un tavoliere in legno, una grossa porzione di polenta. Mangiammo sebbene avessimo entrambi viveri per merenda, anzi io divorai la ricotta con polenta spezzettata, fatta con quella farina grezza di un tipo di granturco che, ai vecchi tempi,  si coltivava in Carnia  e se ne sentiva il piacevole profumo a distanza.
Dopo aver parlato del più e del meno, uno dei due pastori disse a Nena :" Ti consegno le bestie  e se magari non partite subito le lascio libere nel campiglio ( chiampei ) tanto non vanno chissà dove "- Aggiunse inoltre : " Sono le due migliori della mandria, hanno  le corna perfette ed anche la struttura. Prestai attenzione a quelle parole e  quando  vidi le vacche mi resi conto che veramente erano due belle bestie di razza bruno alpina. Sinceramente a me però piaceva la razza norica. 
A un certo punto decidemmo di andare. Salutammo e lasciammo la malga. Non c' era nulla da pagare a conguaglio per l' alpeggio delle due vacche : la resa del latte. in base alla pesatura fatta metà stagione, pareggiava il costo di tenuta delle due bestie.
Scendendo lungo il  pascolo  notammo più sotto in una zona di prati di monte,  delle donne sedute con delle slitte a traino a mano vicino a dei covoni di fieno  " las medas". Siccome ne io ne Nena avevamo l' orologio chiesi, gridando ad  alta voce perchè sentissero,  se potevano dirci che ora era. Nemmeno loro evidentemente avevano  l'orologio e,  con risposta un po' umoristica  una di loro,  alzandosi in piedi,  gridò  in dialetto carnico: " A è ora di chest' ora nè pì tart nè pi adora ". Il che significava : è ora di quest' ora nè più tardi nè più presto. Erano donne di Tualis e riconobbi quella che aveva gridato gridato la risposta.
Lasciammo perdere e riprendemmo la discesa. S' era fatto caldo come se fosse agosto. Lo scenario di montagne che ci stava di fronte, ad ovest, era incantevole sotto la luce diafana del sole. Da sinistra a destra , si delineavano catene di monti dei  quali in primo notavo i monti Avedrugno, Col Gentile, Forchia, Pieltinas, Dolomiti pesarine. Talm, Tuglia . Ripercorremmo in discesa il bosco di conifere,  proprietà collettiva detta  "" ad uso civico"" del paese di Tualis, frazione del comune di Comeglians, vale a dire in pieno esclusivo godimento  le necessità urbane del detto villaggio: vecchia storia della Carnia risalente al medioevo  sulla quale, per studio,  mi formai preziosa competenza. Arrivammo nel tardo pomeriggio in paese. Accompagnai Nena con le due vacche fino allo stallo che stava sull' altopiano sopra il paese, in una  zona di prato di fianco al grande bosco d' abeti detto " Chianeschchias". Ci salutammo. Lei mi strinse in un forte affettuoso abbraccio pronunciando gradite frasi nell' idioma carnico con la cadenza di pronuncia del medio Gorto, la mia valle.

Porcia di Pordenone  11 gennaio 2021    
                                                                             CARNIER PIER ARRIGO             






            Immagine delle portatrici carniche operanti come ausiliarie dell' esercito
            nella zona della prima nlla prima linea del fronte carnico, guerra 1915-1918,
            dei monti Cellon, Pal Piccolo,  Pal Grande, Freikofel.