lunedì 11 gennaio 2021

  

CARNIER  PIER ARRIGO


                EVOCAZIONE  DI RICORDI LONTANI

  •  Avevo  quindici  anni quando una  paesana circa cinquantacinquenne dal  soprannome  Nena di Ana che, nel prosieguo di questo post chiamerò Nena , mi chiese se potevo accompagnarla a   malga  Crostis, sul monte Crostis, a ripigliare la sue due vacche. Era settembre, fine  dell' alpeggio del bestiame e quindi tempo di smonticazione. Accettai volentieri. Partimmo all' alba, lei   vestita di scuro alla carnica, scialle,   fazzoletto in testa ed una saccoccia con qualcosa da mangiare. Era  donna tipica  alta e gioviale. Mi piaceva  il suo piglio. Io con sacco da montagna e  dentro, come Nena, qualcosa  da mangiare. Passammo per il villaggio  di Mieli e lei volle entrare per alcuni minuti nella chiesa. Vi entrai anch' io  : piccola chiesa di paese piuttosto disadorna ,  due donne scure stavano silenziose sedute nei banchi.  Passammo poi per i villaggi di  Frassenetto, Noiaretto e Tualis, quindi iniziammo la salita della montagna  lungo la  carreggiabile a me ben nota. Nena, durante la prima guerra, 15-18,  in qualche modo aveva fatto parte delle donne ausiliarie al servizio dell' esercito, donne nella maggioranza fecero le  portatrici e dettero  un glorioso encomiabile supporto tardivamente riconosciuto. Lei, non portatrice, aveva svolto altro  servizio ausiliario presso le forze dislocate in seconda linea che correva in parte proprio sulla  vetta del  monte Crostis con piazzate postazioni di artiglieria, pezzi da calibro 149. A tal proposito ebbi modo di conoscere, a suo tempo, un certo Campello, distinto signore romano che passava nei mesi estivi un periodo da villeggiante nel mio paese e, nella veste di ufficiale era stato su quella seconda linea del fronte. Nena, salendo lungo il bosco di Tualis, mi diceva che, nel tal punto, durante la guerra,  c' erano dei baraccamenti costruiti per servizi di  pronto soccorso e infermeria, mensa e quale dormitorio per le forze di ricambio ovviamente con degli addetti in  servizio stabile. Mi precisava  poi che, nel tal luogo, era morto un  maggiore, di cui citava il nome,  colpito da schegge di una granata nemica  e, nel tal' altro punto  erano morti un tenente di sua conoscenza ed altri . Lasciato il bosco e  superata malga "Agar", dopo una zona prativa giungemmo  lungo un ripido  pascolo  sotto  malga "Chiadinas",  mi raccontò che d' inverno  una valanga, in quel luogo,   aveva inesorabilmente travolto una colonna di soldati circa una trentina: tutti morti.  A un certo punto mi indicò poi  in fondo al pascolo, realmente visibili parti di due cannoni ed infatti si notavano dei resti ed una canna, fatti precipitare dagli artiglieri dalle posizioni poste sulla vetta,  al momento in cui, dopo lo sfondamento del fronte italiano a Caporetto, vi fu l'ordine di ritirata. Diversamente le linee del fronte carnico, prima e seconda, sarebbero rimaste imbottigliate.
  • Arrivammo a malga Crostis. La mandria non era uscita sul pascolo, stava nell' alloggiamento detto " loza". Entrammo nella casera : c'erano  il casaro e due pastori quindi ci salutammo e , dopo aver scambiato alcune frasi, ci sedemmo sugli scranni posti attorno al tavolo della casera. Con premura il casaro disse : " Avrete fame !". Quindi dopo pochi minuti mise sul tavolo due scodelle con ricotta  calda fumante e, su un tavoliere in legno, una grossa porzione di polenta. Mangiammo sebbene avessimo entrambi viveri per merenda, anzi io divorai la ricotta con polenta spezzettata, fatta con quella farina grezza di un tipo di granturco che, ai vecchi tempi,  si coltivava in Carnia  e se ne sentiva il piacevole profumo a distanza.
Dopo aver parlato del più e del meno, uno dei due pastori disse a Nena :" Ti consegno le bestie  e se magari non partite subito le lascio libere nel campiglio ( chiampei ) tanto non vanno chissà dove "- Aggiunse inoltre : " Sono le due migliori della mandria, hanno  le corna perfette ed anche la struttura. Prestai attenzione a quelle parole e  quando  vidi le vacche mi resi conto che veramente erano due belle bestie di razza bruno alpina. Sinceramente a me però piaceva la razza norica. 
A un certo punto decidemmo di andare. Salutammo e lasciammo la malga. Non c' era nulla da pagare a conguaglio per l' alpeggio delle due vacche : la resa del latte. in base alla pesatura fatta metà stagione, pareggiava il costo di tenuta delle due bestie.
Scendendo lungo il  pascolo  notammo più sotto in una zona di prati di monte,  delle donne sedute con delle slitte a traino a mano vicino a dei covoni di fieno  " las medas". Siccome ne io ne Nena avevamo l' orologio chiesi, gridando ad  alta voce perchè sentissero,  se potevano dirci che ora era. Nemmeno loro evidentemente avevano  l'orologio e,  con risposta un po' umoristica  una di loro,  alzandosi in piedi,  gridò  in dialetto carnico: " A è ora di chest' ora nè pì tart nè pi adora ". Il che significava : è ora di quest' ora nè più tardi nè più presto. Erano donne di Tualis e riconobbi quella che aveva gridato gridato la risposta.
Lasciammo perdere e riprendemmo la discesa. S' era fatto caldo come se fosse agosto. Lo scenario di montagne che ci stava di fronte, ad ovest, era incantevole sotto la luce diafana del sole. Da sinistra a destra , si delineavano catene di monti dei  quali in primo notavo i monti Avedrugno, Col Gentile, Forchia, Pieltinas, Dolomiti pesarine. Talm, Tuglia . Ripercorremmo in discesa il bosco di conifere,  proprietà collettiva detta  "" ad uso civico"" del paese di Tualis, frazione del comune di Comeglians, vale a dire in pieno esclusivo godimento  le necessità urbane del detto villaggio: vecchia storia della Carnia risalente al medioevo  sulla quale, per studio,  mi formai preziosa competenza. Arrivammo nel tardo pomeriggio in paese. Accompagnai Nena con le due vacche fino allo stallo che stava sull' altopiano sopra il paese, in una  zona di prato di fianco al grande bosco d' abeti detto " Chianeschchias". Ci salutammo. Lei mi strinse in un forte affettuoso abbraccio pronunciando gradite frasi nell' idioma carnico con la cadenza di pronuncia del medio Gorto, la mia valle.

Porcia di Pordenone  11 gennaio 2021    
                                                                             CARNIER PIER ARRIGO             






            Immagine delle portatrici carniche operanti come ausiliarie dell' esercito
            nella zona della prima nlla prima linea del fronte carnico, guerra 1915-1918,
            dei monti Cellon, Pal Piccolo,  Pal Grande, Freikofel.









 


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