domenica 24 gennaio 2021

 

CARNIER PIER ARRIGO

S E N S A Z I O N I


20.01.2021 Giorni fa la cara amica Clara Tavano, assentendo a una mia espressione sulla città lagunare di Venezia aggiunse che la stessa è veramente il "centro incrocio del Mondo". A tal riguardo ripeto perciò detta mia espressione. Confesso cioè che a Venezia provai delle emozioni fuori dell' orbita umana. Più volte nel pieno dell' estate , a San Marco o a Rialto, l' enorme sciame di turisti dall' indefinibile brusio di voci, incrocio di lingue, assumeva per me l' immagine di una folla pervasa da brividi di felicità, in certo senso staccata dalla realtà come se fosse di passaggio e s' incamminasse verso l' approdo radioso di un altro mondo... e, fin qui, siamo nel realismo storico..
Congiuntamente però insorgeva in me una seconda sensazione, direi di contenuto metafisico. Osservando la marea di folla che defluiva intasando le calli ed accalcandosi nelle piazze, in San Marco od altra, la figura dell' uomo singolo, perdeva di effetto e il brulicare della massa assumeva personalità oggettiva quale elemento materico fra le realtà universali, vale a dire quella animale (uomo incluso), la vegetale arborea e non, la minerale e quella fluida: acqua, mare, oceani. Sono persuaso e portato a ritenere che, la visione da me avvertita sulle citate componenti sottratte al loro immobilismo estetico, fosse dovuta al sussistente stimolo della remota forte spiritualità universale di Venezia..
Cerco però di spiegarmi in altro senso. In altri termini nella visione accennata l' individuo, come singolo, diventando componente di massa fra gli elementi oggettivi citati, perde o perderebbe ogni individualità e vengo quindi al punto. Pur trattandosi di sensazione astratta la stessa, per intuizioni percepibili, preannunciava e preannuncia con preveggenza nella realtà sociale, l' avanzare progressivo impercepibile ma sussistente di un potere dominante, autorevole gestore del mondo dove l' uomo, con l' azzeramento del patrimonio di libertà e di libero arbitrio di cui dispone nell' essere, diviene uno strumento. Da tutto ciò si evidenzia che, attorno all' uomo, dal punto di vista metafisico, non sussistono elementi garanti la sua perpetuazione. Questo spiega, di fronte 'immanenza degli enti materiali, la mancanza di prova certa sui fini dell'esistenza umana e sul concetto scientifico dell' origine.
Come sappiamo alla ricerca metafisica appartengono i problemi dell' esistenza di Dio, dell' immortalità dell' anima, dell' essere "in sè".
Mi piace ricordare che a Venezia, oltre ad Ezra Pound grande poeta, vidi più volte casualmente anche De Chirico, pittore che realizzò delle importanti opere sotto il profilo metafisico.
CARNIER PIER ARRIGO






L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi, albero, spazio all'aperto e natura
Edith Da Col, Alida Petris e altri 

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DIDASCALIA FOTO

Foto i cui sono stato ripreso sui monti di confine con l' Austria (anno 1982) zona delle malghe , Chiaula granda. Dimon e Dimonut... sotto malga Cercevesa della quale, rammento, restavano solo le tracce di base dei muri perimetrali della casera. Si trattava di malga a suo tempo alpeggiata da Tommaso Zanella "Ors de l' Amariana" ( padre dell' "Ors di Pani "), grande personaggio, che pagava l' acquisto di beni con monete d' oro, di cui conservo i segreti, mai da me rivelati, delle sue vicende d' oltralpe e credo di esserne l' unico.... A parte questo, riguardo le malghe, ricordo che in anni lontani prima di entrare in talune casere, Plumbs, Ombladet, Mont di Tierc ( Mont di Chierc detto in carnico), Floriitz, Mont da Riu, Pieltinas.... c'era da farsi il segno della croce stanti, le figure ieratiche e provate che si affacciavano, in ogni caso certamente gente buona....
Si tratta del passato di una grande Carnia : tempi di fatica, di paura, di grandi mandrie, talune di razza norica dai mantelli rossastri in genere provenienti dalle valli della destra pedemontana, dalle montagne di Lauco, dalla media val Tagliamento ( Socchieve, Invillino , Raveo, Colza "Nestona"...) . Quando salivano per la monticazione o vi facevano ritorno a fine della stessa passando per i paesi, generavano l' effetto di una sfilata con pastori e malgari dal passo solenne che procedevano in testa. Richiamata dal tumultuoso e, in certo senso festoso bronzeo rintrono di zampogne, la gente usciva di casa a guardare. Fra i conduttori, di fianco e in coda, c' erano sempre belle donne montanare ( gente di val d' Arzino, dei monti di Lauco). Le ricordo sorridenti, espressive di una propria felicità di cui comunque mi sentivo coinvolto e , sinceramente, la rammento in senso nostalgico, piccola gioia lontana andata perduta . Rammento poi che alla smonticazione, in settembre, il festoso passaggio delle mandrie nei paesi lasciava lo strascico del caldo odore dei mantelli delle bestie, odore di mandria, di malga, di pascolo brucato, anzi piluccato color paglierino, con lembi color verdolino e piccoli ciuffi di piccole rose blu siberiane che pretendevano rispetto, sfidanti con audacia il primo gelo. L' immagine del pascolo scialbo di fine stagione, vitalizzato dal volo solitario di allodole, che si mettevano in sosta sui tetti delle malghe a battenti chiusi, mi è rimasta in memoria: era piacevole, aveva un suo linguaggio.

24 gennaio 2021 CARNIER PIER ARRIGO


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